Personalmente è il libro che consiglio senza esitazioni a chi è in cerca di un divertimento intelligente e di una bella storia.
Si può quindi immaginare con quali aspettative abba iniziato En el nombre del cerdo (Nel nome del maiale), secondo romanzo di Tusset, non ancora tradotto in italiano.
Tanto lieve, bel congeniato e ricco di ritmo era il primo romanzo, tanto stanco e disomogeneo è questo secondo. Dopo un avvio che lascia ben sperare, con la comparsa in scena di un simpatico Commissario Pujol in crisi di mezza età e a un passo dalla pensione, il romanzo prende un doppio binario che si rivela… morto.
Il caso, un brutale omicidio in un mattatoio di provincia, è il pretesto attorno a cui si alternano le vicende di Pujol e di T., poliziotto in preda a misteriosi raptus violenti e in fuga da se stesso che cerca riscatto in New York e nell’amore.
Ma a Tusset non basta avere due buoni personaggi, si complica le cose riconducendo T. alle indagini sul mattatoio e
Pur potendo immaginare le ansie e le aspettative che accompagnano l’opera seconda, davvero non ci si spiega che ne sia stato dell’ironia e della leggerezza di Pablo Tusset, che pare sprofondato, lui sì, in una triste crisi di mezza età. Un tocco di rimpianti, una mano di violenza e molte pagine di noia.concludendo il tutto in modo assai approssimativo, pescando a mani basse da Fight club (peraltro citato esplicitamente).
Forse se il romanzo non è stato ancora tradotto c’è un perché…