Le pecore e il pastore - Andrea Camilleri

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ciucchino
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Le pecore e il pastore - Andrea Camilleri

Messaggio da ciucchino »

Che bello questo libro di Camilleri! E’ un insieme di tanti generi e tanti stili linguistici tutti perfettamente incastrati in un gioiellino di poco più di cento pagine.
Il filone principale è la storia sconosciuta e dimenticata di 10 suore che decidono di donare a Dio la propria vita per salvare l’amato vescovo. Camilleri casualmente scopre questa storia leggendo la nota di un libro che racconta la vita del vescovo di Agrigento il quale aveva subito un attentato alla fine della seconda guerra mondiale.
Questo libro contiene tante “cose”: un racconto storico; come nasce l’idea di un libro e l’intuizione di una storia interessante; troviamo i ricordi di Camilleri; una riflessione sugli attuali tema dell’eutanasia; la vita di un personaggio carismatico come questo vescovo piemontese che, pur odiando il comunismo, considera il latifondismo come un terribile peccato e proclama la distribuzione delle terre ai contadini; la storia della patrona di Palermo Santa Rosolia; la storia di un convento fondato dagli antenati di Tomasi di Lampedusa; la ricostruzione di un attentato di cui non si sa nulla perché è stato tutto insabbiato e le carte non ci sono più; una riflessione cauta e scevra di giudizi da parte di un uomo non religioso sul perché e sul significato di tale sacrificio, se è corretto parlare di martirio o sarebbe meglio suicidio, l'accetazione da parte di Dio del sacrificio e che significato può avere il martirio (molto interessante è il confronto tra chi come Salvo D’Acquisto decide di sacrificarsi per salvare delle vite umane ma non è lui che si dà la morte e la scelta di 10 monache di morire per salvare la vita del loro pastore), come si può pensare che una vita, seppur sicuramente importante e carismatica, possa valere agli occhi di Dio più di 10 giovani suore (e sembra l’inversione dei ruoli della parabola del buon pastore che si sacrifica per le sue pecore). Interessante è inoltre la ricostruzione delle presunte riflessioni della Badessa sul dare o meno il proprio consenso a una scelta così mistica ma che potrebbe essere anche considerata una follia.
Bellissimo libro e Camilleri, mescolando tanti generi diversi, ha mescolato anche tanti stili linguistici a dimostrazione della sua grande abilità come scrittore.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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liberliber
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Messaggio da liberliber »

l'ho giusto giusto comprato sabato :bounce:
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
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rodocrosite
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Messaggio da rodocrosite »

Ringrazio Ciucchino per avermi fatto ricredere a proposito di questo libro. Quando l'ho letto mi era parso noioso e pedante, ma grazie al suo commento mi sono resa conto che non è affatto male come avevo pensato in un primo tempo.
Il fatto è che adoro il Camilleri di Montalbano e questo invece sembra un altro scrittore :eh?: diciamo che ha allargato i suoi orizzonti. O forse i miei.

johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina.
Sal 140,12

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Sonnenbarke
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Re: Le pecore e il pastore - Andrea Camilleri

Messaggio da Sonnenbarke »

Il libro si compone di varie parti in cui vengono mostrati prima i luoghi, poi i personaggi, e solo dalla metà del libro viene presentato il fatto, ovvero la sparatoria ai danni del vescovo di Agrigento, avvenuta nel 1945. Ma in realtà il fatto vero, intorno a cui ruota il libro, è un altro, e cioè il sacrificio di dieci suore del locale convento in cambio della vita del vescovo.

Francamente ho trovato il libro mal scritto, e mi dispiace dirlo perché adoro Camilleri, in primis con le vicende di Montalbano, ma anche come scrittore storico. Non ho capito il perché dell'alternanza fra dialetto siciliano e lingua italiana, anche se forse quest'ultima viene usata più che altro per le parti più prettamente storiche, ma non mi è molto chiaro. Inoltre mi pare che ci sia pochissimo approfondimento, insomma il libro avrebbe ben potuto essere quattro volte più lungo senza annoiare, mentre così sembra tirato per le spicce e non riesce a coinvolgermi quasi per niente. Direi che in questo caso c'è un motivo se è un libro poco conosciuto dell'immensa opera di Camilleri.

Ha ragione ciucchino quando dice che in questo libro ci sono tante cose e tante storie, ma proprio questo non mi è piaciuto: come si fa a condensare tante cose interessanti in poco più di 100 pagine? Insisto, avrebbe dovuto scrivere il quadruplo per farmi contenta...

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