
L'ho visto ieri sera al cinema all'aperto (che bello poter fumare guardando un film!)
E' il terzo film di una brava regista spagnola (Icíar Bollaín) che non mi pare abbia avuto molto successo in Italia ma che è stato tra i più visti in Spagna dove ha vinto ben sette primi Goya (più o meno l'equivalente del nostro David).
E' una storia di violenza domestica, tema di grande attualità in Spagna, ben più di quanto accada da noi; e non so se a motivo di una maggiore rilevanza quantitativa del problema o di una diversa sensibilità (forse conseguenza delle diacroniche vicende politiche dei due paesi).
La protagonista Pilar (una bella Laia Marull) si avvicina e si allontana dall'iracondo marito (Luis Tosar) in un rapporto che è fatto di momenti di grande coinvolgimento affettivo e di altrettanto grande violenza (forse non casualmente esemplificate dalle due scene di nudo del film). E' in fondo la storia di due diversi tentativi di crescita interiore. Quello del marito che grazie ad uno psicologo tenta di controllare la propria cieca violenza e quello della moglie che, grazie al lavoro, acquisisce una diversa consapevolezza di se stessa.
Sono due percorsi che avranno esiti diversi che portano ad un finale non certo hollywoodiano. Per fortuna la "vecchia Europa" esiste ancora.
Non era facile costruire un bel film su pochi e importanti elementi - l'amore, la violenza - letti e riletti innummerevoli volte nel corso dei secoli. Icíar Bollaín l'ha fatto riuscendo spesso a sfuggire ai luoghi comuni in cui una storia del genere rischia di cadere. Credo che sentiremo ancora parlare di lei.
Bravissimi anche i due protagonisti: una recitazione sempre intensa ma mai sopra le righe.
Ciao
TyL