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Ultima modifica di silviazza il gio mar 04, 2004 3:41 pm, modificato 1 volta in totale.


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storia
dalla lontana infanzia
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In una città piena di casoni, un mattino d'estate, il sole non era ancora sorto, e ancora non si faceva colazione, ma la gente rideva e una ragazza camminava.
Pablo era sveglio e guardava fuori attraverso la grata, incazzato nero, ma vide la ragazza e la chiamò, urlando a squarciagola.
Lei si girò con serio cipiglio, strabuzzò gli occhi e in silenzio continuò a camminare.
Pablo si chiese: "chi sarà mai?", ma non ebbe il coraggio di seguire la ragazza.
Chiudendo gli occhi sentì un profumo di mela selvatica che gli rammentò quel giorno di cui nessuno parlava, perché era successo che qualcuno aveva commesso un terribile colpo di stato e Pablo era al bar sotterraneo dove stava bevendo una birra rossa corretta con assenzio e fu immediatamente arrestato da poliziotti armati di dolci sorrisi.
"Che state facendo?"
Essi dissero che la ragazza sarebbe stata disposta a darla via gratis in cambio di biglie piccole coloratissime; nel mentre arrivò un vecchio e "Pablo scappa via!".
Ma una distrazione gli fece capire che per anni aveva creduto potesse essere la svolta: non era Pablo! Aveva ormai dimenticato suo fratello gemello morto anni prima, almeno così credeva prima di vedere riflessa negli occhi di chi stava osservando in silenzio accanto a lui il suo sangue ed ebbe paura di morire.
Improvvisamente ebbe un’idea: diede un calcio ad una bottiglia di wodka russa che fece trasalire il barista greco. Egli scoprì allora il potere dello gnocco fritto nutellato snutellando il barista che subito inveì “Cosa stai facendo? “ senza però riuscire a farlo smettere. I poliziotti allora rinunciarono e lo riempirono di mazzate. Allora la ragazza, presa dal panico, si mise a fare meditazione trascendentale, ma era troppo buio e non resistette. Si addormentò.
Sognò di essere un piccolo pettirosso appollaiato sul pericoloso cappello del poliziotto e iniziò a soffrire di sonnambulismo ma, senza sapere che via prendere, camminò verso il suo sogno e capì di essere sulla strada giusta per Nutella City: una città sacra dove tutto era costruito con Nutella e gli abitanti erano delle meringhe, ma nere di un nero caffè.
Erano minacciati da un enorme cucchiaio che pendeva sopra la dolcissima città, rischiando di far incetta di Nutella e omini di una crema pasticcera. Ma la salvezza arrivò all'improvviso perché il cucchiaio, un "fornuft" ikea, decise di andare a Cremecaramel City, ormai stanco della scorpacciata di Nutella.
La ragazza allora, dopo questo incubo, andò da Pablo, che nel frattempo era all'ospedale, portandogli in regalo un vasetto di Nutella formato gigante, ma Pablo rifiutò di riceverla perché lo facevano digiunare.
La ragazza già aveva mal di pancia, ma voleva farsi notare da quel Pablo, che ormai si stava riprendendo. Avrebbe voluto essere coccolato dalla ragazza, una farfalla gigante, la dolce Elena, dagli occhi viola e dal sorriso bellissimo e intrigante sbaffato di Nutella, che Pablo avrebbe sempre voluti seguire se solo avesse di nuovo potuto ricordarsi di lei.
Ma Elena non poteva certo immaginare che la notte sarebbe stata così buia e tempestosa, d'altra parte, riflettendoci più attentamente, si accorse che non tutto il male che aveva lasciato dietro di sé era visto con occhi inflessibili da chi voleva invece guardare oltre la porta che si apriva su di un cuore che batteva forte per il Milan. Ma Pablo era interista da secoli e stoicamente sopportava tutta la sfortuna che, come Paperino, lo accompagna da anni e anni, davvero TROPPI anni per considerare ciò frutto del caso e non degli squallidi giochetti dei servizi segreti. Così decise che sarebbe stato meglio dare una nuova opportunità alla bella Elena che non vedeva l’ora di fare una crostata con la nutella, mela e cannella. Pablo era allergico a questo tipo di crostate miste, allergico alle novità, per cui Elena allora cambiò ricetta e così inventò una nuova torta semplice al gelato al gusto di maionese, Nutella, peperonata.” Ma che schifo”, disse Pablo inorridito, “credo proprio che andrò al ristorante”. Ma la scena non piacque a Carmen l’infermiera che decise di somministrargli immediatamente un clistere allo zenzero provocandogli un immenso attacco di diarrea, lunghissimo turbinio intestinale che lo fece letteralmente andare su tutte le furie che sfogò sbrodolando la malefica infermiera soffocandola sotto un conato di vomito.
Pablo ripresosi disse"Dov'é Elena?"
Elena era altrove e stava pensando ad altro. Triste destino, Pablo - dopo tutto sei interista - si stava disperando...e tristemente rimpiangendo i bei momenti - ad una nuova partita - pensó disperato, ma inspiegabilmente speranzoso disse: "Domenica vado a vedere la partita dell'Inter, potrebbe miracolosamente vincere, non sia mai...la speranza é sempre l'ultima a dover morire."
Pablo invitò Elena a vedere la partita, ma lei si ricordò di avere deciso di fare la pasta pasticciata..." Ho fameeeeeee!!" gridò" mi prende una voglia di cioccolato indescrivibile, vorrei tanto un uovo di cioccolato fondente Lindt".
"Forse é meglio pensare ad altro, anche perché adesso é ora di darsi finalmente una calmata” disse Pablo. Così prese la palla al balzo ma poi scivolò per terra e cadde sulla Nutella Ploff tutto appiccicoso si avvicinò al lavandino e prese a lavarsi bene poi si asciugò o almeno voleva, ma l'asciugamano era sporco di peli di pantegana che chissà perché erano finiti lì qualche secondo prima.
Pablo disse: "Mistero!", cantando come Ruggeri, "Elena, dimmelo dimmelo: sei mia o mi sto sbagliando?"
Elena rispose "Oh, caro Pablo dolce cucciolone interista, io tifo Milan, quindi te lo scordi".
Pablo rimase sbigottito: "Ma sei str#n*a !!! Dunque quella torta era molto allucinogena, ma la Nutella ti ridarà senno, perso come Orlando furioso senza la Durlindana, mitica spada, altro che Excalibur, la cugina nordica".
Elena stizzita rispose: "Sfigato interista ma cosa cavolo dici? Se proprio uno stupido. Non ti voglio amare perché tu sei interista! Vattene" e puzzi anche!"
Pablo disperato cercò un posto dove buttarsi di sotto ma trovò solo un pezzo di marciapiede troppo basso. Andò alla stazione, saltò sul treno e comprò un pezzo di focaccia. Ripensò alla Nutella e alla bella milanista che gli diede un duedipicche, cantò "Forza Milan!" e fu dannato a tifare sempre per la Roma e per questo provò un senso di colpa terribile.
Ricordò l'infermiera che forse era sopravvissuta all'incidente anche se non ci credeva molto, era poco probabile, fosse un pensiero o un'impressione, non lo sapeva. Scese dal treno mentre pensava che in fondo tutti eran solo degli esseri privi di testa e palle.
Alla luce di queste tristi considerazioni decise di ubriacarsi e giù vodkaredbull e tequila bum bum ma qualcosa si accese in lui… la certezza di trovare un giorno finalmente la libertà! Strappò la lettera scritta tempo addietro alla sua maestra di prima elementare per dirle grazie dell’immeritata promozione ottenuta nonostante avesse provato a dimostrare la relazione tra l’ineluttabile scorrere del tempo e la Nutella che finisce troppo presto. Perché la strappò? Perché era ora di ricominciare daccapo, una vita dietetica salutare senza Nutella mangiando insalatine, brodini, yogurt magro, muesli ecc. Ma era ora di muoversi perché altrimenti non dimagrirà mai e il colesterolo aumenterà. Fare sport, invece, ecco la soluzione, l’avrebbe aiutato a stare meglio. Ecco l’infarto! Lo fece tornare al punto di partenza : l’ospedale in cui aveva perduto Elena. Il lungo corridoio bianco che rifletteva le sue paure represse a causa di un’insolita mania di persecuzione che si portava indietro da anni, infatti dalla lontana infanzia non riusciva mai…
capire perfettamente cosa
Pablo era sveglio e guardava fuori attraverso la grata, incazzato nero, ma vide la ragazza e la chiamò, urlando a squarciagola.
Lei si girò con serio cipiglio, strabuzzò gli occhi e in silenzio continuò a camminare.
Pablo si chiese: "chi sarà mai?", ma non ebbe il coraggio di seguire la ragazza.
Chiudendo gli occhi sentì un profumo di mela selvatica che gli rammentò quel giorno di cui nessuno parlava, perché era successo che qualcuno aveva commesso un terribile colpo di stato e Pablo era al bar sotterraneo dove stava bevendo una birra rossa corretta con assenzio e fu immediatamente arrestato da poliziotti armati di dolci sorrisi.
"Che state facendo?"
Essi dissero che la ragazza sarebbe stata disposta a darla via gratis in cambio di biglie piccole coloratissime; nel mentre arrivò un vecchio e "Pablo scappa via!".
Ma una distrazione gli fece capire che per anni aveva creduto potesse essere la svolta: non era Pablo! Aveva ormai dimenticato suo fratello gemello morto anni prima, almeno così credeva prima di vedere riflessa negli occhi di chi stava osservando in silenzio accanto a lui il suo sangue ed ebbe paura di morire.
Improvvisamente ebbe un’idea: diede un calcio ad una bottiglia di wodka russa che fece trasalire il barista greco. Egli scoprì allora il potere dello gnocco fritto nutellato snutellando il barista che subito inveì “Cosa stai facendo? “ senza però riuscire a farlo smettere. I poliziotti allora rinunciarono e lo riempirono di mazzate. Allora la ragazza, presa dal panico, si mise a fare meditazione trascendentale, ma era troppo buio e non resistette. Si addormentò.
Sognò di essere un piccolo pettirosso appollaiato sul pericoloso cappello del poliziotto e iniziò a soffrire di sonnambulismo ma, senza sapere che via prendere, camminò verso il suo sogno e capì di essere sulla strada giusta per Nutella City: una città sacra dove tutto era costruito con Nutella e gli abitanti erano delle meringhe, ma nere di un nero caffè.
Erano minacciati da un enorme cucchiaio che pendeva sopra la dolcissima città, rischiando di far incetta di Nutella e omini di una crema pasticcera. Ma la salvezza arrivò all'improvviso perché il cucchiaio, un "fornuft" ikea, decise di andare a Cremecaramel City, ormai stanco della scorpacciata di Nutella.
La ragazza allora, dopo questo incubo, andò da Pablo, che nel frattempo era all'ospedale, portandogli in regalo un vasetto di Nutella formato gigante, ma Pablo rifiutò di riceverla perché lo facevano digiunare.
La ragazza già aveva mal di pancia, ma voleva farsi notare da quel Pablo, che ormai si stava riprendendo. Avrebbe voluto essere coccolato dalla ragazza, una farfalla gigante, la dolce Elena, dagli occhi viola e dal sorriso bellissimo e intrigante sbaffato di Nutella, che Pablo avrebbe sempre voluti seguire se solo avesse di nuovo potuto ricordarsi di lei.
Ma Elena non poteva certo immaginare che la notte sarebbe stata così buia e tempestosa, d'altra parte, riflettendoci più attentamente, si accorse che non tutto il male che aveva lasciato dietro di sé era visto con occhi inflessibili da chi voleva invece guardare oltre la porta che si apriva su di un cuore che batteva forte per il Milan. Ma Pablo era interista da secoli e stoicamente sopportava tutta la sfortuna che, come Paperino, lo accompagna da anni e anni, davvero TROPPI anni per considerare ciò frutto del caso e non degli squallidi giochetti dei servizi segreti. Così decise che sarebbe stato meglio dare una nuova opportunità alla bella Elena che non vedeva l’ora di fare una crostata con la nutella, mela e cannella. Pablo era allergico a questo tipo di crostate miste, allergico alle novità, per cui Elena allora cambiò ricetta e così inventò una nuova torta semplice al gelato al gusto di maionese, Nutella, peperonata.” Ma che schifo”, disse Pablo inorridito, “credo proprio che andrò al ristorante”. Ma la scena non piacque a Carmen l’infermiera che decise di somministrargli immediatamente un clistere allo zenzero provocandogli un immenso attacco di diarrea, lunghissimo turbinio intestinale che lo fece letteralmente andare su tutte le furie che sfogò sbrodolando la malefica infermiera soffocandola sotto un conato di vomito.
Pablo ripresosi disse"Dov'é Elena?"
Elena era altrove e stava pensando ad altro. Triste destino, Pablo - dopo tutto sei interista - si stava disperando...e tristemente rimpiangendo i bei momenti - ad una nuova partita - pensó disperato, ma inspiegabilmente speranzoso disse: "Domenica vado a vedere la partita dell'Inter, potrebbe miracolosamente vincere, non sia mai...la speranza é sempre l'ultima a dover morire."
Pablo invitò Elena a vedere la partita, ma lei si ricordò di avere deciso di fare la pasta pasticciata..." Ho fameeeeeee!!" gridò" mi prende una voglia di cioccolato indescrivibile, vorrei tanto un uovo di cioccolato fondente Lindt".
"Forse é meglio pensare ad altro, anche perché adesso é ora di darsi finalmente una calmata” disse Pablo. Così prese la palla al balzo ma poi scivolò per terra e cadde sulla Nutella Ploff tutto appiccicoso si avvicinò al lavandino e prese a lavarsi bene poi si asciugò o almeno voleva, ma l'asciugamano era sporco di peli di pantegana che chissà perché erano finiti lì qualche secondo prima.
Pablo disse: "Mistero!", cantando come Ruggeri, "Elena, dimmelo dimmelo: sei mia o mi sto sbagliando?"
Elena rispose "Oh, caro Pablo dolce cucciolone interista, io tifo Milan, quindi te lo scordi".
Pablo rimase sbigottito: "Ma sei str#n*a !!! Dunque quella torta era molto allucinogena, ma la Nutella ti ridarà senno, perso come Orlando furioso senza la Durlindana, mitica spada, altro che Excalibur, la cugina nordica".
Elena stizzita rispose: "Sfigato interista ma cosa cavolo dici? Se proprio uno stupido. Non ti voglio amare perché tu sei interista! Vattene" e puzzi anche!"
Pablo disperato cercò un posto dove buttarsi di sotto ma trovò solo un pezzo di marciapiede troppo basso. Andò alla stazione, saltò sul treno e comprò un pezzo di focaccia. Ripensò alla Nutella e alla bella milanista che gli diede un duedipicche, cantò "Forza Milan!" e fu dannato a tifare sempre per la Roma e per questo provò un senso di colpa terribile.
Ricordò l'infermiera che forse era sopravvissuta all'incidente anche se non ci credeva molto, era poco probabile, fosse un pensiero o un'impressione, non lo sapeva. Scese dal treno mentre pensava che in fondo tutti eran solo degli esseri privi di testa e palle.
Alla luce di queste tristi considerazioni decise di ubriacarsi e giù vodkaredbull e tequila bum bum ma qualcosa si accese in lui… la certezza di trovare un giorno finalmente la libertà! Strappò la lettera scritta tempo addietro alla sua maestra di prima elementare per dirle grazie dell’immeritata promozione ottenuta nonostante avesse provato a dimostrare la relazione tra l’ineluttabile scorrere del tempo e la Nutella che finisce troppo presto. Perché la strappò? Perché era ora di ricominciare daccapo, una vita dietetica salutare senza Nutella mangiando insalatine, brodini, yogurt magro, muesli ecc. Ma era ora di muoversi perché altrimenti non dimagrirà mai e il colesterolo aumenterà. Fare sport, invece, ecco la soluzione, l’avrebbe aiutato a stare meglio. Ecco l’infarto! Lo fece tornare al punto di partenza : l’ospedale in cui aveva perduto Elena. Il lungo corridoio bianco che rifletteva le sue paure represse a causa di un’insolita mania di persecuzione che si portava indietro da anni, infatti dalla lontana infanzia non riusciva mai…
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Se leggero ti farai io sarò vento per darti il mio sostegno senza fingere e se distanza ti farai io sarò asfalto impronta sui tuoi passi senza stringere mai (Subsonica)
E sapeva che nessuna terra avrebbe nascosto in lei l'orma del mare (Baricco)
il mio blog: http://micoool.splinder.com
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