..saranno almeno tre notti che mia madre viene a spegnere la luce in camera mia - non succedeva da decenni- e mi trova addormentata sul libro con un dito in mezzofrine ha scritto:tanto da risvegliarmi stamane con un dito privo di circolazione perché è rimasto tutta notte chiuso fra le pagine.
Wu Ming - Manituana
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come si fa a non amare questa donna?ed esattamente a pagina 184 io mi innamoro di questo libro, tanto da risvegliarmi stamane con un dito privo di circolazione perché è rimasto tutta notte chiuso fra le pagine.
che gioia![]()
deserto vengo a te
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i'm a villa mirafiori's chick, please speak me slowly!
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Vedi quante cose si scoprono a leggere? Il nuovo parametro che indica il gradimento di un libro da oggi in poi è lo stato di salute del dito. Libro meraviglioso: dito necrotico, meglio amputare. Libro ottimo: dito con un po' di cancrena ma pochissima, forse si salva ma rischia di rimanere per sempre paralizzato, o semimozzo. Libro medio: dito relativamente intorpidito, ma che ancora risponde ai comandi. Libro orripilante: nessun dito coinvolto nel processo di lettura. Poi ci sono i gradi intermedi, ovvio. Si può partire orripilante e a metà arrivare a meraviglioso. Eccetera.
(Ho voglia di lavorare? No? Infatti!)
Recensione fino a oggi: mi fa un po' troppo sceneggiatura la prosa, i personaggi sono un po' rigidini in alcuni casi, però si fa leggere bene. SdD(stato del dito): io non uso il dito come segnalibro.
l
(Ho voglia di lavorare? No? Infatti!)
Recensione fino a oggi: mi fa un po' troppo sceneggiatura la prosa, i personaggi sono un po' rigidini in alcuni casi, però si fa leggere bene. SdD(stato del dito): io non uso il dito come segnalibro.
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non l'ho ancora finito, ma manca pochissimo, quindi due parole già le dico.
mi spiace molto in questo caso fare la voce fuori dal coro, ma a me non sta entusiasmando.
Zazie parla di una grande attenzione verso la struttura e la scrittura. come non essere d'accordo? ma forse per quanto mi riguarda questo è parte del problema. Leggendolo ho avuto la sensazione di un libro costruito ( come tutti i romanzi effettivamente, ma prefersco non accorgermene). Si legge bene, benissimo e anch'io fatico a spegnere la luce la sera, ma qualcosa manca. è come un tango ballato perfettamente ma senza figure. ecco, forse avrei preferito qualche sbavatura se questo avesse comportato più passoine e personalità.
il problema vero però credo siano le dannate e cazzutissime aspettative. ho amato Q così tanto e ci sono entrata così dentro, che probabilmente qualunque altro loro lavoro mi sembra appannato ( ma ho preferito anche 54 a Manituana).
mi spiace molto in questo caso fare la voce fuori dal coro, ma a me non sta entusiasmando.
Zazie parla di una grande attenzione verso la struttura e la scrittura. come non essere d'accordo? ma forse per quanto mi riguarda questo è parte del problema. Leggendolo ho avuto la sensazione di un libro costruito ( come tutti i romanzi effettivamente, ma prefersco non accorgermene). Si legge bene, benissimo e anch'io fatico a spegnere la luce la sera, ma qualcosa manca. è come un tango ballato perfettamente ma senza figure. ecco, forse avrei preferito qualche sbavatura se questo avesse comportato più passoine e personalità.
il problema vero però credo siano le dannate e cazzutissime aspettative. ho amato Q così tanto e ci sono entrata così dentro, che probabilmente qualunque altro loro lavoro mi sembra appannato ( ma ho preferito anche 54 a Manituana).
Cosa leggerai?
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
P.C.

Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
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- tostoini
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Mi sono infilata nel livello due del sito di manituana, e devo dire che é un ottimo modo per continuare a zampettare in un libro che mi fa piacere abitare ancora un pò 
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Adessso la finisco, tranquilli
Vanya sei di parte ma grazie lo stesso
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Si ho notato la presenza di alcune facce note 
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ricopio qui la recensione che ho messo nel journal dell'e-ring su BC.com:
Devo dire che sono un'appassionata di storie e leggende dei nativi, e quindi già l'argomento mi prende bene.
I personaggi sono ben disegnati, la storia inizia appassionante e cruenta (anche se mi aspettavo peggio, mi ha fatto molta più impressione lo scuoiamento descritto da Murakami).
Lo stile mi piace, subito mi è sembrato costruito e artefatto, però poi la meticolosità delle descrizioni, le metafore, le immagini mi hanno riportato all'atmosfera di forte identificazione con la natura che c'è in molti scritti dei nativi. Credo sia un modo dei wu ming per riproporre la ricchezza e complessità della lingua mohawk, approfondirò con calma sul sito queste personali illazioni.
Nel prosieguo il libro perde di incisività ed è un po' sfilacciato; il capitolo su Londra ha alcune descrizioni molto belle (la festa) ma i Mohock-Drughi mi sembrano più che altro un esercizio di stile fine a se stesso.
Il finale è tirato un po' via, forse per la difficoltà di stare dietro a tutti i personaggi dopo che "la compagnia si è sciolta"; fino a questo punto non avevo pensato a LOTR, ma da qui in poi i numerosi riferimenti alla saga di Tolkien sono quasi fastidiosi: il funerale sulla barca, la corsa nella prateria, i personaggi stereotipati (Molly-Galadriel, William-Gandalf, Philippe-Aragorn ed Esther-Arwen, Klug&co-orchetti); non so se è intenzionale, ma non credo sia un caso che anche per Manituana si parli di trilogia...
Nel complesso un libro scorrevolissimo (le 600 pagine volano in un attimo) che però si mantiene un po' distaccato e non riesce a catturare fino in fondo; mi sarebbe anche piaciuto trovare più miti e leggende dei nativi, ma per fortuna mi sto rifacendo con i prolegomeni.
Devo dire che sono un'appassionata di storie e leggende dei nativi, e quindi già l'argomento mi prende bene.
I personaggi sono ben disegnati, la storia inizia appassionante e cruenta (anche se mi aspettavo peggio, mi ha fatto molta più impressione lo scuoiamento descritto da Murakami).
Lo stile mi piace, subito mi è sembrato costruito e artefatto, però poi la meticolosità delle descrizioni, le metafore, le immagini mi hanno riportato all'atmosfera di forte identificazione con la natura che c'è in molti scritti dei nativi. Credo sia un modo dei wu ming per riproporre la ricchezza e complessità della lingua mohawk, approfondirò con calma sul sito queste personali illazioni.
Nel prosieguo il libro perde di incisività ed è un po' sfilacciato; il capitolo su Londra ha alcune descrizioni molto belle (la festa) ma i Mohock-Drughi mi sembrano più che altro un esercizio di stile fine a se stesso.
Il finale è tirato un po' via, forse per la difficoltà di stare dietro a tutti i personaggi dopo che "la compagnia si è sciolta"; fino a questo punto non avevo pensato a LOTR, ma da qui in poi i numerosi riferimenti alla saga di Tolkien sono quasi fastidiosi: il funerale sulla barca, la corsa nella prateria, i personaggi stereotipati (Molly-Galadriel, William-Gandalf, Philippe-Aragorn ed Esther-Arwen, Klug&co-orchetti); non so se è intenzionale, ma non credo sia un caso che anche per Manituana si parli di trilogia...
Nel complesso un libro scorrevolissimo (le 600 pagine volano in un attimo) che però si mantiene un po' distaccato e non riesce a catturare fino in fondo; mi sarebbe anche piaciuto trovare più miti e leggende dei nativi, ma per fortuna mi sto rifacendo con i prolegomeni.
"The blood jet is poetry,
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"Deragliatemi da questo basso destino"
Mariangela Gualtieri
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copio e incollo me too, da qua:
Intanto, c'è la sensazione perenne di tragedia imminente. La storia sappiamo già come va a finire. Devo dire che mi piacerebbe un secondo libro, scritto dalla parte dei coloni americani; anche loro, perché non dirlo, inseguivano un sogno: il diritto di essere felici, the pursuit of happiness...mi sembra riduttivo relegarli al ruolo di banditi, assassini e pazzi.
La scrittura, poi: questa volta mi sembra che non sia riuscita al meglio l'operazione di amalgama delle mani, io le ho sentite, e non mi è piaciuto; così come non mi sono piaciuti gli esercizi di stile, totalmente accessori, della sezione Mohock club; lo sappiamo che siete bravi, il metalinguaggio non era necessario...
Il signore degli anelli, infine: perché i cattivi sembrano orchetti, i buoni sono buoni come elfi (e infatti se ne vanno con le barche), le donne sono tutte sagge e i maschi tutti coraggiosi ma stolidi guerrieri (partono anche alla caccia di orchetti e si buttano fra le braccia della morte...suvvia)? E il BRANDYWINE? ('sta cosa mi ha sconvolta, ho inciso la pagina-509- con una sottolineatura)
Per concludere: una bella storia, ma senz'anima.
Intanto, c'è la sensazione perenne di tragedia imminente. La storia sappiamo già come va a finire. Devo dire che mi piacerebbe un secondo libro, scritto dalla parte dei coloni americani; anche loro, perché non dirlo, inseguivano un sogno: il diritto di essere felici, the pursuit of happiness...mi sembra riduttivo relegarli al ruolo di banditi, assassini e pazzi.
La scrittura, poi: questa volta mi sembra che non sia riuscita al meglio l'operazione di amalgama delle mani, io le ho sentite, e non mi è piaciuto; così come non mi sono piaciuti gli esercizi di stile, totalmente accessori, della sezione Mohock club; lo sappiamo che siete bravi, il metalinguaggio non era necessario...
Il signore degli anelli, infine: perché i cattivi sembrano orchetti, i buoni sono buoni come elfi (e infatti se ne vanno con le barche), le donne sono tutte sagge e i maschi tutti coraggiosi ma stolidi guerrieri (partono anche alla caccia di orchetti e si buttano fra le braccia della morte...suvvia)? E il BRANDYWINE? ('sta cosa mi ha sconvolta, ho inciso la pagina-509- con una sottolineatura)
Per concludere: una bella storia, ma senz'anima.




Reginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandi (Culodritto, Guccini)
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copiaincollo la recensione de L'Avvenire che continua a lasciarmi senza parole.
PS per i prossimi copiaincollatori: usate il "quote" per favoreeeeeWu Ming, quattro cervelli ne fanno uno? - da L'Avvenire
Articolo di Giuseppe Bonura apparso sul quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana in data 28 aprile 2007
Alcuni anni fa un gruppo di sedicenti scrittori emiliani fu sedotto dal mito della fabbrichetta, così caro ai piccoli imprenditori del Nord Est. Ma invece di fabbricare camicie o scarpe, questo gruppo si mise in testa di fabbricare romanzi. Perché no? Dopo tutto anche i romanzi sono merce, si saranno detti i componenti del gruppo annuendo pensosamente. Volevano venderli in Italia ma anche, se possibile, all'estero. A tale scopo il gruppo si dotò di un nome straniero: Luther Blissett. Il primo romanzo che sfornarono si intitolava "Q" e basta. (Si vede che volevano ottenere il massimo guadagno col minimo titolo). Dunque, Luther Blissett non era uno scrittore (sedicente) ma un collettivo di quattro o cinque scriventi. (Alcuni dicono quattro, altri cinque). Pare che si divertissero un mondo. E ne avevano tutte le ragioni. Si divertono ancora. Prendono in giro la letteratura, gli editori, i lettori, i librai, i critici rimbambiti (l'Italia si sta americanizzando anche in questo) e soprattutto se stessi. Noi che non amiamo neanche gli scrittori bicefali (il duo Fruttero& Lucentini si salvava grazie al grande talento di Lucentini), figuriamoci se amiamo gli scrittori quadricefali. Anzi, possiamo dire che in letteratura, quattro cervelli messi insieme per scrivere un'opera fanno zero. Forse anche meno. Ma i giornali ne parlano, specie le riviste e i cosiddetti "magazine", dove imperversa la critica gazzettistica che vale quanto il due a briscola.
Poi Luther Blissett ha cambiato nome. Da alcuni anni si fa chiamare Wu Ming, dato che i furbetti della paraletteratura si erano accorti che la Cina è vicina.
Adesso sono in libreria con il romanzo Manituana, che racconta i primordi della fondazione degli Stati Uniti, con guerre atroci tra indiani, inglesi e francesi. 613 pagine di scalpi e di scotennamenti vari, con una gita nella Londra di Dickens. (E pare che il seguito sia su Internet). Linguisticamente è un'epopea di idiotismi. Per esempio «Il più agitato andava avanti e indietro». (E il meno agitato? Era una mummia, evidentemente). Poi c'è il verbo «vessare» che in una scena di violenza c'entra come i cavoli a merenda. I dialoghi, non ne parliamo. Ignoriamo come lavori Wu Ming. Essendo un quadricefalo, possiamo immaginare questo: il primo cervello propone un argomento. Il secondo si dedica alle ricerche di archivio. Il terzo consulta il vocabolario e il quarto scrive non credendo a una sola parola di quello che scrive. Il risultato è una macedonia di fumetti, vecchi film, spezzoni di fiction, sceneggiature ingiallite, elenchi telefonici stranieri, dipinti d'epoca e imitazioni di salgariani impazziti. Questa si chiama letteratura postmoderna (dicono gli intenditori di nulla). Ma se noi prendiamo un vero romanziere postmoderno, per esempio Doctorow, e lo confrontiamo con Wu Ming, ci accorgiamo subito che il primo è uno scrittore e il secondo un caso umano. Intendiamoci, noi abbiamo la massima comprensione per il quadricefalo Wu Ming. Chi ci fa veramente pena, sono i lettori deboli e indifesi. Il telefono rosa dovrebbe cercare di difenderli prima che sia troppo tardi.
Pelodia
pensieri deboli,
mutui quinquennali,
ideologia a bassa intensità.
Website
cagare il cazzo non serve. [Romanz mia cit]
pensieri deboli,
mutui quinquennali,
ideologia a bassa intensità.
cagare il cazzo non serve. [Romanz mia cit]
no shandi, hanno ragione...solo che invece del telefono rosa (che siamo solo donzelle a leggere wm?) dovrebbero fornire il numero di telefono del drogatel per cercare di disintossicarci...secondo me se la sono legata al dito per via di q e ora fanno come luzzatto fegiz con i dischi di elio...ma vabbè.
allora finito ora.
premesso che io non ho mai letto il signore degli anelli (nè ho la minima intenzione di farlo in un futuro prossimo), quindi non ho il pregiudizio di qualcosa di già visto, a me il libro è piaciuto moltissimo.
la prima e la seconda parte (più la seconda in verità), in pieno stile wm, tirate, lucide e stilisticamente funzionanti. la parte della guerra personalmente l'avrei scorciata un pò (sembrava un pò l'eterno ritorno dell'uguale...infatti prima di finirlo ho deciso di rileggerla tutta di fila, altrimenti rischiavo di non capirci nulla).
joseph è il personaggio di una tragedia greca, consapevole del proprio destino, portatore di un miraggio di civiltà utopico che deve fare i conti con gli europei e con una situazione che è palesemente più grande di lui; le grand diable, molly, esther li ho sentiti molto veri, mentre peter a me non è piaciuto, troppo perfettino in questo suo essere figlio della multiculturalità. la mia preferita comunque resta margaret, profetessa di sventura (una cosa che hanno detto sia alla presentazione al pigneto che il 25 aprile: li hanno accusati di non badare troppo alla costruzione dei personaggi femminili; per me è un problema che non sussiste, dato che mi sono sempre sembrati ben calibrati rispetto alle storie. qui le donne mi rivestono un'importanza fondamentale come controcanto alle gesta degli uomini)
un appunto finale:
il clima di sventura effettivamente si respira, ma niente di più di quello che si respirava all'inizio di q, con la battaglia degli anabattisti
allora finito ora.
premesso che io non ho mai letto il signore degli anelli (nè ho la minima intenzione di farlo in un futuro prossimo), quindi non ho il pregiudizio di qualcosa di già visto, a me il libro è piaciuto moltissimo.
la prima e la seconda parte (più la seconda in verità), in pieno stile wm, tirate, lucide e stilisticamente funzionanti. la parte della guerra personalmente l'avrei scorciata un pò (sembrava un pò l'eterno ritorno dell'uguale...infatti prima di finirlo ho deciso di rileggerla tutta di fila, altrimenti rischiavo di non capirci nulla).
joseph è il personaggio di una tragedia greca, consapevole del proprio destino, portatore di un miraggio di civiltà utopico che deve fare i conti con gli europei e con una situazione che è palesemente più grande di lui; le grand diable, molly, esther li ho sentiti molto veri, mentre peter a me non è piaciuto, troppo perfettino in questo suo essere figlio della multiculturalità. la mia preferita comunque resta margaret, profetessa di sventura (una cosa che hanno detto sia alla presentazione al pigneto che il 25 aprile: li hanno accusati di non badare troppo alla costruzione dei personaggi femminili; per me è un problema che non sussiste, dato che mi sono sempre sembrati ben calibrati rispetto alle storie. qui le donne mi rivestono un'importanza fondamentale come controcanto alle gesta degli uomini)
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il clima di sventura effettivamente si respira, ma niente di più di quello che si respirava all'inizio di q, con la battaglia degli anabattisti
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Per tirarti su, ti segnalo un Valerio Evangelisti:copiaincollo la recensione de L'Avvenire che continua a lasciarmi senza parole.
http://www.carmillaonline.com/archives/ ... 01211.html
Menzione d'onore (ma dovete leggere l'inizio per apprezzarlo):
C’è tanto di vero, nelle parole che ho citato (che, si badi, Bonura riferisce agli autori italiani di narrativa di genere, in cui include la “sadica” Simona Vinci e persino Umberto Eco). Io ho sempre criticato l’abitudine di Loriano Macchiavelli di passare da un coktail party all’altro, e sospetto ancora che Marcello Fois, apparentemente fedele a una sola moglie, ne nasconda altre due o tre da qualche parte, cui passa segretamente gli alimenti. Per non dire della palese americanofilia di Massimo Carlotto, giramondo fernandopivanesco se mai ve ne furono. Non confesso le mie colpe personali perché sono notoriamente un viveur, e passo con indifferenza dal salotto bene all’orgia nella villa aristocratica.
This 3d has been Ioreked. Have a nice day.
Nel forum ci sguazzo come un bisonte insaponato sui binari del metrò.
Per un punto Martin perse la cappa. Prima si chiamava Martink (IB)
Tom Cruise dice le bugie (DP)

Nel forum ci sguazzo come un bisonte insaponato sui binari del metrò.
Per un punto Martin perse la cappa. Prima si chiamava Martink (IB)
Tom Cruise dice le bugie (DP)

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- Rodolfo II
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Posso rendervi partecipi di una scoperta che ho fatto e che, indirettamente riguarda Manituana?
Ieri ho trovato in biblioteca (purtroppo è fuori catalogo) questo libro

che ha questa trama (sì, dovete salvarla e zoomare)

Vista l'ambientazione, mi ha ricordato subito Manituana e ho cominciato a leggerlo: lo consiglierei (sull'autore scommettere a occhi chiusi), a chiunque si fosse appassionato alle atmosfere della vecchia frontiera.
Penso ne scriverò una recensione appena l'avrò terminato...
Fine (parziale) OT
Ieri ho trovato in biblioteca (purtroppo è fuori catalogo) questo libro

che ha questa trama (sì, dovete salvarla e zoomare)

Vista l'ambientazione, mi ha ricordato subito Manituana e ho cominciato a leggerlo: lo consiglierei (sull'autore scommettere a occhi chiusi), a chiunque si fosse appassionato alle atmosfere della vecchia frontiera.
Penso ne scriverò una recensione appena l'avrò terminato...
Fine (parziale) OT
E tu vuoi viaggiarle insieme, vuoi viaggiarle insieme ciecamente perché sai che le hai toccato il corpo, il suo corpo perfetto con la mente. (FdA)) - La cosa che più mi piace fare è niente. (WtP) - Ma conosco le coincidenze del 60 notturno, lo prendo sempre per venire da te (RG)
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