Area dedicata alle recensioni (e conseguenti commenti) nonche' alle richieste di pareri sui libri. ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!
mi piacciono molto Rilke e Quasimodo...
Grazie a chi me li ha richiamati alla mente
Levate l'ancora, dritta, avanti tutta. Questa è la rotta. Questa è la direzione. Questa è la decisione- La linea d'ombra. Jovanotti
"...and the darkness inside you / can make me feel so small / but I see your true colors / shining through / I see you true colors / and that's why I love you / so don't be afraid to let them show / your true colors / true colors / are beautiful like a rainbow "
Altri versi gli vennero alla memoria, altri ancora, altri ancora, tumultuariamente. La sua anima si empì tutta d'una musica di rime e di sillabe ritmiche. Egli gioiva; quella spontanea improvvisa agitazion poetica gli dava un iesprimibile diletto. Egli ascoltava in sé medesimo que' suoni, compiacendosi delle ricche imagini, degli epiteti esatti, delle metafore lucide, delle armonie ricercate, delle squisite combinazioni di iati e di dieresi, di tutte le più sottili raffinatezze che variavano il suo stile e la sua metrica, di tutti i misteriosi artifizii dell'endecasillabo appresi dagli ammirabili poeti del XIV secolo e in ispecie dal Petrarca. La magia del verso gli soggiogò di nuovo lo spirito; e l'emistichio sentenziale d'un poeta contemporaneo gli sorrideva singolarmente. - «Il Verso è tutto.»
Il verso è tutto. Nella imitazion della Natura nessuno istrumento d'arte è più vivo, agile, acuto, vario, moltiforme, plastico, obediente, sensibile, fedele. Più compatto del marmo, più malleabile della cera, più sottile d'un fluido, più vibrante di una corda, più luminoso d'una gemma; più fragrante d'un fiore, più tagliente d'una spada, più flessibile d'un virgulto, più carezzevole d'un murmure, più terribile d'un tuono, il verso è tutto e può tutto. (D'Annunzio "Il piacere")
Un pensiero esattamente espresso in un verso perfetto è un pensiero che già esisteva preformato nella oscura profondità della lingua. Estratto dal poeta, seguita ad esistere nella coscienza degli uomini. Maggior poeta è dunque colui che sa discoprire, disviluppare, estrarre un maggior numero di codeste preformazioni ideali. Quando il poeta è prossimo alla scoperta d'uno di tali versi eterni, è avvertito da un divino torrente di gioia che gli invade d'improvviso tutto l'essere. (ibi prec.)
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina. Sal 140,12
Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d’acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all’albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell’esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto, se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti, se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.
Wislawa Szymborska, da Ogni Caso, 1972.
Ero fortunato ad avere ancora mia madre che, occupandosi di me, mi permetteva di protrarre l'adolescenza. Molto fortunato. Ero nato con la camicia: tanto valeva che me la stirasse. (Il conto dell'ultima cena-Andrea Pinketts)
"Sono un clown e faccio raccolta di attimi." (Opinioni di un clown, Boll)
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
Wislawa Szymborska
E la strada magari sarà sempre la stessa. Ma sarà tutto un altro viaggio.
Se sei sorella di Febo, o Delia, ho un incarico per te
Se sei sorella di Febo, o Delia, ho un incarico per te,
cioè di riferire a tuo fratello questa preghiera:
“O Delfico, io ti eressi un tempio in marmo siciliano
e composi per te devoti canti su fragili zampogne.
Ora tu esaudiscimi, e se sei un dio per davvero, Apollo,
insegnami: chi non ha quattrini, dove può pescarli?”
Petronio dal Satyricon
senza troppi giri di parole....si passa al sodo!!
E' piacevole incontrare gli occhi di una persona a cui si è appena fatto un dono.
Jean de la Bruyere
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert
Grande gioia dopo la notizia della liberazione delle due Simone!
Canta il sogno del mondo
Ama
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta.
Dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda
solo il bene.
E del bene degli altri
godi e fai
godere.
Godi del nulla che hai
del poco che basta
giorno dopo giorno:
e pure quel poco
- se necessario –
dividi.
E vai,
vai leggero
dietro il vento
e il sole
e canta.
Vai di Paese in Paese
e saluta
saluta tutti
il nero, l’olivastro
e perfino il bianco.
Canta il sogno del mondo:
che tutti i Paesi
si contendano
d’averti generato.
Davide Maria Turoldo
E' piacevole incontrare gli occhi di una persona a cui si è appena fatto un dono.
Jean de la Bruyere
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert
Senti st'antra. A Ssan Pietro e Marcellino
Ce stanno certe moniche befane,
C'aveveno pe voto er contentino
De maggnà ttutto-quanto co le mane.
Vedi si una forchetta e un cucchiarino,
Si un cortelluccio pe ttajacce er pane,
Abbi da offenne Iddio! N'antro tantino
Leccaveno cor muso com'er cane!
Pio Ottavo però, bona-momoria,
Che vedde una matina quer porcaro,
Je disse: "Madre, e che vò dì sta storia?
Sete state avvezzate ar monnezzaro?!
Che voto! un cazzo. A dio pò dasse groria
Puro co la forchetta e cor cucchiaro".
G.G. Belli, "Tutti i sonetti romaneschi".
E tu vuoi viaggiarle insieme, vuoi viaggiarle insieme ciecamente perché sai che le hai toccato il corpo, il suo corpo perfetto con la mente. (FdA)) - La cosa che più mi piace fare è niente. (WtP) - Ma conosco le coincidenze del 60 notturno, lo prendo sempre per venire da te (RG)La mia Wishlist
"E di tutti i fuochi che muoiono in me
ce n'è uno che brucia come il sole
forse non illumina la mia vita privata
il mio rapporto con le persone
o il mio comportamento verso la società
ma mi dice che la mia anima ha un'ombra."
(Gregory Corso - Il mio trentaduesimo compleanno)
Sai qual è il luogo tra la realtà e il sogno?E' quella linea dove tu ricordi di aver sognato ed è lì che io ti amerò per sempre .
I RAN away from home with the circus,
Having fallen in love with Mademoiselle Estralada,
The lion tamer.
One time, having starved the lions
For more than a day,
I entered the cage and began to beat Brutus
And Leo and Gypsy.
Whereupon Brutus sprang upon me,
And killed me.
On entering these regions
I met a shadow who cursed me,
And said it served me right....
It was Robespierre!
(Edgar Lee Master)
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Ohiohiohi! Qui mi sembra che si sia un po' trascurato il mio grande maledetto amore: Rimbaud.
VOCALI
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io dirò un giorno le vostre origini segrete:
A, nero corsetto villoso delle mosche lucenti
Che ronzano intorno a fetori crudeli,
Golfi d'ombra; E, candori di vapori e di tende,
Lance di fieri ghiacciai, re bianchi, brividi di umbelle;
I, porpore, sangue sputato, riso di belle labbra
Nella collera o nelle ebbrezza penitenti;
U, cicli, vibrazioni divine di mari verdi,
Pace dei pascoli seminati di animali, pace delle rughe
Che l'alchimia scava nelle ampie fronti studiose.
O, Tuba suprema piena di stridori strani,
Silenzi attraversati dai Mondi e dagli Angeli:
- O l'Omega, raggio violetto dei Suoi Occhi!
IL BATTELLO EBBRO
Mentre scendevo per fiumi impassibili,
non mi sentii più guidato dagli alatori:
urlanti Pellirosse li avevan presi per bersagli,
inchiodàtili nudi ai pali multicolori.
Non mi davo pensiero di nessun equipaggio,
portatore di grani fiamminghi o di cotoni inglesi.
Quando con gli alatori finirono quegli strepiti,
i fiumi mi lasciarono scendere dove volessi.
Negli sciacquii furiosi delle maree,
l'altro inverno, più sordo che cervelli di bimbi,
io corsi! E le penisole disormeggiate
non subirono mai gazzarre più trionfali.
La tempesta ha benedetto i miei risvegli marittimi.
Più leggero d'un sughero ho danzato sui flutti
- che dicono eterni voltolatori di vittime-
dieci notti, senza rimpiangere l'occhio èbete dei fari.
Più dolce che ai fanciulli la polpa delle mele acerbe,
l'acqua verde penetrò il mio scafo d'abete
e dalle macchie di vini bluastri e dai vomiti
mi lavò, disperdendo timone ed ancorotto.
E da allora mi son bagnato nel poema
Del mare infuso d'astri e lattescente,
divorando i verdi azzurri dove, fluttuazione livida
ed estatica, un annegato pensoso talora discende;
dove, tingendo a un tratto le azzurrrità, deliri
e ritmi lenti sotto il rutilar della luce,
più forti dell'alcool, più vasti delle nostre lire,
fermentano gli amari rossori dell'amore!
Io so i cieli scoppianti in lampi e le trombe
E le risacche e le correnti; so la sera,
l'alba esaltata come un popolo di colombe,
e ho visto talvolta ciò che l'uomo credette di vedere.
Ho visto il sole basso, maculato di mistici orrori,
illuminare di lunghe coagulazioni violette,
simili ad attori di drammi antichissimi,
i flutti rotolanti lontano i loro brividi d'imposte.
Ho sognato la notte verde dalle nevi abbagliate,
bacio che lentamente saliva agli occhi dei mari,
la circolazione delle linfe inaudite
e il gialloazzurro risveglio dei fòsfori canori.
Per mesi ho seguito, simile a mandre di vacche
Isteriche, il maroso all'assalto degli scogli,
senza pensare che i piedi luminosi delle Marie
potessero forzare il muso agli oceani bolsi.
Ho urtato, sapete? Contro incredibili Floride
Che mischiano ai fiori occhi di pantere dalla pelle
Umana! Arcobaleni tesi come briglie,
sotto l'orizzonte dei mari, a glauchi armenti.
Ho visto fermentare le paludi enormi, nasse
Dove imputridisce tra i giunchi tutto un Leviatano!
Crolli d'acque in mezzo alle bonacce
E le lontananze sprofondanti verso gli abissi!
Ghiacciai, soli d'argento, onde madreperlàcee, cieli di bragia,
orridi incagli in fondo ai golfi bruni
dove serpenti giganti divorati da cimici
cadon dagli alberi contorti con neri profumi!
Avrei voluto mostrare ai fanciulli quelle orate
Del flutto azzurro, quei pesci d'oro, quei pesci canori.
- Schiume di fiori han benedetto le mie fughe
E venti ineffabili m'han dato, a tratti, le ali.
Talora, martire stanco dei poli e delle zone,
il mare, il cui singhiozzo addolciva il mio rullio,
alzava verso di me i suoi fiori d'ombra dalle ventose gialle
e io restavo come una donna in ginocchio,
penisola sballottante sui miei bordi i litigi
e gli escrementi d'uccelli chiassosi dagli occhi biondi,
e vogavo, mentre attraverso i miei fragili cavi
annegati scendevano, a ritroso, a dormire...
ora io, battello perduto sotto i capelli delle anse,
scagliato dall'uragano nell'etere senza uccelli,
io, di cui i Monitori e i velieri delle Anse
non avrebbero ripescata la carcassa ebbra d'acqua;
libero, fumante, montato da nebbie violàcee,
io che foravo il cielo rosseggiante come un muro
che porti, confettura squisita per i buoni poeti,
licheni di sole e mocci d'azzurro;
io che correvo macchiato di lùnule elettriche,
tavola folle, scortato dai neri ippocampi,
quando i lugli facevano crollare a randellate
i cieli oltremarini nelle pévere ardenti;
io che tremavo, sentendo gemere a cinquanta leghe
la foia dei Béhemot e dei Maelstrom densi,
eterno scorridore delle immobilità azzurre,
io rimpiango l'Europa dai vecchi parapetti.
Ho visto arcipelaghi siderali! E isole
I cui deliranti cieli sono aperti al vogatore:
- forse in quelle notti senza fondo tu dormi e t'esilii,
milione d'uccelli d'oro, o futuro Vigore?-
Ma, davvero, ho troppo pianto. Le albe sono strazianti,
ogni luna è atroce ed ogni sole amaro.
L'acre amore m'ha gonfiato di torpori inebrianti.
Oh, esploda la mia chiglia! Oh, ch'io m'inabissi nel mare!
Se desidero un'acqua d'Europa, è la pozzanghera
Nera e fredda dove, verso il crepuscolo aulente,
un bimbo accoccolato, pieno di tristezza, vara
una barchetta fragile come una farfalla di maggio.
Non posso più, o onde, bagnato dai vostri languori,
rapir la scia ai legni che portano cotoni,
né traversar l'orgoglio delle bandiere e delle fiamme,
né nuotar sotto gli occhi orribili dei pontoni.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio, senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio,
ma sul serio a tal punto
che nessuno contro un muro, ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini,
gli uomini di cui non conoscerai la faccia
e morrai sapendo che nulla è più bello,
più vero della vita.
Prendila sul serio,
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli,
ma perchè non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà più sulla bilancia
Nazim Hikmet
Sono un uomo e tutto ciò che è umano mi interessa (Terenzio)
Professore associato della Università della strada
Volontario dell'Impossibile
Angelo della città
Sappi che il mondo intero è uno specchio
e in ogni atomo si trovano cento soli fiammeggianti.
Se tu fendi il cuore di una sola goccia d'acqua,
ne scaturiscono cento puri oceani.
Se tu esamini ciascun grano di polvere,
Mille Adami possono essere scoperti...
Il un seme di miglio è nascosto un universo
tutto è raccolto nel punto presente...
Da ogni punto di tale cerchio
sono tratte forme a migliaia.
E ciascun punto, nel suo ruotare in cerchio
è ora un cerchio, ora una circonferenza che gira.
Mahmud Shabestari
"T'amo senza sapere come, nè quando nè da dove" (P.Neruda)
Love&Peace
"forse mia cara maestra non ha capito..è amore mio infinito.." Bugo&Viola
Mi tengo a quest'albero
mutilato
abbandonato in questa dolina
che ha il languore
di un circo
prima o dopo lo spettacolo
e guardo
il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
in un'urna d'acqua
e come una reliquia
ho riposato
L'Isonzo scorrendo
mi levigava
come un suo sasso
Ho tirato su
le mie quattr'ossa
e me ne sono andato
come un acrobata
sull'acqua
Mi sono accoccolato
vicino ai miei panni
sudici di guerra
e come un beduino
mi sono chinato a ricevere
il sole
Questo è l'Isonzo
e qui meglio
mi sono riconosciuto
una docile fibra
dell'universo
Il mio supplizio
è quando
non mi credo
in armonia
Ma quelle occulte
mani
che m'intridono
mi regalano
la rara
felicità
Ho ripassato
le epoche
della mia vita
Questi sono
i miei fiumi
Questo è il Serchio
al quale hanno attinto
duemil'anni forse
di gente mia campagnola
e mio padre e mia madre
Questo è il Nilo
che mi ha visto
nascere e crescere
e ardere dell'inconsapevolezza
nelle estese pianure
Questa è la Senna
e in quel torbido
mi sono rimescolato
e mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumi
contati nell'Isonzo
Questa è la mia nostalgia
che in ognuno
mi traspare
ora ch'è notte
che la mia vita mi pare
una corolla
di tenebre