"Q" di Luther Blissett

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vanya
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Messaggio da vanya »

bellissimo!! impossibile smettere di leggere! quando un romanzo ti spalanca veramente le porte e ti permette di entrarci dentro anima e corpo.
anch'io ero rimasta sorpresa dalla sensazione di organicità dello scritto pur sapendo che a farlo erano state quattro teste. Ma come hanno fatto??
Cosa leggerai?
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
P.C.

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ciucchino
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Messaggio da ciucchino »

bellissimo!! impossibile smettere di leggere!
Condivido: bellissimo!
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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zazie
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Messaggio da zazie »

Quiè stato aperto un e-ring

V
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Messaggio da V »

L'urlo di Elias:
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La Speranza ha due bellissimi figli: Lo Sdegno e il Coraggio. Lo sdegno per le cose come sono e il coraggio per cambiarle.
(Sant'Agostino)

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capola
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Messaggio da capola »

quello vale tutto il libro... :D
deserto vengo a te
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cavalex
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Grazie a tutti!

Messaggio da cavalex »

Ho scoperto Q. grazie a voi, ho cominciato fiducioso delle recensioni lette e man mano mi son lasciato prendere sempre più dalla storia che mi ha appassionato come poche altre. Lo ritengo un bellissimo romanzo storico ma al contempo anche un libro in cui trovare spunti per riflettere sulla chiesa e sul potere, argomenti quanto mai attuali e discussi.
Un bel 10 e lode ai ragazzi del collettivo.

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tostoini
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Messaggio da tostoini »

Nel senso che hai scoperto Q trovandone una copia liberata da un bookcrosser?
Nel qual caso la mia invidia raggiunge vette inesplorate. :P


Ora che ci penso il mio rapporto coi wu ming é cominciato proprio con il bookring di Q, quindi anche io devo ringraziare il bc per questo fausto incontro..
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°

cavalex
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Non in quel senso.

Messaggio da cavalex »

Non ho trovato Q in senso fisico grazie ad un ring, l'ho semplicemnte scoperto grazie alle recensioni e quindi comprato in libreria. Ciò comunque non toglie nulla alla grandezza della scoperta.

cavalex

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Xantro
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Re: "Q" di Luther Blissett

Messaggio da Xantro »

Dalla lettura, conculsa ieri, coi brividi -letteralmente- alla schiena, direttamente nella sezione della libreria dove metto i meglio tesori, il gotha dei libri letti.

Mi sbilancio: un capolavoro.

-Ben scritto, con la coraggiosa scelta di usare talvolta un linguaggio basso attuale per rendere l'immediatezza di un dialogo basso del tempo (mi spiego: "muoviti, coglione" rende l'idea più di "apprestati, o folle", per quanto nel '500 non possiamo essere certi che si dicesse più facilemente "coglione" che "folle"). Una scelta che può lasciare perplessi all'inizio, ma che convince presto.

-Documentato storicamente, interessantissimo. Ma soprattutto gli avvenimenti storici non sono calati dall'alto, non rimangono sullo sfondo: li si attraversa in prima persona, sono resi vivi e attuali. La cura del particolare (i mestieri, i paesaggi, gli odori, il tempo atmosferico) è maniacale e contribuisce a far prendere vita al tutto.

-Avvincente e umano. Ma, proprio a proposito di questo, quello che trovo straordinario in questa scrittura, è l'assenza di retorica. Intendiamoci, quale sia il pensiero degli autori (contro i poteri assoluti: personalmente mi ha impressionato più la parte contro le banche e l'usura che non quella contro il papato di quei tempi, quello dell'Inquisizione) si intuisce: ma l'assenza di prosopopea, lo sguardo distaccato degli autori (gli anabattisti sono dipinti come puri, ma anche come pazzi e illusi, e le loro motivazioni personali differiscono moltissimo da personaggio a personaggio), uno stile asciutto che si attiene ai fatti, tutto porta ad uno sguardo lucido e anti-ideologico. Tenete conto che la materia e i tempi si prestano invece a facili schieramenti.

Insomma, ne sono entusiasta e non posso che raccomandarlo caldamente.

Un solo consiglio: la presa della scrittura è progressiva, abbiate perseveranza.

***

Mi interessa un punto di vista differente dal mio, e lancio un dibattito: personalmente, dal mio punto di vista di ateo, interessato alla religione come fatto umano (più che divino), mi riconosco nello sguardo degli autori, che si nasconde nei pensieri di un protagonista che mai in tutto il libro professa una fede di credenza o prega una sola volta, pur attraversando dall'interno le ragioni più pure, fino al fanatismo, del sentimento religioso.
Chi, invece, crede, come si cala in quel punto di vista? Con naturalezza? Con fastidio? Non ci si cala?
Grazie a chi vorrà rispondermi.
Che le tartarughe siano grandi ammiratrici della velocità è cosa del tutto naturale.
Le speranze lo sanno, e se ne infischiano.
I famas lo sanno, e ne ridono.
I cronopios lo sanno e ogni volta che incontrano una tartaruga tirano fuori i gessetti colorati e sulla curva lavagna della tartaruga disegnano una rondine.
(J. Cortàzar, "Storie di cronopios e famas")


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vanya
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Re: "Q" di Luther Blissett

Messaggio da vanya »

Mi spiace Xantro, non sono l'interlocutore che cercavi, ma non ho resistito alla tentazione di dire ancora una volta quanto questo libro ( ormai letto almeno 5 anni fa) mi sia piaciuto. Condivido ogni tua parola, comprese le perplessità iniziali sull'uso della lingua ( ma cusa l'è sta roba?, ma sti tomi qui lo sanno che stanno scrivendo un libro ambientato nel '500??) fino ai brividi finali.
Ci sono romanzi che appena finito di leggerli pensi che siano cose eccelse, poi dopo un po' l'impressione iniziale sfuma e non capisci più perchè pensavi ti fossero piaciuti tanto...ecco q sta resistendo ampiamente alla prova del tempo, posso tranquillamente annoverarlo tra i libri più belli, da me letti, negli ultimi 10 anni.
Cosa leggerai?
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lup
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Re: "Q" di Luther Blissett

Messaggio da lup »

per quanto nel '500 non possiamo essere certi che si dicesse più facilemente "coglione" che "folle").
a proposito risposero gli stessi autori; un loro pregio è sicuramente la trasparenza.

vi ricordo che la prima, la prima eh, testimonianza di volgare scritto si ha in una chiesa romana.
la frase (mi pare scritta poco prima dell'anno 1000) era: "trahite fili de le pute".
basta come risposta? :mrgreen:

l'ho già detto quanto ami Q? :lol: :lol:
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)

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lup
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Re: "Q" di Luther Blissett

Messaggio da lup »

http://www.wumingfoundation.com/italian ... giap24.htm
Ogni tanto riceviamo commenti critici sul particolare registro linguistico non “filologicamente corretto” usato in Q (lapidarietà ellroyana, turpiloquio contemporaneo ecc.) Lo scorso anno alcuni “poeti laureati” storsero il naso, quasi tutti in privato, uno solo (Giulio Mozzi) ebbe almeno il coraggio di criticarci pubblicamente.

Qualche giorno fa un lettore ci ha spedito un nuovo messaggio:

<<… trovo il linguaggio dei personaggi dell'epoca un po fuoritempo, cioe sentirmi i principi dire Cazzo etc mi richiamava molto al linguaggio terra a terra del Cyberpunk e lo trovavo un po’
anacronistico, non mi ha convinto.>>

e un altro ci ha inoltrato un interessante punto di vista espresso su una mailing list di scrittura creativa, http://www.scrittura.com/:

<<…lo stile e' assolutamente illeggibile. Pare scritto da uno che in vita sua abbia visto soltanto film di john wayne e, dopo essere andato a vedere "il nome della rosa" attratto esclusivamente dal nome di sean connery, abbia deciso di scrivere qualcosa del genere. Ovviamente senza leggere il libro. Demenziale. Lascio giudicare a voi, scegliendo un passo a caso a beneficio di chiunque non l'abbia letto. Il passo scelto si svolge in Turingia, nel maggio 1525, e non, come si potrebbe pensare, nella

jungla vietnamita nel 1970...

[riporta integrale il cap.3 della prima parte, poi riprende:]

Un tedesco del 16°secolo, ancorchè lanzichenecco, non puo' dire cose come "fottuti bastardi" o "merda santa". Quale ricerca filologica c'è dietro un'espressione come "eccheccazzo!"?

A me una cosa così impedisce di andare avanti nella lettura. Sono fatto così. Non vedo perchè dovrei accettare da autori professionisti, per leggere i libri dei quali devo pagare, delle puttanate che non accetterei mai di mettere in un mio lavoro, che non verrà mai pubblicato e che nessuno pagherà

mai. Sarà invidia, non dico di no...>>

Qualche commento:

Q è stato scritto come se stessimo traducendo da un originale inesistente, quindi abbiamo sempre cercato di “rendere”. Non potevamo certo scrivere in un’alternanza di tardo latino e tedesco del XVI° secolo, né cercare di un banale effetto mimetico innestando sul corpo dell’italiano moderno arcaismi tipo “imperocché”, “in tal guisa” etc.

Nel romanzo abbiamo usato registri e stili diversissimi tra loro, ad esempio per dare un’idea dell’abisso che separava la rozzezza plebea della lingua parlata (qualunque lingua parlata) dall’ampollosità di quella scritta (quasi sempre latino). Spesso siamo ricorsi a prestiti da diversi dialetti e gerghi locali, soprattutto settentrionali (“mica brustulli”, “te” al posto di “tu”, passato prossimo al posto di quello remoto, uso pleonastico delle particelle pronominali come in “a me mi piace”…) ma non solo.

Nessuno di noi può sapere con precisione come parlassero i principi, ma è verosimile che non parlassero come scrivevano. Per quanto riguarda i lanzichenecchi, è immaginabile che non parlassero forbitamente.

Una cosa è certa: fino a non molto tempo fa si viveva in mezzo alla merda e ad altre deiezioni organiche. Si cagava nei fossi o in un catino che poi veniva vuotato in cortile. Si pisciava nel vaso da notte che poi rimaneva (pieno) sotto il letto fino al mattino. Non ci si lavava praticamente mai. Si puzzava già da vivi, figurarsi da morti. Ancora nel XVIII° secolo i nobili europei facevano il bagno solo una volta all’anno. Occorreva rendere con un linguaggio materico e un registro basso tale universo di sporcizia e scatologia. Verosimilmente nessuno, dico nessuno, parlava come si parla in certi romanzi storici. Tantomeno nei monasteri medievali si parlava come Guglielmo da Baskerville.
Ricordiamo a tutti che una delle primissime testimonianze scritte dell’italiano volgare risale al XII° secolo ed è affrescata in una sorta di fumetto ante-litteram nella navata centrale della basilica di S. Clemente, in via di S. Giovanni in Laterano (Roma): i servi del tiranno Sisinno credono di aver catturato S. Clemente per portarlo in prigione, ma si sono sbagliati e hanno legato una colonna, che tirano senza riuscire a smuoverla. Sisinno li incita chiamandoli per nome (Cosmaro, Carvoncello, Albertello) e sbraita: "Fili de le pute traite".
Se descrivessimo questa scena in un romanzo e Sisinno dicesse: “Tirate, figli di puttana!”, qualcuno avrebbe da ridire?
Si è imprecato e bestemmiato in tutte le epoche, più o meno sempre con gli stessi riferimenti ai genitali o alle deiezioni umane (noi in gran parte usiamo ancora le parolacce latine). "Testa di merda", "merda santa" etc. - espressioni usate nel capitolo citato - sono rese in italiano di insulti e imprecazioni presenti in diverse lingue germaniche. Siamo anche ricorsi a qualche licenza, ma e' una licenza anche tradurre "asshole" (letteralmente: buco di culo) con "stronzo", o usare toscanismi come faceva anche il sommo Bianciardi nel tradurre Henry Miller ("Le infilai il bischero nella patonza"). Tutte cose perfettamente legittime: tradurre non significa “traslare”, ed è per questo che i traduttori elettronici producono effetti ridicoli.
Alla prossima, facce di cazzo! ;-)
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)

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lup
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Re: "Q" di Luther Blissett

Messaggio da lup »

dalla newsletter giap
E' giunto il momento di dirlo chiaro e tondo: ebbene sì, stiamo scrivendo un romanzo che si svolge nel continuum temporale e storico di Q. Lo abbiamo quasi terminato. Uscirà in autunno. Il titolo ancora non c'è, le librerie on line riportano solo "titoli di lavoro".
sto male
:lol:
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)

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Re: "Q" di Luther Blissett

Messaggio da ai.amano »

lup, SI CONTENGA! :lol:

/modalità cacaspilli ON (lizzy docet)
la frase in volgare scritto da te citata è, come dicono i mitici, una delle primissime.
la prima in assoluto è la famosa "Sao ka kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette parte S(an)c(ti) Benedict(i)"
/modalità cacaspilli OFF
if you're scared to die, you'd better not be scared to live

(eels)

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Belfagor: è giovane, è intelligente, è sano, ma è anche grosso e peloso, e nessuno lo vuole adottare...

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Re: "Q" di Luther Blissett

Messaggio da lup »

sembra un sms di un tredicenne

sto doppiamente male visto che è uscito anche il seguito di "settanta" di sarasso (ce l'ho pure come amico su anobii :D )
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)

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