lascio il forum per 24 ore e lo ritrovo zeppo di bellissimi post che si sposano un po' troppo con alcune mie malinconie (quelle di default + quelle nuove).
L'amore assoluto è una specie di sacro graal che, credo, tutti abbiano provato a cercare. In alcuni momenti della vita ho pensato che l'unico amore che può durare in eterno è quello non consumato, quello che vive solo come «possibile» e che quindi non deve fare i conti con la realtà (sì lo so, un po' troppo Flaubert... ma a me è successo davvero...).
Ora, anche se continuo a credere questa cosa, mi chiedo anche se ci sia la possibilità di un amore che duri tutta la vita ma nella realtà. Mi chiedo se i compromessi che inevitabilemnte un rapporto comporta siano segni di coraggio o tributi da pagare al crudo realismo.
Mi chiedo anche quante persone si può amare DAVVERO nella vita. E cosa si continua a provare per quelle persone che si sono amate davvero. Se è credibile smettere di amarle.
E, come diceva Tanelorn, se è ammissibile amare due persone in successione perché non ammettere che due persone, parimenti «amabili» possano essere incontrate nello stesso periodo? Ma questa per fortuna è per me ancora una questione puramente teorico-filosofica.
E' difficile smettere di amare chi non c'è più. Secondo me chi si è amato c'è sempre. Con tutto il peso che da questo deriva.
Anch'io credo che la famiglia dovrebbe essere qualcosa di sacro (in senso lato) e penso che, forse, sia l'unica cosa che possa dare un senso a quel senso di abbandono e di vuoto cosmico che a volte neppure la persona più amata (di amore romantico) riesce a riempire.
PS: sì sono una pippona...
