
credo ci sia un equivoco di fondo: colui che progetta non credo si faccia necessariamente menate o paranoie.
Chi progetta, al contrario, è una persona tranquilla (o quasi) che ha capito cosa vuole dalla sua relazione, che appunto come dice la mitica Silviazza
è stufo di farsi solo compagnia . Il progetto di che trattiamo non vuole essere l'ansia del fare, l'angoscia delle aspettative che si riversano sull'altra persona...è un semplicissimo e più che naturale desiderio di dividere la propria vita con un'altra persona , inteso come volontà di ricomprendere questa persona nel proprio cammino.
Tutto qui, mi pare sacrosanto... il resto , i vari patemi o "pipponi mentali", passatemi il termine, sono solo alibi.
Alibi per non voler vedere o ascoltare dove sta il punto dolente...
Io parlo per esperienza personale, ho pagato sulla mia pellaccia l'aver vissuto uno storia senza un disegno comune diverso dallo stare assieme giorno per giorno, come "vediamo che succede.."
Il nostro "lasciarci vivere", infondo, ci ha intrappolati in un pantano dal quale non siamo riusciti a risollevarci se non con il distacco...
Eppure l'amore c'era eccome, ma ci siamo lasciati andare alla tendenza al parcheggio...i nostri sogni comuni erano parcheggiati in attesa di un qualcosa che non è arrivato...
Concordo in pieno con babette e 2tee, che se di amore si tratta le menate non dovrebbero avere alcuno spazio

''A feeling is a moment recollected in tranquillity,, J. Joyce
" Indubbiamente ciascun essere ha, nell'universo dei libri, un'opera che lo trasforma in lettore, posto che il destino favorisca il loro incontro,, A. Nothomb