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Le opinioni di un clown Heinrich Böll
1963
ed. Mondadori
€ 7,80
un romanzo catartico, almeno questa è la mia prima impressione. un libro "difficile", nel senso di una scrittura da gustare nella tranquillità e nel silenzio, non di quelli che porti in autobus,alla posta (in fila! )
la riflessione di hans trasmette una grande malinconia, egli è un uomo che lotta per far sopravvivere il suo animo di "clown", per far sopravvivere il suo "amore" e per esistere come lui si "sente".
lo avete letto?
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Ultima modifica di vaniglia il mer mar 31, 2004 11:03 am, modificato 2 volte in totale.
In questi momenti vado molto orgogliosa della mia firma
Sono assolutamente d'accordo per quanto riguarda la scrittura: questo è un libro esigente, richiede tempo e concentrazione, ma se li merita entrambi
Effettivamente...com'è qui non si era ancora parlato di "Opinioni di un clown"?
Ero fortunato ad avere ancora mia madre che, occupandosi di me, mi permetteva di protrarre l'adolescenza. Molto fortunato. Ero nato con la camicia: tanto valeva che me la stirasse. (Il conto dell'ultima cena-Andrea Pinketts)
"Sono un clown e faccio raccolta di attimi." (Opinioni di un clown, Boll)
Mi incuriosite... dite che dovrei leggerlo? Mi sa che ce l'ho anche, in qualche angolino di casa mia...
Se c'è soluzione perché ti preoccupi? Se non c'è soluzione perché ti preoccupi?
(Aristotele)
Le poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l'archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.
(Baudelaire, L'albatros)
è un libro molto bello, e di una tristrezza che ho provato solo in un altro romanzo di Boell, 'E non disse nemmeno una parola' (titolo che mi fece innamorare, ma solo quello )
C'è una poesia di fondo in quel romanzo che ricordo con molta emozione, e anche un profonidssimo senso di ingiustizia dinnanzi all'ipocrisia di un certo mondo che si crede sempre e cmq nel 'giusto' - quasi si trattasse di 'eletti'... E' vero l'immagine della Chiesa che ne esce è pessima, ma forse è anche il riflesso di un'epoca e di un paese.
Nel descrivere la storia d'amore ricordo un pezzo stupendo sulle mani delle donne, che mi sono sempre pentita di non aver trascritto ... se magari qualcuno lo ricorda, mi farebbe davvero piacere!
letto più di dieci anni fa... uno di quei libri capaci di scuotere, di smuovere riflessioni intime e cosmiche...
di genere diverso, e non al livello di Opinioni di un Clown, di Boll mi è piaciuto anche Foto di Gruppo con Signora...
“Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perchè raccontano che i draghi esistono, ma anche perchè affermano che si possono sconfiggere.”
Anch'io lessi "Foto di gruppo con signora", il primo libro di Boll e mi piacque, Tanto che ne ricordo ancora la trama. Ma forse ora lo rileggerei con un altro spirito, dopo aver letto "le opinioni di un clown".
Il Clown patologicamente monogamo è entrato nella mia vita due settimane fa come secondo del curriculum "Aicha I".
Proprio ieri sera mi sono addormentato con le ultime tre pagine da leggere.
La "raccolta di attimi" della firma di Kiarina mi è appena passata davanti agli occhi tornando a casa in metro.
Tra le cose che mi attraversano la mente adesso ci sono il matto che prende il telefono al seminario di Leo, le descrizioni del cibo, la mamma che mangia di nascosto una fetta di prosciutto, i possibili commenti di Leo sulla "vita militare del seminario".
Il frenetico falò delle cose di Henriette sul prato e quel ginocchio indolenzito lo identifico con la mia gola che pizzica da mesi.
Il Capitolo XVII è stato un esercizio di monologo. Lo stavo imparando a memoria.
"Mi ritirai dalla finestra, abbandonando ogni speranza di riavere il mio marco che giaceva laggiù nel fango da qualche parte. Andai in cucina e mi imburrai un'altra fetta di pane. Moltissimo da mangiare non c'era rimasto: una scatola di fagioli, un barattolo di prugne (le prugne non mi piacciono, ma questo Monica non poteva saperlo), una mezza forma di pane, circa una mezza bottiglia di latte, cinque uova, tre fette di lardo affumicato e un tubetto di senape."
Non si può recensire ordinatamente e ordinariamente "Opinioni di un Clown". Un Clown è una persona che si rifiuta di fare il numero "Consiglio di amministrazione" in un paese comunista perchè non vi è traccia di consigli di amministrazione laggiù. E quindi propone un numero sulle riunioni di partito. "Che fa ridere la gente giusta e fa arrabbiare la gente giusta." E si fa rispedire al mittente.
Un clown è uno che vuole bene a tutti gli esseri umani. Perfino a sua madre.
Interi capoversi dedicati a come si mangia e si ama a casa dei vicini di casa più poveri e un colloquio senza amarezza con un padre che sembra un'icona dell'aridità.
Un brodo di sensazioni questo libro. Cosa mi ha insegnato ? Troppo presto per dirlo. Mi ha fatto riflettere su iNtuizioni e Sensazioni come al solito fanno i libri che mi consiglia Aicha.
I Cattolici di Boll e i convertiti di "My Summer of Love" al cinema tempo fa. L'uso del pensiero è improprio il grosso delle volte.
"Vorrei tornare a ridere di più. A scuola facevo certi scherzi criminali senza l'ombra di un secondo pensiero. Forse dovrei ricominciare." mi ha detto il mio boss ieri pomeriggio.
E adesso invece di simulare al computer francamente amerei tentare il mio gioco a quattro palline, che recentemente sono riuscito a portare a 3 lanci consecutivi sia a fontana incrociata che con le due mani in sincrono e in parallelo. L'esercizio è la chiave di tutto per un clown. Anche solo il modo in cui mi metto la camicia al mattino vorrei provarlo per otto ore al giorno per un po' di tempo. Dopo aver letto questo libro immagino che cambierebbe tutto. E' tutto nei particolari.
E' facile pentirsi di cose enormi come l'olocausto. Ma del tamburellìo severo sul ginocchio mentre si chiede "Durezza. Inflessibile durezza." non ci si può pentire. E non si può perdonare. I dettagli sono la verità. Il resto è imbottitura e gommapiuma.
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina. Sal 140,12
l'ho letto da ragazza, e mi è rimasto dentro. Posso non ricordare i dettagli, ma mi è rimasta dentro per sempre l'anima di questo clown che fa il clown solo per poter essere vero, per non fingere, per non "adattarsi", per restare "puro". E che, solo, può solo essere distrutto dall'alcohol e dalla tristezza.
Amai la verità che giace al fondo, quasi un sogno obliato (U.Saba)
Piove sui panni stesi / perché niente va mai come dovrebbe...(Kegiz)
Nam concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur.(Sallustio)
...l'erba / lieta, dove non passa l'uomo ((Ungaretti) LE MIE ETICHETTE E I MIEI RING Su anobii sono lisolachenoncè
Un libro che mi ha aperto vari orizzonti e che non ho più abbandonato: rimane sempre sul mio comodino.
Oltre a "Sono un clown e faccio raccolta di attimi", segnalo "Non capivano che il segreto dell'orrore sta nel particolare. Chi perdona un particolare, chi capisce i dettagli?", frase rivolta da Hans ai "pentiti" simpatizzanti del nazismo.
Un'opera favolosa
Un libro molto bello che è una dura condanna contro l’ipocrisia dei benpensanti e di chi, caduto il nazismo, si ricicla senza pagare e senza pentirsi del proprio passato.
Mi ha molto colpita la feroce critica contro la sua famiglia, in particolare contro la madre: è molto bello il pezzo in cui descrive al padre la “fame” che hanno patito da bambini. Il clown proviene da una famiglia molto ricca e molto importante ma la madre, non si sa bene se per taccagneria o altro, ha sempre lesinato su tutto: dalle caramelle al pane, per poi scoprire
che andava di nascosto in cantina per mangiare una fetta di prosciutto.
Nel descrivere la storia d'amore ricordo un pezzo stupendo sulle mani delle donne, che mi sono sempre pentita di non aver trascritto
Per Xenia: è questo?
“una donna può con le sue mani esprimere tante cose, dare l’illusione di tante cose che in confronto le mani maschili mi fanno sempre l’effetto di pezzi di legno. Le mani maschili sono mani che si stringono per salutare, mani che picchiano, mani che sparano naturalmente e mani che firmano. Stringere, picchiare, sparare, firmare assegni sbarrati: questo è tutto quello che le mani maschili sanno fare e …naturalmente lavorare. Le mani femminili non sono già quasi più mani, sia che spalmino il burro sia che liscino i capelli sulla fronte. Nessun teologo ha mai avuto l’idea di fare una predica a proposito delle mani femminili nel Vangelo: Veronica, Maddalena, Marta e Maria, una quantità di mani di donna si muovono nel Vangelo, mani piene d tenerezza per il Cristo…..”
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)
L'ho trovato pesantissimo e invidio quindi certe recensioni. Esageratamente politico e aulico?!. aulico non tanto il linguaggio anzi la storia! mamma mia
"Una pagina bianca è una poesia nascosta" - Grafito anonimo a Porta Ticinese,Mi
"I vampiri sono fortunati a nutrirsi degli altri. Noi invece siamo costretti a divorarci da soli." Abel Ferrara
Io appartengo al novero di quei lettori che molto difficilmente abbandonano un libro prima di giungere alla fine, perché penso (o spero) sempre di trovare qualcosa di interessante e di bello, anche se solo alla fine, e anche perché troverei molto difficile (e scorretto) esprimere un’opinione su un libro senza averlo terminato.
Però devo riconoscere, anche se a malincuore, che con questo libro sono stata tentata più volte …… ed ora che l’ho terminato mi trovo costretta, per onestà, ad esprimere una personalissima opinione negativa. Non nascondo di essere un po’ a disagio nel farlo, trattandosi di un autore che ha ricevuto il premio Nobel e, nel caso specifico, di un libro di cui in molti parlano con entusiasmo come di un’opera imprescindibile.
Ma quando, sinceramente, di un libro puoi dire di aver apprezzato solo poche pagine, di aver stentato a terminarlo, di aver provato solo sporadicamente un qualsiasi moto dello spirito nei confronti dei personaggi e delle vicende narrate, come puoi esprimere un parere positivo ?
Mi hanno divertita le due conversazioni telefoniche con lo stralunato centralinista del seminario, mi ha colpita la reazione del protagonista alla morte della sorella, ho trovato toccanti alcuni momenti del faccia a faccia con il padre e l’ostinazione di Hans nel proclamarsi monogamo …… ma si tratta solo di alcuni dei numerosi pezzi di un puzzle che ho stentato a ricostruire e incasellare, e di cui mi sfugge tutt’ora il quadro d’insieme, che a mio avviso si disperde in una serie eccessiva di episodi e di personaggi che non si lasciano afferrare.
Ho trovato coraggioso l’intento critico sia nei confronti di una Germania che cercava di lavarsi la coscienza troppo velocemente e con troppa facilità, sia nei confronti di un modo di intendere e di vivere la religione cattolica che non è certo quello insegnato da Gesù: a questo proposito e soprattutto in considerazione del periodo storico in cui il libro è stato scritto ammiro l’autore.
Ma l’esperienza di questa lettura non è stata gratificante per me.
E pensare che ho letto pochi giorni fa (e mi è piaciuto molto) “Caos calmo” che per certi aspetti ha molto in comune con la struttura di “Opinioni di un clown”: le conseguenze emotive di un amore perduto, la solitudine, le riflessioni, i monologhi, i ricordi, i dialoghi con le persone vicine …… quindi non sono una lettrice che predilige le trame dai ritmi serrati, mi piacciono molto anche le storie fatte più di introspezione che di avvenimenti, ma Sandro Veronesi ha toccato le mie corde molto più di Heinrich Böll.
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
letto forse 2 anni fa, se ricordo bene, l'ho trovato un libro devastante per un adolescente degli anni '60 - '70
cosa dalla quale sono abbastanza lontano
ammetto che poi ultimamente faccio fatica a digerire certi libri pesanti, e per questo penso sia necessario una lettura lenta, lenta, lenta, e magari segnarsi le frasi che ci colpiscono. quindi per me bocciato, ma con la sensazione che sia un giudizio influenzato dalla mia posizione di lettore mordi e fuggi (via un libro subito un altro) nella quale mi son trovato quasi senza accorgermi
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)
L' ho letto tanti anni fa, non lo ricordo per filo e per segno, ma ricordo che mi era piaciuto abbastanza... Diciamo che non è un libro da leggere sotto l'ombrellone o per ridere un po', è abbastanza tristanzuolo, però non così malvagio, secondo me (IMHO...).
Ragazzi/e, mi ha avete fatto venire voglia di ri-leggermi questo libro dopo taaaaanti anni. Io ero proprio adolescente negli anni '60/'70 (come dice lup) in quella Germania di Böll. E "Ansichten eines Clowns" (titolo originale) l'ho letto al liceo (credo nel '76 - anno della maturità). Mi ricordo che mi era piaciuto tantissimo, come tutto quello che ha scritto e - soprattutto - ha fatto Heinrich Böll. Perché lui per noi giovani dell'epoca era un mito. Un Premio Nobel e presidente del Pen Club che veniva con noi ragazzi alle manifestazioni contro i missili della Nato a Bonn, a Mutlangen ecc. Faceva parte del movimento pacifista, si faceva arrestare insieme ai manifestanti giovani e anche condannare in tribunale per questo. Casa sua era sotto osservazione da parte di servizi e polizia perché male lingue dicevano che nascondeva ricercati della RAF (avete letto "L'onore perduto di Katharina Blum"?). Nel '76 - pur essendo credente - per protesta contro la politica del Vaticano usciva dalla chiesa (in Germania si può fare, è un atto ufficiale, firmando un modulo in municipio diventi una specia di "senza religione"...). Mi fermo qui, non vorrei diventare patetica
In ogni caso: mi ri-leggerò questo libro per vedere che effetto mi fa adesso, a 30 anni di distanza, in un mondo completamente cambiato (non solo in Germania). Grazie