A scanner darkly

Certe volte, mettere in moto il cervello per immaginarsi luoghi e situazioni descritti nei libri ci sa fatica, e allora ci si butta sui film. Ma quali? "Parliamone, apriamo un dibattito!" (cit.)

Moderatori: Gjko, etnagigante

Rispondi
Avatar utente
etnagigante
moderatore
Messaggi: 3972
Iscritto il: mar nov 28, 2006 2:25 pm
Località: Catania
Contatta:

A scanner darkly

Messaggio da etnagigante »

Ieri sera ho visto "A scanner darkly", proiettato come anteprima e apripista di un cinestudio.
\nIl film non è nuovo e lo so, ma quando e se l'hanno passato al cinema dormivo o pestavo ceci con la fronte.
\nAvrei dovuto leggere il libro prima di vedere il film, ma l'ho prestato ad un amico e tant'è!
\nIl film merita tanto tanto tanto.
\n
\nQuesto è cio che scrive mymovies.it:
\n
Here be spoilers
Fred Arctor è un agente della narcotici nascosto dentro una tuta disindividuante e infiltrato in un gruppo di consumatori abituali di Sostanza D, un acido che brucia il cervello e provoca allucinazioni. La tuta cangiante protegge la sua vera identità e la mutua in Bob Arctor, compagno di una schizzatissima brigata di tossici dislocati a Orange County, in California. Incaricato di sorvegliare un trafficante di droga e il suo giro di affari, Fred/Bob finisce per spiare se stesso, sempre più instabile per l’assunzione della sostanza D. L’abuso lo conduce alla schizofrenia, sviluppando una doppia personalità. Denunciato da Barris, un drogato informatore, ai suoi ambigui superiori di polizia, Fred/Bob finisce in una comunità di recupero ai confini col Messico, dove scoprirà che tutto è connesso: chi controlla produce e diffonde. L’“oscuro scrutare” di Richard Linklater ripropone la sperimentazione estetica di Waking Life, il suo film precedente girato come un normale live action e poi ritoccato con l’animazione grafica. Il cast in carne e ossa, capitanato dall’ex hacker Keanu Reeves, viene ripreso dal vivo e successivamente trasformato in disegno animato sullo sfondo mosso dal rotoscope, una tecnica che permette di ottenere un movimento animato a partire da un filmato reale. La scelta di Keanu Reeves e della cifra stilistica sono entrambi funzionali alla storia, raccontata e “clonata” dall’omonimo romanzo di Philip K. Dick. Ancora una volta, come il Neo dei fratelli Wachowski, l’attore si aliena da se stesso recuperando la sua “matrice”, la sua realtà virtuale che finisce per confondere e poi smarrire quella reale. Se le macchine creano Matrix, è un’overdose di Sostanza D. a produrre le alterazioni percettive del protagonista. Il procedimento tecnico, il ridipingere digitalmente l’immagine fotografica dell’attore, restituisce la stratificazione dell’identità del protagonista, Fred Arctor che è anche Bob Arctor, e insieme gli infiniti volti variabili della scramble suite (la tuta) dickiana. L’esperienza alterata della tossicodipendenza, la paranoia, l’incapacità di definire la realtà reale, vissute dallo scrittore statunitense e formalizzate in uno dei suoi più grandi atti di accusa contro il controllo e l’arbitrario scrutare governativo, si traducono in uno psichedelico impasto di carne e digitale. Un incubo dark che crea dipendenza.
\nIo aggiungo soltanto che P.K. Dick era un grandissimo psicopatico, sapeva rendere benissimo le paure dell'uomo moderno e il cinema (giustamente) saccheggia la sua produzione per creare (non sempre) degli ottimi film.
\nIn futuro farò un ring col libro da cui origina questo film e dallo stesso titolo, quindi english ring.
\nIn italiano sarebbe "Un oscuro scrutare"
A valle, tra masse ebre, la nera, l'accesa d'ira Etna ti moveva; l'Etna gigante, lave vomitante. Arida secca l'arena, l'erbe essa martellava.

Rispondi