Parigi brucia

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

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TierrayLibertad
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Messaggio da TierrayLibertad »

Se le cose che scrivo non vengono capite (o si fa finta di non capirle) non mi sento in colpa. Non ho mai detto che chi scrive in questo 3d è bravo, bello e sensibile e chi non ci scrive è cattivo, brutto ed ha un cuore di pietra. Non ho mai scritto che l'unico modo di partecipare ad un 3d è scriverci e che questo 3d non viene letto da nessun altro tranne che da quelli che ci scrivono; anzi, una delle ragioni del cappello al mio post è stata proprio la constatazione che il rapporto tra i post di questo 3d e le volte che era stato letto era decisamente più basso del solito. Poi, se qualcuno si sente accusato di persona, pazienza. Del resto ho premesso che non volevo aprire altre polemiche, ma se avessi scritto che volevo farlo probabilmente ci sarebbero state meno reazioni. Sono intervenuto nuovamente solo per chiarire e, sia detto per inciso, non ho intenzione di tornare ulteriormente sull'argomento.

Venendo a cose serie. Neppure io credo che ci entrino le collanine o la tolleranza (gran brutta parola). Il mio era solo uno sfogo, uno sguardo desolato nei confronti di molta di quella autoproclamata sinistra nostrana: di Cofferati e di certe aministrazioni di "centro-sinistra", di chi vota ds ma pensa che non debbano esistere i lavavetri o i venditori di collanine. Pure io penso che non debbano esistere. Pure io credo che sia un mestiere di merda, ma non credo che il problema si risolva non facendoli mettere ai semafori o non facendogli mettere piede in città.

Che poi il mondo lo si possa - anzi, lo si debba - iniziare a cambiare da dentro le nostre mura domestiche mi pare tanto banale quanto vero. Certo l'alternativa non può essere posta nei termini ne parlo sul forum e quindi non faccio nulla oppure faccio ma non ne posso parlare sul forum. Farlo e parlarne pare più saggio. Pare a me, ovviamente.

Ciao
TyL
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.

(A. Machado)

Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.

Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)

Vero Acquario

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akela
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Messaggio da akela »

Neanch'io ho una conoscenza approfondita della realtà francese. Con quel poco che mi riferiscono gli amici francesi e quel che mi offre la telè immagino le periferie parigine come grandi Centri di Permanenza Temporanea. Senza sbarre, certo, ma pur sempre dei non-luoghi. Posti dove si vive e si trascorre il tempo, ma dove non si ama vivere. Doce c'è emarginazione. E in un CPT cosa fai? Bruci i materassi. Se fossi trattato come un inquilino di un CPT forse anch'io brucerei gli stessi lerci materassi in cui dormo.
Che cosa si può fare? Per prima cosa, si potrebbe spedire Sarcozy su Plutone. Una bella colonia francese su Plutone. No, eh? Vabbè. :roll:
Di sfuggita nei vari TG ho visto gruppi di cittadini, dentro piccoli gazebo o all'aperto, organizzare assemblee per strada, presidiare le scuole, parlare con i ragazzi. Ecco, da ex capo scout, questo lo trovo confortante. Forse in quei quartieri si sta formando una coscienza civica mai vissuta prima. Forse ci voleva il fuoco per svegliare in una moltitudine sfiduciata e remissiva il senso della partecipazione.
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next05
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Messaggio da next05 »

non-luoghi. Posti dove si vive e si trascorre il tempo, ma dove non si ama vivere.
Sul "dove non si ama vivere" avrei qualche dubbio.

--modifica ore 13.30

:oops: Scusa. Mi sa che non avevo capito bene la tua frase, forse quando ho letto il messaggio stamattina la mia mente era ancora a letto. Credo che tu non ti riferivi al non amare la vita in generale ma alle difficoltà di vivere in luoghi dimenticati, no?
Ultima modifica di next05 il gio nov 10, 2005 1:45 pm, modificato 1 volta in totale.

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shandy
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Messaggio da shandy »

Non ho il tempo per commentare ora, purtroppo...
Intervista a Oreste Scalzone: "Corriere della Sera" 7-11-05

D. Caro Oreste, come definiamo gli autori di questa battaglia urbana? Sono davvero degli insorti?

R. <Insorgere : sollevarsi contro l’autorità>. <Insorto : rivoltoso, che si è ribellato>. Ma potremmo anche chiamarli ammutinati. E’ straordinaria la capacità che hanno gli “uomini di potere” di aggiungere al danno la beffa: sul finire degli anni 70 in Italia, <insorti> per noi era aggravante, e non di poco!
Significava <stato d’eccezione>, presunzione di colpevolezza, responsabilità penale anche <oggettiva>, aggravanti, carceri e regimi speciali. Ma si negava all’<insorto> la qualità di <Nemico> riducendolo a folle criminale e/o “marionetta” mossa da qualche “puparo” occulto. Oggi, si mena scandalo quando qualcuno parla di <insorti> : si riscopre che questa è qualifica nobile, e le si oppone quella di “teppaglia”.
Così il Ministro francese degli Interni li aveva chiamato ripetutamente quei giovani, prima, anche nei giorni immediatamente precedenti la tragedia che ha fatto scoccare la scintilla...


D. E contro cosa stanno insorgendo? Non ti sembra piuttosto l'eruzione di una forma spontanea di disagio? Cosa ha portato a questa sollevazione, quale disagio sociale?

R. Nell’immediato, si sono sollevati alle retate di polizia da anni scatenata nelle banlieues; contro giornate spese sul marciapiede davanti agli squallidi falansteri della deportazione dei poveri, più o meno ‘ad ammazzare il tempo’ come nel cortile di prigione ; contro una razionalità economica che li riduce in uno stato di “rota”tra lo stridore del martellamento pubblicitario e la realtà di uno squallore senza uscita ; contro una <legalità> che li asfissia , e una Legge che li disprezza e li umilia.


D. Questi scontri possono rappresentare il terreno di coltura per nuove forme di lotta, più radicali? Ciò che avviene può essere interpretato come il fallimento di una concezione della società sarkoziana basata soltanto sul "law and order"? Può essere un monito anche a chi - come Sergio Cofferati a Bologna - sta percorrendo la stessa strada?

R. Beninteso, la <tolleranza zero> è un indice del carattere de-li-rante di certe politiche. Quella di Sarkozy, come quella di Cofferati, o del sindaco “giacobino” e “nazional-comunista” di Montreuil. Ma il problema va ben oltre questi personaggi alla cui volontà dispotica o interesse personale non può essere ricondotto il tutto. Se questa corsa incrudelita e stolta alla guerra dall’alto contro il basso continua con questi ritmi e forme c’è da prevedere una catastrofe generalizzata che comincia dal “mentale”, ben più rapida e squassante di quelle previste sul piano ecologico!


D. E' una vampata di rivolta delimitata soltanto alla Francia?

R. Ogni establishement, ha le sue specificità, Qui in Francia c’é il metodo dell’<assimilazione>, della standardizzazione dei <Valori della Repubblica> ; nel mondo anglosassone il modello del “mercato c omunitarista”, del <mosaico> : ciascuno nel suo ghetto col “divide et impera” e il sistema di gerarchie di capi e kapò a organizzare contenimento, ordine, e in particolare il circolo vizioso del crimine: società, oltretutto, criminogena come non mai...


D. C'è una parte della sinistra che mette in fila gli scontri antiBush in Argentina e i casseurs francesi per esultare, o meglio, per affermare che è tornato il tempo dei contrasti radicali. Tu che ne pensi?

R. Io ho imparato a diffidare dei “tifosi”, che spargono culti ed epopee ed esultano in stretta proporzione alla distanza geografica dei miti di cui sono
sempre in cerca...Così un certo <terzomondismo> manifesta un relativismo etico, che porta alla corrività con episodî <stragistici> per poi trovare che, in una sommossa in città, chi spacca una vetrina non può che essere un “provocatore” da perseguire penalmente...

D. Ha ragione chi sostiene che Parigi è vicina, nel senso che anche le nostre periferie potrebbero "esplodere"?

R. Non è che “potrebbe esplodere”. Bisogna piuttosto pensare, “e come potrebbe non esplodere ?”.

D. Sarkozy a Parigi ha risposto alla morte di 52 africani per quattro incendi di stabili fatiscenti, mandando la polizia a sgombrare di forza e – senza
neanche il pretesto dell’ <insalubrità> -- scatenando rastrellamenti di sans papiers alle uscite dei metro’.

R. Roba da far prudere le mani alla gente più pacifica... Roba da far venire ancor più cattivi pensieri ai paranoici del <Complotto: sembra quasi una rivendicazione del repulisti permesso dagli incendi !

D. Tutto vero. Ma, a New Orléans? E a Ceuta e Melilla ?

R. Certo che i miti spagnoleschi di tanto benpensantismo delle sinistre, innamorate di Zapatero e del giudice Garzon danno anch’essi il voltastomaco... D’altronde, il clero musulmano – compresi gli <islamisti ultrà> -- in questi giorni sta pesantemente giocando al “pompieraggio” dell’ondata tumultuosa di sabotaggio e di “terra davvero bruciata. Chissà che non ci sia chi pensi a un armistizuio nella <guerra di civiltà>, proponendo di coalizzarsi contro i <sub-sahariani>?
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Xenia
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Messaggio da Xenia »

Leggo su Repubblicache Sarkozy ha comprato addirittura i text link su Google e si è fatto il blog... ok che a me la cosa interessa per motivi professionali, ma cio' dimostra che qualcuno ha almeno capito il valore di un canale come Internet anche in contesti come questo (così come anche i suoi oppositori del Resau AntiSarko...).
Accadono cose che sono come domande; passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
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DNA75
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Messaggio da DNA75 »

Sto seguendo con grande attenzione quello che accade in Francia perchè credo sinceramente che questo sia solo l'inizio di un processo di autodistruzione che coinvolgerà tutti noi prima o poi.
La prova più emplematica che quello che accade in Francia è il frutto di un disagio sociale piuttosto che di un problema di razza/religione (e ne ho piene le scatole che tutto venga portato li) sta nel fatto che questi ragazzi distruggono i loro stessi luoghi. Non sono andati in centro ad appiccare i fuochi, ma sotto casa. E certo non perchè in periferia non passano i bus di frequente.
Quando vivi in un posto che non ti offre nulla, quando la società che ti circonda continua a mandare messaggi in cui il possesso di beni di consumo è l'unico metro di valutazione, quando il futuro è più nero del presente non importa che tu sia bianco o nero, cristiano o musulmano la disperazione diventa la tua compagna.
Ricordo un'intervista alla madre di un kamikaze. Lei piangeva il figlio morto e continuava a gridare che gli avevano tolto tutto anche la speranza.
Ecco, io credo che questo stia accadendo da noi (in Asia, Africa e Centro america è già accaduto ma questa, come sempre, è un'altra storia)....non si può vivere di Co.Co.Co., Co.Co.Pro. (se ti va bene), di case che costano quanto una vita di risparmi, di ospedali che non curano etc etc e credere che i climi non si infiammino.
" siediti al sole, abdica e sii il Re di te stesso" (F. Pessoa)

"solo due cose sono infinite:l'universo e la stupidità umana, e sul primo non sono sicuro"
(A. Einstein)

"il razzismo è un'idiozia, lo dimostra la genetica" (L. Cavalli-Sforza)

ci sedemmo dalla parte del torto, tutti gli altri posti erano occupati.
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@mazzone
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Messaggio da @mazzone »

Sono veramente entusiasta che qualcuno abbia avuto il coraggio di affrontare il discorso rigardante ciò che sta avvenendo in questo periodo nelle periferie francesi.
Personalmente non li comprendo in fondo quello che stanno facendo non è autolesionismo puro???
Distruggono beni e servizi di utili di pubbilica utilità e indi anche loro.
Cosa volgiono dimostrare con ciò??
Non me lo spiego.
E voi?

poi Lilli è guarita e la guerra è finita
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shandy
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Messaggio da shandy »

Attac Francia sulle banlieus
Disoccupazione di massa, alloggi sociali in disuso, case fatiscenti, assenza di mezzi per l'educazione, regressione dei servizi pubblici, insufficienza dei trasporti pubblici, povertà, esclusione sociale e segregazione asfissiano gli abitanti dei quartieri popolari. Malgrado gli sforzi e le azioni condotte dalle amministrazioni locali e dalle associazioni che hanno lanciato gridi di allarme sulla situazione di questi quartieri, le disuguaglianze non fanno altro che crescere e la miseria economica, sociale e culturale si sono così radicati nelle città. Questa situazione è il prodotto diretto delle politiche neoliberiste condotte da oltre 30 anni.

I dispositivi di politica della città pretendevano sistemare i danni più evidenti dell'abbandono dallo stato del suo ruolo regolatore e ridistributore di richezze. Malgrado il loro carattere insufficiente, i governi Raffarin e de Villepin non hanno smesso di ritagliare questi dispositivi, sopprimendo le sovvenzioni alle associazioni, il che ha causato la morte di molte di loro, liquidando le misure di prevenzione per insistere invece sull'aspetto repressivo, gelando nel 2005 oltre 350 milioni di euro destinati alle banlieues, ponendo fine ad altri interventi, diminuendo del 10 per cento i suoi contributi per l'alloggio sociale. Ma questa politica non è un "errore" di strategia. È l'espressione, in Francia, delle politiche liberiste condotte anche sul piano europeo e internazionale. La delocalizzazione delle imprese, la deregulation del diritto del lavoro, la messa in concorrenza dei lavoratori del sud e del nord, la riduzione delle entrate dello stato (sempre meno tasse per i più ricchi). I più precari, i meno "adattabili al sistema" sono le prime vittime e nel modo più violento. Sono loro che popolano i quartieri popolari delle banlieues. Tra di loro, i giovani, francesi o no, nati di genitori immigrati, subiscono inoltre un'esclusione e delle offese legate al colore della propria pelle, all'origine del proprio nome. Un'intera generazione è privata di speranze e di prospettive di vita, la scuola non è più in grado di riempire il suo ruolo. La loro disperazione si esprime oggi nel modo più brutale, anche perché è stata accentuata dalle proposte di un ministro degli interni repressivo che cerca a captare i voti dell'estrema destra per le elezioni del 2007. La strategia di Nicola Sarkozy, che consiste nel giocare sulla paura, è quella di un liberista convinto.

I quartieri popolari presentano oggi la faccia di un laboratorio del liberismo selvatico che si ritrova su altri territori del pianeta. Mentre i profitti della borsa e la speculazione finanziaria non fanno che aumentare, i paradisi fiscali sono fiorenti, la povertà s'installa anche nei paesi più ricchi. Le discussioni della Wto prevedono, durante il summit di Hong Kong che si terrà a dicembre, di continuare e amplificare i benefici delle multinazionali. Sul piano europeo, la direttiva Bolkestein, riattivata, sarà all'ordine del giorno il 22 novembre.

È l'insieme dei cittadini, salariati o disoccupati, francesi o migranti, che devono impegnarsi nella decostruzioone dell'ideologia neoliberista. Attac chiama le associazioni di educazione popolare, quelle che sono impegnate nei quartieri, nelle banlieues e nelle zone rurali, tutti i cittadini e cittadine, a partecipare a tutte le iniziative contro la Wto, contro la direttiva Bolkestein, per lo "sviluppo" dei servizi pubblici, che si svolgeranno in novembre e dicembre. Chiama i suoi aderenti, i comitati locali, a continuare il lavoro avviato per aprire le file dell'associazione alle categorie popolari.

La Rivolta che si esprime oggi in modo violento è un grido di disperazione di una generazione abbandonata. Tuttavia, i bersagli di questa violenza (scuole, palestre, autobus...) costituiscono dei beni collettivi di cui i quartieri in sofferenza hanno davvero bisogno, o dei beni che appartengono agli abitanti di questi quartieri. Queste azioni non possono in nessun caso portare delle risposte in favore del miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti né offrire prospettive concrete. Vittime della violenza del liberismo, i quartieri popolari soffrono anche, da alcuni giorni, di una violenza condotta da alcuni giovani, che a volte assomiglia ad atti di autodistruzione. Questa doppia violenza accresce il rischio di sviluppo delle politiche di sicurezza e repressive, di divisione degli abitanti e di diffusione delle idee veicolate dal Fronte nazionale.
Le misure annunciate il 7 novembre dal primo ministro si collocano in questa prospettiva. L'esumazione di una legge di eccezione, instaurando il coprifuoco, ne è il segno il più forte. Rischia di aggravare le tensioni e di riaccendere la memoria la più dolente di genitori e nonni. Attac denuncia la messa in atto di questa legge liberticida che permette la chiusura dei luoghi di riunioni, il loro divieto, la censura della stampa e può dare una competenza civile alle autorità militari. In nessun materia può costituire una rispsta responsabile ed efficcacia alla situazione attuale.

Giovani e abitanti dei quartieri, salariati e disoccupati, pensionati o attivi: dobbiamo organizzare insieme les nostre risposte e le nostre resistanze di fronte all'avversario comune che ruba le nostre richezze e disfa le solidarietà. Si tratta di una lotta politica nel quale appartiene a ognuno di assumere le proprie responsabilità per ché i quartieri popolari non siano abbandonati alla violenza né alla repressione, né alla miseria, né ai movimenti religiosi. Attac esprime la sua solidarietà con tutti quelle/i - eletti locali, militanti associativi, lavoratori sociali, e semplici cittadini - che, con la loro presenza sul terreno, provano a dialogare, a evitare ulteriori scontri e destruzioni.
La situazione dei quartieri popolari riguarda tutti, è un affare di solidarietà e di cittadinanza. La risoluzione del problema passa ovviamento dall'abbandono delle discriminazioni e dall'accesso al lavoro. È la priorità numero uno. Per ora, l'accesso al reddito è indispensabile per i giovani che non percepiscono il "reddito" di disoccupazione - perché molti non hanno mai lavorato -, né il Rmi quando hanno meno di 25 anni.

Solo un cambiamento radicale di politica potrebbe rispondere alle aspirazioni delle categorie popolari e dei giovani oggi disperati. Niente potrà essere davvero risolto senza un rimessa in causa della dittatura dei mercati. Alternative economiche, modi di sviluppo solidale e una ripartizione equa di queste richezze sono possibili. Per ché la speranza di una trasformazione sociale radicale apra delle prospettive nella vita di tutti.
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Messaggio da @mazzone »

Va be ho capito, ma appunto che censo ha distruggere qual poco che hanno

poi Lilli è guarita e la guerra è finita
e i tedeschi se ne sono partiti
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e non le usciva la voce.

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Messaggio da shandy »

Mi trovo d'accordo quasi completamente con l'analisi della situazione francese che ho riportato dal sito di Attac Francia.

Quello che succede oggi (16 notti di distruzioni nelle banlieus intorno a Parigi, la prossima sarà la diciasettesima...) è il prodotto di decenni di politiche "sbagliate" e non può essere ricondotto ad un semplice problema di immigrazione/integrazione.
Queste mi sembrano due premesse fondamentali, senza le quali la comprensione del fenomeno sarebbe irrimediabilmente viziata.

Perché questa violenza?
Beh, secondo me perché in una banlieu bisogna nascerci, crescerci e viverci. De Villepin ha voglia a dire che questi atti non sono giustificabili. Secondo me per chi in certi contesti è nato e cresciuto sono più che giustificabili. Miseria e repressione. Con una dieta così chiunque prima o poi si metterebbe a compiere atti del genere, soprattutto dopo l'ennesimo abuso subito (in questo caso la morte dei due ragazzi in fuga dalla polizia).
Miseria e repressione come uniche certezze nella vita. So che nella merda sono nato e so che niente cambierà questa condizione e nella merda morirò. E so anche che non c'è niente che io possa fare senza trovarmi la polizia sul collo. Perché ho la pelle un po' più scura di un cittadino francese d.o.c. e un nome che non è François o Thierry. Quindi qualunque cosa io faccia è potenzialmente pericolosa.

Il terzo mondo in casa nostra. E' questo che ci stanno sbattendo in faccia questi ragazzi di periferia (e adulti e bambini...non avete idea della quantità di ragazzini di 8-10 anni sono coinvolti in queste rivolte...).
Ci stanno dicendo che ne hanno piene le scatole di vivere in un mondo che incita al consumo e che propone determinati stili di vita, apparentemente alla portata di tutti, in realtà destinati solo a un'élite.
Embè, vogliono consumare anche loro come noi. Vogliono l'ipod e l'ultimo modello di nike. Perché dovremmo rifiutarglielo? Eppure è quello che facciamo. Gli rifiutiamo il diritto di consumare e sprecare come noi. Perché non possiamo permetterci di mantenere tutti lo stesso (alto) tenore di vita.

Detto tutto questo, vorrei aggiungere che mi piacerebbe che nelle loro azioni ci fosse più consapevolezza politica, una qualche forma di organizzazione (non necessariamente partitica) che permetta loro di capire quanto può essere importante la loro rivolta e li aiuti quindi a scegliere metodi meno "autodeleteri".
Bruciano macchine perché non hanno nulla da perdere. Vero. Ma se sapessero quanta importanza può avere questa loro mobilitazione per la costruzione di una società nuova forse si renderebbero conto che hanno molto da perdere. E noi con loro.

Vabbè, poche idee ma confuse, come mio solito...
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Messaggio da liberliber »

Con una dieta così chiunque prima o poi si metterebbe a compiere atti del genere
su questa parte del tuo post non sono d'accordo. Da quello che leggo non tutti partecipano a questa rivolta. Inoltre, più in generale, conosco parecchi immigrati, sia di prima che di seconda (e più) generazione e c'è chi è faticosamente riuscito ad uscire da questa situazione, da solo o con l'aiuto di altre persone o delle istituzioni. Ha studiato, lavora, si è aperto una sua attività, si è sposato, ha comprato casa ecc. (non sto parlando dei modelli consumistici, sto parlando di quello che ciascun essere umano più o meno vuole: una famiglia, una casa, la realizzazione personale ecc.).
Con questo non sto dicendo ovviamente che invece chi non riesce a farlo è per propria volontà o pigrizia o qualcuna delle solite cavolate che si sentono in merito, ma non mi sembra esatto fare di tutta l'erba un fascio, né in un senso né nell'altro.
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)


NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.

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shandy
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Messaggio da shandy »

Considerazione estemporanea: che tristezza che tutto il discorso mediatico ruoti intorno al numero di auto bruciate ogni notte! Meno auto bruciate? Cala la violenza. Si ritorna alla normalità.
E se non bruciassero macchine ma si limitassero a passare nottate intere in giro per le banlieus a fare "rumore" per protestare la loro condizione li ascolteremmo di meno? Sarà per questo che bruciano?

Che tristezza.
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Messaggio da vanya »

condivido pienamente l'opinione espressa da shandy nel suo penultimo post. è quello che ho tentato confusamente di spiegare a mia figlia che mi chiedeva "perchè". qualche problema in più l'ho avuto a spiegarle perchè è successo proprio lì. ho provato partendo dal colonialismo e dagli strascichi che ancora ci sono, almeno nelle teste e negli umori e nei -plausibili- rancori. ma forse l'ho presa troppo alla lontana. perchè proprio la Francia? forse perchè paradossalmente si sta meno peggio che altrove e c'è più coscienza del malessere? o perchè la situazione è effettivamente peggiore che - ad esempio- in Germania o Gran Bretagna?
Cosa leggerai?
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
P.C.

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johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Non sono sicuro che Parigi bruci dei bruciori del meticciaggio.

Forse brucia solo perché il pompiere è Sarkozy ?

Oggi alcuni amici francesi mi facevano notare che eventi come quello che ha fatto da pretesto alle scorribande avvengono spesso, ma di solito in un giorno o due di confronti a scala locale finisce tutto.

Stavolta però il Ministro ha commentato immediatamente l'accaduto, dandogli rilievo nazionale, ben prima che la cosa assumesse i contorni definitivi. Un contrasto viene condotto in due. Chi sono le due parti esattamente ? Gruppuscoli contro questore o "una presunta rete terroristica" contro "SuperSarkozy" a steroidi pre-elettorali?

Mi colpisce come questo politico usi le espressioni citate nell'articolo come "vermi", "provocatori" e "feccia" senza commenti al fatto che moltissimi arrestati hanno dovuto essere rilasciati perché minorenni, come fa notare Sciendi.

/OT------------------------------------------------------------------------

Le famiglie di questi minorenni ? Gli educatori di questi minorenni ? Sporchi bambini di strada! Puzzano e rompono! La modesta proposta rimane sempre valida.

Un'altra società fa le bizze e la risposta è solo + sicurezza per prorogare i tempi della contemplazione imbambolata.

Fenomenologia dell'oggetto. La sedia di Gaber, tanto Sarkozy non ha fretta: lui è arrivato a realizzarsi come individuo.

"Time is on my side", pensa Sarkozy. Tristemente la canzone dei Rolling Stones dal tipico tono paternalistico fa...

Go ahead, go ahead and light up the town
And baby, do everything your heart desires
Remember, I’ll always be around

Rolling Stones "Time is on my side"

Di nuovo il gioco psicologico. Più soddisfacente dal punto di vista emotivo del noioso studio, della pallosa scienza degli adulti. Una dialettica senza sintesi che sottovaluta l'idea di "destra" e di "conservazione" a danno dello stesso elettorato di destra, secondo uno schema già visto fatto di semplificazioni.

Peccato perché un uomo di "destra" potrebbe guardare alla storia, alle tradizioni, al senso di partecipazione a un progetto globale che l'Europa ha saputo esprimere negli ultimi due mille anni. E invece guarda ai questurini dell'altro ieri che nulla di buono seppero sfornare se non gran manganellate e tensioni continue.
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina.
Sal 140,12

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Messaggio da Frine »

Non solo per francofoni (visto che c' è anche la versione in inglese): il parere di Mathieu Kassovitz su Sakozy e su quello che succede a Parigi, direttamente dal suo blog.
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)

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Messaggio da liberliber »

sul muro della mia università, per l'angolo della poesia gli studenti dell'ULD hanno appeso questa di Ungaretti (che adoro). Mi ha colpito per diversi motivi, e mi sembra inerente a questo 3d.

In memoria
da L'allegria - Il porto sepolto

Si chiamava
Moammed Sceab

Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perchè non aveva più
Patria

Amò la Francia
e mutò nome

Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè

E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono

L'ho accompagnato
insieme alla padrona dell'albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa

Riposa
nel camposanto d'Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera

E forse io solo
so ancora
che visse

Locvizza, il 30 settembre 1916
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)


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Meglio mail che mp. Grazie.

johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Frine ci va pesante costui:

Cette fois ci, Nicolas SARKOZY a pris à contre-pied tout ce que la République Française défend. La Liberté, L’égalité, et la Fraternité d’un peuple. :lol:
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina.
Sal 140,12

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Frine
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Messaggio da Frine »

Infatti, Johnny, io preferisco questo passaggio:
En agissant comme un maître de guerre, il ouvre une brèche qui j’espère va l’engloutir.
La haine attise la haine depuis des siècles et pourtant Nicolas SARKOZY pense encore que la répression est le seul moyen d’empêcher la rébellion. Cette volonté de vouloir imposer sa pensée à n’importe quel prix me rappelle d’autres grands leader de notre temps. J’en ai froid dans le dos.
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)

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