Otto racconti incentrati su otto donne, diversissime per carattere, età, stile di vita, possibilità di realizzarsi…….ma accomunate dal tema della ricerca della felicità o almeno, delle seconde occasioni che la vita talvolta offre. Gli esiti sono diversi, e non poteva essere che così, dato che diversi sono i punti di partenza; ma in tutti i racconti la nota dominante mi è sembrata quell’atmosfera di malinconia, tenerezza e “ottimismo-nonostante-tutto” che sono anche i tratti dominanti degli altri libri dello stesso autore che ho letto finora, sempre con piacere.
Ci sono situazioni piuttosto tristi e struggenti (solo per citarne due: una malattia tremenda come l’Alzheimer per la protagonista de “L’intrusa” e lo stato di prigionia per le protagoniste de “Il libro più bello del mondo”) ma come suo solito l’autore evita di cadere nei toni lacrimevoli tout-court grazie al suo modo di incedere delicato, venato a volte da un lieve umorismo che fa sorridere e addolcisce la portata emozionale della storia, altre volte da un tocco di compassione benevola che porta ad evidenziare il bene che comunque si può ancora dare e ricevere, anche in situazioni difficili. La commozione che ne scaturisce è stata, almeno per me, quella che porta a versare qualche lacrima con un sorriso. Quella cioè che ti lascia anche una piacevole sensazione di serenità, nonostante le pagine appena voltate, e che ti riporta alla mente la validità di un monito troppo spesso trascurato: quello che ricorda quanto spesso si percepisca la felicità solo quando la si è perduta. E quanto sia fallace perseguire un’idea di felicità fatta di luoghi comuni validi per tutti, come se esiste solo un tipo di felicità e non, invece, tante sfumature di questa stato d’animo, commisurate ad ognuno………che possono anche portare ad affermare “E’ una bella giornata di pioggia” (titolo del secondo racconto) e percepire la sincerità del sentimento sotteso prima ancora della (apparente) contraddizione.
Non importa arrivare ad immedesimarsi nelle vite di queste donne per sentirsi coinvolti dal racconto delle loro vicende: anche se il lettore percepisce di avere poco o niente in comune con loro, non potrà evitare di riconoscere però che i messaggi che da questi racconti scaturiscono assumono una valenza generale, si presentano come punti di partenza per riflessioni che ognuno poi potrà sviluppare personalizzandole in base alla propria sensibilità e alla propria esperienza.
E pensare che solitamente io rimango spesso un po’ “insoddisfatta” dalle raccolte di racconti, perché ho sempre l’impressione che siano troppo brevi, che un maggiore sviluppo della storia e dei personaggi avrebbe giovato ad un maggiore gradimento………..così non è stato con questo libro: ogni racconto è bello così com’è, un piccolo gioiello, che nel momento in cui finisce ti indica un pensiero su cui continuare a riflettere.
"Odette Toulemonde" - Eric-Emmanuel Schmitt
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