CitAzioni Poetiche
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
- piccola ribelle
- Re del Mare
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Da OSSI DI SEPPIA
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma…..
Eugenio Montale
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma…..
Eugenio Montale
- Therese
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Sapphire sono contenta che la poesia ti sia piaciuta.
Ricordo questa poesia a memoria, ma non so chi sia l'autore(l'ho imparata anni fa per uno spettacolo teatrale) se qualcuno la conoscesse, potrebbe dirmi di chi è?
Sorridiamo dentro,
questo sorriso adesso lo nascondiamo,
sorriso illegale, come illegale è diventato anche il sole.
Anche la verità è illegale.
Questo sorriso lo nascondiamo
come fotografie nella tasca,
come l'idea di libertà
tra le due foglie del nostro cuore.
Tutti quì abbiamo un cielo,
lo stesso sorriso,
domani, puo' darsi che c'ammazzano,
questo sorriso, questo sorriso e questo cielo,
non lo possono prendere.

Ricordo questa poesia a memoria, ma non so chi sia l'autore(l'ho imparata anni fa per uno spettacolo teatrale) se qualcuno la conoscesse, potrebbe dirmi di chi è?
Sorridiamo dentro,
questo sorriso adesso lo nascondiamo,
sorriso illegale, come illegale è diventato anche il sole.
Anche la verità è illegale.
Questo sorriso lo nascondiamo
come fotografie nella tasca,
come l'idea di libertà
tra le due foglie del nostro cuore.
Tutti quì abbiamo un cielo,
lo stesso sorriso,
domani, puo' darsi che c'ammazzano,
questo sorriso, questo sorriso e questo cielo,
non lo possono prendere.
-...è solo che non ho tempo per leggere.
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
cinefila integralista
Non inviatemi ring senza avvertire, grazie ^_^
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
cinefila integralista
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- piccola ribelle
- Re del Mare
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La parte migliore sia per il vostro amico.
Se egli dovrà conoscere il riflesso della vostra marea, fate che ne conosca anche il flusso.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché egli può colmare ogni bisogno, ma non il vostro nulla.
E dividetevi i piaceri, sorridendo nella dolcezza amica.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore scopre il suo mattino e si conforta.
Gibran Kahlil Gibran - Il Profeta
Se egli dovrà conoscere il riflesso della vostra marea, fate che ne conosca anche il flusso.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché egli può colmare ogni bisogno, ma non il vostro nulla.
E dividetevi i piaceri, sorridendo nella dolcezza amica.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore scopre il suo mattino e si conforta.
Gibran Kahlil Gibran - Il Profeta
- potbook
- Olandese Volante
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- Località: Berlino-Roma (col cuore sempre, di persona troppo poco)
Come ti amo? Lasciami contare i modi.
Ti amo alto e largo e profondo e immenso
quanto l'anima puó, quando si sente
lontana dai confini dell'Essere piú intenso
e della Grazia ideale. Ti amo al livello
del piú tranquillo bisogno quotidiano,
al sole e al lume di candela. Ti amo
liberamente, come chi anela alla Giustizia;
d'amore puro, come chi ha appena Pregato.
Ti amo con la passione infusa
nelle mie vecchie pene, e con la fede
della mia infanzia. Ti amo di un amore
che credevo di aver perso con i miei santi persi,
ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! e se
Dio chiama,
non potró che amarti di piú dopo la morte.
Elizabeth Barrett Browing Un salto e tocchi il cielo
Ti amo alto e largo e profondo e immenso
quanto l'anima puó, quando si sente
lontana dai confini dell'Essere piú intenso
e della Grazia ideale. Ti amo al livello
del piú tranquillo bisogno quotidiano,
al sole e al lume di candela. Ti amo
liberamente, come chi anela alla Giustizia;
d'amore puro, come chi ha appena Pregato.
Ti amo con la passione infusa
nelle mie vecchie pene, e con la fede
della mia infanzia. Ti amo di un amore
che credevo di aver perso con i miei santi persi,
ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! e se
Dio chiama,
non potró che amarti di piú dopo la morte.
Elizabeth Barrett Browing Un salto e tocchi il cielo
- piccola ribelle
- Re del Mare
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Dalle Prime poesie
Come amo il primo brivido d’inverno!
La stoppia che rifiuta di piegarsi
al cacciatore che la calca! Quando
la gazza viene ai campi profumati
dal fieno verde, quando in fondo al vecchio
castello si risveglia il focolare;
è tempo di città – Oh, l’anno scorso,
quando vi ritornai, ed il buon Louvre
io vidi e la sua cupola, e Parigi
ed il suo fumo e tutto il bel reame
(nel vento il grido dei cocchieri ancora
sento), come mi piacque il tempo grigio,
e i passanti e la Senna, sotto i mille
lampioni assisa come una regina!
Stavo per riveder l’inverno. – E te,
mia vita, e te! Oh, nei tuoi lunghi sguardi
stavo per ritemprare la mia anima;
e salutavo i muri tuoi! Perché,
chi me l’avrebbe detto che il tuo cuore
così presto per me era mutato?
ALFRED DE MUSSET
Come amo il primo brivido d’inverno!
La stoppia che rifiuta di piegarsi
al cacciatore che la calca! Quando
la gazza viene ai campi profumati
dal fieno verde, quando in fondo al vecchio
castello si risveglia il focolare;
è tempo di città – Oh, l’anno scorso,
quando vi ritornai, ed il buon Louvre
io vidi e la sua cupola, e Parigi
ed il suo fumo e tutto il bel reame
(nel vento il grido dei cocchieri ancora
sento), come mi piacque il tempo grigio,
e i passanti e la Senna, sotto i mille
lampioni assisa come una regina!
Stavo per riveder l’inverno. – E te,
mia vita, e te! Oh, nei tuoi lunghi sguardi
stavo per ritemprare la mia anima;
e salutavo i muri tuoi! Perché,
chi me l’avrebbe detto che il tuo cuore
così presto per me era mutato?
ALFRED DE MUSSET
- piccola ribelle
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Oramai che il fulgore
Oramai che il fulgore del giorno è partito,
Solo la notte cupa rivela ai miei occhi le stelle;
Dopo il maestoso clangore dell’organo, dopo il coro, la ban-
da perfetta,
Silente per l’anima mia dilaga la musica vera.
Da FOGLIE D’ERBA di Walt Whitman sezione Foglie dei settant’anni
Oramai che il fulgore del giorno è partito,
Solo la notte cupa rivela ai miei occhi le stelle;
Dopo il maestoso clangore dell’organo, dopo il coro, la ban-
da perfetta,
Silente per l’anima mia dilaga la musica vera.
Da FOGLIE D’ERBA di Walt Whitman sezione Foglie dei settant’anni
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
Alda Merini
"T'amo senza sapere come, nè quando nè da dove" (P.Neruda)
Love&Peace
"forse mia cara maestra non ha capito..è amore mio infinito.." Bugo&Viola
Love&Peace
"forse mia cara maestra non ha capito..è amore mio infinito.." Bugo&Viola
- piccola ribelle
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Prenditi tempo per pensare perché
questa è la vera forza dell’uomo.
Prenditi tempo per leggere perché
questa è la base della saggezza.
Prenditi tempo per pregare perché
questo è il maggior potere sulla terra.
Prenditi tempo per amare ed essere
amato perché questo è il privilegio
dato da Dio.
Prenditi tempo per essere amabile
perché questo è il cammino della
felicità .
Prenditi tempo per ridere perché
il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo per donare
perché il giorno è troppo
corto per essere egoista
Da un’antica poesia di un anonimo
questa è la vera forza dell’uomo.
Prenditi tempo per leggere perché
questa è la base della saggezza.
Prenditi tempo per pregare perché
questo è il maggior potere sulla terra.
Prenditi tempo per amare ed essere
amato perché questo è il privilegio
dato da Dio.
Prenditi tempo per essere amabile
perché questo è il cammino della
felicità .
Prenditi tempo per ridere perché
il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo per donare
perché il giorno è troppo
corto per essere egoista
Da un’antica poesia di un anonimo
- piccola ribelle
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'A LIVELLA
Ogn'anno, il due novembre, c'é l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn'anno, puntualmente,in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado, e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.
St'anno m'é capitato 'navventura...
dopo di aver compiuto il triste omaggio.
Madonna! si ce penzo, e che paura!,
ma po' facette un'anema e curaggio.
'O fatto è chisto, statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d'à chiusura:
io,tomo tomo, stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.
"Qui dorme in pace il nobile marchese
signore di Rovigo e di Belluno
ardimentoso eroe di mille imprese
morto l'11 maggio del 31"
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
...sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele,cannelotte e sei lumine.
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce stava 'n 'ata tomba piccerella,
abbandunata,senza manco un fiore;
pe' segno, sulamente 'na crucella.
E ncoppa 'a croce appena se liggeva:
"Esposito Gennaro - netturbino":
guardannola,che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!
Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pur all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero,
muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.
Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
Penzaje: stu fatto a me mme pare strano...
Stongo scetato...dormo, o è fantasia?
Ate che fantasia;era 'o Marchese:
c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano;
chill'ato apriesso a isso un brutto arnese;
tutto fetente e cu 'nascopa mmano.
E chillo certamente è don Gennaro...
'omuorto puveriello...'o scupatore.
'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se ritirano a chest'ora?
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,
quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e tomo tomo...calmo calmo,
dicette a don Gennaro: "Giovanotto!
Da Voi vorrei saper, vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir, per mia vergogna,
accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va, si, rispettata,
ma Voi perdeste il senso e la misura;
la Vostra salma andava,si,inumata;
ma seppellita nella spazzatura!
Ancora oltre sopportar non posso
la Vostra vicinanza puzzolente,
fa d'uopo, quindi, che cerchiate un fosso
tra i vostri pari,tra la vostra gente"
"Signor Marchese,nun è colpa mia,
i'nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,
i' che putevo fa' si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse
e proprio mo, obbj'...'nd'a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n'ata fossa".
"E cosa aspetti, oh turpe malcreato,
che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei già dato piglio alla violenza!"
"Famme vedé... piglia sta violenza...
'A verità, Marché, mme so' scucciato
'e te senti;e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...
Ma chi te cride d'essere...nu ddio?
Ccà dinto,'o vvuo capi, ca simmo eguale?...
...Muorto si'tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".
"Lurido porco!...Come ti permetti
paragonarti a me ch'ebbi natali
illustri, nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?".
"Tu qua' Natale... Pasca e Ppifania!!!
T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella
che staje malato ancora e' fantasia?...
'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte
Antonio de Curtis TOTO'
Ogn'anno, il due novembre, c'é l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn'anno, puntualmente,in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado, e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.
St'anno m'é capitato 'navventura...
dopo di aver compiuto il triste omaggio.
Madonna! si ce penzo, e che paura!,
ma po' facette un'anema e curaggio.
'O fatto è chisto, statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d'à chiusura:
io,tomo tomo, stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.
"Qui dorme in pace il nobile marchese
signore di Rovigo e di Belluno
ardimentoso eroe di mille imprese
morto l'11 maggio del 31"
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
...sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele,cannelotte e sei lumine.
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce stava 'n 'ata tomba piccerella,
abbandunata,senza manco un fiore;
pe' segno, sulamente 'na crucella.
E ncoppa 'a croce appena se liggeva:
"Esposito Gennaro - netturbino":
guardannola,che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!
Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pur all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero,
muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.
Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
Penzaje: stu fatto a me mme pare strano...
Stongo scetato...dormo, o è fantasia?
Ate che fantasia;era 'o Marchese:
c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano;
chill'ato apriesso a isso un brutto arnese;
tutto fetente e cu 'nascopa mmano.
E chillo certamente è don Gennaro...
'omuorto puveriello...'o scupatore.
'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se ritirano a chest'ora?
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,
quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e tomo tomo...calmo calmo,
dicette a don Gennaro: "Giovanotto!
Da Voi vorrei saper, vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir, per mia vergogna,
accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va, si, rispettata,
ma Voi perdeste il senso e la misura;
la Vostra salma andava,si,inumata;
ma seppellita nella spazzatura!
Ancora oltre sopportar non posso
la Vostra vicinanza puzzolente,
fa d'uopo, quindi, che cerchiate un fosso
tra i vostri pari,tra la vostra gente"
"Signor Marchese,nun è colpa mia,
i'nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,
i' che putevo fa' si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse
e proprio mo, obbj'...'nd'a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n'ata fossa".
"E cosa aspetti, oh turpe malcreato,
che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei già dato piglio alla violenza!"
"Famme vedé... piglia sta violenza...
'A verità, Marché, mme so' scucciato
'e te senti;e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...
Ma chi te cride d'essere...nu ddio?
Ccà dinto,'o vvuo capi, ca simmo eguale?...
...Muorto si'tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".
"Lurido porco!...Come ti permetti
paragonarti a me ch'ebbi natali
illustri, nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?".
"Tu qua' Natale... Pasca e Ppifania!!!
T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella
che staje malato ancora e' fantasia?...
'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte
Antonio de Curtis TOTO'
In quel preciso momento l’uomo si disse:
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividere l’adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
l’uomo stava accanto a lei in Islanda.
Tutte le opere,
J.L. Borges,
Mondadori,1985
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividere l’adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
l’uomo stava accanto a lei in Islanda.
Tutte le opere,
J.L. Borges,
Mondadori,1985
"T'amo senza sapere come, nè quando nè da dove" (P.Neruda)
Love&Peace
"forse mia cara maestra non ha capito..è amore mio infinito.." Bugo&Viola
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- piccola ribelle
- Re del Mare
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- Iscritto il: mar lug 01, 2003 4:41 pm
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Autopsicografia
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.
Fernando Pessoa
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.
Fernando Pessoa
- liberliber
- amministratrice ziaRottenmeier
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Alda Merini (autoritratto)
Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla
intessei su di essi tele di ragno
e fui vittima della mia stessa materia.
In me l'anima c'era
della meretrice, della sanguinaria e dell'ipocrita.
Molti diedero
al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto un'isterica.
(grazie a Lorenzo)
Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla
intessei su di essi tele di ragno
e fui vittima della mia stessa materia.
In me l'anima c'era
della meretrice, della sanguinaria e dell'ipocrita.
Molti diedero
al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto un'isterica.
(grazie a Lorenzo)
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
- piccola ribelle
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- piccola ribelle
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La solitaria
Se fosse buio, giacerei nel bosco,
nel bosco il mormorio è così dolce,
con il suo manto di astri
lì mi ricopre la notte.
Vengono a me i ruscelli:
che ormai io stia dormendo?
Non dormo, no, gli usignoli
ancora a lungo sento.
Se le cime su di me si piegano,
tutta la notte echeggia.
Sono i pensieri nel cuore, che cantano,
quando nessuno veglia.
JOSEPH C. VON EICHENDORFF
Se fosse buio, giacerei nel bosco,
nel bosco il mormorio è così dolce,
con il suo manto di astri
lì mi ricopre la notte.
Vengono a me i ruscelli:
che ormai io stia dormendo?
Non dormo, no, gli usignoli
ancora a lungo sento.
Se le cime su di me si piegano,
tutta la notte echeggia.
Sono i pensieri nel cuore, che cantano,
quando nessuno veglia.
JOSEPH C. VON EICHENDORFF
- piccola ribelle
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In questi tristi giorni tante sono state le riflessioni, i dibattiti..... uniti dal dolore. Vorrei dedicare ai caduti di Nassiriya:
Dai Sonetti sacri
Morte, non andar fiera se anche t’hanno chiamata
possente e orrenda. Non lo sei.
Coloro che tu pensi rovesciare non muoiono,
povera morte, e non mi puoi uccidere.
Dal riposo e dal sonno, mere immagini
di te, vivo piacere, dunque da te maggiore,
si genera. E più presto se ne vanno con te
i migliori tra noi, pace alle loro ossa,
liberazione all’anima. Tu, schiava
della sorte, del caso, dei re, dei disperati
hai casa col veleno, la malattia, la guerra,
e il papavero e il filtro ci fan dormire anch’essi
meglio del tuo fendente. Perché dunque ti gonfi?
Un breve sonno e ci destiamo eterni.
Non vi sarà più morte. E tu, morte, morrai.
JOHN DONNE
Dai Sonetti sacri
Morte, non andar fiera se anche t’hanno chiamata
possente e orrenda. Non lo sei.
Coloro che tu pensi rovesciare non muoiono,
povera morte, e non mi puoi uccidere.
Dal riposo e dal sonno, mere immagini
di te, vivo piacere, dunque da te maggiore,
si genera. E più presto se ne vanno con te
i migliori tra noi, pace alle loro ossa,
liberazione all’anima. Tu, schiava
della sorte, del caso, dei re, dei disperati
hai casa col veleno, la malattia, la guerra,
e il papavero e il filtro ci fan dormire anch’essi
meglio del tuo fendente. Perché dunque ti gonfi?
Un breve sonno e ci destiamo eterni.
Non vi sarà più morte. E tu, morte, morrai.
JOHN DONNE
- orsomarso
- Re del Mare
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- Iscritto il: lun mag 12, 2003 11:41 pm
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LUPUS IN FABULA
Hai promesso lavoro a tanta gente,
per un voto che a te ora è infamante.
Stretto hai l' occhio persino all' aspirante,
di qualche posto pur da dirigente.
Lo stringerti la mano ora è avvilente,
ed il saluto pure è degradante,
ma io sono un signore non benestante,
e il tuo pensar mi lascia indifferente.
E' questa l' opinione dominante,
di gente onesta a te pur referente,
ed or percuote il petto e fermamente,
ti chiede di lascair posto vacante.
Quel posto devi darlo è suo diritto,
a chi dell' onestà virtù ne ha fatto,
qualcuno mi dirà che io son matto,
ma son soltanto uom che non sta zitto.
Augusto Barsotti.
E' un poeta della mia città, che tra laltro è lo zio di un mio amico.
Hai promesso lavoro a tanta gente,
per un voto che a te ora è infamante.
Stretto hai l' occhio persino all' aspirante,
di qualche posto pur da dirigente.
Lo stringerti la mano ora è avvilente,
ed il saluto pure è degradante,
ma io sono un signore non benestante,
e il tuo pensar mi lascia indifferente.
E' questa l' opinione dominante,
di gente onesta a te pur referente,
ed or percuote il petto e fermamente,
ti chiede di lascair posto vacante.
Quel posto devi darlo è suo diritto,
a chi dell' onestà virtù ne ha fatto,
qualcuno mi dirà che io son matto,
ma son soltanto uom che non sta zitto.
Augusto Barsotti.
E' un poeta della mia città, che tra laltro è lo zio di un mio amico.
Forse la giovinezza è solo questo perenne amare i sensi e non pentirsi. (S.PENNA)
- piccola ribelle
- Re del Mare
- Messaggi: 1687
- Iscritto il: mar lug 01, 2003 4:41 pm
- Località: Provincia di Milano
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Ricordo quel dorato tempo
Ricordo quel dorato tempo
ed il paese caro al cuore:
moriva il giorno; s’era in due;
il Danubio sonava, giù nell’ombra.
E sopra il colle, dove biancheggiando
guarda lungi un castello rovinato,
tu stessa, giovane mia fata,
eri appoggiata alla muscosa pietra,
sfiorando con il piede di bambina
un secolare ammasso di detriti;
ed il sole indugiava, salutando
il colle, col castello e con te in una.
E il calmo vento di passata
scherzava colla tua veste e scoteva
dai selvatici meli e fore
sopra le giovani tue spalle.
Tu guardavi lontano spensierata.
Tra i raggi il cielo estremo si spegneva
fosco; languiva il giorno; più sonoro
cantava il fiume tra oscurate rive.
E con gaiezza noncurante
passavi tu il felice giorno;
e dolce sopra noi scorreva
della fugace vita l’ombra.
Fedor Tjutcev
Ricordo quel dorato tempo
ed il paese caro al cuore:
moriva il giorno; s’era in due;
il Danubio sonava, giù nell’ombra.
E sopra il colle, dove biancheggiando
guarda lungi un castello rovinato,
tu stessa, giovane mia fata,
eri appoggiata alla muscosa pietra,
sfiorando con il piede di bambina
un secolare ammasso di detriti;
ed il sole indugiava, salutando
il colle, col castello e con te in una.
E il calmo vento di passata
scherzava colla tua veste e scoteva
dai selvatici meli e fore
sopra le giovani tue spalle.
Tu guardavi lontano spensierata.
Tra i raggi il cielo estremo si spegneva
fosco; languiva il giorno; più sonoro
cantava il fiume tra oscurate rive.
E con gaiezza noncurante
passavi tu il felice giorno;
e dolce sopra noi scorreva
della fugace vita l’ombra.
Fedor Tjutcev