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trucidato almeno un
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Ragaaa...mi fate morire!!!

In una città piena di casoni, un mattino d'estate, il sole non era ancora sorto, e ancora non si faceva colazione, ma la gente rideva e una ragazza camminava.
Pablo era sveglio e guardava fuori attraverso la grata, incazzato nero, ma vide la ragazza e la chiamò, urlando a squarciagola.
Lei si girò con serio cipiglio, strabuzzò gli occhi e in silenzio continuò a camminare.
Pablo si chiese: "chi sarà mai?", ma non ebbe il coraggio di seguire la ragazza.
Chiudendo gli occhi sentì un profumo di mela selvatica che gli rammentò quel giorno di cui nessuno parlava, perché era successo che qualcuno aveva commesso un terribile colpo di stato e Pablo era al bar sotterraneo dove stava bevendo una birra rossa corretta con assenzio e fu immediatamente arrestato da poliziotti armati di dolci sorrisi.
"Che state facendo?"
Essi dissero che la ragazza sarebbe stata disposta a darla via gratis in cambio di biglie piccole coloratissime; nel mentre arrivò un vecchio e "Pablo scappa via!".
Ma una distrazione gli fece capire che per anni aveva creduto potesse essere la svolta: non era Pablo! Aveva ormai dimenticato suo fratello gemello morto anni prima, almeno così credeva prima di vedere riflessa negli occhi di chi stava osservando in silenzio accanto a lui il suo sangue ed ebbe paura di morire.
Improvvisamente ebbe un’idea: diede un calcio ad una bottiglia di wodka russa che fece trasalire il barista greco. Egli scoprì allora il potere dello gnocco fritto nutellato snutellando il barista che subito inveì “Cosa stai facendo? “ senza però riuscire a farlo smettere. I poliziotti allora rinunciarono e lo riempirono di mazzate. Allora la ragazza, presa dal panico, si mise a fare meditazione trascendentale, ma era troppo buio e non resistette. Si addormentò.
Sognò di essere un piccolo pettirosso appollaiato sul pericoloso cappello del poliziotto e iniziò a soffrire di sonnambulismo ma, senza sapere che via prendere, camminò verso il suo sogno e capì di essere sulla strada giusta per Nutella City: una città sacra dove tutto era costruito con Nutella e gli abitanti erano delle meringhe, ma nere di un nero caffè.
Erano minacciati da un enorme cucchiaio che pendeva sopra la dolcissima città, rischiando di far incetta di Nutella e omini di una crema pasticcera. Ma la salvezza arrivò all'improvviso perché il cucchiaio, un "fornuft" ikea, decise di andare a Cremecaramel City, ormai stanco della scorpacciata di Nutella.
La ragazza allora, dopo questo incubo, andò da Pablo, che nel frattempo era all'ospedale, portandogli in regalo un vasetto di Nutella formato gigante, ma Pablo rifiutò di riceverla perché lo facevano digiunare.
La ragazza già aveva mal di pancia, ma voleva farsi notare da quel Pablo, che ormai si stava riprendendo. Avrebbe voluto essere coccolato dalla ragazza, una farfalla gigante, la dolce Elena, dagli occhi viola e dal sorriso bellissimo e intrigante sbaffato di Nutella, che Pablo avrebbe sempre voluti seguire se solo avesse di nuovo potuto ricordarsi di lei.
Ma Elena non poteva certo immaginare che la notte sarebbe stata così buia e tempestosa, d'altra parte, riflettendoci più attentamente, si accorse che non tutto il male che aveva lasciato dietro di sé era visto con occhi inflessibili da chi voleva invece guardare oltre la porta che si apriva su di un cuore che batteva forte per il Milan. Ma Pablo era interista da secoli e stoicamente sopportava tutta la sfortuna che, come Paperino, lo accompagna da anni e anni, davvero TROPPI anni per considerare ciò frutto del caso e non degli squallidi giochetti dei servizi segreti. Così decise che sarebbe stato meglio dare una nuova opportunità alla bella Elena che non vedeva l’ora di fare una crostata con la nutella, mela e cannella. Pablo era allergico a questo tipo di crostate miste, allergico alle novità, per cui Elena allora cambiò ricetta e così inventò una nuova torta semplice al gelato al gusto di maionese, Nutella, peperonata.” Ma che schifo”, disse Pablo inorridito, “credo proprio che andrò al ristorante”. Ma la scena non piacque a Carmen l’infermiera che decise di somministrargli immediatamente un clistere allo zenzero provocandogli un immenso attacco di diarrea, lunghissimo turbinio intestinale che lo fece letteralmente andare su tutte le furie che sfogò sbrodolando la malefica infermiera soffocandola sotto un conato di vomito.
Pablo ripresosi disse"Dov'é Elena?"
Elena era altrove e stava pensando ad altro. Triste destino, Pablo - dopo tutto sei interista - si stava disperando...e tristemente rimpiangendo i bei momenti - ad una nuova partita - pensó disperato, ma inspiegabilmente speranzoso disse: "Domenica vado a vedere la partita dell'Inter, potrebbe miracolosamente vincere, non sia mai...la speranza é sempre l'ultima a dover morire."
Pablo invitò Elena a vedere la partita, ma lei si ricordò di avere deciso di fare la pasta pasticciata..." Ho fameeeeeee!!" gridò" mi prende una voglia di cioccolato indescrivibile, vorrei tanto un uovo di cioccolato fondente Lindt".
"Forse é meglio pensare ad altro, anche perché adesso é ora di darsi finalmente una calmata” disse Pablo. Così prese la palla al balzo ma poi scivolò per terra e cadde sulla Nutella Ploff tutto appiccicoso si avvicinò al lavandino e prese a lavarsi bene poi si asciugò o almeno voleva, ma l'asciugamano era sporco di peli di pantegana che chissà perché erano finiti lì qualche secondo prima.
Pablo disse: "Mistero!", cantando come Ruggeri, "Elena, dimmelo dimmelo: sei mia o mi sto sbagliando?"
Elena rispose "Oh, caro Pablo dolce cucciolone interista, io tifo Milan, quindi te lo scordi".
Pablo rimase sbigottito: "Ma sei str#n*a !!! Dunque quella torta era molto allucinogena, ma la Nutella ti ridarà senno, perso come Orlando furioso senza la Durlindana, mitica spada, altro che Excalibur, la cugina nordica".
Elena stizzita rispose: "Sfigato interista ma cosa cavolo dici? Se proprio uno stupido. Non ti voglio amare perché tu sei interista! Vattene" e puzzi anche!"
Pablo disperato cercò un posto dove buttarsi di sotto ma trovò solo un pezzo di marciapiede troppo basso. Andò alla stazione, saltò sul treno e comprò un pezzo di focaccia. Ripensò alla Nutella e alla bella milanista che gli diede un duedipicche, cantò "Forza Milan!" e fu dannato a tifare sempre per la Roma e per questo provò un senso di colpa terribile.
Ricordò l'infermiera che forse era sopravvissuta all'incidente anche se non ci credeva molto, era poco probabile, fosse un pensiero o un'impressione, non lo sapeva. Scese dal treno mentre pensava che in fondo tutti eran solo degli esseri privi di testa e palle.
Alla luce di queste tristi considerazioni decise di ubriacarsi e giù vodkaredbull e tequila bum bum ma qualcosa si accese in lui… la certezza di trovare un giorno finalmente la libertà! Strappò la lettera scritta tempo addietro alla sua maestra di prima elementare per dirle grazie dell’immeritata promozione ottenuta nonostante avesse provato a dimostrare la relazione tra l’ineluttabile scorrere del tempo e la Nutella che finisce troppo presto. Perché la strappò? Perché era ora di ricominciare daccapo, una vita dietetica salutare senza Nutella mangiando insalatine, brodini, yogurt magro, muesli ecc. Ma era ora di muoversi perché altrimenti non dimagrirà mai e il colesterolo aumenterà. Fare sport, invece, ecco la soluzione, l’avrebbe aiutato a stare meglio. Ecco l’infarto! Lo fece tornare al punto di partenza : l’ospedale in cui aveva perduto Elena. Il lungo corridoio bianco che rifletteva le sue paure represse a causa di un’insolita mania di persecuzione che si portava indietro da anni, infatti dalla lontana infanzia non riusciva mai a capire perfettamente cosa gli facesse divorare 5 kg di ...strudel ogni mattina. Una colazione che lo faceva sentire incredibilmente vicino al suo amico tirolese , conosciuto anni prima in un raveparty nei pressi di quella graziosa chiesetta che gli ricordava la nonna Ermengarda, una sessantottina fanatica procacciatrice di Nutella più volte arrestata per furto di Gianduiotti e Baci. Perso nei ricordi e perciò rinchiuso iniziò a canticchiare una canzoncina allegra we will rock e decise di dare una svolta alla sua vita. La cintura stretta , per la Nutella, era ormai deformata e non reggeva allo sforzo,perciò ne comprò una lunga il doppio. Con un bypass riuscì a sopravvivere ma poi accadde un fatto strano: alzò gli occhi e vide un enorme palloncino rosso che volava verso un affilato tetto. Colpa della maestra che non superava i suoi pregiudizi verso chi non mangiava la Nutella e che per questo veniva discriminato. Che brutta cosa! Tutti gli allievi ingurgitavano Nutella ma i loro diritti venivano comunque calpestati. Ma Pablo lottava contro la morte che sembrava essere sul punto di afferrarlo con violenza. Ma poi conobbe uno scout finlandese dalle prosperose forme di nome Haldo che lo persuase a non arrendersi e a tornare in cerca di quello che aveva sempre desiderato, cioè una donna ricoperta di cioccolata Lindt e Nutella sciolta. La vecchia maestra aveva finito col credere che lui la cercasse per capire come poteva diventare Nutella dipendente. E invece Pabloo la cercava per ricordarle che prima lo rimproverava sempre perché non studiava la tabella delle calorie, così ingrassava sempre di più. Il senso di tutto ciò non gli era chiaro, specialmente visto che già da tempo si era perduto in se stesso. Non riusciva a frequentare i luoghi della sua infanzia senza pensare a quel giorno maledetto in cui aveva scoperto la Nutella. Come un sortilegio che lo costringeva a rifugiarsi dentro quella piccola stanza dalle pareti imbottite e senza finestre tranne una grata vecchia e arrugginita , color rosso porpora. A guardarla bene era molto simile alla retina elastica per i capelli che sua nonna portava in testa tutti i giorni.
Intanto in ospedale lo psichiatra zoppo covava un odio malcelato e vivo per Carmen che era miracolosamente sopravvissuta ed era travestita per sfuggire al suo terribile cugino, direttore del reparto, che dicevano avesse trucidato almeno un triste tifoso interista
dopo la partita


In una città piena di casoni, un mattino d'estate, il sole non era ancora sorto, e ancora non si faceva colazione, ma la gente rideva e una ragazza camminava.
Pablo era sveglio e guardava fuori attraverso la grata, incazzato nero, ma vide la ragazza e la chiamò, urlando a squarciagola.
Lei si girò con serio cipiglio, strabuzzò gli occhi e in silenzio continuò a camminare.
Pablo si chiese: "chi sarà mai?", ma non ebbe il coraggio di seguire la ragazza.
Chiudendo gli occhi sentì un profumo di mela selvatica che gli rammentò quel giorno di cui nessuno parlava, perché era successo che qualcuno aveva commesso un terribile colpo di stato e Pablo era al bar sotterraneo dove stava bevendo una birra rossa corretta con assenzio e fu immediatamente arrestato da poliziotti armati di dolci sorrisi.
"Che state facendo?"
Essi dissero che la ragazza sarebbe stata disposta a darla via gratis in cambio di biglie piccole coloratissime; nel mentre arrivò un vecchio e "Pablo scappa via!".
Ma una distrazione gli fece capire che per anni aveva creduto potesse essere la svolta: non era Pablo! Aveva ormai dimenticato suo fratello gemello morto anni prima, almeno così credeva prima di vedere riflessa negli occhi di chi stava osservando in silenzio accanto a lui il suo sangue ed ebbe paura di morire.
Improvvisamente ebbe un’idea: diede un calcio ad una bottiglia di wodka russa che fece trasalire il barista greco. Egli scoprì allora il potere dello gnocco fritto nutellato snutellando il barista che subito inveì “Cosa stai facendo? “ senza però riuscire a farlo smettere. I poliziotti allora rinunciarono e lo riempirono di mazzate. Allora la ragazza, presa dal panico, si mise a fare meditazione trascendentale, ma era troppo buio e non resistette. Si addormentò.
Sognò di essere un piccolo pettirosso appollaiato sul pericoloso cappello del poliziotto e iniziò a soffrire di sonnambulismo ma, senza sapere che via prendere, camminò verso il suo sogno e capì di essere sulla strada giusta per Nutella City: una città sacra dove tutto era costruito con Nutella e gli abitanti erano delle meringhe, ma nere di un nero caffè.
Erano minacciati da un enorme cucchiaio che pendeva sopra la dolcissima città, rischiando di far incetta di Nutella e omini di una crema pasticcera. Ma la salvezza arrivò all'improvviso perché il cucchiaio, un "fornuft" ikea, decise di andare a Cremecaramel City, ormai stanco della scorpacciata di Nutella.
La ragazza allora, dopo questo incubo, andò da Pablo, che nel frattempo era all'ospedale, portandogli in regalo un vasetto di Nutella formato gigante, ma Pablo rifiutò di riceverla perché lo facevano digiunare.
La ragazza già aveva mal di pancia, ma voleva farsi notare da quel Pablo, che ormai si stava riprendendo. Avrebbe voluto essere coccolato dalla ragazza, una farfalla gigante, la dolce Elena, dagli occhi viola e dal sorriso bellissimo e intrigante sbaffato di Nutella, che Pablo avrebbe sempre voluti seguire se solo avesse di nuovo potuto ricordarsi di lei.
Ma Elena non poteva certo immaginare che la notte sarebbe stata così buia e tempestosa, d'altra parte, riflettendoci più attentamente, si accorse che non tutto il male che aveva lasciato dietro di sé era visto con occhi inflessibili da chi voleva invece guardare oltre la porta che si apriva su di un cuore che batteva forte per il Milan. Ma Pablo era interista da secoli e stoicamente sopportava tutta la sfortuna che, come Paperino, lo accompagna da anni e anni, davvero TROPPI anni per considerare ciò frutto del caso e non degli squallidi giochetti dei servizi segreti. Così decise che sarebbe stato meglio dare una nuova opportunità alla bella Elena che non vedeva l’ora di fare una crostata con la nutella, mela e cannella. Pablo era allergico a questo tipo di crostate miste, allergico alle novità, per cui Elena allora cambiò ricetta e così inventò una nuova torta semplice al gelato al gusto di maionese, Nutella, peperonata.” Ma che schifo”, disse Pablo inorridito, “credo proprio che andrò al ristorante”. Ma la scena non piacque a Carmen l’infermiera che decise di somministrargli immediatamente un clistere allo zenzero provocandogli un immenso attacco di diarrea, lunghissimo turbinio intestinale che lo fece letteralmente andare su tutte le furie che sfogò sbrodolando la malefica infermiera soffocandola sotto un conato di vomito.
Pablo ripresosi disse"Dov'é Elena?"
Elena era altrove e stava pensando ad altro. Triste destino, Pablo - dopo tutto sei interista - si stava disperando...e tristemente rimpiangendo i bei momenti - ad una nuova partita - pensó disperato, ma inspiegabilmente speranzoso disse: "Domenica vado a vedere la partita dell'Inter, potrebbe miracolosamente vincere, non sia mai...la speranza é sempre l'ultima a dover morire."
Pablo invitò Elena a vedere la partita, ma lei si ricordò di avere deciso di fare la pasta pasticciata..." Ho fameeeeeee!!" gridò" mi prende una voglia di cioccolato indescrivibile, vorrei tanto un uovo di cioccolato fondente Lindt".
"Forse é meglio pensare ad altro, anche perché adesso é ora di darsi finalmente una calmata” disse Pablo. Così prese la palla al balzo ma poi scivolò per terra e cadde sulla Nutella Ploff tutto appiccicoso si avvicinò al lavandino e prese a lavarsi bene poi si asciugò o almeno voleva, ma l'asciugamano era sporco di peli di pantegana che chissà perché erano finiti lì qualche secondo prima.
Pablo disse: "Mistero!", cantando come Ruggeri, "Elena, dimmelo dimmelo: sei mia o mi sto sbagliando?"
Elena rispose "Oh, caro Pablo dolce cucciolone interista, io tifo Milan, quindi te lo scordi".
Pablo rimase sbigottito: "Ma sei str#n*a !!! Dunque quella torta era molto allucinogena, ma la Nutella ti ridarà senno, perso come Orlando furioso senza la Durlindana, mitica spada, altro che Excalibur, la cugina nordica".
Elena stizzita rispose: "Sfigato interista ma cosa cavolo dici? Se proprio uno stupido. Non ti voglio amare perché tu sei interista! Vattene" e puzzi anche!"
Pablo disperato cercò un posto dove buttarsi di sotto ma trovò solo un pezzo di marciapiede troppo basso. Andò alla stazione, saltò sul treno e comprò un pezzo di focaccia. Ripensò alla Nutella e alla bella milanista che gli diede un duedipicche, cantò "Forza Milan!" e fu dannato a tifare sempre per la Roma e per questo provò un senso di colpa terribile.
Ricordò l'infermiera che forse era sopravvissuta all'incidente anche se non ci credeva molto, era poco probabile, fosse un pensiero o un'impressione, non lo sapeva. Scese dal treno mentre pensava che in fondo tutti eran solo degli esseri privi di testa e palle.
Alla luce di queste tristi considerazioni decise di ubriacarsi e giù vodkaredbull e tequila bum bum ma qualcosa si accese in lui… la certezza di trovare un giorno finalmente la libertà! Strappò la lettera scritta tempo addietro alla sua maestra di prima elementare per dirle grazie dell’immeritata promozione ottenuta nonostante avesse provato a dimostrare la relazione tra l’ineluttabile scorrere del tempo e la Nutella che finisce troppo presto. Perché la strappò? Perché era ora di ricominciare daccapo, una vita dietetica salutare senza Nutella mangiando insalatine, brodini, yogurt magro, muesli ecc. Ma era ora di muoversi perché altrimenti non dimagrirà mai e il colesterolo aumenterà. Fare sport, invece, ecco la soluzione, l’avrebbe aiutato a stare meglio. Ecco l’infarto! Lo fece tornare al punto di partenza : l’ospedale in cui aveva perduto Elena. Il lungo corridoio bianco che rifletteva le sue paure represse a causa di un’insolita mania di persecuzione che si portava indietro da anni, infatti dalla lontana infanzia non riusciva mai a capire perfettamente cosa gli facesse divorare 5 kg di ...strudel ogni mattina. Una colazione che lo faceva sentire incredibilmente vicino al suo amico tirolese , conosciuto anni prima in un raveparty nei pressi di quella graziosa chiesetta che gli ricordava la nonna Ermengarda, una sessantottina fanatica procacciatrice di Nutella più volte arrestata per furto di Gianduiotti e Baci. Perso nei ricordi e perciò rinchiuso iniziò a canticchiare una canzoncina allegra we will rock e decise di dare una svolta alla sua vita. La cintura stretta , per la Nutella, era ormai deformata e non reggeva allo sforzo,perciò ne comprò una lunga il doppio. Con un bypass riuscì a sopravvivere ma poi accadde un fatto strano: alzò gli occhi e vide un enorme palloncino rosso che volava verso un affilato tetto. Colpa della maestra che non superava i suoi pregiudizi verso chi non mangiava la Nutella e che per questo veniva discriminato. Che brutta cosa! Tutti gli allievi ingurgitavano Nutella ma i loro diritti venivano comunque calpestati. Ma Pablo lottava contro la morte che sembrava essere sul punto di afferrarlo con violenza. Ma poi conobbe uno scout finlandese dalle prosperose forme di nome Haldo che lo persuase a non arrendersi e a tornare in cerca di quello che aveva sempre desiderato, cioè una donna ricoperta di cioccolata Lindt e Nutella sciolta. La vecchia maestra aveva finito col credere che lui la cercasse per capire come poteva diventare Nutella dipendente. E invece Pabloo la cercava per ricordarle che prima lo rimproverava sempre perché non studiava la tabella delle calorie, così ingrassava sempre di più. Il senso di tutto ciò non gli era chiaro, specialmente visto che già da tempo si era perduto in se stesso. Non riusciva a frequentare i luoghi della sua infanzia senza pensare a quel giorno maledetto in cui aveva scoperto la Nutella. Come un sortilegio che lo costringeva a rifugiarsi dentro quella piccola stanza dalle pareti imbottite e senza finestre tranne una grata vecchia e arrugginita , color rosso porpora. A guardarla bene era molto simile alla retina elastica per i capelli che sua nonna portava in testa tutti i giorni.
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"Winners are willing to do what losers won't"
"Impara bambino a scuola impara uomo in carcere impara donna in cucina frequenta la scuola, senza tetto procurati sapere tu che hai freddo affamato, impugna il libro è come un'arma. Non temere di fare domande verifica le cose che leggi ciò che non sai di tua scienza in realtà non lo sai." (Bertold Brecht)
http://aru0tal1b3ra.blogspot.it/
"Impara bambino a scuola impara uomo in carcere impara donna in cucina frequenta la scuola, senza tetto procurati sapere tu che hai freddo affamato, impugna il libro è come un'arma. Non temere di fare domande verifica le cose che leggi ciò che non sai di tua scienza in realtà non lo sai." (Bertold Brecht)
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basso ma, essendo lui attrezzato, si fece persino male.
Ultima modifica di Syrius il sab mar 06, 2004 1:00 am, modificato 2 volte in totale.
Prima di spedire, contattatemi in bookcrossing.com. Grazie
Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata.
(Ken Watanabe)
Per amare devi dare ciò che ti costa qualcosa. (Madre Teresa)
Puoi svegliarti anche molto presto all'alba, ma il tuo destino si è svegliato mezz'ora prima di te.
(Detto africano)
Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata.
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"I once had a rose named after me and I was very flattered. But I was not pleased to read the description in the catalogue . . . "No good in a bed, but fine against a wall." - Eleanor Roosevelt
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