Consumo etico, equo e pure solidale...
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grazie!
C'é anche un utilissimo libretto da scaricare
recettes ecologiques et economiques pour l'entretien de la maison.
e un sacco di link interessanti
ciao
vale
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La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini (Saramago)
- tostoini
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Buone nuove sul fronte dei prodotti cruelty-free: tutta una serie di nuove aziende ha accettato di sottoporsi ai test per la certificazione...tra le quali la Coop! Quindi da oggi in poi i prodotti a marchio coop saranno cruelty-free..finalmente prodotti non testati sugli animali che non dreneranno le nostre tasche malridotte.. l'elenco aggiornato
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°
Una buona notizia (copio e incollo dall'email ricevuta):
Alcune nuove aziende hanno sottoscritto di recente lo Standard "non
testato su animali" di LAV/ICEA, accettando di sottoporsi ai controlli
dell'ente di certificazione ICEA.
Tra queste, spicca la COOP: i prodotti per l'igiene personale a marchio
COOP sono dunque, finalmente "senza crudelta'"!
Alcune nuove aziende hanno sottoscritto di recente lo Standard "non
testato su animali" di LAV/ICEA, accettando di sottoporsi ai controlli
dell'ente di certificazione ICEA.
Tra queste, spicca la COOP: i prodotti per l'igiene personale a marchio
COOP sono dunque, finalmente "senza crudelta'"!
- giovannino stoppani
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vi sono molti studi sulla finanza etica e sul commercio equo e solidale.
vi scrivo alcune note empiriche:
circa le imprese che assumono comportamenti etici certificati, si puo' affermare che in molti casi il valore delle azioni di queste società ha un minor rischio (in finanza si misura col parametro 'beta'...) e una minore volatilità, ossia:
in caso di shock del mercato (come attentati, crisi, bolle speculative, guerre ecc...) queste azioni mantengono costante il loro valore e non sono oggetto di speculazioni. Quindi, per un investitore, costituiscono titoli meno rischiosi (ma comunque redditizi, alla pari degli altri titoli del mercato)
circa il CEES, comm equo e solidale, si e' rilevato che tale consumo è inflenzato direttamente dal reddito, dalla distanza geografica dalla bottega più vicina e, indirettamente, da tutti i fattori che influenzano significativamente la consapevolezza dei criteri di responsabilità sociale.
Questi risultati mostrano che il comportamento delle botteghe di investire molto più sulla formazione e sulla sensibilizzazione diretta dei consumatori piuttosto che sul marketing è una scelta razionale, date le specifiche caratteristiche dei loro prodotti e l’importanza che la conoscenza dei criteri assume come motivazione alla spesa.
infine, il commercio equo-solid e' molto piu' utile rispetto agli aiuti alimentari delle organizzazioni umanitarie e religiose. Infatti, mandare dei container pieni di cibo nei paesi con difficoltà di sviluppo implica che:
- questi cibi sono distribuiti gratis o venduti a prezzi irrisori
- tali prezzi bassi fanno crollare il sistema dei prezzi che si era formato piano piano e fanno fallire le piccole imprese locali (poiche' esse non riescono piu' a vendere i loro prodotti ai prezzi superiori ai costi sostenuti)
quindi: comprate prodotti del CEES e non mandate cibo nei paesi poveri!
ciao!
vi scrivo alcune note empiriche:

in caso di shock del mercato (come attentati, crisi, bolle speculative, guerre ecc...) queste azioni mantengono costante il loro valore e non sono oggetto di speculazioni. Quindi, per un investitore, costituiscono titoli meno rischiosi (ma comunque redditizi, alla pari degli altri titoli del mercato)

Questi risultati mostrano che il comportamento delle botteghe di investire molto più sulla formazione e sulla sensibilizzazione diretta dei consumatori piuttosto che sul marketing è una scelta razionale, date le specifiche caratteristiche dei loro prodotti e l’importanza che la conoscenza dei criteri assume come motivazione alla spesa.

- questi cibi sono distribuiti gratis o venduti a prezzi irrisori
- tali prezzi bassi fanno crollare il sistema dei prezzi che si era formato piano piano e fanno fallire le piccole imprese locali (poiche' esse non riescono piu' a vendere i loro prodotti ai prezzi superiori ai costi sostenuti)
quindi: comprate prodotti del CEES e non mandate cibo nei paesi poveri!
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- tostoini
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- giovannino stoppani
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'porto su' questa discussione...non si sa mai!
e vi ricordo che il commercio equo-solidale e' molto piu' utile rispetto agli aiuti alimentari delle organizzazioni umanitarie e religiose. Infatti, mandare dei container pieni di cibo nei paesi con difficoltà di sviluppo implica che:
- questi cibi (=aiuti straordinari) sono distribuiti gratis o venduti a prezzi irrisori
- tali prezzi bassi fanno crollare il sistema dei prezzi che si era formato piano piano e quindi fanno fallire le piccole aziende locali (poiche' esse non riescono piu' a vendere i loro prodotti ai prezzi superiori ai costi sostenuti)
quindi: comprate prodotti del CEES e non mandate cibo nei paesi poveri!

e vi ricordo che il commercio equo-solidale e' molto piu' utile rispetto agli aiuti alimentari delle organizzazioni umanitarie e religiose. Infatti, mandare dei container pieni di cibo nei paesi con difficoltà di sviluppo implica che:
- questi cibi (=aiuti straordinari) sono distribuiti gratis o venduti a prezzi irrisori
- tali prezzi bassi fanno crollare il sistema dei prezzi che si era formato piano piano e quindi fanno fallire le piccole aziende locali (poiche' esse non riescono piu' a vendere i loro prodotti ai prezzi superiori ai costi sostenuti)
quindi: comprate prodotti del CEES e non mandate cibo nei paesi poveri!

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Fanciulli, a proposito di libri vi comunico che entro la fine di febbraio uscirà la Guida al vestire responsabile (edito dalla EMI), che spero possa rispondere a tutti i quesiti sollevati dalla trasmissione "C'era una volta", mandata in onda a sera tarda il 4 gennaio di quest'anno su Rai3, che illustrava le terribili condizioni di lavoro a cui sono costrette migliaia di persone in Bangladesh, sfruttate dalle imprese tessili occidentali. Hanno menzionato, oltre ad altri marchi forse più noti al pubblico di consumatori critici, ZARA e H&M...
Cfr. anche la Guida al consumo responsabile di Francuccio Gesualdi
Centro Nuovo Modello di Sviluppo
via della Barra, 32 I-56019 Vecchiano (Pisa) Italy
tel. 0039 050 826354 - fax 827165
coord@cnms.it - http://www.cnms.it
Cfr. anche la Guida al consumo responsabile di Francuccio Gesualdi
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giovannino, ho preso i tuoi due post e li ho messi in quest'altra discussione perché mi sembravano più collegata a questa più generale che ai regali 

Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
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Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
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A proposito di equo e solidale, e di aziende che non rispettano i diritti dei lavoratori, navigando su internet mi sono imbattuta su questo sito. Il fatto è accaduto credo nel giugno 2005. Nell'articolo si chiede di inviare lettere ad alcune aziende europee (tra cui Zara e Carrefour) per fare pressione.
Chiedo perdono se qualcuno lo ha già segnalato, ma non ce l'ho fatta a leggermi tutti i messaggi precedenti.
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"Un libro deve essere un'ascia per rompere il mare di ghiaccio che e' dentro
di noi." Franz Kafka
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- giovannino stoppani
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da Feltrinelli e nelle botteghe del commercio equo e solidale è uscita la Guida al vestire critico!

Il mercato dell'abbigliamento è inondato da prodotti diversi per colore, stile, marca e qualità, ma quasi tutti uguali per le condizioni di lavoro ingiuste, umilianti e oppressive in cui sono realizzati. E' quindi estremamente difficile applicare il consumo critico, perché le imprese seguono la stessa strategia: delocalizzare la produzione in paesi in cui lo sfruttamento del lavoro minorile, il divieto di organizzazione sindacale, i salari al di sotto della soglia di povertà e le condizioni di lavoro disumane e insalubri sono all'ordine del giorno.D'altro canto, le esperienze del commercio equo in materia di abbigliamento sono appena agli esordi o in fase di perfezionamento.
Come fare, allora, per rendersi più complici dello sfruttamento che si cela dietro a ciò che indossiamo ogni giorno ?
L'obiettivo che si pone questa Guida è principalmente quello di far conoscere la complessità del settore, divulgare le informazioni disponibili sulle imprese più in vista e fornire ogni possibile traccia per poter orientare i nostri acquisti verso prodotti ottenuti nel rispetto dei diritti, dell'equità, della sostenibilità.
Tenendo presente che, nel campo dell'abbigliamento e delle calzature, la prima e forse unica vera arma finora nelle mani dei consumatori per contrastare lo strapotere delle multinazionali è l'essenzialità, ovvero ridurre gli acquisti
tratto da http://www.cnms.it:8080/cnms/pubblicazi ... da_tessile

Il mercato dell'abbigliamento è inondato da prodotti diversi per colore, stile, marca e qualità, ma quasi tutti uguali per le condizioni di lavoro ingiuste, umilianti e oppressive in cui sono realizzati. E' quindi estremamente difficile applicare il consumo critico, perché le imprese seguono la stessa strategia: delocalizzare la produzione in paesi in cui lo sfruttamento del lavoro minorile, il divieto di organizzazione sindacale, i salari al di sotto della soglia di povertà e le condizioni di lavoro disumane e insalubri sono all'ordine del giorno.D'altro canto, le esperienze del commercio equo in materia di abbigliamento sono appena agli esordi o in fase di perfezionamento.
Come fare, allora, per rendersi più complici dello sfruttamento che si cela dietro a ciò che indossiamo ogni giorno ?
L'obiettivo che si pone questa Guida è principalmente quello di far conoscere la complessità del settore, divulgare le informazioni disponibili sulle imprese più in vista e fornire ogni possibile traccia per poter orientare i nostri acquisti verso prodotti ottenuti nel rispetto dei diritti, dell'equità, della sostenibilità.
Tenendo presente che, nel campo dell'abbigliamento e delle calzature, la prima e forse unica vera arma finora nelle mani dei consumatori per contrastare lo strapotere delle multinazionali è l'essenzialità, ovvero ridurre gli acquisti
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Intanto per mia somma gioia é nato il gruppo di freecycle di Roma!
Per maggiori info: clicca qui e qui
..comunque in buona sostanza il concetto é semplice...ci sono un sacco di oggetti che finiscono nelle discariche pur essendo pressoché nuovi e ancora utilizzabili, solo perché é cambiata la moda, o non si ha più spazio in casa, o...
..insomma, anziché buttarli, vediamo se c'é qualcuno a cui possono essere utili, prima o poi qualcuno metterà a disposizione qualcosa che servirà a noi..
Per maggiori info: clicca qui e qui
..comunque in buona sostanza il concetto é semplice...ci sono un sacco di oggetti che finiscono nelle discariche pur essendo pressoché nuovi e ancora utilizzabili, solo perché é cambiata la moda, o non si ha più spazio in casa, o...
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- shandy
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- Contatta:
Oh sì! Il freecycle! (Yowlyy!! dove sei?)
Io grazie al freecycle ho recuperato un meravigliosa macchina per fare a maglia. Non la macchina di barbie. No, no. Una VERA macchina per fare a maglia, con la quale progetto di farmi tutte le sciarpe e i maglioni che porterò nei prossimi inverni!
La lista del freecycle di Bruxelles è abbastanza attiva da un paio di mesi, dopo che un giornale belga ha pubblicato un reportage su forme alternative di "consumo". Almeno un paio di volte a settimana vengono proposti oggetti di varia natura: da cd di musica a libri, collezioni di fumetti ma anche divani, mobili per cucina, cucine a gas incluse, computer, stampanti...
Grande invenzione il freecycle! Trovate il gruppo più vicino a casa vostra! Createne uno! Date ai vostri rifiuti una seconda possibilità!
Io grazie al freecycle ho recuperato un meravigliosa macchina per fare a maglia. Non la macchina di barbie. No, no. Una VERA macchina per fare a maglia, con la quale progetto di farmi tutte le sciarpe e i maglioni che porterò nei prossimi inverni!

La lista del freecycle di Bruxelles è abbastanza attiva da un paio di mesi, dopo che un giornale belga ha pubblicato un reportage su forme alternative di "consumo". Almeno un paio di volte a settimana vengono proposti oggetti di varia natura: da cd di musica a libri, collezioni di fumetti ma anche divani, mobili per cucina, cucine a gas incluse, computer, stampanti...
Grande invenzione il freecycle! Trovate il gruppo più vicino a casa vostra! Createne uno! Date ai vostri rifiuti una seconda possibilità!
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Watch Out, There's a Toblerona About.
A revolution is the solution.
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liber aveva accennato in un altro thread (quale? quello sui brillocchi?)
io è da un po' che volevo segnalarlo:
il diamante etico
ciao
vale
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grande vale!!!
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...lo posto anche qui... (nel Tr. sul calcio era quasi...OT
)
Rapporto su abiti e calcio: http://www.abitipuliti.org:8080/abitipu ... igioco.pdf
(Giugno 2006, da www.abitipuliti.org)

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Il commercio equo alla Camera
Vendere i prodotti del commercio equo e solidale (cioccolato, zucchero, ma anche snack e succhi di frutta) alla Buvette della Camera e in altri punti vendita di Montecitorio. Lo chiedono un gruppo di deputati di maggioranza e opposizione in una lettera al presidente della Camera Fausto Bertinotti. “E' importante - spiega il deputato dell'Ulivo Ermete Realacci, promotore dell'iniziativa - che il Parlamento italiano non solo trovi le forme più idonee per un riconoscimento legislativo del commercio equo, delle sue organizzazioni di base, del sistema certificativo, ma anche che operi praticamente scelte etiche, dando un valido esempio e proponendosi come battistrada in ambito istituzionale".
(da http://www.metamorfosi.info )
Vendere i prodotti del commercio equo e solidale (cioccolato, zucchero, ma anche snack e succhi di frutta) alla Buvette della Camera e in altri punti vendita di Montecitorio. Lo chiedono un gruppo di deputati di maggioranza e opposizione in una lettera al presidente della Camera Fausto Bertinotti. “E' importante - spiega il deputato dell'Ulivo Ermete Realacci, promotore dell'iniziativa - che il Parlamento italiano non solo trovi le forme più idonee per un riconoscimento legislativo del commercio equo, delle sue organizzazioni di base, del sistema certificativo, ma anche che operi praticamente scelte etiche, dando un valido esempio e proponendosi come battistrada in ambito istituzionale".
(da http://www.metamorfosi.info )
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Watch Out, There's a Toblerona About.
A revolution is the solution.
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- giovannino stoppani
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è uscito da poco questo libro (un po' tecnico, con grafici econometrici e calcoli):
IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE ALLA PROVA DEI FATTI Dai gusti dei consumatori del Nord all’impatto sui produttori del Sud del mondo (di L. BECCHETTI e M. COSTANTINO; Mondadori, 2006)

e ancora, ho visto che da poco è stato messo in commercio il Tererito anche in lattina
http://www.altromercato.it/it/primapagina/ter_lattina

IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE ALLA PROVA DEI FATTI Dai gusti dei consumatori del Nord all’impatto sui produttori del Sud del mondo (di L. BECCHETTI e M. COSTANTINO; Mondadori, 2006)

e ancora, ho visto che da poco è stato messo in commercio il Tererito anche in lattina
http://www.altromercato.it/it/primapagina/ter_lattina

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alcune note sull'erba mate (o the argentino?), l'ingrediente del tererito
da Bertoni S. De la Medicina Guaraní. Ed Ex SYLVIS.1927. cap XXII, 258-267 - Betina Gotlieb (Buenos Aires) e http://it.wikipedia.org/wiki/Mate
http://www.cefalea.it/erba.cfm
da Bertoni S. De la Medicina Guaraní. Ed Ex SYLVIS.1927. cap XXII, 258-267 - Betina Gotlieb (Buenos Aires) e http://it.wikipedia.org/wiki/Mate
http://www.cefalea.it/erba.cfm
Il suo sapore amaro viene dai tannini; la schiuma dai glicosidi e l'azione stimolante dalla caffeina. Un bevitore di mate (almeno due al giorno) assume in un anno 14 grammi di caffeina. Un chilogrammo di mate pronto per l'utilizzo contiene 2.5 grammi di caffeina; un chilo di caffè ne contiene 2,6. Tra i suoi componenti chimici ci sono, oltre alla caffeina, piccole quantità di teofillina e teobromina.
L'antropologo uruguayano Daniel Vidart dice: "nel rito della preparazione e del bere mate c'è tutta una concezione del mondo e della vita... il mate vince la tendenza ad isolarsi del creolo... livella le classi sociali... Y en todos los tiempos fue el mate el que hizo la rueda y no la rueda la que trajo al mate (espressione intraducibile che pone l'accento sul valore simbolico, di unione e amicizia, di questa piccola cerimonia quotidiana)". Bere mate è un'abitudine molto radicata, che talvolta porta al consumo di grandi quantità. Alcuni preferiscono il gusto più forte della prima infusione, altri quello della bevanda più diluita, che contiene una quantità inferiore di caffeina. Quando il mate è stato per molto tempo in infusione, si rinnova con materiale fresco, per mantenerne il gusto forte.
Il mate è uno stimolante del sistema nervoso centrale, attenua la sensazione di fatica però può causare irritabilità, insonnia, acidità di stomaco, alterazione del ritmo cardiaco e aumento della pressione arteriosa.
Tra i suoi componenti è la caffeina che provoca la cefalea. Un litro di mate contiene tra gli 80 e i 120 mg di caffeina (una tazza di caffè ne contiene circa 50 mg).
La caffeina è una sostanza che si trova in numerosi alimenti di uso quotidiano, per esempio nelle bevande alla cola e nel tè. È la sostanza psicoattiva più usata e socialmente accettata. Si osserva che l'assunzione di più di 400 mg di caffeina può provocare cefalea. Attuelmente, questo tipo di mal di testa è incluso nella nuova Classificazione della Cefalea, presentata a Roma nel settembre 2003 (IHS, seconda edizione; Cephalalgia 2004), ove si trova compresa nell'ottavo gruppo, come "cefalea da sospensione di caffeina". Infatti, la caffeina può originare una sindrome da astinenza caratterizzata da cefalea, che compare abbastanza frequentemente in seguito alla sospensione di questa abitudine. In genere, il mal di testa compare dopo 12-24 ore di astinenza
Vero Acquario




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