



Moderatori: liberliber, -gioRgio-, vanya
vero. però "politicamente", visto che quella legge è già passata attraverso un referendum, nessuna maggioranza parlamentare si prenderebbe la responsabilità di modificarla radicalmente senza un passaggio "popolare" (qui , naturalmente, parlo accettando il presupposto che l'italia è un paese normale, con una maggioranza parlamentare "normale", che fa politica e non altro...)Per toccare la legge sull'aborto non c'è ovviamente bisogno del referendum. Può tranquillamente abrogarla o modificarla anche radicalmente il Parlamento.
Per come funziona il referendum in Italia, mi sembra estremamente improbabile che una maggioranza parlamentare sia disposta anche a raccogliere le firme per indire un referendum abrogativo della legge che essa stessa ha votato.nessuna maggioranza parlamentare si prenderebbe la responsabilità di modificarla radicalmente senza un passaggio "popolare"
E' proprio quello che volevo dire nell'intervento precedente.shandy ha scritto: e' chiaro che se la maggioranza degli italiano votasse no a questo referendum o, peggio ancora, si astenesse, aprirebbe le porte ad una modifica della legge 194. a questo punto il parlamento si sentirebbe autorizzato dal disinteresse della gente alla questione a rispondere con la modifica della legge
A questo proposito, Berlusconi come votera'? Non si sa. Alcune voci dicono che egli sia per l'astensione, ma ambienti vaticani gli abbiano consigliato di non farlo sapere per non ottenere l'effetto opposto, tipo Craxi nel 1991 sul referendum sulla preferenza unica.Il fatto che Rutelli sia per l'astensione mi pare un motivo ulteriore per andare a votare
no no, non ho citato nessuno, l'ho messo così perché suonava meglioTyL ha scritto:P.S. Visto che lo hai virgolettato, sono curioso di sapere chi ha detto di Corso che "tanto è un fanatico"
Il mio timore (che e' cosa inferiore alla paura), o se preferisci, "preoccupazione", e' che l'esito di questo referendum possa essere usato per modificare in parlamento un'altra legge, che io considero tutto sommato buona e che fu gia' difesa dalla maggioranza degli italiani nel referendum del 1981.Perché vi fa tanta paura l'eventuale messa in discussione della legge sull'aborto?
Se venisse rimessa in discussione, non ci si dovrebbe preoccupare se la maggior parte degli italiani continua a considerarla buona.Marcello ha scritto:"preoccupazione", e' che l'esito di questo referendum possa essere usato per modificare in parlamento un'altra legge, che io considero tutto sommato buona e che fu gia' difesa dalla maggioranza degli italiani nel referendum del 1981
forse dicendo che qui non si parla di aborto volevo dire esattamente il contrario, ...pensateci bene, se vincono i no o gli astensionisti che senso avrà affermare che l'embrione ha dignità di essere umano e che la sua dignità e i suoi diritti superano quelli della madre e poi dopo 4 mesi se si scopre che è malformato dare la possibilità alla madre ( alla quale prima non si è data la facoltà di decisione) di abortire lo stesso embrione che prima si è assolutamente protetto fino al punto di impiantarlo nell'utero contro ogni senso logico?.....Sapphire78 ha scritto:Non sono d'accordo; qui-è vero- siamo chiamati a decidere se modificare o meno la legge quaranta...ma, come diceva Fassino stasera allo speciale di La7, sarebbe quanto meno auspicabile che i fautori del no e dell'astensionismo dicessero a chiare lettere che le loro posizioni e alcuni articoli della legge quaranta non sono una premessa alla messa in discussione nella legge n. 194/1978.
Ditino indemoniato mode ON Polemica per polemica, vorrei tanto sapere quali scambi di "favori" ci siano stati tra questo governo e l'elettorato (o chi consiglia l'elettorato) cattolico militante prima delle ultime elezioni nazionali...Ditino indemoniato mode off
a parte alcuni punti che non condivido (ad es. la posizione in cui saremmo messi come cattolici eccetera - chissenefrega, IMHO - per non parlare del discorso sulle religioni altrui e la nostra cultura...), la segnalo per dire che non è che i cattolici si muovano alla fine in maniera così compatta (rimanendo sempre cmq il libero arbitrio della coscienza individuale come altrove ricordato).Anche noi cattolici dell' ACRI -Associazione Cattolici Razionali
Italiani- vogliamo unire la nostra voce a quella dei tanti parroci che
hanno deciso di dichiararsi a favore del voto al referendum del 12 e 13
Giugno.
Concordiamo infatti nel ritenere che durante gli ultimi anni la CEI
(Conferenza Episcopale Italiana) si sia allontanata sempre più dalla
realtà di noi cattolici italiani, estremizzando le spinte che rivolge
alla società in modo che ci pare sempre meno coerente con gli
insegnamenti dei Vangeli.
Riteniamo che l'indicazione espressa dalla CEI di disertare il voto
porrebbe noi cattolici ad occupare una posizione alquanto difficile da
sostenere nei prossimi tempi, in cui ci troveremo a dover difendere la
nostra cultura, come peraltro paventato dalla stessa CEI, dagli attacchi
di religioni fondamentaliste.
Noi cattolici italiani non siamo e NON VOGLIAMO PASSARE PER
FONDAMENTALISTI; pertanto accetteremo il confronto democratico del
referendum come legittimo strumento di un'Italia che deve essere libera
di potersi esprimere in coscienza.
Per quanto riguarda le preferenze da esprimere sui quattro punti non
vogliamo esprimere indicazioni, lasciando che ognuno voti secondo quanto
suggerito dalla propria coscienza di persona, non solo cattolica, ma
anche italiana.
Il 12 e 13 Giugno non lasciamo che la nostra voce cada
nell'indifferenza: presentiamoci alle urne forti della nostra fede e con
l'orgoglio di essere italiani.
Il Consiglio ACRI
Associazione Cattolici Razionali Italiani
Codice: Seleziona tutto
La Federazione dei Liberali ha denunciato il Presidente del Senato Marcello Pera per istigazione all'astensione (riguardo al referendum sulla fecondazione assistita).
Il riferimento normativo e' a una legge (art.98 della 361/1957) che stabilisce sanzioni penali per chiunque, investito di pubblico potere o funzione civile, abusi delle proprie attribuzioni per indurre gli elettori all'astensione.