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- piccola ribelle
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Joachim scosse il capo. Dopo un po’ si tolse il termometro dalla bocca e lo esaminò dicendo:
“Eh, quando vi si presta attenzione, il tempo passa molto adagio. Questa prova, quattro volte al giorno, mi piace assai, poiché ci si accorge che cosa sia realmente un minuto o magari sette,…mentre non si sa come ammazzare i giorni della settimana.”
“Tu dici realmente. Non puoi dire realmente” obiettò Castorp. Stava seduto con una gamba sulla ringhiera, e aveva il bulbo degli occhi segnato da venine rosse. “Il tempo non è mai reale. Se ti sembra lungo, vuol dire che è lungo, se ti sembra breve, è breve, ma quanto sia lungo o breve in realtà, non lo sa nessuno.” Non era punto avvezzo a filosofare, eppure sentiva il bisogno di farlo.
Joachim era contrario.
“Che dici? Ma no. Se lo misuriamo! Abbiamo orologi e calendari, e quando passa un mese, è passato per me, per te e per tutti.”
“Sta attento” disse Castorp e si portò persino l’indice accanto agli occhi cupi. “Quando ti provi la temperatura un minuto è lungo come sembra a te, vero?”
“Un minuto è lungo…..un minuto dura quel tanto che la lancetta dei secondi impiega a compiere un giro.”
“Ma impiega tempi molto diversi…..per il nostro sentire! In effetti…dico, in effetti” ripeté Castorp, premendo l’indice contro il naso così forte da spostarne la punta “questo è un movimento, un moto nello spazio, no? Un momento, aspetta! Noi dunque misuriamo il tempo con lo spazio. Però è lo stesso che voler misurare lo spazio col tempo….come fanno coloro che di scienza non s’intendono. Da Amburgo a Davos ci sono venti ore….già, con la ferrovia. Ma a piedi quant’è? E col pensiero? Nemmeno un secondo.”
“Senti un po’” disse Joachim “che cos’hai? Mi pare che qui da noi ti comincia a girare…”
“Taci! Oggi ho il pensiero acuto. Che cosa è mai il tempo?” domandò Castorp spingendo in fuori la punta del naso con tanta forza che diventò bianca ed esangue. “Me lo sai dire? Lo spazio lo percepiamo coi nostri organi, coi sensi della vista e del tatto. Bene. Ma quale è l’organo del tempo? Me lo vuoi indicare? Vedi, ora sei con le spalle al muro. D’altronde come facciamo a misurare una cosa della quale, a rigore, non sappiamo dire niente di niente, indicare nemmeno una qualità? Noi diciamo: il tempo trascorre. Sta bene, lasciamolo trascorrere. Ma per poterlo misurare…Ecco, per essere misurabile dovrebbe trascorrere uniformemente, e dov’è scritto che lo fa? Per la nostra coscienza non lo fa, noi per motivi di ordine superiore poniamo soltanto che lo faccia, e le nostre misure, scusami, sono soltanto convenzionali…”
La montagna incantata - Thomas Mann
“Eh, quando vi si presta attenzione, il tempo passa molto adagio. Questa prova, quattro volte al giorno, mi piace assai, poiché ci si accorge che cosa sia realmente un minuto o magari sette,…mentre non si sa come ammazzare i giorni della settimana.”
“Tu dici realmente. Non puoi dire realmente” obiettò Castorp. Stava seduto con una gamba sulla ringhiera, e aveva il bulbo degli occhi segnato da venine rosse. “Il tempo non è mai reale. Se ti sembra lungo, vuol dire che è lungo, se ti sembra breve, è breve, ma quanto sia lungo o breve in realtà, non lo sa nessuno.” Non era punto avvezzo a filosofare, eppure sentiva il bisogno di farlo.
Joachim era contrario.
“Che dici? Ma no. Se lo misuriamo! Abbiamo orologi e calendari, e quando passa un mese, è passato per me, per te e per tutti.”
“Sta attento” disse Castorp e si portò persino l’indice accanto agli occhi cupi. “Quando ti provi la temperatura un minuto è lungo come sembra a te, vero?”
“Un minuto è lungo…..un minuto dura quel tanto che la lancetta dei secondi impiega a compiere un giro.”
“Ma impiega tempi molto diversi…..per il nostro sentire! In effetti…dico, in effetti” ripeté Castorp, premendo l’indice contro il naso così forte da spostarne la punta “questo è un movimento, un moto nello spazio, no? Un momento, aspetta! Noi dunque misuriamo il tempo con lo spazio. Però è lo stesso che voler misurare lo spazio col tempo….come fanno coloro che di scienza non s’intendono. Da Amburgo a Davos ci sono venti ore….già, con la ferrovia. Ma a piedi quant’è? E col pensiero? Nemmeno un secondo.”
“Senti un po’” disse Joachim “che cos’hai? Mi pare che qui da noi ti comincia a girare…”
“Taci! Oggi ho il pensiero acuto. Che cosa è mai il tempo?” domandò Castorp spingendo in fuori la punta del naso con tanta forza che diventò bianca ed esangue. “Me lo sai dire? Lo spazio lo percepiamo coi nostri organi, coi sensi della vista e del tatto. Bene. Ma quale è l’organo del tempo? Me lo vuoi indicare? Vedi, ora sei con le spalle al muro. D’altronde come facciamo a misurare una cosa della quale, a rigore, non sappiamo dire niente di niente, indicare nemmeno una qualità? Noi diciamo: il tempo trascorre. Sta bene, lasciamolo trascorrere. Ma per poterlo misurare…Ecco, per essere misurabile dovrebbe trascorrere uniformemente, e dov’è scritto che lo fa? Per la nostra coscienza non lo fa, noi per motivi di ordine superiore poniamo soltanto che lo faccia, e le nostre misure, scusami, sono soltanto convenzionali…”
La montagna incantata - Thomas Mann
- orsomarso
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Pensò distrattamente a come sarebbe stato bello comprare una stecca intere di quelle stesse Lucky Strike e appiccarvi fuoco con una fiamma ossidrica. Pensò a come sarebbe stato bello prendersi una sbornia. Sarebbe stato giusto il momento peggiore per ubriacarsi e in questo si riproponeva un' altra legge inflessibile della vita: Quando hai veramente bisogno di ubriacarti, è sempre quando non te lo puoi assolutamente permettere.
Cose Preziose (Stephen King)
Cose Preziose (Stephen King)
Forse la giovinezza è solo questo perenne amare i sensi e non pentirsi. (S.PENNA)
"Quando si pensa che con questa carta si può ammazzare un uomo con più facilità che se si attendesse all'angolo di un bosco per assassinarlo. Ho sempre avuto più paura di una bottiglia di inchiostro, di una penna e di un calamaio, che non di una spada o di una pistola."
A. Dumas, Il Conte di Montecristo
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Nessuno avrebbe indovinato, guardando asso Merril percorrere con bullesca indolenza la Main Street, che era un uomo afflitto da un problema disperato. Era un problema in cui in certa misura si sarebbe potuto identificare Buster keeton, nel senso che Asso doveva a certi individui una grossa somma di denaro. Ben più di ottantamila dollari, per la precisione. Ma, alla peggio, i creditori di Buster avrebbero potuto farlo finire in prigione, mentre, nel caso di Asso, se non si fosse preparato alla svelta i quattrine, diciamo entro il primo di novembre, i suoi creditori lo avrebbero probabilmente fatto finire sotto terra. Le persone che Asso Merril aveva terrorrizzato in passato, come Teddy Duchamp, Crhis Chambers e Vrnio Tessio, lo avrebbero riconosciuto all' istante nonostante i capelli grigi.
Cose Preziose - Stephen King.
I tre nomi li ho messi in grassetto. A qualcuno, soprattutto a quelli che hanno letto(o visto il film) STAND BY ME, ricordano qualcosa?
Cose Preziose - Stephen King.
I tre nomi li ho messi in grassetto. A qualcuno, soprattutto a quelli che hanno letto(o visto il film) STAND BY ME, ricordano qualcosa?
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- piccola ribelle
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D’altra parte, si può scrivere senza necessità di chiederci perché si scrive. Uno scrittore, che contempla la sua penna che traccia le lettere, ha il diritto di interromperla per dirle: Fermati! Che cosa sai di te stessa? Con che scopo continui ad avanzare? Possibile che non ti accorga che il tuo inchiostro non lascia traccia? Cha avanzi senza badare a nulla, anche nel vuoto, e che se non t’imbatti in qualche ostacolo è perché non hai mai lasciato il punto di partenza? E tuttavia scrivi scrivi senza riposo, facendomi scoprire quello che ti detto e rivelandomi quello che so. Gli altri, leggendo, ti arricchiranno con quello che ti tolgono e ti daranno quello che tu insegni loro. Ora, quello che non hai fatto, lo hai fatto; quello che non hai scritto è scritto: tu sei condannata all’indelebile, al non cancellabile.
Maurice Blanchot
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Sorridendo il signor Gaunt disse: "Scusa. ogni anni divento un pò più svanito. Mi sa che ho appena cercato di darti la mia cena, Asso!"
"La cena", ripetè Asso con un filo di voce.
"Eh, già". La grossa unghia gialla del pollice affondò nel pelo chiaro che ricopriva il ventre del topo. Un attimo dopo gli intestini cominciarono a scivolargli nel palmo privo di rughe. Prima che Asso potesse vedere altro, il signo Gaunt si era girato e stava chiudendo la porta che dava nel vicolo. "Ma dove ho messo quel formaggio...?"
Stephen King - Cose Preziose
"La cena", ripetè Asso con un filo di voce.
"Eh, già". La grossa unghia gialla del pollice affondò nel pelo chiaro che ricopriva il ventre del topo. Un attimo dopo gli intestini cominciarono a scivolargli nel palmo privo di rughe. Prima che Asso potesse vedere altro, il signo Gaunt si era girato e stava chiudendo la porta che dava nel vicolo. "Ma dove ho messo quel formaggio...?"
Stephen King - Cose Preziose
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Il libro che stavo leggendo era quello che avevo preso in biblioteca per sbaglio. Mi avevano dato un libro sbagliato, e io non me n’ero accorto finché non ero tornato in camera mia. Mi avevano dato “La mia Africa” di Isak Dinesen. Io credevo che fosse una porcheria, e invece no. Era un libro bellissimo. Io sono di un’ignoranza crassa, ma leggo a tutto spiano. Il mio scrittore preferito è mio fratello D.B., e al secondo posto viene Ring Lardner. Mio fratello mi aveva regalato un libro di Ring Lardner per il mio compleanno, poco prima che andassi a Pencey. C’erano quelle commedie buffe, balorde, e poi c’era soltanto un racconto su quel metropolitano che si innamora di quella ragazza tanto carina che va sempre in macchina a tutta birra. Solo che lui è sposato, il metropolitano, sicché non può sposarla né niente. Poi la ragazza finisce che a forza di andare sempre a tutta birra si ammazza. Questa storia a momenti mi lasciava secco. I libri che mi piacciono di più sono quelli che almeno ogni tanto sono un po’ da ridere. Leggo un sacco di classici, come “Il
ritorno dell’indigeno” e via discorrendo, e mi piacciono, e leggo un sacco di libri di guerra e di gialli e via discorrendo, ma non è che mi lascino proprio senza fiato. Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però. Chiamerei volentieri Isak Dinesen. E Ring Lardner, se D.B. non mi avesse detto che è morto. Ma prendete quel libro, quello “Schiavo d’amore” di Somerset Magham. L’ho letto l’estate scorsa. È un libro abbastanza bello e tutto quanto, ma non mi verrebbe mai in mente di chiamare al telefono Somerset Maugham. Non so. È che non è il tipo che mi verrebbe di chiamare al telefono, ecco tutto.
Il giovane Holden - J.D. Salinger
ritorno dell’indigeno” e via discorrendo, e mi piacciono, e leggo un sacco di libri di guerra e di gialli e via discorrendo, ma non è che mi lascino proprio senza fiato. Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però. Chiamerei volentieri Isak Dinesen. E Ring Lardner, se D.B. non mi avesse detto che è morto. Ma prendete quel libro, quello “Schiavo d’amore” di Somerset Magham. L’ho letto l’estate scorsa. È un libro abbastanza bello e tutto quanto, ma non mi verrebbe mai in mente di chiamare al telefono Somerset Maugham. Non so. È che non è il tipo che mi verrebbe di chiamare al telefono, ecco tutto.
Il giovane Holden - J.D. Salinger
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Leland Gaunt guardava la Main Street dalla vetrina con un sorriso dolce sulle labbra. La detonazione in Ford Street giunse indebolita dalla distanza, ma il suo udito era fine e la sentì.
Il suo sorriso si accentuò un poco.
Tolse dalla vetrina l' avviso che informava che riceveva solo per appuntamento, e ne appese un altro. C' era scritto:
CHIUSO A TEMPO INDETERMINATO
"Adesso ci divertiremo", mormorò Leland Gaunt. "Sissirissisignore."
Cose Preziose - Stephen King
Il suo sorriso si accentuò un poco.
Tolse dalla vetrina l' avviso che informava che riceveva solo per appuntamento, e ne appese un altro. C' era scritto:
CHIUSO A TEMPO INDETERMINATO
"Adesso ci divertiremo", mormorò Leland Gaunt. "Sissirissisignore."
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Si era messo in affari molti anni prima, come venditore ambulante, nelle brulle distese di una terra lontana, un venditore che portava in spalla le sue merci, un venditore che sopraggiungeva di solito al cadere delle tenebre e sempre era scomparso allo spuntare del giorno seguente, dopo aver lasciato dietro di sè spargimenti di sangue, orrore e disperazione. Anni dopo, in Europa, nel dilagare della peste e fra l' andirivieni dei carretti carichi di morti, era andato di città in città e di paese in paese su un carro trainato da un cavallo bianco magro come una lama, con terribili occhi fiammeggianti e la lingua nera come il cuore di un assassino. Aveva venduto le sue merci dal carro....scomparendo prima che i suoi clienti, che pagavano con piccole monete irregolari e qualche volta in natura, si rendessero contodi cosa avevano veramente acquistato.
Cose Preziose - Stephen King
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Fa pandant con:
'I libri ci spiegano le cose, la vita invece no' (Jules Barnes, 'Il pappagallo di Flaubert')

'I libri ci spiegano le cose, la vita invece no' (Jules Barnes, 'Il pappagallo di Flaubert')


Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
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"Asso!" disse il signor Gaunt. "Appena in tempo."
"Ho bisogno di una pistola", esordì senza preamboli Asso. "E anche un pò di quella robina giusta, se ne ha ancora."
"Sì, sì.... a suo tempo. Ogni cosa a suo tempo. Aiutami con questo tavolo, Asso."
"Vado ad ammazzare Pangborn", annunciò Asso. "Mi ha fregato il tesoro e io vado a farlo fuori."
Il signor Gaunt lo fissò con lo sguardo giallo e spietato di un gatto che fa la posta al topo....e in quel momento Asso si sentì esattamente come un topo. "Non sprecare il mio tempo raccontandomi cose che so già", lo redarguì. "Se vuoi il mio aiuto, Asso, aiuta me."
Asso afferrò un bordo del tavolo e aiutò il signor Gaunt a trasferirlo nel retrobottega. Poi Gaunt si chinò e raccolse un cartello appogiato alla parete.
QUESTA VOLTA SONO VERAMENTE CHIUSO
diceva l'avviso. Lo appese alla porta prima di chiudere. Stava già bloccando la serratura prima che Asso si rendesse conto di non aver visto niente che sostenesse il cartello: nessuna puntina, nastro adesivo o altro. Stava su da solo.
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"Ho bisogno di una pistola", esordì senza preamboli Asso. "E anche un pò di quella robina giusta, se ne ha ancora."
"Sì, sì.... a suo tempo. Ogni cosa a suo tempo. Aiutami con questo tavolo, Asso."
"Vado ad ammazzare Pangborn", annunciò Asso. "Mi ha fregato il tesoro e io vado a farlo fuori."
Il signor Gaunt lo fissò con lo sguardo giallo e spietato di un gatto che fa la posta al topo....e in quel momento Asso si sentì esattamente come un topo. "Non sprecare il mio tempo raccontandomi cose che so già", lo redarguì. "Se vuoi il mio aiuto, Asso, aiuta me."
Asso afferrò un bordo del tavolo e aiutò il signor Gaunt a trasferirlo nel retrobottega. Poi Gaunt si chinò e raccolse un cartello appogiato alla parete.
QUESTA VOLTA SONO VERAMENTE CHIUSO
diceva l'avviso. Lo appese alla porta prima di chiudere. Stava già bloccando la serratura prima che Asso si rendesse conto di non aver visto niente che sostenesse il cartello: nessuna puntina, nastro adesivo o altro. Stava su da solo.
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"Tu non mi dici NIENTE!" gli urlò il signor Gaunt dal basso. Fra i denti scomposti come vecchie lapidi in un cimitero trascurato, la sua lingua guizzò biforcuta come la lingua di un serpente. "Io ti dico a te TUTTO" Chiudi il becco quando sei in compagnia di gente più anziana e migliore dite, Asso! Chiudi il becco e apri le orecchie! Chiudi il becco e apri le orecchie! CHIUDI IL BECCO E APRI LE ORECCHIE!"
Si fece ruotare Asso due volte sopra la testa come un lottatore di luna park che fa fare l' elica a un malcapitato avversario e lo scagliò contro il muro. Allo schianto della testa contro l' intonaco, Asso sentì l' esplosione di un vasto fuoco artificiale al centro dl cervello. Quando si schiarì la vista, trovò Leland Gaunt nell' atto di lanciarglisi addosso. Il suo volto era un orrore di occhi e di denti e sbuffi di vapore.
"No!" Urlò Asso."No, signor Gaunt, la prego! NO!"
Le mani erano diventate artigli, in pochi istanti le unghie erano diventate lunghe e affilate.....O erano sempre state così? Balbettò la mente di Asso. Forse erano così anche prima e tu non te ne sei mai accorto.
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Si fece ruotare Asso due volte sopra la testa come un lottatore di luna park che fa fare l' elica a un malcapitato avversario e lo scagliò contro il muro. Allo schianto della testa contro l' intonaco, Asso sentì l' esplosione di un vasto fuoco artificiale al centro dl cervello. Quando si schiarì la vista, trovò Leland Gaunt nell' atto di lanciarglisi addosso. Il suo volto era un orrore di occhi e di denti e sbuffi di vapore.
"No!" Urlò Asso."No, signor Gaunt, la prego! NO!"
Le mani erano diventate artigli, in pochi istanti le unghie erano diventate lunghe e affilate.....O erano sempre state così? Balbettò la mente di Asso. Forse erano così anche prima e tu non te ne sei mai accorto.
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In fondo è una curiosa faccenda questo acclimarsi in un luogo nuovo, questo sia pure faticoso adattamento, questa assuefazione, alla quale uno si sottopone quasi per amore di essa e con la precisa intenzione di abbandonarla, appena sia terminata o almeno poco dopo, e di ritornare alle condizioni di prima. La si inserisce come interruzione o intermezzo nel corso principale della vita e precisamente a scopo di “ricreazione”, vale a dire di un rinnovante, sconvolgente esercizio dell’organismo che era in pericolo e già sul punto di viziarsi, d’infiacchire, di intorpidirsi nella disarticolata monotonia della vita quotidiana. Ma da che dipende questo rilassamento, questo intorpidimento, quando da troppo tempo la norma non sia stata sospesa? Non tanto dalla stanchezza fisico-psichica e dal logorio a causa delle esigenze della vita (qui basterebbe il riposo come rimedio ricostituente); ma piuttosto da un fatto psichico, dall’esperienza del tempo, che nell’ininterrotta uniformità rischia di andar perduta, ed è così affine e legata al sentimento stesso della vita che l’una non può affievolirsi senza che anche l’altro non sia miseramente pregiudicato. Intorno alla natura della noia circolano varie opinioni errate. In complesso si crede che il fatto di essere interessante e la novità del contenuto “facciano passare”, cioè accorcino il tempo, mentre il vuoto e la monotonia ne rallentino e ostacolino il corso. Ciò non è punto esatto. Può darsi che la monotonia e il vuoto allunghino e rendano “noiosi” il momento e l’ora, ma i grandi e grandissimi periodi di tempo li accorciano e volatilizzano addirittura fino all’annullamento. Viceversa un contenuto ricco e interessante può certo abbreviare e sveltire l’ora e magari anche il giorno, ma portato a misure più vaste conferisce al corso del tempo ampiezza, peso, solidità, di modo che gli anni pieni di avvenimenti passano più adagio di quelli poveri, vuoti, leggeri che il vento sospinge e fa dileguare.
La montagna incantata Thomas Mann
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Asso tornò indietro nel tempo. Tornò indietro fino al giorno in cui, molti anni prima, quattro mocciosi avevano ingannato lui e i suoi amici (erano tempi in cui asso aveva degli amici, aveva quantomeno un' apprezzabile approssimazione di amici), soffiandogli qualcosa a cui teneva. In seguito avevano preso uno di quei mocciosi, Gordie LaChance, e gliele avevano suonate di santa ragione, ma avergli impartito la lezione che meritava poco conforto poteva dargli oggi al pensiero che LaChance era uno scrittore di successo, ora stabilitosi in un' latra parte dello stato, probabilmente ricco abbastanza da pulirsi il c
o con bilgietti da dieci dollari. Fatto sta che i mocciosi avevano vinto e da allora nulla era stato più lo stesso per Asso.
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«Qual è la peggior bugia che può raccontare un presidente?
“Non ho mai avuto rapporti sessuali con la signorina Lewinsky.”
Oppure...
“Quell’uomo possiede armi di distruzione di massa - le armi più micidiali al mondo - che costituiscono una minaccia diretta per gli Stati Uniti, per il nostro popolo, per i nostri amici e alleati.”
Una di queste bugie ha fatto sì che un presidente venisse incriminato. L’altra, non solo ha permesso al bugiardo di turno di fare la guerra che voleva, ma ha anche fatto guadagnare un mucchio di soldi ai suoi amici, e gli ha virtualmente garantito la vittoria alle prossime elezioni.»
"Ma come hai ridotto questo paese?" - Michael Moore
“Non ho mai avuto rapporti sessuali con la signorina Lewinsky.”
Oppure...
“Quell’uomo possiede armi di distruzione di massa - le armi più micidiali al mondo - che costituiscono una minaccia diretta per gli Stati Uniti, per il nostro popolo, per i nostri amici e alleati.”
Una di queste bugie ha fatto sì che un presidente venisse incriminato. L’altra, non solo ha permesso al bugiardo di turno di fare la guerra che voleva, ma ha anche fatto guadagnare un mucchio di soldi ai suoi amici, e gli ha virtualmente garantito la vittoria alle prossime elezioni.»
"Ma come hai ridotto questo paese?" - Michael Moore