Wenders è sempre Wenders.... a parte a tratti alcune forzature sui personaggi principali..questo film viaggia su un altro binario rispetto magari a un film di Moore, altre consistenze anche se i temi sono quelli ... Stati Uniti, conflitti, ironia, menzogne, idealismo, violenze, terrorismo, ossessioni..ma qui c'è altro.... delle inquadrature potenti e da riflessione..
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Secondo me Wenders è un maestro dal punto di visto strettamente visivo, ma non altrettanto bravo a raccontare storie. Vorrei vedere questo film, adesso mi informo...
This 3d has been Ioreked. Have a nice day.
Nel forum ci sguazzo come un bisonte insaponato sui binari del metrò.
Per un punto Martin perse la cappa. Prima si chiamava Martink (IB)
Tom Cruise dice le bugie (DP)
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Ho visto ieri sera l'ultimo film del maestro Win Wenders. Avendo ancora negli occhi "Il cielo sopra Berlino", "Alice nelle città" e ancora "Così lontano, così vicino" definire deludente questo film è dir poco. Intendiamoci, non che sia un brutto film, però mi aspettavo qualcosa di più da lui.
Quello che mi è rimasto tra le mani è una storia post-11 settembre retorica, pesante e lenta. Gli spunti ci sono, ma vengono sviluppati, a mio modo di vedere, in maniera limitata e riduttiva, e lo snodarsi del film, pur nella consueta lentezza wendersiana (avrei volentieri sforbiciato almeno un quarto d'ora di pellicola) risulta alquanto prevedibile con lieto fine accluso.
Chiaro che un film del genere richiede una certa lentezza, ma la lentezza di questo film è veramente esasperante, invischiato com'è in una narrazione che unisce orgoglio americano e buoni sentimenti, pur strizzando l'occhio alla tolleranza e negando la necessità di "far tutta l'erba un fascio".
Una favola politicamente corretta, che spinge a lasciar da parte il senso di paura e a non guardare l'"altro" come "nemico" ad ogni costo. La mia obiezione è che il film va bene per il pubblico americano, che probabilmente non ha ancora superato la Twin-Towers fobia, ma risulta alquanto melenso per un occhio europeo, probabilmente più smaliziato, anche su temi di questo genere. E la mia sorpresa sta nel vedere realizato questo film proprio da Wenders, tedesco, e a dire, dagli altri suoi film, europeista convinto.
Salvo, manco a dirlo, una splendida colonna sonora e una fotografia maestosa che solleva il contenuto, un po' troppo didascalico e retorico, ma sempre autentico e sincero.
Quello che mi è rimasto tra le mani è una storia post-11 settembre retorica, pesante e lenta. Gli spunti ci sono, ma vengono sviluppati, a mio modo di vedere, in maniera limitata e riduttiva, e lo snodarsi del film, pur nella consueta lentezza wendersiana (avrei volentieri sforbiciato almeno un quarto d'ora di pellicola) risulta alquanto prevedibile con lieto fine accluso.
Chiaro che un film del genere richiede una certa lentezza, ma la lentezza di questo film è veramente esasperante, invischiato com'è in una narrazione che unisce orgoglio americano e buoni sentimenti, pur strizzando l'occhio alla tolleranza e negando la necessità di "far tutta l'erba un fascio".
Una favola politicamente corretta, che spinge a lasciar da parte il senso di paura e a non guardare l'"altro" come "nemico" ad ogni costo. La mia obiezione è che il film va bene per il pubblico americano, che probabilmente non ha ancora superato la Twin-Towers fobia, ma risulta alquanto melenso per un occhio europeo, probabilmente più smaliziato, anche su temi di questo genere. E la mia sorpresa sta nel vedere realizato questo film proprio da Wenders, tedesco, e a dire, dagli altri suoi film, europeista convinto.
Salvo, manco a dirlo, una splendida colonna sonora e una fotografia maestosa che solleva il contenuto, un po' troppo didascalico e retorico, ma sempre autentico e sincero.
Sono un uomo e tutto ciò che è umano mi interessa (Terenzio)
Professore associato della Università della strada
Volontario dell'Impossibile
Angelo della città
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L'ho visto poco fa al mio cineforum e l'ho trovato lento, manicheo, con la nipote tutta buona da un lato e lo zio paranoico dall'altro.
Come dice myntjulep (che nome difficile!) sembra fatto per un pubblico americano e quindi, anche stavolta, Wenders mi ha deluso perche' avrebbe dovuto affrontare il post-11 Settembre dal punto di vista di un europeo, non di un filo-americano.
Comunque tutto il senso del film viene chiarito solo nelle poche battute finali, quindi non perdetevele!
Come dice myntjulep (che nome difficile!) sembra fatto per un pubblico americano e quindi, anche stavolta, Wenders mi ha deluso perche' avrebbe dovuto affrontare il post-11 Settembre dal punto di vista di un europeo, non di un filo-americano.
Comunque tutto il senso del film viene chiarito solo nelle poche battute finali, quindi non perdetevele!