DE-SCRIVERE LA MUSICA

I bookcorsari ascoltano anche musica (pare strano ma vero) e qui si puo' discutere dell'argomento.

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ilmagodilussino
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DE-SCRIVERE LA MUSICA

Messaggio da ilmagodilussino »

un angolo di musica de-scritta

a voi la parola:
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Beppe Viola
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ilmagodilussino
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Messaggio da ilmagodilussino »

<<Ma molte cose accadono prima che si arrivi in fondo. E quando ci si arriva e mentre ci si arriva, dopo tanta collera e ossessione e insistenza temeraria, avviene alcunché di inatteso e commovente nella sua dolcezza e bontà. Il ben noto motivo che prende commiato ed è esso stesso tutto un commiato, e diventa una voce e un cenno d’addio, questo “re-sol-sol” subisce una lieve modificazione, prende un piccolo ampliamento melodico. Dopo un do iniziale, accoglie, prima del re, un do diesis… e questo do diesis aggiunto è l’atto più commovente, più consolatore, più malinconico e conciliante che si possa dare. E’ come una carezza dolorosamente affettuosa sui capelli, su una guancia, un ultimo sguardo negli occhi, calmo e profondo. E’ la benedizione dell’oggetto, è la frase terribilmente inseguita e umanizzata così che travolge e discende nel cuore di chi ascolta come un addio, un addio per sempre, così dolce che gli occhi si empiono di lacrime.>>

da “Doctor Faustus” (Cap. VIII) di Thomas Mann a proposito dell’Arietta dalla Sonata n° 32 Op. 111 di Beethoven
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fildel
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A. Huxley: "Island" - trad. Bruno Oddera

Messaggio da fildel »

[...] Gli giunse un suono frusciante. Dai fondali bassi della mente, una bolla di riconoscimento affiorò alla superficie della coscienza. Susila aveva messo un disco sul piatto del grammofono e ora l'apparecchio era in moto.
<< Giovanni Sebastiano Bach >> egli la sentì dire. << La musica che è più vicina al silenzio; più vicina, pur essendo così organizzata, allo Spirito puroal cento per cento. >>
Il fruscio cedette il posto a suoni musicali. Un'altra bolla di riconoscimento salì rapida; stava ascoltando il 'Quarto Concerto Brandemburghese'.
Era lo stesso Concerto Brandemburghese, naturalmente, che aveva ascoltato tanta volte in passato: lo stesso, eppure completamente diverso. Questo "Allegro", lo conosceva a memoria. E ciò significava che si trovava nella condizione ideale per rendersi conto di non averlo mai udito prima. Tanto per cominciare, non era più lui, William Asquith Farnaby, ad ascoltarlo. L'"Allegro" si stava rivelando un elemento del grande Evento presente, una manifestazione di un grado appena più in basso della beatitudine luminosa. O forse questo era un modo di esprimersi troppo blando. In una diversa modalità questo "Allegro " 'era' la beatitudine luminosa; era la comprensione senza conoscenza di tutto quel che può essere appreso attraverso un particolare frammento di conoscenza; era consapevolezza indifferenziata spezzata in note e in frasi musicali, e purtuttavia, sempre essa stessa, onnicomprensiva. E naturalmente tutto ciò non apparteneva a nessuno. Era al contempo lì, laggiù e in nessun luogo. La musica che, in quanto William Asquith Farnaby, egli aveva ascoltato almeno un centinaio di volte, era stata ricreata come una consapevolezza non posseduta. Ragion per cui egli ora la stava ascoltando per la prima volta. Non posseduto, il 'Quarto Concerto Brandemburghese' aveva un'intensità di bellezza, una profondità di significato intrinseco, incomparabilmente maggiore di qualsiasi cosa egli avesse mai trovato nella stessa musica quando essa era una sua proprietà privata.

[...]

Tra la mente e il suono, la mente e la struttura musicale, la mente e il significato, non esisteva più alcuna babele di irrilevanze biografiche tali da soffocare la musica o da tramutarla in una insensata dissonanza.

[...]

E quella sera il 'Quarto Concerto Brandemburghese' non era semplicemente una Cosa in Sé non posseduta; era anche, in qualche impossibile modo, un Evento Presente dalla durata infinita. O meglio (e ancor più impossibilmente, dato che comprendeva tre movimenti e veniva suonato nei tempi consueti) era senza durata. Il metronomo presiedeva a ciascuna delle sue frasi; ma la somma delle frasi non costituiva un intervallo di secondi e di minuti. Esisteva un 'tempo', ma non il tempo. Di che si trattava dunque?


(...e così via. Seconda parte della descrizione: a richiesta. Che sonno, stasera!)
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