
Libri sul gioco del calcio
- Syrius
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Non sono d'accordo in quanto descrive anche le partite nel suo svolgere e parla del gioco del calcio. Certo è un romanzo, non è un libro tecnico. Su questo Rodolfo hai ragione. 

Prima di spedire, contattatemi in bookcrossing.com. Grazie
Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata.
(Ken Watanabe)
Per amare devi dare ciò che ti costa qualcosa. (Madre Teresa)
Puoi svegliarti anche molto presto all'alba, ma il tuo destino si è svegliato mezz'ora prima di te.
(Detto africano)
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Febbre a 90 non è male ineffetti ma secondo me lo puo' apprezzare al meglio solo chi è addentro agli "affari calcistici"
porto un esempio: un'amica non si spiegava perche venissero citati gli indirizzi (tipo Stanford bridge o Old Trafford) non sapendo che è consuetudine usare il nome delòla localita invece che in nome dello stadio (che per altro non esoiiste praticamente mai)
insomma bel libro sì ma per "iniziati"
porto un esempio: un'amica non si spiegava perche venissero citati gli indirizzi (tipo Stanford bridge o Old Trafford) non sapendo che è consuetudine usare il nome delòla localita invece che in nome dello stadio (che per altro non esoiiste praticamente mai)
insomma bel libro sì ma per "iniziati"
Il nostro compito e' guardare il mondo e vederlo intero. Occorre vivere piu' semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.
- Theut
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Completamente d'accordoPa ha scritto:lo puo' apprezzare al meglio solo chi è addentro agli "affari calcistici"

Pur adorando Hornby ho faticato a finire questo libro: l'argomento non è molto di mio interesse, capisco e conosco poco il calcio italiano, figuriamoci quello inglese

Per cui l'ho trovato noioso, in più poco "comprensibile" l'entusiasmo dell'autore, ma capisco che sia una mia mancanza




- Syrius
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Ok, avete ragione voi... 

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- liberliber
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non credo si tratti di aver ragione, quello che più mi piace della lettura è che ognuno nello stesso libro legge cose diverse, ama cose diverse, vede cose diverse.
Ognuno lo vive a suo modo, ed è una cosa che per me rende speciale discutere con gli altri dei libri che ho letto, che mi fa venir voglia di condividerli con loro, e che (almeno in parte) mi ha portato ad amare bookcrossing
Ognuno lo vive a suo modo, ed è una cosa che per me rende speciale discutere con gli altri dei libri che ho letto, che mi fa venir voglia di condividerli con loro, e che (almeno in parte) mi ha portato ad amare bookcrossing

Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
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zia liber
Ah, dimenticavo, su il manifesto del 4 luglio Massimo Carlotto raccomanda il romanzo "L'ultima di campionato" (p. 204, 10 euro. Nota negativa è pubblicata da Il Maestrale, casa editrice di Nuoro e quindi credo non sia facilissimo da reperire in continente).
Carlotto definisce Abate "lo scrittore sardo più interessante del momento". Il romanzo, nato come soggetto cinematografico (premio Salinas 1999) è poi diventato un testo teatrale ed ora un romanzo.
Se interessa posto l'intervista di Carlotto ad Abate.
Intanto se qualcuno lo ha letto faccia sapere.
Ciao
TyL

Ah, dimenticavo, su il manifesto del 4 luglio Massimo Carlotto raccomanda il romanzo "L'ultima di campionato" (p. 204, 10 euro. Nota negativa è pubblicata da Il Maestrale, casa editrice di Nuoro e quindi credo non sia facilissimo da reperire in continente).
Carlotto definisce Abate "lo scrittore sardo più interessante del momento". Il romanzo, nato come soggetto cinematografico (premio Salinas 1999) è poi diventato un testo teatrale ed ora un romanzo.
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Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Vero Acquario

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- invisigot
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Come sempre tierra riesce ad anticiparmi quel tanto che basta...anch'io ho letto la recensione di carlotto sul manifesto e mi sono precipitato da feltrinelli...
l'ho divorato in due giorni e pertanto lo consiglio vivamente...
Poi rilancio
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e dico sempre di Soriano Pensare con i piedi (ed. Einaudi) anche qui racconti che si intrecciano col mondo del calcio sudamericano. Qui si trova Il calcio di rigore più lungo del mondo, a mio parere uno dei più bei racconti mai scritti.tyl ha scritto:Osvaldo Soriano, Fútbol, Einaudi. Sono racconti e scritti vari sul calcio del Gordo. Imprescindibile.
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I libri di Soriano li ho entrambi. Su "Pensare con i piedi" ci sono 6 scritti sul calcio (ma ci sono un sacco di altri racconti interessanti). Su Fútbol ci sono quei sei più altri tredici (tutti sul calcio, ovviamente).
Diciamo che Einaudi ci sguazza un po' perché alcuni scritti si trovano anche in altri libri di Soriano.
Concordo con il giudizio su "Il rigore più lungo del mondo" (ma nel libro ci sono altri splendidi racconti.
Chi conoscesse lo spagnolo lo trova in rete, ad esempio qui
Vi consiglio l'intero sito "Il bolero di Ravel". Anzi, ora vado ad inserirlo dell'apposito 3d.
Cercherò il romanzo di Abate da Feltrinelli. Dubito che ce l'abbiano ma almeno è distribuito e lo possono ordinare.
Ciao
TyL
Diciamo che Einaudi ci sguazza un po' perché alcuni scritti si trovano anche in altri libri di Soriano.
Concordo con il giudizio su "Il rigore più lungo del mondo" (ma nel libro ci sono altri splendidi racconti.
Chi conoscesse lo spagnolo lo trova in rete, ad esempio qui
Vi consiglio l'intero sito "Il bolero di Ravel". Anzi, ora vado ad inserirlo dell'apposito 3d.
Cercherò il romanzo di Abate da Feltrinelli. Dubito che ce l'abbiano ma almeno è distribuito e lo possono ordinare.
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e c'è bisogno di chiederlo?uno stranamente timido TyL ha scritto:Se interessa posto l'intervista di Carlotto ad Abate.

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http://www.internetbookshop.it/ser/serd ... P5QGLTYQMX
se volete posso chiedere a un'amica che lavora nell'editoria!
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A grande richiesta...
Massimo Carlotto a pag. 12 de il manifesto del 4 luglio 2004 ha scritto:INTERVISTA
Un mostro nel gioco fuori schema
Francesco Abate parla del suo nuovo romanzo, «L'ultima di campionato». Storia sarda di un fuoriclasse del pallone con il vizio segreto della letteratura approdato e uscito dagli stadi in modo esemplare
MASSIMO CARLOTTO
Di giorno veste i panni del giornalista all'Unione Sarda , di notte anima club alternativi nel ruolo di dj oppure gira la Sardegna con un gruppo di attori e musicisti a presentare i suoi romanzi. Si tratta di Francesco Abate, lo scrittore sardo più interessante del momento, forse perché si distingue per la sua estraneità alla cultura sarda più consolidata e più conosciuta. Eppure Abate la Sardegna la racconta. Quella cagliaritana in particolare, più sensibile alle trasformazioni e alle influenze esterne. Ma sarebbe riduttivo catalogare la sua scrittura solo come espressione dell'attuale fermento isolano. Cagliari è il luogo prediletto delle trame ma in realtà il progetto di Abate è di raccontare «mostri», personaggi tanto straordinari, quanto sintomi di malattia della società che li produce. Ovunque. Ha iniziato con Mister Dabolina del 1998, Castelvecchi. Poi, nel 2003 è arrivato Il cattivo cronista per la casa editrice nuorese Il Maestrale e ora Ultima di campionato , ancora edito dal Maestrale (pp. 204, ? 10). Come il titolo suggerisce, la trama del romanzo affonda le radici nel mondo del calcio. Ma non solo. Il «mostro» Vanni Visco, fuoriclasse imbattuto del pallone, ha un vizio nascosto, l'amore per la letteratura, che lo porta a vivere una vita parallela. Leggere Ultima di campionato in questo periodo di campionati europei e di calcio italiano, infetto e inguardabile, è davvero un'esperienza particolare. Non solo perché il romanzo è davvero bello ma perché sovverte tutti i luoghi comuni sullo sport nazionale e fa piazza pulita delle categorie a cui siamo stati abituati per lungo tempo. In questo senso Abate è sorprendente. Passa da un mostro all'altro con la lucidità di un chirurgo. Il suo bisturi affonda nel mondo del giornalismo raccontando Il cattivo cronista, e poi con la stessa disinvoltura scarnifica quello del calcio nella città mezza provincia, mezza metropoli di Gigi Riva. Vanni Visco, l'eroe del pallone, approda agli stadi in modo particolare e in modo straordinario ne esce ma prima, negli anni Ottanta, è stato un ragazzo e le pagine che raccontano quel periodo sono particolarmente efficaci. Le mode, la musica, la droga, i viaggi a Londra e ad Amsterdam sono veri e fanno parte del patrimonio di memoria di quella generazione.
Ultima di campionato è nato come soggetto cinematografico e ha vinto il premio Solinas nel '99, poi è diventato una pièce teatrale. Come mai hai sentito la necessità di trarne un romanzo?
Nel 1999 Ultima di campionato era solo un soggetto, una ventina di pagine appena. Partecipando al Solinas speravo di potergli dare uno sviluppo cinematografico ma, nonostante la vittoria e una buona opzione contrattuale, così non è stato. Ma non mi andava di chiudere la partita, di chiuderlo in un cassetto e di farlo morire in quella maniera. La sentivo un'opera incompiuta, in fondo era solo una traccia, magari una buona traccia, che andava approfondita. Ultima era poi un lavoro premonitore, aveva colto in anticipo i segnali - ma c'erano già in giro delle pesanti tracce in questo senso - di quello che sarebbe accaduto oggi al calcio: le logiche dell'economia che divorano quelle dello sport, la sfida portata all'estremo, la rivalità allo spasmo, il capovolgimento di ogni morale e di ogni etica al servizio del profitto e della prevaricazione, la spettacolarizzazione più misera schiava della logica del teatrino televisivo e quindi degli sponsor. Proprio quando ho creduto che fosse il caso di rimetterci mano e dargli uno sviluppo completo, la casa editrice Il Maestrale, che aveva letto il trattamento e se n'era innamorata, mi ha proposto di farne un romanzo.
Che tipo di «mostro» è Vanni Visco?
Vanni è un mite, potrebbe sembrare un codardo ma non lo è. E' mostro in quanto non risponde alle logiche che regolano il suo mondo, oserei dire il mondo, è un diverso perché non è in linea con il pensare comune. Non insegue sogni di gloria, né denari, né donne, né potere. Non è neppure uno che si limita, nella corsa al successo, a soddisfare un enorme ego, come capita a certi campioni. E' un atleta che non vuole mettere a servizio le sue grandi doti ma soprattutto non le vorrebbe mettere nelle mani del mercato pallonaro. Vorrebbe inseguire la grande passione per la letteratura che lo potrebbe portare verso mestieri lontani dai sogni scintillanti di molti suoi coetanei: magari il librario, il bibliotecario, il professore. Ma è un mostro anche perché non riesce prima a sottrarsi ai voleri della famiglia, poi ai meccanismi della sua professione dai quali riuscirà a liberarsi solo con un gesto estremo.
L'incapacità e la conseguente necessità di trovare un modello di vita compatibile con questa società per non esserne schiacciati è la caratteristica dei tuoi personaggi. Perché pensi che le strategie di sopravvivenza siano importanti da raccontare?
Per un solo motivo: trovare, riflettendoci, una via d'uscita. Oggi mi interessa raccontare lo stato di sofferenza e di inadeguatezza con cui troppi devono fare i conti. Mi interessano gli sconfitti che annaspano e sanno di affogare, quelli che lottano, quelli che non lottano più, e quelli che si adeguano. Ecco perché ho cercato nei tre romanzi di creare questa galleria di mostri. Mi piace sottolineare quanto sia difficile trovare modelli alternativi, quanto sia molto più facile perdersi o incagliarsi. Credo che la malattia del singolo sia sinonimo di una cattiva salute della collettività, che se i grandi sistemi non funzionano è anche perché alla base non funzionano quelli piccoli, a partire dalle relazioni personali. E alla fine non si capisce più da dove è partita l'infezione, dall'alto o dal basso? Mi andava di sottolineare come ci sia uno scambio continuo di sangue infetto. Oggi l'economia e la politica occidentale seguono una linea, uno stile, chiarissimo: molto per pochi, briciole agli altri, se sopravvivono. E questo si sa. Quello su cui riflettevo è quanto questo modello scateni meccanismi distorti nella gestione di tutto ciò che c'è sotto: sino ad arrivare alla squadra di calcio di provincia o al rapporto fra colleghi in un ufficio. Mi incuriosiva capire quanto ciò che di bestiale viene provocato ai piani bassi venga metabolizzato e in che forme ancora più incarognite ritorni ai piani alti. Credo che alla fine ci troviamo a fare conti con un tutti contro tutti che lascia poche via di scampo, specie alle persone miti. Come Vanni Visco, incapace di partecipare al massacro senza prigionieri.
Cagliari non è mai citata in modo esplicito eppure lo slang è quello «casteddaio». Oggi la letteratura sarda (oltre al cinema) sta vivendo un momento particolarmente felice ma tu hai scelto, in qualche modo, di distinguerti sia sul linguaggio che sulle storie che potremmo definire meno sarde delle altre...
Racconto ciò che bene conosco: Cagliari, luogo meticcio, come meticcio sono io, sardo, famiglia paterna campana, famiglia materna cagliaritana con sangue piemontese. Un bel mix, come la mia città, come molte altre città del Mediterraneo: porti di provincia che improvvisamente hanno dovuto fare i conti in maniera rapida e quasi traumatica con il resto del mondo, altre visioni, altre voci, altre idee. Cagliari è capitale di Sardegna che si vanta di esserlo ma un po' se ne vergogna. Porto di mare, quindi per natura luogo aperto allo scambio, ma di una terra chiusa e diffidente. Luogo levantino ma che ha tenuto molto dello stile del regno sabaudo di Sardegna. Raccontare queste contraddizioni, la commistione a volte esplosiva, a volte corrosiva, di questi elementi così contrastanti mi sembrava fosse una buona maniera di narrare un altro aspetto della vita nella nostra isola.
Questo romanzo è piaciuto molto a una parte di giornalisti sportivi nonostante il ritratto impietoso dell'ambiente, sia quello calcistico che delle redazioni...
Forse perché ad alcuni Vanni Visco ricorda certi personaggi che hanno lasciato un segno positivo e particolare, molto personale, nel mondo del calcio: i Riva, i Solier, i Vendrame, i Meroni. Gente fuori dagli schemi già ai suoi tempi, figurarsi oggi. Il calcio come sarebbe potuto essere, il mondo come sarebbe potuto essere.
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Grazie TYL!
appena riesco vado in biblioteca e mi procuro nell'archivio del reparto emeroteca il giornale!
Ciao

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TyL

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TYL, clap clap...
Noto l'intrecciarsi progressivo di legami tra Carlotto e il calcio:
ora l'intervista, e nel thread sulle "Irregolari" (mi auto-cito) la considerazione sui mondiali '78 e i desaparecidos...
Panem et circenses, Santa Maria del pallone... e via andare...
Mi interessa molto il calcio-metafora: esempio rappresentativo ed estremo della vita sociale sul campo, ma in effetti anche fuori... hai centrato TyL, sono questi i libri che cercavo...
Si può imparare a vivere e ad agire osservando e studiando il calcio come un tempo si studiavano e osservavano i classici epici ? (e cfr. il thread di Troy)...
Scontro aperto tra sport e cultura, tra la gloria del fisico e quella della mente. Un duello che vede Vanni Visco, sensibile intellettuale destinato dalla famiglia al campo di calcio, solo contro l'inquietante e rumorosa massa di sportivi e tifosi. Battaglia dura che schiera su due fronti altrettanti modi di concepire la vita: uno attento al sapere e al sociale, l'altro concentrato sull'allenamento e prestazioni del corpo, nel lavoro e nel privato. Il connubio crea frizione, destabilizzazione. Non esistono territori comuni tra questi due mondi e l'unica speranza di sopravvivenza per Vanni è adeguarsi in maniera intelligente al cinico universo del calcio, nell'attesa della rivincita di fine carriera. Così, tra discoteche, ragazze facili, partite di campionato, allenamenti e battute da caserma, il sensibile intellettuale inventa soluzioni per trasformare il senso dell'inadeguato vivere quotidiano. La forza della sua mente, alimentata e scandita dalla ripetizione di famosi brani letterari, diventa mantra e prorompente forza fisica sul campo di calcio e a letto con le donne. E' l'originale carburante per tirare avanti, fino a quando non escogiterà con astuzia una definitiva via di fuga che risolva l'insopportabile dualismo. Tutto ciò è visto in un'atmosfera surreale dove gli elementi in contrasto del personaggio (talento sportivo, prestanza fisica, cultura e sensibilità) si integrano e si fondono in un mondo ideale.
Ancora links: la relazione tra intelletto e prestanza fisica... mi riporta alla biografia dello zoppo/boxeur/nuotatore/poeta/letterato Lord Byron il cui fisico piace alle donne e quindi di qui al nostro meet-up alle Cinque Terre e Golfo dei poeti... Vanni Visco è un Eroe Byroniano.
Diverso, depresso, energico: fuoco dal cielo.
Ignem Veni Mittere in Terram
Qualcosa di questi personaggi trovo anche nei Rage Against the Machine


e in Michael Moore... e per me li rende magnetici e trascinanti.
[/img]
Noto l'intrecciarsi progressivo di legami tra Carlotto e il calcio:
ora l'intervista, e nel thread sulle "Irregolari" (mi auto-cito) la considerazione sui mondiali '78 e i desaparecidos...
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Scontro aperto tra sport e cultura, tra la gloria del fisico e quella della mente. Un duello che vede Vanni Visco, sensibile intellettuale destinato dalla famiglia al campo di calcio, solo contro l'inquietante e rumorosa massa di sportivi e tifosi. Battaglia dura che schiera su due fronti altrettanti modi di concepire la vita: uno attento al sapere e al sociale, l'altro concentrato sull'allenamento e prestazioni del corpo, nel lavoro e nel privato. Il connubio crea frizione, destabilizzazione. Non esistono territori comuni tra questi due mondi e l'unica speranza di sopravvivenza per Vanni è adeguarsi in maniera intelligente al cinico universo del calcio, nell'attesa della rivincita di fine carriera. Così, tra discoteche, ragazze facili, partite di campionato, allenamenti e battute da caserma, il sensibile intellettuale inventa soluzioni per trasformare il senso dell'inadeguato vivere quotidiano. La forza della sua mente, alimentata e scandita dalla ripetizione di famosi brani letterari, diventa mantra e prorompente forza fisica sul campo di calcio e a letto con le donne. E' l'originale carburante per tirare avanti, fino a quando non escogiterà con astuzia una definitiva via di fuga che risolva l'insopportabile dualismo. Tutto ciò è visto in un'atmosfera surreale dove gli elementi in contrasto del personaggio (talento sportivo, prestanza fisica, cultura e sensibilità) si integrano e si fondono in un mondo ideale.
Ancora links: la relazione tra intelletto e prestanza fisica... mi riporta alla biografia dello zoppo/boxeur/nuotatore/poeta/letterato Lord Byron il cui fisico piace alle donne e quindi di qui al nostro meet-up alle Cinque Terre e Golfo dei poeti... Vanni Visco è un Eroe Byroniano.





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Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina. Sal 140,12
il male spinga il violento alla rovina. Sal 140,12