Altro tratto fondamentale è l'ambientazione. Uno scenario ostile in cui si è intrappolati in una bolla, sempre uguale che appare come una condanna, mi ha ricordato le periferie del Sud di oggi. Un luogo piagato dall'abbandono scolastico che va di pari passo con la povertà e la mancanza di lavoro dei genitori. Per cui, i personaggi che ho amato di più sono stati Adriana e Vincenzo che si trovano bloccati in un sistema che preferisce abbandonarli a sé stessi. In questo ho colto anche una critica sociale; per quanto il libro sia ambientato negli anni '70, ancora oggi ci sono molti elementi in comune tra i fratelli della protagonista e i loro coetanei contemporanei. L'ambiente in cui si cresce è uno dei fattori più determinanti per la vita futura di un bambino; e credo che anche attraverso il libro si esprima questo concetto.
È una lettura densa, dolorosa, in cui ci si immerge nella narrazione con grande facilità e in cui il mondo interiore della protagonista viene esposto e appare come un essere fragilissimo, in equilibrio precario, racchiuso in un corpo solo apparentemente calmo e forte.Here be spoilersCome nelle parole della madre che a un certo punto dice alla figlia che se fosse cresciuta lì sarebbe finita bracciante.
L'unica nota stonata del libro è il finale del capitolo in cui sono in campagna, in cui si descrive la morte della guaritrice del paese con toni assurdi da realismo magico che non c'entrano nulla col resto della narrazione.