Per non dimenticare, Piazza Fontana 35 anni dopo

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invisigot
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Per non dimenticare, Piazza Fontana 35 anni dopo

Messaggio da invisigot »

Sabato 11 dicembre, alle ore 21.00, presso il Teatro Dal Verme, Via S.Giovanni sul Muro 2, si terrà la serata dal titolo “Per non dimenticare. Piazza Fontana 35 anni dopo”, organizzata dalla Provincia di Milano in collaborazione con l’Associazione dei Familiari delle vittime della strage di Piazza Fontana di Milano e l’Unione dei Familiari delle vittime per stragi, il Teatro della Cooperativa e il Concorso Internazionale di Composizione "2 Agosto”.

In apertura l’attrice Franca Rame e l’attore Bebo Storti leggeranno alcuni brani scelti sulle vicende di Piazza Fontana a cura di Renato Sarti, drammaturgo e direttore del Teatro della Cooperativa.
Seguirà la proiezione di immagini di repertorio sulla strage.
Infine, la musica: all’Orchestra Filarmonica di Torino diretta da Francesco Di Mauro (di cui sono solisti, al pianoforte, Andrea Corazziari e, al violino, Francesco Parrino) è affidata l’esecuzione di brani vincitori del Concorso Internazionale di Composizione “2 Agosto”: “Radiation” Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Tatsuji Toyozumi, vincitore della decima edizione (2004) del Concorso, “Non dimenticare” di Ennio Morricone e “Orizzonti” per violino e orchestra di Marco Betta, commissionati dal Concorso stesso. In più, verrà eseguito il brano “Adagio” di Samuel Barber.

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Frine
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Messaggio da Frine »

proprio ieri sera ho riletto il brano di "Saltatempo" che parla della manifestazione a Bologna dopo piazza Fontana.. corsi e ricorsi..
beh, domani lo posto..
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)

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Frine
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Messaggio da Frine »

(lungo, ma talmente bello che devo proprio scriverlo tutto)

Non lo so quanti eravamo, trentamila disse la televisione, ottantamila dissero gli organizzatori, io non avevo mai visto tanta gente riunita, la pizza della Cittàgrande era piena, e anche le strade intorno, e dalla stazione continuavano a arrivare, era come il fiume quando trova un letto nuovc, riempie le pozze e dilaga nel canneto e dove c'era la sabbia, ora scorre un torrente, o un filo d'acqua. Io ero una goccia nel fiume, triste, eccitato e impaurito, troppe cose insieme, la speranza e la disperazione, la rabbia e la gioia di stare insieme a tanti. Mi colpivano le cose grandi, il palco con gli oratori, le centinaia di striscioni, i cortei compatti delle fabbriche, gli universitari che gridavano gli slogan uno sull'altro in una canea guerresca. Ma ancora di più mi colpivano i particolari. Forse avevo bisogno di ritagliare qualcosa in quel grande quadro semovente, come quando vedi il dipinto di una battaglia enorme che ti stordisce, e devi soffermarti su un dettaglio, la testa di un cavallo, un soldato caduto, un albero sullo sfondo.
Ricordo un gruppo di operai silenzioso, in mezzo a tutto quel rumore, e un vecchio in tuta che reggeva un cartello con la foto di una delle vittime. Ricordo vicino a me Baruch che cercava di camminare al ritmo del corteo, ma zoppo di gotta faceva fatica e io e Fred ogni tanto lo sostenevamo e lui protestava.
- Quando ero in montagna - disse - una volta mi feci trasportare dai miei amici partigiani, ma mi avevano sparato a una gamba. Adesso faccio da solo.
Ricordo due donne in tuta gialla, che spingevano un carrello con asopra dei thermos di caffè e tè e lo offrivano, era freddo quel giorno. Ricordo che guardavo i doni natalizi nelle vetrine e pensavo che dovevo comprare ancora il regalo èer Selene.
E poi uno sbandamento, una voce preoccupata: "la polizia carica", e uno del servizio d'ordine che diceva al megafono "calmi e tranquilli, oggi siamo in tanti, sarebbe più facile per noi caricare loro". Ricordo Loris e Tamara che si erano rivisti, dopo il loro breve interludio, e camminavano a braccetto. E una madre con un bambino, lo portava via di corsa, come fosse in pericolo, e un ragazzo che gridava "non deve avere paura di noi, signora". E un tale che da un bar di lusso fece il saluto romano e il servizio d'ordine fermò due che gli stavano per saltare addosso. Una vetrina che andò in frantumi e dei ragazzi che rubavano delle scarpe, e altri incazzati che dicevano, cosa c'entra questo con i morti?
Ricordo una ragazza bellissima, con un cappotto rosso, di cui incrociai lo sguardo e le lacrime. La sensazione di gelo che provai vedendo l'avvocato D'Intesa sul palco. E quando chiusi gli occhi, tutto quel rumore diventò una cascata dentro una gola. Vidi la piazza vuota, di notte, piena di barattoli e cartacce, dopo un comizio o un concertone come tanti altri. Dove siete finiti, tutti voi che c'ervate quel giorno? pensai. Lo rifareste? Eravate diversi, ci credevate in un altro modo, oppure vi avevano detto di crederci e obbedivate soltanto? Potevate immaginare, quel giorno, che non ci sarebbe stata giustizia per nessuno, ma che le ingiustizie sarebbero cresciute una sull'altra, come le muffe su un tronco morto?
Vidi nell'orobilogio la città cambiare in modo così repentino e profondo che pensai: quel giorno si è spaventata, anche le città hanno bisogno di pace e tranquillità, ha ingoiato la nostra rabbia nel suo sottosuolo, l'ha imprigionata e ora fa brillare isuoi negozi e le vetrine, per non farcene ricordare. Dimenticate, per favore, dice, io sono una vecchia città, ho visto le guerre medievali e la peste, e duelli e invasioni nemiche, e poi gli spari nelle strade e i carri armati, lasciatemi invecchiare in pace.
E quando aprii gli occhi, un oratore parlava ma non capivo nulla, dietro di me un gruppo urlava slogan feroci. Mi raggiunse mio zio Nevio, aveva il fiatone, si era impillolato di cardiotonici come un cavallo da corsa. Ho visto Verdolin, ansimò, mi ha detto che ha incontrato Selene, in fondo al portico. Dice che ti aspetta dopo la manifestazione, davanti alla libreria.
Era tornata con il primo aereo. Non l'ho fatto per te, disse. L'ho fatto per quei poveri morti, e anche per te. A hard situation and a dark future to Italy, aveva detto il commentatore della tivù inglese, e sembrava davvero preoccupato. Ci baciammo, mentre la piazza si vuotava. Forse non era il caso, ma non potevamo fare altro, io la tenevo abbracciata e non la lasciavo, neanche quando salutammo gli amici.
- Vuoi una corda per legarla? - disse Fred.


Stefano Benni, "Saltatempo".
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)

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Amaryllis
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Messaggio da Amaryllis »

Davvero bello, grazie per averlo trascritto
“Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perchè raccontano che i draghi esistono, ma anche perchè affermano che si possono sconfiggere.”

G. K. Chesterton
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