Vittime italiane in Iraq
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per me terrorismo e' ammazzare "a caso" chi non centra, sparando o sparandosi nel mucchio per "fare terrore" e in questo senso sinceramente mi fa molta piu' impressione e angoscia la strage di oggi a Istambul (che sia ben chiaro chi spara nel mucchio puo' anche sparare razzi sulle citta' palestinesi)
io sono cresciuta non da pacifista, piuttosto da "guerra giusta" per esempio quella partigiana piuttosto che quella dei viet cong (penso di essere un po' ache un bel po', piu' vecchia di quasi tutti qui) pero' sempre non terrorista, ma bombe agli occupanti si
adesso crescendo sono diventata piu' pacifista devo dire ma non tanto da non capire che queste cose possono succedere, se si fa una guerra ti possono anche sparare, anche quando tu pensi che la guerra sia finita, anche se certo e' triste
a proposito di media avete visto il pomeriggio della strage il film su raidue? con i nostri soldati in Kossovo? con delle cose certo giuste ma altre un tantino retoriche, per non dire retorichissime???
io sono cresciuta non da pacifista, piuttosto da "guerra giusta" per esempio quella partigiana piuttosto che quella dei viet cong (penso di essere un po' ache un bel po', piu' vecchia di quasi tutti qui) pero' sempre non terrorista, ma bombe agli occupanti si
adesso crescendo sono diventata piu' pacifista devo dire ma non tanto da non capire che queste cose possono succedere, se si fa una guerra ti possono anche sparare, anche quando tu pensi che la guerra sia finita, anche se certo e' triste
a proposito di media avete visto il pomeriggio della strage il film su raidue? con i nostri soldati in Kossovo? con delle cose certo giuste ma altre un tantino retoriche, per non dire retorichissime???
- zazie
- Olandese Volante
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Ho deciso di ignorare le polemiche sterili dei post precedenti, il mio sostegno va alle parole di Gino Strada (grazie Auro).
Precisazione x cuore -vivo
Mi sono dilungata sull'argomento solo perché la dice lunga sui limiti dell'informazione rabberciata e stereotipata che abbiamo del paese; Che poi la setta non sia una realtà tipica mi pare fuori di dubbio, trattandosi di un evento storico. Sarebbe come dire che i tedeschi sono nazisti. Però scavare nella storia della Persia, chissà, forse può far comprendere qualcosa, così come studiare il nazismo aiuta anche a capire i tedeschi di oggi.
Se qualcuno è interessato a Samarcande, che comunque è un romanzo e non un saggio, l'ho liberato allo scorso meet up.
Precisazione x cuore -vivo
Internet è una gran miniera di informazioni ma saprai meglio di me che c'è anche tanta spazzatura. Come spiega benissimo Maalouf, questo legame tra la setta e l'hascish è del tutto irreale e frutto di leggenda. Gli assassini appartenevano ad una setta religiosa che usava l'omicidio politico come mezzo per cambiare la realtà poltico-religiosa del tempo. Per far questo si infiltravano il più vicino possibile all'obiettivo e conducevano anche per anni una falsa vita pur di riuscire ad uccidere. Dissimulare così perfettamente stto l'uso di narcotici dev'essere alquanto difficile!Non sono proprio sicuro se la setta degli assassini
(killer professionisti, addomesticati dal punto di vista della loro volontà a forza di uso forzato di droghe - Hachisch, Hashish, da cui il nome - e con la promessa di paradisi futuri; oppure, secondo un'altra teoria, il nome derivi da una parola araba, "assass" che significa guardiano) siano una realtà tipica dell'Iran o dell'Iraq.
Mi sono dilungata sull'argomento solo perché la dice lunga sui limiti dell'informazione rabberciata e stereotipata che abbiamo del paese; Che poi la setta non sia una realtà tipica mi pare fuori di dubbio, trattandosi di un evento storico. Sarebbe come dire che i tedeschi sono nazisti. Però scavare nella storia della Persia, chissà, forse può far comprendere qualcosa, così come studiare il nazismo aiuta anche a capire i tedeschi di oggi.
Se qualcuno è interessato a Samarcande, che comunque è un romanzo e non un saggio, l'ho liberato allo scorso meet up.
nella logica dello specchio-riflesso rispondo quanto più quietamente posso e per farmi capire parafraso Bilbo:
facendovi scudo di luoghi comuni e frasi fatte della sinistra, insultate le idee, il coraggio, la dedizione di uomini che realmente si sono sforzati di far qualcosa per le persone in Iraq. Queste persone non sono andate lì con la leggerezza delle parole che qui vengono sprecate ed abusate, per testimonianza diretta di un Carabiniere che è stato in missione in Bosnia, Albania, Kosovo, non 1 €cent in più sullo stipendio vale la missione. Si va in missione, soprattutto una così pericolosa, per motivazioni ben più alte.
continuando a parafrasare Bilbo
La risposta per voi sarà brusca ma ritengo che, nel rispetto dei morti sarebbe finalmente ora di lasciare nel cassetto la retorica cara alla sinistra, certo che questo post sarà inutile e inascoltato poichè non ricade nei termini del benpensiero, torno a consolare un amico.
facendovi scudo di luoghi comuni e frasi fatte della sinistra, insultate le idee, il coraggio, la dedizione di uomini che realmente si sono sforzati di far qualcosa per le persone in Iraq. Queste persone non sono andate lì con la leggerezza delle parole che qui vengono sprecate ed abusate, per testimonianza diretta di un Carabiniere che è stato in missione in Bosnia, Albania, Kosovo, non 1 €cent in più sullo stipendio vale la missione. Si va in missione, soprattutto una così pericolosa, per motivazioni ben più alte.
continuando a parafrasare Bilbo
La risposta per voi sarà brusca ma ritengo che, nel rispetto dei morti sarebbe finalmente ora di lasciare nel cassetto la retorica cara alla sinistra, certo che questo post sarà inutile e inascoltato poichè non ricade nei termini del benpensiero, torno a consolare un amico.
B-Jarod aka Ben
"Every person, all the events of your life
are there because you have drawn them there.
What you choose to do with them is up to you."
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Non dimenticando quello che è successo in Turchia... Piko al momento si trova là, per fortuna distante dalla strage. Mi auguro, se possibile, una testimonianza diretta chissà che possa aiutarci a riflettere.
B-Jarod aka Ben
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B-Jarod, il tuo espediente espressivo (rivolgerti a coloro che sono morti) per scrivere cose su questo forum è quanto meno fuori luogo
e
e
beh, non so come tu ti possa permettere di scrivere cose del generefacendovi scudo di luoghi comuni e frasi fatte della sinistra, insultate le idee, il coraggio, la dedizione di uomini che realmente si sono sforzati di far qualcosa per le persone in Iraq
“Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perchè raccontano che i draghi esistono, ma anche perchè affermano che si possono sconfiggere.”
G. K. Chesterton
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Mi spiace sinceramente che la discussione sia scaduta fino a questo punto. Se l'unico argomento che riesci a portare, è quello di accusare me e qualcun'altro, di adoperare "la retorica cara alla sinistra", forse è sinceramente meglio chiudere qui, dal momento che non penso che ciò conduca a niente di costruttivo.B-Jarod ha scritto:facendovi scudo di luoghi comuni e frasi fatte della sinistra, insultate le idee, il coraggio, la dedizione di uomini che realmente si sono sforzati di far qualcosa per le persone in Iraq.
Mi permetto di farti solo un ulteriore e piccolo appunto.
Non so se sia stato questo Carabiniere di tua conoscenza a raccontarti una balla ma credo faresti meglio a leggere l'articolo che segue. Per maggiori informazioni sulle indennità di missione, ti consiglio di farti un giro su internet, troverai qualche notizia più precisa.B-Jarod ha scritto:per testimonianza diretta di un Carabiniere che è stato in missione in Bosnia, Albania, Kosovo, non 1 €cent in più sullo stipendio vale la missione. Si va in missione, soprattutto una così pericolosa, per motivazioni ben più alte.
Militari in rivolta: senza l’indennità di “guerra” stipendi da fame
di Carlo Mercuri
da "Il Messaggero" del 16/10/2003
ROMA - «Se scoppia la pace, moriremo di fame». Nella paradossale affermazione del tenente colonnello Corrado Cultrera, vice presidente del Cocer Esercito, è contenuta un po’ tutta la polemica di questi giorni, che vede contrapposta la rappresentanza militare al Governo. L’Esecutivo, secondo i rappresentanti dei Cocer della Difesa, sarebbe colpevole di aver disatteso tutte le promesse (economiche ma non solo) fatte finora alla categoria dei militari. Perciò, delusi e offesi, i rappresentanti dei Cocer hanno deciso di adottare la linea dura: «D’ora in avanti - dice Cultrera - non ci siederemo più a nessun tavolo, né istituzionale né militare, fino a quando non ci sarà, nei nostri confronti, un intervento diretto del Presidente del Consiglio».
Perché il colonnello dice: «Se scoppia la pace moriremo di fame»? Perché, a suo dire, l’indennità di missione per i nostri militari all’estero è l’unica cosa che mantiene gli stipendi dei militari su livelli accettabili. Se venisse a mancare, addio. Il cahier de doléances dei Cocer della Difesa è lunghissimo. Snocciola il colonnello: «Va dalla mancanza di considerazione nei nostri confronti, giacché nessuno vuole mai riceverci, all’assenza di una legge sulla previdenza complementare. Gli arruolati dal ’95 in poi sono senza pensione: non versano i contributi perché manca la legge. Quanto dovranno ancora aspettare? Inoltre - continua Cultrera - c’è la questione degli alloggi per i militari. Servono 44 mila case. Il Governo “cartolarizza”, vende le nostre case e incassa. Mentre noi diciamo: venda pure ma investa in nuove abitazioni. Infine il riallineamento delle carriere», che Cultrera spiega con un esempio: «A parità di corso e di anzianità, attualmente un carabiniere diventa capitano due anni prima del suo collega dell’Esercito. Perché? Anche qui abbiamo ricevuto sempre promesse che la situazione sarebbe stata sanata ma i fatti ancora non si sono visti».
Il capitano di fregata Marco Aglietti, del Cocer della Marina, ne dice un’altra: «Fino al ’94 - racconta - le nostre navi erano coibentate con l’amianto. Ci sono parecchi casi di marinai con il mesotelioma polmonare, per aver respirato quella sostanza. Il Governo si era impegnato a dare un riconoscimento con dei bonus previdenziali. Ma agli impegni non sono seguiti i fatti».
Ieri i Cocer del comparto Difesa (Aeronautica, Esercito e Marina) si sono riuniti per canalizzare la loro rabbia. Qualcuno pensa addirittura di disertare le urne alle prossime elezioni: «Astenersi in massa dal voto - dice - può essere un modo per farsi sentire».
Sulla questione del disagio dei Cocer è intervenuto Marco Minniti, responsabile Ds del Dipartimento Problemi dello Stato. «Per la terza volta consecutiva - ha detto - la legge Finanziaria riduce in termini reali gli stanziamenti per la sicurezza. Il rischio è quello di un irreversibile deterioramento di funzioni essenziali dello Stato. Incontreremo Cocer e sindacati di Polizia per approfondire le questioni del personale».
- Bilbo
- Olandese Volante
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Gli avvenimenti di questi ultimi giorni e l'intensificarsi degli attacchi iracheni contro le truppe "occidentali" hanno, ovviamente, focalizzato ancora di più l'attenzione dei media sulla situazione locale, mettendo definitivamente nel dimenticatoio un'altra zona del mondo dove i problemi causati dalla guerra sono ben lungi dall'essere risolti: l'Afghanistan. Gino Strada, in un intervista rilasciata un paio di giorni fa all'Unità, esprime alcune considerazioni sulla situazione in cui versa un paese che ha avuto modo di conoscere a fondo negli ultimi anni.
"La guerra è sempre una sconfitta per tutti"
di Piero Sansonetti
da l'Unità del 14 novembre 2003
Gino Strada dice che la strage di Nassiriya è una sconfitta per tutti. Dice che sempre la guerra è una sconfitta per tutti. "Anche per noi pacifisti che non l'abbiamo voluta. È una sconfitta perché non siamo riusciti a impedirla. Quando uno, dieci, venti ragazzi che si sono svegliati la mattina, la sera non vanno a dormire perché sono morti, non c'è più spazio per le polemiche politiche ma solo per il pianto. E per la riflessione. Spero - dice Strada - che si inizi a riflettere. Su questo: la guerra è così, è sempre così. L'unica verità della guerra è la morte. L'unica sua conseguenza è la sconfitta".
Oggi l'Accademia dei Lincei consegnerà a Gino Strada un premio speciale di 250 mila euro. Il premio è stato assegnato ad Emergency, di cui Strada è il fondatore. È un premio che viene attribuito periodicamente "per un'impresa eccezionale e di alto valore umanitario". Gino Strada in questi giorni è in Italia per ritirare il premio. È arrivato domenica sera da Kabul. Tra dieci giorni riparte per l'Argentina. È contento del premio. "Innanzitutto perché in questo mondo di oggi la cultura dominante è quella dei venditori di aspirapolvere; e quindi fa piacere che Emergency abbia avuto l'attenzione della comunità scientifica nella sua componente migliore, qual è l'Accademia dei Lincei. Poi fa piacere per un'altra ragione, meno letteraria: 250.000 euro sono una boccata di ossigeno per le casse sempre un po' a secco di Emergency. Noi rifiutiamo i sussidi dei governi che approvano o finanziano le guerre, e così ci basiamo solo sulle donazioni. È difficile tenere su una macchina con almeno 3000 addetti, sparsi in tutto il mondo, e con la necessità di strumenti, medicine, costruzioni, posti letto...".
Dottor Strada cosa sta succedendo in Afghanistan?
"I nostri ospedali sono pieni. Si lavora moltissimo. Specialmente a Kabul il grosso del lavoro è di chirurgia e traumatologia. La situazione è molto difficile. Si vive male, ci sono poche speranze di ripresa. È un paese che soffre, ed è ovvio, per una situazione drammatica come è sempre quella dell'occupazione militare. In Afghanistan c'è un'occupazione militare travestita da democrazia. Vede, alle volte noi perdiamo il senso delle parole: non ci rendiamo bene conto di cosa voglia dire "occupazione militare".
Com'è la situazione economica? C'è un miglioramento rispetto all'epoca dei talebani?
"No, direi di no. Sta nascendo una nuova piccola classe di aristocrazia afghana, ricchissima. Si sta arricchendo intercettando i soldi degli aiuti. Sono in piedi grandi operazioni speculative che rendono miliardi. Il prezzo degli affitti delle case, per esempio, è andato alle stelle".
Quanto costa affittare una casa a Kabul?
"Una villetta con tre stanze da letto, un soggiorno, una cucina e due bagni, costa circa 5000 dollari".
Cinquemila? Come a Manhattan...
"Forse è anche più cara di Manhattan. Però le assicuro che gli stipendi degli afghani che lavorano non sono simili a quelli della classe media newyorchese. E l'inflazione sta galoppando. Tutti i prezzi salgono vertiginosamente. Creando sacche di ricchezza per pochi e una condizione di disperazione e di abbandono sociale per centinaia di migliaia di persone".
Il governo non fa opera di controllo? Non ha una politica economica per contenere l'inflazione?
"No".
Ma c'è lavoro o no?
"C'è il lavoro legato agli aiuti che arrivano. Ma non è lavoro produttivo. Non è in corso la ricostruzione. Il paese è fermo, è in ginocchio. I soldi che girano non producono niente. Sono i soldi degli aiuti e finiscono dopo qualche giro nelle tasche di chi li ha portati".
È aumentata o diminuita la sicurezza, rispetto ai tempi dei talebani?
"È diminuita. È molto più alto il rischio di attentati, aggressioni,furti, rapine.
La resistenza afghana è estesa?
"Dal punto di vista militare no. Però c'è sicuramente una iniziativa pachistana per rimettere in pedi un movimento talebano robusto. Bisognerà vedere cosa succede nei prossimi due mesi. Se si apre qualche spiraglio. Cosa succede delle promesse di Costituzione, elezioni eccetera. C'è molto movimento nei palazzi della politica. Pensi che già si sta pensando di restituire il ministero degli Esteri a Wakil Mutta Wakil..."
Chi è Wakil Mutta Wakil?
"Era il ministro degli Esteri talebano. Poi fu catturato dagli americani, insieme al suo vice. Il suo vice era una brava persona, e adesso sta a Guantanamo. Wakil invece lo hanno liberato e ora torna in grande nella grande politica".
Qualcosa sarà pure cambiato in meglio: la ricchezza, la produzione?
"Ci sono i ristoranti per ricchi. Quaranta dollari a testa. Ci sono i luoghi dove si spendono i soldi. Tutto qui. La produzione? È ripresa in grande stile quella d'eroina. Si era arrestata nella seconda fase del governo dei talebani, ora ha superato i picchi che aveva raggiunto nei primi mesi del potere dei talebani".
Però c'è più libertà?
"Non mi pare".
Sono spariti i burka...
"Non mi sembra un grande indicatore di libertà. Comunque non sono spariti. Ci saranno cinquecento o al massimo mille donne che invece del burka portano il velo. Tutto qui".
Che fine ha fatto Bin Laden?
"Chi lo sa. So che in qualche paese afghano si vendono caramelle di produzione pakistana incartate con la figurina di Bin Laden. Si chiamano proprio così: caramelle Bin Laden. Adesso ne è uscito un altro tipo. Si chiama Saddam Hussein..."
"La guerra è sempre una sconfitta per tutti"
di Piero Sansonetti
da l'Unità del 14 novembre 2003
Gino Strada dice che la strage di Nassiriya è una sconfitta per tutti. Dice che sempre la guerra è una sconfitta per tutti. "Anche per noi pacifisti che non l'abbiamo voluta. È una sconfitta perché non siamo riusciti a impedirla. Quando uno, dieci, venti ragazzi che si sono svegliati la mattina, la sera non vanno a dormire perché sono morti, non c'è più spazio per le polemiche politiche ma solo per il pianto. E per la riflessione. Spero - dice Strada - che si inizi a riflettere. Su questo: la guerra è così, è sempre così. L'unica verità della guerra è la morte. L'unica sua conseguenza è la sconfitta".
Oggi l'Accademia dei Lincei consegnerà a Gino Strada un premio speciale di 250 mila euro. Il premio è stato assegnato ad Emergency, di cui Strada è il fondatore. È un premio che viene attribuito periodicamente "per un'impresa eccezionale e di alto valore umanitario". Gino Strada in questi giorni è in Italia per ritirare il premio. È arrivato domenica sera da Kabul. Tra dieci giorni riparte per l'Argentina. È contento del premio. "Innanzitutto perché in questo mondo di oggi la cultura dominante è quella dei venditori di aspirapolvere; e quindi fa piacere che Emergency abbia avuto l'attenzione della comunità scientifica nella sua componente migliore, qual è l'Accademia dei Lincei. Poi fa piacere per un'altra ragione, meno letteraria: 250.000 euro sono una boccata di ossigeno per le casse sempre un po' a secco di Emergency. Noi rifiutiamo i sussidi dei governi che approvano o finanziano le guerre, e così ci basiamo solo sulle donazioni. È difficile tenere su una macchina con almeno 3000 addetti, sparsi in tutto il mondo, e con la necessità di strumenti, medicine, costruzioni, posti letto...".
Dottor Strada cosa sta succedendo in Afghanistan?
"I nostri ospedali sono pieni. Si lavora moltissimo. Specialmente a Kabul il grosso del lavoro è di chirurgia e traumatologia. La situazione è molto difficile. Si vive male, ci sono poche speranze di ripresa. È un paese che soffre, ed è ovvio, per una situazione drammatica come è sempre quella dell'occupazione militare. In Afghanistan c'è un'occupazione militare travestita da democrazia. Vede, alle volte noi perdiamo il senso delle parole: non ci rendiamo bene conto di cosa voglia dire "occupazione militare".
Com'è la situazione economica? C'è un miglioramento rispetto all'epoca dei talebani?
"No, direi di no. Sta nascendo una nuova piccola classe di aristocrazia afghana, ricchissima. Si sta arricchendo intercettando i soldi degli aiuti. Sono in piedi grandi operazioni speculative che rendono miliardi. Il prezzo degli affitti delle case, per esempio, è andato alle stelle".
Quanto costa affittare una casa a Kabul?
"Una villetta con tre stanze da letto, un soggiorno, una cucina e due bagni, costa circa 5000 dollari".
Cinquemila? Come a Manhattan...
"Forse è anche più cara di Manhattan. Però le assicuro che gli stipendi degli afghani che lavorano non sono simili a quelli della classe media newyorchese. E l'inflazione sta galoppando. Tutti i prezzi salgono vertiginosamente. Creando sacche di ricchezza per pochi e una condizione di disperazione e di abbandono sociale per centinaia di migliaia di persone".
Il governo non fa opera di controllo? Non ha una politica economica per contenere l'inflazione?
"No".
Ma c'è lavoro o no?
"C'è il lavoro legato agli aiuti che arrivano. Ma non è lavoro produttivo. Non è in corso la ricostruzione. Il paese è fermo, è in ginocchio. I soldi che girano non producono niente. Sono i soldi degli aiuti e finiscono dopo qualche giro nelle tasche di chi li ha portati".
È aumentata o diminuita la sicurezza, rispetto ai tempi dei talebani?
"È diminuita. È molto più alto il rischio di attentati, aggressioni,furti, rapine.
La resistenza afghana è estesa?
"Dal punto di vista militare no. Però c'è sicuramente una iniziativa pachistana per rimettere in pedi un movimento talebano robusto. Bisognerà vedere cosa succede nei prossimi due mesi. Se si apre qualche spiraglio. Cosa succede delle promesse di Costituzione, elezioni eccetera. C'è molto movimento nei palazzi della politica. Pensi che già si sta pensando di restituire il ministero degli Esteri a Wakil Mutta Wakil..."
Chi è Wakil Mutta Wakil?
"Era il ministro degli Esteri talebano. Poi fu catturato dagli americani, insieme al suo vice. Il suo vice era una brava persona, e adesso sta a Guantanamo. Wakil invece lo hanno liberato e ora torna in grande nella grande politica".
Qualcosa sarà pure cambiato in meglio: la ricchezza, la produzione?
"Ci sono i ristoranti per ricchi. Quaranta dollari a testa. Ci sono i luoghi dove si spendono i soldi. Tutto qui. La produzione? È ripresa in grande stile quella d'eroina. Si era arrestata nella seconda fase del governo dei talebani, ora ha superato i picchi che aveva raggiunto nei primi mesi del potere dei talebani".
Però c'è più libertà?
"Non mi pare".
Sono spariti i burka...
"Non mi sembra un grande indicatore di libertà. Comunque non sono spariti. Ci saranno cinquecento o al massimo mille donne che invece del burka portano il velo. Tutto qui".
Che fine ha fatto Bin Laden?
"Chi lo sa. So che in qualche paese afghano si vendono caramelle di produzione pakistana incartate con la figurina di Bin Laden. Si chiamano proprio così: caramelle Bin Laden. Adesso ne è uscito un altro tipo. Si chiama Saddam Hussein..."
Siete liberissimi di continuare a pensare e scrivere ciò che ho letto in questo 3d. Da parte mia la mia coscienza e la mia morale non mi faranno mai accettare ciò. Per fortuna.
Ovviamente non continuerò a leggere questo 3d, per me offensivo e ingiurioso nei confronti di morti e di vivi.
saluti.
Ovviamente non continuerò a leggere questo 3d, per me offensivo e ingiurioso nei confronti di morti e di vivi.
saluti.
B-Jarod aka Ben
"Every person, all the events of your life
are there because you have drawn them there.
What you choose to do with them is up to you."
"Every person, all the events of your life
are there because you have drawn them there.
What you choose to do with them is up to you."
(al di la' di quello che e' il mio pensiero sulla cosa)
quel che si dice "cercare il confronto con gli altri"...
Auro
quel che si dice "cercare il confronto con gli altri"...
Auro
riassumo in me il peggio esistente in questo forum.
"bisogna piangere i sogni per capire che l'unica giustizia borghese si è spenta" (b.b.)
"sono a posto così, grazie" (s.)
"il pompino è un articolo mai in ribasso" (detto da donne serene)
"agevola sto cazzo" (a.)
non mandatemi ring senza avvisare, grazie.
i miei occhi - del.izio.sAuro
"bisogna piangere i sogni per capire che l'unica giustizia borghese si è spenta" (b.b.)
"sono a posto così, grazie" (s.)
"il pompino è un articolo mai in ribasso" (detto da donne serene)
"agevola sto cazzo" (a.)
non mandatemi ring senza avvisare, grazie.
i miei occhi - del.izio.sAuro
- cuore-vivo
- Corsaro
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Maggiore conoscenza
Che poi la setta non sia una realtà tipica mi pare fuori di dubbio, trattandosi di un evento storico. Sarebbe come dire che i tedeschi sono nazisti. Però scavare nella storia della Persia, chissà, forse può far comprendere qualcosa, così come studiare il nazismo aiuta anche a capire i tedeschi di oggi.
Beh, come esempio ne hai scelto uno che mi sembra un pochino sproporzionato! Richiamare alla memoria il nazismo e quello che ha significato non solo per la Germania tutta ma per il mondo e accostarlo come esempio ai killer di professione dell'antica area medio-orientale mi sembra un po' eccessivo.
Comunque è vero, bisogna cercare di approfondire sempre la conoscenza di una cultura, di una nazione, di un'area culturale. Nel bene e nel male. Una maggiore conoscenza reciproca dovrebbe portare a meno paura del diverso da noi.
Ciao.

Marco
"Only librarians like to search. Everyone else like to find" (R. Tennant)
"All is good" (Kelly)
"Qualunque cosa accada, ogni fine è anche un inizio" (?)
"Per far rivivere il pensiero di un uomo ricostruisci la sua biblioteca"
(M. Yourcenar)
"All is good" (Kelly)
"Qualunque cosa accada, ogni fine è anche un inizio" (?)
"Per far rivivere il pensiero di un uomo ricostruisci la sua biblioteca"
(M. Yourcenar)
- Bilbo
- Olandese Volante
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Mi permetto di inserire qui un post che normalmente sarebbe più adatto all'area "Recensioni".Cuore-vivo ha scritto:bisogna cercare di approfondire sempre la conoscenza di una cultura, di una nazione, di un'area culturale.
La questione irachena
di Pierre-Jean Luizard
Feltrinelli, 2003 - € 15.00
«L’antica Mesopotamia aveva tutte le risorse per diventare un paese ricco e moderno: acqua e petrolio in abbondanza. Ciononostante, da ormai vent'anni, l'area è il teatro di una serie di infinite tragedie. Prima ancora dell'occupazione del Kuwait e dello scoppio della Seconda guerra del Golfo, Iraq e Iran hanno combattuto un devastante conflitto durato otto anni, un milione di morti, che ha portato entrambi i paesi sull'orlo del tracollo economico.
E’ Saddam Hussein l'unico responsabile di tutto questo? A forza di criminalizzarlo, si rischia di perdere di vista che lo status quo iracheno è il prodotto di un sistema politico prefigurato fin dal 1920 con il concorso di tutta la comunità internazionale. L’ascesa di Saddam Hussein ha avuto origine nel 1968, ma egli si è imposto come il padrone assoluto dell'Iraq solo all'indomani del trionfo della Rivoluzione islamica in Iran. Come è riuscito a conquistare il potere? Come ha potuto mantenere in vita un regime che si appoggia su un solo clan? E, soprattutto, perché l'Iraq è diventato uno “stato canaglia” agli occhi della comunità degli stati occidentali?
Pierre-Jean Luizard è ricercatore al Cnrs (Gruppo di sociologia delle religioni e della laicità di Parigi). E’ un noto specialista di storia contemporanea dell'Islam nei paesi del Medio Oriente. Ha scritto molti altri saggi sul mondo arabo, tra cui La formation de l'Irak contemporain. Le rôle politique des ulémas chiites (Cnrs Editions 1991).»
- Babette
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In merito alla questione dell'indennità: credo che nessuno possa dire con certezza perchè un militare faccia una scelta del genere perchè trovo che sia davvero soggettiva. Probabilmente tra chi va in missione c'è chi ha una forte motivazione politica/ideologica/morale e andrebbe anche senza indennità come sostiene (mi sembra di capire) Bjarod e chi invece per necessità/interesse parte allettato (anche) dall'entrata ulteriore come sostengono (anche in questo casi mi pare) Bilbo ed altri.
Riconoscere queste distinzioni, a volte sottili a volte macroscopiche, è la base di partenza che consente alla mente di evitare generalizzazione e semplificazioni che portano a discorsi che iniziano con termini tipo " meridionali/settentrionali" "neri/bianchi" "occidentali/orientali " “i militari” e cosi via che, estremizzati, hanno da sempre dato risultati che poi lasciano tutti perplessi, guerra e morti compresi
Forse un mondo di "pace" richiede prima di tutto l'umiltà di accettare che non siamo tutti uguali, che non tutti veniamo da percorsi esperienze e situazioni simili, e non voler per forza dire che tutti quelli che sono partiti sono partiti per bisogno o sono partiti assolutamente privi dell'idea che ciò che stavano facendo fosse in qualche modo "utile". Il non essere d'accordo e il non condividere un punto di vista non credo dia a nessuno il diritto di ignorare il fatto che esiste.
Personalmente non ho mai creduto alla violenza come mezzo per fermare la violenza, se fossi in stato di necessità credo che preferirei il lavoro peggiore del mondo ad un mestiere che mi costringerebbe a venir a compromessi con l'idea che uccidere/essere uccisi possa essere necessario, legittimo e in qualche modo utile.
Di cosa pensassero Silvio Olla, Massimiliano Buno, Alfonso Trincone, Enzo Fregosi, Orazio Majorana, Andrea Filippa, Ivan Ghitti, Giuseppe Coletta, Giovanni Cavallaro, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alessandro Carrisi, Marco Beci, Stefano Rolla, Daniele Ghione, Emanuele Ferraro, Massimiliano Ficuciello, Domenico Intravaia, Pietro Petrucci sinceramente non so. E il non poterlo più sapere ci dà appunto la dimensione della loro morte. Non litighiamoceli tra destra e sinistra come se fossero dei vessilli: lasciamo loro la dignità di essere morti ognuno con la propria personalissima opinione. Volete?

Un libro dovrebbe essere una sfera di luce nelle mani di chiunque (Ezra Pound)
- Bilbo
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Forse è bene ripartire da qui. Lasciamo perdere i post sulle retoriche care a destra o a sinistra e, se volete, riprendiamo una discussione in cui siano i contenuti a farla da padrone e non i preconcetti.Babette, saggiamente, ha scritto:Di cosa pensassero [...] sinceramente non so. E il non poterlo più sapere ci dà appunto la dimensione della loro morte. Non litighiamoceli tra destra e sinistra come se fossero dei vessilli: lasciamo loro la dignità di essere morti ognuno con la propria personalissima opinione. Volete?
- silviazza
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sinceramente quello che penso è che il termine terrorismo viene abusatissimo : ormai è tutto opera di Al Qaeda (ed è moooooooolto comodo perchè fa effetto!),tutta una grande rete terroristica mondiale,mentre a me spesso sembra integralismo associato alla disperazione...Xenia ha scritto:Kiarina ha scritto:
Qualcuno però mi spieghi: al tg le chiamano vittime del terrorismo Credevo che il terrorismo fosse un'altra cosa!
scusa ma tu un camion carico di esplosivi che ti arriva addosso come lo chiameresti? Che terrorismo sia un termine oramai logoro ed abusato posso anche essere d'accordo, ma onestamente non saprei prorio quale altro impiegare quest'oggi.
PS:ho letto solo la pagina 1
PPS:ho letto anche pagina 2,3 e 4 e non mi parevano poi così retoriche.Se i carabinieri ecc siano andati lì per soldi,per passione o entrambi non mi riguarda,ma sicuramente non possiamo illuderci che le truppe americane ecc siano andate e stiano lì per fare del bene agli iracheni
Putroppo mi sa che non riuscirò a seguire il 3D questa settimana...peccato


non sono mai intervenuta nel forum perchè credo che in alcune parti il mio pensiero non sia del tutto allineato con quello della maggioranza (di cui però apprezzo i ragionamenti spesso inoppugnabili o quasi!), e non l'ho fatto non per "paura" del confronto, ma semplicemente perchè sono discorsi molto delicati, che hanno scosso me come tutti voi e non volevo, sostenendo alcuni miei pensieri, essere fraintesa o, peggio ancora, farmi eccessivamente prendere la mano...
dico solo un paio di cose che mi frullano per la testa: non sopporto l'uso che i mass media hanno fatto di queste morti... certo sono vittime e certo sono biasimevoli e condannabili quelli che li hanno uccisi (e non solo materialmente!), ma a volte sembra, nei servizi tv, che si trovassero a Disneyland e qualcuno avesse irragionevolmente fatto una strage di innocenti persone... in realtà stavano (per un motivo o per l'altro) in un paese purtroppo ancora in guerra e temo che dovremmo prendere atto che in realtà siamo fortunati che questi siano i primi caduti italiani...
spero di essermi spiegata come volevo...
dico solo un paio di cose che mi frullano per la testa: non sopporto l'uso che i mass media hanno fatto di queste morti... certo sono vittime e certo sono biasimevoli e condannabili quelli che li hanno uccisi (e non solo materialmente!), ma a volte sembra, nei servizi tv, che si trovassero a Disneyland e qualcuno avesse irragionevolmente fatto una strage di innocenti persone... in realtà stavano (per un motivo o per l'altro) in un paese purtroppo ancora in guerra e temo che dovremmo prendere atto che in realtà siamo fortunati che questi siano i primi caduti italiani...
riguardo a questo invece... sono assolutamente convinta che Bush sia un guerrafondaio e che i suoi interessi siano tutt'altro che umanitari... ma non lo sono altrettanto sui suoi soldati, che in fondo sono ragazzi proprio come i nostri, che si sono trovati catapultati in questa guerra! certo sono militari e quindi non si può pensare che siano dei pacifisti, ma non si può nemmeno escludere che cmq anche loro possano avere (o avere avuto) delle vere speranze di migliorare le cose nel mondo andando in Iraq... in fondo hanno fatto una scelta di lavoro... proprio come i nostri militari... giustifichiamo gli uni e non gli atri???Se i carabinieri ecc siano andati lì per soldi,per passione o entrambi non mi riguarda,ma sicuramente non possiamo illuderci che le truppe americane ecc siano andate e stiano lì per fare del bene agli iracheni
spero di essermi spiegata come volevo...

Vero Acquario

"Mi è sempre piaciuto il deserto.Ci si siede su una duna di sabbia.Non si vede nulla.Non si sente nulla.E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio" Il Piccolo Principe
"La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!" - Il Cappellaio Matto - Alice in Wonderland


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Cosa imbracciano?
Luna,
ti sei spiegata molto bene e con toni molto rassicuranti e sereni.
Come in tutti gli eserciti (più o meno) anche in quello americano (come in quello italiano e come in quelli di tante altre nazioni) esistono le teste calde, i capoccioni, quelli che credono di essere "solo loro" e così via. Qui da noi come da loro. Così come esistono dei veri e propri "angeli", che vestono i panni multicolori delle tute mimetiche ma imbracciano soprattutto il colore dei loro sorrisi e del loro buon cuore. Così, come anche nella vita.
Di tutto, sui due lati delle cose, sempre presenti nella stessa moneta.
Ciao

Marco
"Only librarians like to search. Everyone else like to find" (R. Tennant)
"All is good" (Kelly)
"Qualunque cosa accada, ogni fine è anche un inizio" (?)
"Per far rivivere il pensiero di un uomo ricostruisci la sua biblioteca"
(M. Yourcenar)
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Testimone!
Zazie,
io sono testimone che l'ha detto e l'ha scritto!

Sai, a questo mondo spesso c'è bisogno di testimoni, un po' per tutto.

Ciao!
Marco
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