L. Maud Montgomery, Il castello blu

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francesina
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L. Maud Montgomery, Il castello blu

Messaggio da francesina »

“Credo che tutti abbiano Il loro castello blu […] è solo che ognuno gli attribuisce un nome diverso”.

Il castello blu è la dimora di fantasia inventata dalla protagonista di questo romanzo per adulti di L.Maud Montgomery per evadere dalla desolazione della propria vita.
Credo sia assimilabile a quello che oggi gli psicologi chiamano “day dreaming”: ci si rifugia in una vita del tutto fittizia per fuggire da quella reale perché, come ad esempio in questo caso, tristemente inappagante. Valency è infatti una donna oramai condannata a restare senza marito che vive la propria vita nei primi anni del '900 in Ontario: i suoi giorni scorrono tutti uguali, tra la tristezza di non avere mai realmente vissuto e il senso di soffocamento dato da una famiglia opprimente ed a sua volta oppressa dalle convenzioni sociali. Tutti considerano Valency una sorta di fallimento, sua madre in primis, e questo blocca ulteriormente ogni sua spinta ad agire in base alle propria volontà e all’espressione del proprio pensiero. Sarà una diagnosi frettolosa a cambiare il suo modo di guardare alla vita e rappresenterà la svolta verso l’appropriazione di sé.
L’idea di fondo quindi, quella di non soccombere alle proprie paure e di non uniformarsi ai progetti o le opinioni che gli altri hanno di noi, è interessante e sempre utile approfondire. Nella realtà, però, direi che è un romanzo invecchiato male. Dal tono lezioso ai personaggi rappresentati, dalle osservazioni sulla natura che più volte ho trovato melense sino al modo di inserire i vari colpi di scena: purtroppo a mio avviso il testo dimostra tutti i suoi anni.
Le edizioni Jo March hanno fatto un ottimo lavoro di traduzione e cura del testo con l’inserimento di note e spiegazioni, ma anche queste di fatto appesantiscono la narrazione: tanti infatti sono i rimandi a opere letterarie, canzoni o aspetti della vita sociale che un lettore anglofono dei primi del Novecento certamente doveva capire, ma che in me hanno contribuito ad infondere un senso di estraneità rispetto alla vicenda narrata ed al vissuto della protagonista.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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