Parigi brucia

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shandy
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Parigi brucia

Messaggio da shandy »

E' da qualche giorno che medito di discutere questo tema con voi.
Quello che sta succedendo nei dintorni di Parigi (ma ormai in quasi tutte le grandi città francesi) mi lascia senza parole, senza speranza, profondamente avvilita.
Ieri notte ci sono stati i primi "casi" fuori dai confini francesi, a Berlino e a Bruxelles.
Da dieci giorni cerco di capire. Il fatto di vivere in un paese francofono mi aiuta, nel senso che dispongo di molte più informazioni di quelle che arrivano altrove e soprattutto in formazioni "di prima mano", non passate al vaglio di una traduzione. Però il problema mi sfugge. O meglio. Intuisco a grandi linee.

Leggo nel sito di Beppe Grillo http://beppegrillo.it
I francesi stanno bruciando le periferie delle città.
E’ strano dirlo così, ma è vero.
Sono francesi, anche se nati in Francia da immigrati.
Francesi di prima generazione.
Se parliamo di francesi e non di figli di immigrati (le parole cambiano la realtà) forse si riesce a capire qualcosa.

Si capisce allora che non esistono i francesi, ma i francesi bianchi e i francesi mori o neri o gialli e che non sono uguali tra loro per cultura, religione, posizione sociale (egalité),
che i francesi bianchi e quelli di un altro colore non si amano e vivono separati, i primi in città e i secondi nelle periferie (fraternité),
che i francesi sono liberi se possono studiare, se hanno un reddito decente, se hanno un futuro, ma quelli delle banlieue non hanno un futuro (liberté).

Stiamo creando un mondo di diseredati in casa nostra, in Francia come in Gran Bretagna, in Belgio come in Italia.
L’integrazione è una bella parola, ma di solito porta ai ghetti e chi ci vive, prima o poi, vede come unica alternativa la rivolta sociale.

Importiamo lo squilibrio che abbiamo generato nel mondo e che non è per nulla nelle priorità dei governi occidentali come è spiegato in un filmato censurato di MTV

Se non ci occupiamo della povertà questa si occuperà di noi, mandandoci i suoi figli e i figli dei suoi figli.
E, nel tempo, tante piccole bosnie.
Poi leggo un bel commento di Tahar Ben Jelloun.


Al centro di questa rivolta, la rabbia di una gioventù francese figlia dell'immigrazione. Una gioventù povera, mal considerata e tenuta sotto sorveglianza dalla polizia.
[...]
Azouz Begag, ministro delegato alle pari opportunità, si è opposto ai metodi e al linguaggio di Sarkozy senza che il primo ministro trovasse da ridire. Semplicemente perché Azouz Begag conosce perfettamente i giovani dei sobborghi: è nato nella zona di Lione e sa di che cosa soffrono quei giovani che la Francia non ha saputo vedere né riconoscere. Ogni volta che si esprimono, gli mandano contro la polizia. Quei giovani non sono degli stranieri, non sono degli immigrati, sono Francesi declassati, con il destino minato dalla povertà, da un habitat malsano e da una storia che è diventata un handicap. Sono Francesi di seconda categoria perché nati da genitori immigrati, perché non sono proprio bianchi di pelle e non vanno bene a scuola.
Secondo me la questione non è riducibile al semplice problema dell'immigrazione e della sua integrazione ma tocca, più in generale, la situazione e l'organizzazione delle nostre società occidentali.
Prova ne è il fatto che protagonisti di queste azioni sono cittadini francesi, magari figli di immigrati, però nati e cresciuti in Francia, quindi francesi.

Come conseguenza, mi aspetto che la rivolta si estenda ad altre città d'Europa. Credo che Prodi abbia avuto ragione a mettere in guardia l'Italia dal pericolo che si corre.
La periferia di Bruxelles ha già cominciato a bruciare. In un periodo molto difficile per il Belgio. Questo paese esce da due scioperi generali nel giro di due settimane, il governo federale ha comprato oggi due pagine su tutti i quotidiani, fiamminghi e francofoni, per pubblicare il Patto di solidarietà fra generazioni, che il primo ministro Verhofstadt ha dichiarato "non discutibile", nonostante la netta opposizione dei sindacati. Il tasso di disoccupazione è alto e anche se lo stato sociale è molto sviluppato i problemi non mancano.
L'esplosivo è pronto. Manca solo qualcuno o qualcosa che inneschi la miccia. Che sia l'esempio di quello che succede a Parigi?
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TierrayLibertad
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Messaggio da TierrayLibertad »

Ici, rien n'est pire qu'ailleurs. Ni mieux. Du béton dans un paysage convulsé, rocheux et calcaire. Et la ville là-bas, à gauche. Loin. On est là, loin de tout. Sauf de la misère. Même le linge qui sèche aux fenêtres en témoigne. Il semble toujours sans coleur, malgré le soleil et le vent qui l'agite. Des lessives de chômeurs, voilà tout. Mais, par rapport à «ceux d'en bas», il y a la vue. Magnifique. La plus belle de Marseille. On ouvre sa fenêtre et on a toute la mer pour soi. C'est gratuit. Quand on a rien, posséder la mer - cette Méditerranée - c'est beaucoup. Comme un quignon de pain pour celui qui a faim.
...
Je les regardai jouer, en fumant. Cela me faisait drôle de me retrouver là, dans les quartiers nord. C'était mon secteur. Depuis que j'avais démissionné, je n'y avais plus mis les pieds. Je n'avais aucune raison d'y venir. Ni ici, ni à la Bricade, ni à la Solidarité, ni à la la Savine, ni à la Paternelle... Des cités où il n'y a rien. Rien à voir. Rien à faire. Pas même aller s'acheter un Coca, comme au Plan d'Aou où, au moins, une épicerie survivait tant bien que mal.
Il fallait habiter là, ou être flic, ou éducateur, pour traîner ses pieds jusque dans ces quartiers. Pour la plupart des Marseillais, les quartiers nord ne sont qu'une réalité abstraite. Des lieux qui existent, mais qu'on ne connaît pas, qu'on ne connaîtra jamais. Et qu'on ne verra toujours qu'avec les «yeux» de la télé. Comme le Bronx, quoi. Avec les fantasmes qui vont avec. Et les peurs.

A volte basterebbe leggere un romanzo... magari "vecchio" di nove anni.
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(A. Machado)

Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

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Messaggio da liberliber »

scusa la mia ignoranza... che romanzo è? :)
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
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Messaggio da invisigot »

A volte basterebbe leggere un romanzo... magari "vecchio" di nove anni.
O vedere un film "vecchio" di dieci anni
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silvietta75
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Messaggio da silvietta75 »

Qualche sera fa Furio Colombo è stato ospite da Fabio Fazio il quale, parlando dell'ultima intervista rilasciata da Pasolini nel 1975, gli ha chiesto perché i giovani d'oggi dovrebbero accostarsi alla sua arte.
Colombo ha risposto "perchè x capire cosa sta accadendo a Parigi in questi giorni basta leggere Ragazzi di vita. Ed è stato scritto negli anni 50".
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Frine
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Messaggio da Frine »

liber ha scritto:che romanzo è?
mi sembra Chourmo di Izzo (gran libro).
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)

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liberliber
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Messaggio da liberliber »

Grazie Frine :)
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
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Messaggio da el tano »

scusa la mia ignoranza... che romanzo è?
Scusa la mia ignoranza... che c'è scritto? non so il francese (scusate devo essere l'unico mi sembra di capire :oops: )

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shandy
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Messaggio da shandy »

Beh, indizi da cinema, letteratura e musica (soprattutto con l'hip hop, che è un diretto prodotto delle banlieus) ce n'erano da almeno 15 anni. Ma la situazione ora è scoppiata.
Quindi?
Cosa succederà ora? Come si risolverà la situazione? Si risolverà?
Cosa significa quello che sta succedendo? Io mi sento interpellata da questa gente che sta in strada da dodici notti. Mi parlano e mi interrogano.
Solo io mi sento così?


P.S. Traduzione del brano postato da TyL (chiedo perdono a Izzo, il quale sono certa si sta rivoltando nella tomba. E' una traduzione fatta in fretta e senza vocabolario alla mano...)
Qui niente è peggio che altrove. Né meglio. Del cemento in unpaesaggio convulso, roccioso e calcareo. E la città laggiù, a sinistra. Lontano. Siamo qua. Lontano da tutto. A parte dalla miseria. Persino il bucato steso alle finstre la testimonia. Sembra sempre senza colore, nonostante il sole e il vento che la agita. Del bucato da disoccupati, ecco tutto. Ma, al contrario di "quelli di sotto", c'è la vista. Magnifica. La più bella di Marsiglia. si apre la finestra e si ha tutto il mare per sé. E' gratuito. Quando non si ha nulla, possedere il mare - questo Mediterraneo - è molto. Come un tozzo di pane per colui che ha fame.
...
Li guardai giocare, fumando. Mi faceva strano trovarmi là, nel quartiere nord. Era il mio settore. Da quando avevo dato le dimissioni non ci avevo più messo piede. Non avevo alcuna ragione di venirci. né qui, né alla Bricade, né alla Solidarité, né alla Savine, né alla Paternelle...Dei quartieri dove non c'è nulla. Nulla da vedere. Nulla da fare. Nemmeno andare a comprare una Coca Cola, come al Plan d'Aou dove, almeno, una drogheria sopravviveva bene o male.
Bisognava abitare là, o essere poliziotto, o educatore per portarsi fino a questi quartieri. Per la maggior parte dei marsigliesi, i quartieri nord non sono altro che una realtà astratta. Dei luoghi che esistono ma che non conoscono, che non conosceranno mai. E che vedranno sempre con gli "occhi" della televisione. Come il Bronx. Con i fantasmi che questo comporta. E le paure.
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TierrayLibertad
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Messaggio da TierrayLibertad »

L'andamento di questo 3d (quello che c'è scritto e quello che non c'è; quelli che ci hanno scritto e quelli che non l'hanno fatto) è una bella (bella? diciamo fedele) foto dello stato di salute del forum. Ma non voglio aprire l'ennesima discussione. L'ennesima, sterile, discussione.

Tornando al post originario di Scendi: come finirà? cosa bisognerebbe fare? ecc. ecc.
Finirà come sempre: finirà. Semmai sarebbe importante sapere quando finirà e quanto si espanderà (anche fuori dalla Francia).
Sul cosa fare non ho idee precise. O meglio non le ho sul cosa fare per risolvere la questione oggi, domani o fra una settimana. Per risolverla a lungo termine non credo che, sulla carta, sia difficile. Basta semplicemente rimuoverne le cause e quelle mi pare che sono chiare a tutti. Quando queste persone - e per me è indifferente il fatto che siano francesi di prima o seconda o terza generazione o che siano arrivati in Francia un anno fa - avranno le stesse possibilità che hanno gli altri francesi allora il problema sarà risolto.
La questione però è sempre la solita: nella nostra società per avere di più bisogna che qualcun altro abbia di meno (questo perché il "di più" e il "di meno" è un di più o un di meno di merci, di denaro e di potere. Non in tutte le civiltà è così, anche se noi siamo così permeati da tale modo di pensare che ci risulta difficile anche solo ipotizzare che ne siano possibili altri). E chi o quanti sono disposti a cedere un po' del loro benessere materiale?
Quando sento che l'85% dei bolognesi è d'accordo con Cofferati, quando vedo che a Siena (città rossa quanto e forse più di Bologna) non esistono venditori ambulanti di accendini e collanine (mi dicono che non sono particolarmente graditi) mi viene da pensare nell'ordine a) che non esiste più - se pure è esistita - una sinistra di massa in Italia. b) mi viene da pensare che uno che ti vuole lavare il vetro o vendere un accendino ti rompe effettivamente le scatole; ma soprattutto che, se non siamo disposti a questo piccolo rompimento di scatole quotidiano, non solo non sappiamo cos'è la solidarietà, non solo non siamo coscienti che se abbiamo la macchina di cui ci vogliono lavare il vetro è perché a qualche migliaio di chilometri da qui c'è il fratello di quello che ci vuole lavare il vetro che la macchina l'ha costruita per un salario da fame, ma soprattutto penso che non siamo destinati ad andare molto lontano.

Ciao
TyL

P.S. Sì Frine, il libro è quello (e non è solo bello). Grazie a Scendi per la traduzione.
Ultimissima cosa: i due brani erano tratti dal terzo capitolo che si intitola "Où il ya de la rage, il y a dela vie" (in cui dove c'è rabbia, c'è vita). Ed ogni altro mio commento sarebbe superfluo
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zazie
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Messaggio da zazie »

scendi ha scritto:Secondo me la questione non è riducibile al semplice problema dell'immigrazione e della sua integrazione ma tocca, più in generale, la situazione e l'organizzazione delle nostre società occidentali.
Prova ne è il fatto che protagonisti di queste azioni sono cittadini francesi, magari figli di immigrati, però nati e cresciuti in Francia, quindi francesi.
Sono perfettamente d'accordo e mi sembra un punto importante. Ho l'impressione che in Italia, più che altrove, faccia comodo a molti confinare la questione al problema dell'immigrazione (per vasto e urgente che sia questo).

Dal punto di vista giornalistico questo approccio rende tutto molto più trattabile, facile preparare la polpetta per il telespettatore.
Approfondire, analizzare una società che è malsana nel suo complesso e non solo nei suoi fenomeni, è molto più difficile. E scoraggiante, e triste, e a volte inaccettabile come constatare che, per citare Tyl, no, sono davvero pochi quelli disposti a a cedere un po' di benessere.

Meglio dire che è colpa dello Stato (che non vuol dire accusare il governo), dello straniero, di chiunque altro. Basta che le risposte si trovino fuori, in un altrove che non tocchi la mia sfera privata.
Basta che io non debba rinunciare ai miei privilegi.

Personalmente non vedo come se ne possa uscire senza una radicale rimessa in discussione del nostro stile di vita, del modo in cui sono costruite le nostre città, dell'economia che alimentiamo con i nostri consumi.
E visto che da qualche parte bisogna pur cominciare, credo che partirò da qui.

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campalla
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Messaggio da campalla »

Ho l'impressione che in Italia, più che altrove, faccia comodo a molti confinare la questione al problema dell'immigrazione
Sicuramente è un ottimo alibi (almeno a sentire il nostro Ministro degli Interni), perché in questo modo il problema è sempre qualcosa di esterno, qualcosa di "deviato" (il terorismo, la criminalità, l'immigrazione clandestina).
Che difficile ammettere che è la società che abbiamo costruito, il modo di vivere che ci coltiviamo ad essere profondamente sbagliato... :roll: E chi lo fa notare è sempre la Cassandra di turno.

Mi viene una rabbia a sentire tanta gente che difende la "legalità", e così poca che dica scandalizzata quanto è ingiusto che vivano persone nelle nostre città senza un posto decente in cui stare, senza un lavoro, senza dignità...
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Frine
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Messaggio da Frine »

scèndi ha scritto:Solo io mi sento così?
no, no..
anche se, devo essere completamente sincera, faccio un po' fatica a identificarmi, a sentire "miei" questi problemi.
Insomma, io vivo in una piccola città dove la prima pagina del giornale locale è occupata da mesi dalla querelle tra il sindaco che vuole terminare la tangenziale e i proprietari di una villa che si lamentano che la suddetta gli ruberà un paio di metri di giardino (ci siamo meritati pure un paio di livorosi interventi di Sgarbi, ma dimmi te.. :doh: ).

Qua il problema più grosso è che non c' è un cazzo da fare il sabato sera.

No, beh, adesso esagero. Diciamo che se mi guardo in giro vedo un po' di persone (amici, parenti, compagni d' università) che si lamentano per la pochezza dell' offerta culturale della città, e un bel po' di persone (come sopra: amici, parenti, compagni d' università) che si lamentano perché non c' è un cazzo da fare il sabato sera.

Questa divagazione solo per inquadrare il clima in cui vivo, lontanissimo da quello che sta succedendo a Parigi e altrove (lontanissimo anche da Milano che sta a un' ora di macchina, o da Bologna che sta poco più giù).

A me tutta questa rabbia fa un po' paura, forse proprio perché conosco così poco le situazioni da cui scaturisce. La conosco, proprio come dice Izzo, solamente avec les «yeux» de la télé.

E allora che faccio?
Cerco di informarmi un po' meglio, non solo attraverso la tivvù (non fatemici pensare che ieri sono capitata su un intervento di Paolo Del Debbio, opinionista, e mi vengono ancora i brividi a pensare a quante banalità è riuscito a dire in così poco tempo) (poi ho sentito Pisanu, ed è stato pure peggio), ma leggendo, cercando in rete, cercando in ogni caso di andare più a fondo.
E allora la capisco, quella rabbia lì.
La capisco e la faccio mia.
(oh, adesso non è che vado a dar fuoco al pulmino delle elementari che ho parcheggiato sotto casa, eh..)

Ha perfettamente ragione Zazie quando dice:
non vedo come se ne possa uscire senza una radicale rimessa in discussione del nostro stile di vita, del modo in cui sono costruite le nostre città, dell'economia che alimentiamo con i nostri consumi.
Però.
Il però è, come al solito, e mi sembra così di tornare alla domanda di scèndi, "che cosa posso fare io?", nel mio piccolo, nella mia sonnolenta cittadina che più che a una banlieu assomiglia a Wisteria Lane?
Voglio dire: se per altre questioni che ritengo importanti (vado a caso: acquisti "responsabili", piuttosto che il consumo energetico, piuttosto che riciclaggio ecc.) posso, anche singolarmente fare qualcosa; qua mi sento proprio impotente.

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Messaggio da campalla »

Ecco, io non penso che singolarmente possiamo fare qualcosa. A parte prendere coscienza dell'esistenza dei fenomeni, e capire perché accadano.

Se di fare si parla, penso sia qualcosa che dobbiamo fare collettivamente, in quanto parte di una comunità (locale, nazionale, e oltre): attraverso la partecipazione, la sensibilizzazione, la comunicazione.

Almeno io la vedo come l'unica via...
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Messaggio da -gioRgio- »

io invece penso che singolarmente possiamo far qualcosa. Anzi, a dire il vero penso che singolarmente devo fare qualcosa.
Contro l'evidenza che sia inutile, contro l'evidenza che e' idea stantia, contro l'evidenza che e' gia' stato provato infinite volte, personalmente credo proprio che la prima cosa da fare sia partire dal mio monolocale nell'applicare le soluzioni che condivido.
Per vedere di nascosto l'effetto che fa.
Per vederne gli effetti su una cavia consenziente.
Perche' solo dopo ne posso parlare in giro con cognizione di causa.
E anche perche' in fin dei conti e' vero che "se semini un pensiero nasce un azione, se semini un azione nasce un'abitudine, se semini un'abitudine nasce un carattere, se semini un carattere nasce un destino"

Ma, come detto, tutto questo vale perche' lo faccio a partire dalle mura domestiche. Non perche' mi metto a parlarne qua.
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Messaggio da next05 »

Mi viene da pensare (forse banalmente) che se ci si dimentica per anni di situazioni e condizioni come quelle delle periferie (dal punto di vista sociale, non tanto urbanistico) è facile che si rimanga spiazzati e non si riesca a cogliere il senso, la ragione di alcuni fenomeni. E' facile che ci si meravigli e non si capisca il perchè, è facile che non ci si scandalizzi per le condizioni in cui delle persone sono costrette a vivere se quei luoghi spesso sono 'spazi vuoti', sono fuori dalle cartine topografiche di ognuno.

Sulle soluzioni e su cosa fare anche nel piccolo non saprei dire molto o forse solo che partecipazione, sensibilizzazione e comunicazione come dice campalla sono fondamentali e che se si è di fronte a situazioni del genere qualcosa non funziona (o forse funziona troppo bene :twisted:)
Allora qualcosa va corretto con altre politiche, con altri metodi.

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Messaggio da Xenia »

TyL ha scritto:L'andamento di questo 3d (quello che c'è scritto e quello che non c'è; quelli che ci hanno scritto e quelli che non l'hanno fatto)
(magari si tratta solo di lasciare a quelli che ancora non l'hanno fatto il tempo di farlo, visto che forse semplicemente non hanno potuto farlo prima loro malgrado... )

Io personalmente non credo che c'entri molto il venditore di collanine, che a me personalmente non crea grossi problemi ma che non è naturalmente quello che vorrei io per lui. C'entra il fatto che l'immigrazione IMHO non andrebbe semplicemente "tollerata", andrebbe vista come un fenomeno che cmq in parte si può cercare di guidare, di indirizzare in modo tale che un immigrato non si debba necessaruamente ridurro solo a vendere collanine o a lavare i vetri (ci sono un sacco di immigrati, ad es. dell'Est, che sono laureeati e nella migliore delle ipotesi finscono con il fare i portinai...), e a vivere in qualche ex-edicficio industriale abbandonato, perchè è questo che finisce col fare scoppiare il bubbone.
Se pensate all'immigrazione sudamericana o del sud-est asiatico, non so se sia un caso ma i problemi sono diversi rispetto a quelli che si verificano con il mondo arabo, che sono tendenzialmente molto maggiori. Questo mi fa pensare che ci sia un effettivo problema di razzismo, abbastanza radicato, il che in effetti in Francia è vero, malgrado tutto (così come sono presenti parecchi casi di antisemitismo, tombe sventrate nei cimiteri ebraici e consimili...).

Nel caso francese magari i protagonisti delle émeutes di questi giorni hanno una "casa", ma vivono in città-dormitorio che Quarto oggiaro sembra quasi un albergo di lusso, a confronto, e non hanno prospettive vere, nè probabilmente credono più di poterle avere (il che è peggio di tutto). Io personalmente non credo che bruciare le macchine o incendiare gli asili sia un gran modo di protestare contro questo, ma la questione non è questa, così come non è solo un problema di integrazione di "razze" e culture, bensì probabilmente in primis un problema di confronto fra chi ha e chi no.

non siamo coscienti che se abbiamo la macchina di cui ci vogliono lavare il vetro è perché a qualche migliaio di chilometri da qui c'è il fratello di quello che ci vuole lavare il vetro che la macchina l'ha costruita per un salario da fame, ma soprattutto penso che non siamo destinati ad andare molto lontano.
sono perfettamente d'accordo. ma lì il discorso si allarga...
Accadono cose che sono come domande; passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
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Messaggio da tostoini »

Magari poi c'é anche chi legge ma non scrive.
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°

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Messaggio da -gioRgio- »

Magari.
Perche' anche le "conte" sono un modo come un altro per fare discriminazione.
E questo e' un ulteriore buon motivo per continuare a non scrivere in certi thread :wink:
-gioRgio-

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Messaggio da zazie »

frine ha scritto:che cosa posso fare io?
Intanto quello che stai facendo :D interrogarti su quello che succede fuori dal cortile di casa tua. La Provincia ricca e sonnolenta si scuote anche facendo domande

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