Dopo che è stato regalato da Repubblica, qualcuno doveva leggerlo, no? Beh, sull'edizione di Repubblica due appunti: primo, ci sono diversi errori di ortografia, secondo, cosa strana e non so perchè è successo, manca una nota iniziale dell'autore che ho visto in un'altra edizione che ho a casa e che credo sia anche nelle altre. Quella è un po' la prima pagina del romanzo, secondo me. Poi il libro: intreccio bello, ma Hugo ha scritto mille volte meglio "l' uomo che ride". In notre dame, le tante frasi incidentali e le tante parentesi che apre per farti vedere quante cose sa, sembrano un po' fini a se stesse. Ne l'uomo che ride, invece, ogni singola parola è perfetta. Opinione personale.
Per la trama, non mi dilungherò: è bella, un intreccio di varie esistenze in parallelo, e posso dire solo che non ha niente a che vedere con il cartone della Disney.
Hugo, Notre-Dame de Paris
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io l'ho letto anni fa...
forse quando è uscito il cartone, o poco prima...
mi è piaciuto moltissimo (ma proprio tanto...)
anche se mi ricordo che in effetti c'eran dei pezzi che non mandano avanti la storia (anche il capito su parigi a volo d'uccello, interessante per una ricerca di storia, ma io volevo sapere di Esmeralda...)
è uno dei pochissimi libri dei quali mi ricordo almeno una frase,
"questo ucciderà quello" beh, non è una gran frase, ma la teoria che ci stava dietro mi affascina tantissimo...
ma oltre a notre dame di hugo ho letto solo
l'ultimo giorno di un condannato a morte
e quindi non posso fare molti confronti...
(oltretutto letto per forza in francese con tanto di analisi e presentazioni e ricerche con un prof che non sopportavo...)
forse quando è uscito il cartone, o poco prima...
mi è piaciuto moltissimo (ma proprio tanto...)
anche se mi ricordo che in effetti c'eran dei pezzi che non mandano avanti la storia (anche il capito su parigi a volo d'uccello, interessante per una ricerca di storia, ma io volevo sapere di Esmeralda...)
è uno dei pochissimi libri dei quali mi ricordo almeno una frase,
"questo ucciderà quello" beh, non è una gran frase, ma la teoria che ci stava dietro mi affascina tantissimo...
ma oltre a notre dame di hugo ho letto solo
l'ultimo giorno di un condannato a morte
e quindi non posso fare molti confronti...
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A me era piaciuto da pazzi. Ma l'ho letto anni fa, altra edizione, comunque farcita di strafalcioni (ma era una di quelle che costavano tipo 3mila lire quindi, come aspettarsi troppo??)
Secondo me gran libro, scritto bene, intenso. Bello bello bello
e, oltre ad "ultimo giorno di un condannato a morte" spezzo una lancia infinita anche per "l'uomo che ride".. ok, sono un sacco di pagine, ok è forse un po' peso.. MA E' STRAORDINARIO. PERSONAGGI CHE TI PARE DI CONOSCERE E CAPIRE E IMMAGINARE. INTENSI, BELLI, CURIOSI, TRISTISSIMI
Io l'ho adorato.
Secondo me gran libro, scritto bene, intenso. Bello bello bello
e, oltre ad "ultimo giorno di un condannato a morte" spezzo una lancia infinita anche per "l'uomo che ride".. ok, sono un sacco di pagine, ok è forse un po' peso.. MA E' STRAORDINARIO. PERSONAGGI CHE TI PARE DI CONOSCERE E CAPIRE E IMMAGINARE. INTENSI, BELLI, CURIOSI, TRISTISSIMI
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Secondo me Hugo è uno di quei autori che possono entrare nelle radici di una persona.
Il messaggio di base è quello della dignità (o se vuoi della "statura") dell'uomo nonostante le avversità.
Molto "a pelle" direi che se L'uomo che ride mette in luce il rapporto con le avversità di natura umana (già evidente in Notre Dame: elemento personale prevalente sulla collocazione sociale), I lavoratori del mare aggiunge una componente "naturale"... l'uomo per sopravvivere nella lotta quotidiana (avversità sociali) ha la possibilità di misurarsi con le forze della natura (il mare) che sono durissime e insidiose ma - almeno - leali...
La conoscenza fa la differenza: il naufragio che apre L'uomo che ride avviene contro le scogliere di Ortach, lo stesso ambiente dei Lavoratori: nel primo caso la fuga di persone ignare finisce in tragedia, nel secondo caso la lotta consapevole concede dei momenti di sopravvivenza (e quindi di temporanea vittoria). Non dimentichiamo che siamo verso la metà del XIX secolo: abbrivio della prima tumultuosa e selvaggia rivoluzione industriale.
Ci sarebbe poi "l'epopea" de I Miserabili: quella lettura è stata un impegno (tostarello: ci ho messo un po')... lì emerge un elemento storico sociale "schierato" (nel senso di impegno umano, di rabbia e di speranza nonostante tutto) che - penso - faccia la differenza tra Hugo e il disincanto del suo titanico quasi contemporaneo: l'imprescindibile Honorè de Balzac.
Il messaggio di base è quello della dignità (o se vuoi della "statura") dell'uomo nonostante le avversità.
Molto "a pelle" direi che se L'uomo che ride mette in luce il rapporto con le avversità di natura umana (già evidente in Notre Dame: elemento personale prevalente sulla collocazione sociale), I lavoratori del mare aggiunge una componente "naturale"... l'uomo per sopravvivere nella lotta quotidiana (avversità sociali) ha la possibilità di misurarsi con le forze della natura (il mare) che sono durissime e insidiose ma - almeno - leali...
La conoscenza fa la differenza: il naufragio che apre L'uomo che ride avviene contro le scogliere di Ortach, lo stesso ambiente dei Lavoratori: nel primo caso la fuga di persone ignare finisce in tragedia, nel secondo caso la lotta consapevole concede dei momenti di sopravvivenza (e quindi di temporanea vittoria). Non dimentichiamo che siamo verso la metà del XIX secolo: abbrivio della prima tumultuosa e selvaggia rivoluzione industriale.
Ci sarebbe poi "l'epopea" de I Miserabili: quella lettura è stata un impegno (tostarello: ci ho messo un po')... lì emerge un elemento storico sociale "schierato" (nel senso di impegno umano, di rabbia e di speranza nonostante tutto) che - penso - faccia la differenza tra Hugo e il disincanto del suo titanico quasi contemporaneo: l'imprescindibile Honorè de Balzac.