D. Foenkinos, Il mistero Henri Pick

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francesina
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D. Foenkinos, Il mistero Henri Pick

Messaggio da francesina »

Il mistero Henri Pick è una sorta di “spin-off” del romanzo degli anni ‘60 “La casa dei libri”.
Ispirandosi al testo di Brautigan, infatti, Foenkinos fa partire l’azione da uno scaffale della biblioteca comunale di un paesino bretone dove lo storico bibliotecario aveva iniziato a raccogliere i manoscritti rifiutati dalle case editrici che gli aspiranti scrittori gli avevano lasciato negli anni. Uno tra questi, “Le ultime ore di una storia d’amore”, capita tra le mani di una giovane ed ambiziosa editor, Delphine, che pubblica il libro facendolo diventare subito un caso letterario. Colpisce infatti che l’autore, l’Henri Pick del titolo, pizzaiolo di poche parole e decisamente poco avvezzo alla cultura, abbia addirittura scritto un libro nel quale sfoggia una discreta padronanza della letteratura russa. Questo mistero non solo contribuisce al successo del libro, ma sconvolge le vite dei vari personaggi che vi ruotano intorno.

Che dire? Mi ha deluso. L’idea di un giallo letterario era intrigante, ma di fatto ha poco spazio all’interno del libro. Dei personaggi coinvolti della vicenda si approfondiscono aspetti assolutamente insignificanti e peraltro con trovate in termini di trama e scelte stilistiche piuttosto banali, mentre altri non hanno proprio ragione di esistere; anche i protagonisti sono piuttosto piatti nella loro tipizzazione (lo scrittore insicuro in preda all’ansia da foglio bianco, la giovane donna in carriera, la donna stanca del proprio matrimonio, il bibliotecario solitario e colto) e contribuiscono a sottolineare la banalità del testo. Mi è spiaciuto infine notare come una delle cifre stilistiche di Foenkinos che avevo già notato in altri suoi testi e che sinora avevo apprezzato (il particolare uso delle note o il rapporto diretto che crea con il lettore a margine della narrazione) qui mi abbiano invece infastidito: l’effetto non è più simpatico, ma anzi mi ha suscitato l’impressione dello scrittore che si compiace di ciò che sta scrivendo, strizzando l’occhio a chi legge per fargli notare la sua bravura.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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