Ciò detto.
Premetto che di noir capisco poco e che mi sono avvicinato a questo tipo di letteratura solo nell'ultimo periodo, credo che Carlotto rappresenti il meglio tra quello che ho letto.
Tanto per dire, questa estate ho letto un paio di libri di Izzo -i primi due della serie di Montale- e mi hanno convinto decisamente meno (so che sul forum questo autore è molto popolare e spero di non attirarmi le ire di nessuno


Mi sembra invece che Carlotto pensi in primo luogo a quello che vuole che succeda, a quello che vuole raccontare e che solo dopo si preoccupi di fornire ai suoi personaggi una certa tridimensionalità , facendo in modo che però il lettore scopra quello che c'è da sapere su di loro poco per volta, magari da piccoli avvenimenti, da un comportamento particolare, da un pensiero o da un gesto.
A parte "Nord-Est", che non mi è sembrato un libro perfetto, ho comunque preferito i due libri dell'Alligatore rispetto ad "Arrivederci amore ciao": certo, quest'ultimo libro è sicuramente più maturo, più curato, ma pur raccontando una storia per molti versi agghiacciante l'ho trovato un po' troppo impersonale, quasi freddo e distaccato. Ma probabilmente ciò è dovuto al fatto che la voce narrante è quella di un personaggio che ha proprio queste caratteristiche, e dunque più che un difetto del libro si tratta di un merito dello scrittore.
Comunque sia, le prime due avventure dell'Alligatore mi sono sembrate più sofferte, magari meno pulite stilisticamente e narrativamente ma più viscerali. I personaggi in generale mi sono sembrati più tridimensionali anche se di tanto in tanto l'autore cade in qualche luogo comune o tratteggia un carattere un po' sterotipato. E anche io come Tierra credo di aver colto una crescita dell'autore con il passare del tempo e dei libri: "Il mistero di Mangiabarche" mi ha coinvolto più del suo predecessore. Ma come già detto, dal mio punto di vista questo discorso vale anche per la trilogia di Izzo, anche se mi manca l'ultimo capitolo.
Certo, Carlotto non è privo di difetti: i suoi personaggi si muovono troppo spesso come degli elefanti in una cristalleria, e le loro azioni sono spesso talmente plateali da far risultare poco verosimili i loro regolari successi. E a ben vedere anche l'Alligatore a volte ha qualche problema a imporsi come protagonista credibile: fossi in lui, più che da avvocati corrotti, spacciatori e killer professionisti mi guarderei le spalle da Beniamino Rossini. Il vecchio contrabbandiere è una forza della natura, e ha tutte le carte in regola per diventare protagonista di avventure a solo.
Però Carlotto ha certe trovate fulminanti, accompagnate da tante battute lapidarie che riescono a non far durare un suo libro più di 24/48 ore. Probabilmente è per questo che ho intenzione di continuare.
p.s. Ho visto al cinema il trailer del film "Arrivederci amore ciao", di Michele Soavi, con Alessio Boni e Michele Placido (mi sembra). Mi ha incuriosito parecchio.