Michael Crichton: ambientalisti = terroristi

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Bilbo
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Michael Crichton: ambientalisti = terroristi

Messaggio da Bilbo »

Stato di paura o stato di negazione?

Michael Crichton esce allo scoperto come reazionario neocon e accusa gli ambientalisti di «fare terrorismo».
Un falso romanzato Una fiction divulgativa del negazionismo anti-ambientalista; tutte le sue «fonti» sono membri dei think-tank di estrema destra.


di Carola Frediani
da Il Manifesto del 20 febbraio 2005


State of Fear è l'ultima fatica letteraria di Michael Crichton, famoso per Jurassic Park e altri best-seller. Racconta di un gruppo di ambientalisti fondamentalisti che per avvalorare la tesi del riscaldamento del pianeta (causata dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane) distorcono dati, assassinano e innescano una serie di finti cataclismi. A contrastare gli eco-terroristi ci penseranno un professore del Mit ed i suoi collaboratori, non senza inframmezzare le loro avventure alla James Bond con lunghi sermoni scientifici in cui smentiscono che esistano prove di un riscaldamento globale, o che questo sia in qualche modo pericoloso. Il primo obiettivo di State of Fear è dunque quello di generare uno Stato di Confusione nel lettore in relazione all'esistenza o meno di un riscaldamento globale. Il trucco è semplice e insidioso: i fatti sono tutti inventati - si premura di specificare l'autore - ma le note a piè di pagina no. E infatti le discussioni attraverso cui Crichton dispiega il suo scetticismo ambientale sono accompagnate da grafici, tabelle e citazioni di ricerche scientifiche. Tutte a senso unico naturalmente. Perché lo scrittore americano ha la stessa debolezza che è stata imputata a uno dei suoi riferimenti principali, Bjorn Lomborg, noto per il saggio L'ambientalista scettico: quella di citare solo fonti a suo favore. Un vizietto che a Lomborg è costato la condanna della Commissione danese sulla Disonestà scientifica.
Non che le altre quattro fonti principali di Crichton - le «più illuminanti» - migliorino la situazione: tanto per cominciare, nessuno di questi autori è un climatologo: Wilfred Beckerman, economista, lavora per The Indipendent Institute, il quale appare invece finanziariamente molto dipendente dalle corporation del tabacco e del petrolio, in particolare dalla Exxon. Caso vuole che lo stesso istituto raccolga la crema degli ambientalisti scettici americani: professori come Thomas G. Moore e Fred S. Singer (pure inserito nelle fonti di Crichton), che collezionano presenze in think tank conservatori (come il Science and Environment Policy Project - Sepp) e consulenze per varie compagnie petrolifere.
Altra fonte d'illuminazione è poi Peter Huber, che ha una formazione legale e lavora per il conservatore Manhattan Institute. Mentre - strana coincidenza - Aaron Wildavsksy, scienziato politico, è stato direttore e professore dei già menzionati Sepp e Independent Institute. Infine, Alston Chase, filosofo, lavora per il Ncpa (National Center for Policy Analysis) altro grande collettore di soldi da fondazioni di destra e petrolieri. Si distingue per un trattato in cui accusa Harvard e le università americane (e il veleno dell'ecologia) di creare una cultura della disperazione e della paura che in ultima analisi porta al terrorismo (una tesi simile appare in un dialogo del romanzo).
Il secondo obiettivo di Crichton è di dimostrare che si può sostenere tutto e il contrario di tutto: o meglio, poiché non sappiamo spiegare tutti i fenomeni legati ai cambiamenti climatici, non possiamo spiegare niente. Non importa che 2500 climatologi di diversa nazionalità (Ipcc - Intergovernmental Panel on Climate Change) su incarico delle Nazioni Unite (oltre a molti altri organismi scientifici qui impossibili da elencare) abbiano concordato che esiste un riscaldamento globale; che è prodotto dall'uomo, in particolare dai gas serra; e che bisogna fare qualcosa. La scienza per Crichton è relativa, specie se osservata puntando il microscopio su un pezzetto della sua totalità.
Il terzo obiettivo dello scrittore è il più inquietante: in due messaggi finali, il romanziere esce allo scoperto paragonando gli scienziati (e i verdi) che sostengono la natura antropogenica del global warming ai propugnatori dell'eugenetica d'inizio Novecento.
Per concludere, in un crescendo, che forse c'è un riscaldamento, ma è modesto e forse l'uomo non c'entra. E che se c'entra non ha a che fare con i gas serra. Ad ogni modo non corriamo alcun rischio e possiamo tenerci i combustibili fossili; e nel 2100 saremo tutti più ricchi, più numerosi e vivremo nel migliore dei mondi possibili.
Dallo stato di paura allo stato di autoesaltazione.
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luna78
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Messaggio da luna78 »

sul corriere ne parlavano già un mesetto fa...
sinceramente come scrittore lui non mi dispiace, e ora sono curiosa di vedere quanto farà discutere questa sua ultima fatica... e anche di leggerla, perchè no?!! :roll: :wink:
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azimuth
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Messaggio da azimuth »

Secondo me è già da tempo che Michael Crichton ha perso la verve creativa... :no!: usare un tema banale per farci un romanzo... :-| bah.... :no!:
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Herbert West
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Messaggio da Herbert West »

Beh, anche jurassic park era una profusione di tesi scientifiche che non avevano basi reali...nulla di nuovo sotto il sole... :naughty:
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azimuth
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Messaggio da azimuth »

Beh, anche jurassic park era una profusione di tesi scientifiche che non avevano basi reali...
... ma almeno non erano scontate! :no!: ;-)
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Messaggio da Herbert West »

Vero Azimuth, ma x quanto mi riguarda, visto che studio e + o - lavoro in ambito scientifico, un missile sparato, x quanto originale, rimane un missile (nel senso di str....ta).
Sarà x questo che preferisco la Cornwell (scrive molto peggio ma a rigor di logica)...
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azimuth
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Messaggio da azimuth »

Herbert West ha scritto:un missile sparato, x quanto originale, rimane un missile (nel senso di str....ta).
Nell'ambito della fantascienza (hard) non ha tanto importanza il fatto che i punti di partenza siano sperimentabili ovvero scientifici: basta che vi sia coerenza dall'inizio alla fine. :yes!:

Ad esempio, se un autore crea un Universo in cui è possibile viaggiare nel tempo, non si può certo inventare che non sia possibile farlo in una data situazione solo per puro vantaggio di intreccio! 8-) :-D

Nel caso specifico di Crichton, mi è sempre sembrato molto coerente nei suoi romanzi. L'ho molto apprezzato per questo. Adesso però quello che critico non è la resa a livello di coerenza, ma l'originalità del tema (e, probabilmente, anche il fatto che vi saranno sicuramente persone che lo prenderanno in seria considerazione se ha mantenuto la stessa "coerenza" :roll:).

Un libro secondo me molto più interessante sulla tematica è Terra di David Brin.
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Bilbo
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Messaggio da Bilbo »

Il problema non è la coerenza fantascientifica ma il messaggio che Crichton tenta di far passare attraverso il suo romanzo.
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Iorek Byrnison
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Messaggio da Iorek Byrnison »

Non concordo con la presunta incoerenza di Crichton (a parte che potremmo stare a discutere ore sul termine incoerenza), tantomeno su Jurassic Park, ma si andrebbe troppo OT, per cui amen.
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Messaggio da agnul »

bilbo ha scritto:Il problema non è la coerenza fantascientifica ma il messaggio che Crichton tenta di far passare attraverso il suo romanzo.
E dove sta il problema scusa?

Crichton nel suo libro (che se mi capitera' per le mani leggero', sperando sia migliore degli ultimi due) espone una sua tesi, su cui immagino si sia ben documentato, come fa di solito per i suoi libri. Chi legge e' libero di essere d'accordo o meno. Dov'e' il problema?

La coerenza della trama mi pare un problema ben piu' grave... :wink:
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Herbert West
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Messaggio da Herbert West »

Scientifico, x lo meno come lo intendevo io, non significa coerente dall'inizio alla fine ma quantomeno veritiero.
Se uno si inventa un universo parallelo può mettere tutto ciò che gli viene in mente dalla geometria non euclidea a organismi non basati sul carbonio.
Se si ambienta una storia nel mondo che noi riteniamo reale, in cui viviamo dobbiamo attenerci a determinate regole e non si possono sparare tesi a rava (ricostruire un dinosauro dal sangue cavatogli da un insetto è assurdo, punto. In un altro mondo o universo con altre regole fisiche potrebbe essere, non qui).
Da quanto ho capito sto benedetto libro riporta tesi che non hanno basi solide ergo è fuffa...
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Messaggio da Iorek Byrnison »

ricostruire un dinosauro dal sangue cavatogli da un insetto è assurdo, punto. In un altro mondo o universo con altre regole fisiche potrebbe essere, non qui
Scusa, non è per innescare polemiche: l'idea è tecnicamente impossibile, ma teoricamente possibilissima (sono stati sequenziati spezzoni di sequenze di DNA di animali estinti in modo analogo...). Sono d'accordo con te sulla scarsa praticità della cosa, ma non è impossibile: stando alla tua dfinizione (che condivido) non è vero ma veritiero.
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Messaggio da azimuth »

Herbert West ha scritto:Se si ambienta una storia nel mondo che noi riteniamo reale, in cui viviamo dobbiamo attenerci a determinate regole
Qualsiasi tecnologia sufficientemente sofisticata è indistinguibile dalla magia. - Arthur Clarke

Non sarei così perentorio nelle affermazioni. ;-) Come ha fatto notare già Iorek Byrnison, l'ipotesi di partenza di Crichton potrebbe essere più che verosimile... anche se, al momento, non abbiamo strumenti per poterlo fare (completamente/in maniera economica/in tempo utile).... Da quello che mi ricordo di Jurassic Park (l'ho letto più di dieci anni fa!) il romanzo era ben strutturato e le ipotesi scientifiche venivano spiegate in maniera coerente e verosimile.

Ecco quindi spiegata la mia paura (non condivisa da agnul) che chiunque non abbia tempo/voglia/modo di approfondire, prenderà per "verità" ciò che ivi vi viene scritto. :no!: :-| Un conto è far resuscitare un dinosauro e un conto è creare le basi per politiche antiambientaliste. :-|
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Messaggio da Bilbo »

Azimuth ha scritto:chiunque non abbia tempo/voglia/modo di approfondire, prenderà per "verità" ciò che ivi vi viene scritto. Un conto è far resuscitare un dinosauro e un conto è creare le basi per politiche antiambientaliste.
La questione che volevo sollevare postando l'articolo del Manifesto era proprio questa. Quanti, dopo aver letto il romanzo di Crichton, crederanno tranquillamente che chi si preoccupa per le condizioni del nostro pianeta sia un folle o, peggio ancora, un possibile terrorista?
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Messaggio da last-unicorn »

Per me il problema non riguarda solo Crichton, mi è capitato diverse volte di vedere per esempio delle puntate di telefilm americani (per esempio Seaquest) dove veniva proposto ambientalisti = terroristi, lo stesso vale (credo) anche per film. Anche Greenpeace in America è guardata con molto sospetto. :think:
Che ambientalisti = terroristi sia semplicemente un pensiero molto più diffuso che da noi? :think:
Charlie
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Messaggio da Charlie »

Assaltare con i gommoni una nave, immobilizare fabbriche prendendone possesso fino allo sgombero, occupare sedi amministrative di grandi società sono azioni irrimediabilmente romantiche ed eroiche, ma di sicuro non propriamente legali, da qui la similitudine con i terroristi, che sicuramente dilaga oltreoceano; poi, se vogliamo, possiamo ragionare sui perchè e sulle cause che hanno spinto a estremizzare i propri comportamenti da parte di alcuni attivisti dell'ecologia.
Avere delle buone ragioni non significa necessariamente avere ragione
almeno credo
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Messaggio da akela »

charlie ha scritto:Avere delle buone ragioni non significa necessariamente avere ragione
Sono d'accordo. Però il problema di cui stiamo trattando riguarda IMHO gli strumenti, e non i fini.
Ovvero: un'associazione come Greenpeace, che manifesta attivamente per la salvaguardia del nostro pianeta e attua forme di lotta nonviolenta e di boicottaggio, può essere paragonata a un'associazione terroristica?
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Charlie
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Messaggio da Charlie »

Penso che gli strumenti trovino giustificazione e maggiore definizione proprio in relazione ai fini rispetto ai quali sono asserviti.
Una manifestazione di piazza è in sè neutra, assume colore in vista dello scopo per cui è organizzata.
Ad ogni modo per quanto possa starmi a cuore l'ambiente in cui vivo, trovo una vistosa differenza fra la raccolta differenziata e il boicottaggio, o a maggior ragione il blocco del lavoro altrui, fosse anche in una fabbrica altamente inquinante.

Se scopo del terrorismo è la destabilizzazione, questa la si può ottenere anche con strumenti non mortali (non è necessario uccidere per creare caos).
E allora la dove per me sarebbe assurdo rinvenire gli estremi del terrorismo, vi è chi potrebbe ravvisarli.

Personalmente non ritengo terroristi gli attivisti, nè tantomeno li considero degli eversivi, vero è che la dove infrangono le leggi dei paesi in cui operano, perlomeno devo ammettere che si pongono al di fuori delle regole di convivenza imposte per legge in quelle nazioni.

Poi possiamo discutere della bontà di tali leggi, della loro reale democraticità, e di tanti altri aspetti che le leggi dovrebbero rispettare, ma trascurano...
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last-unicorn
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Messaggio da last-unicorn »

Non assaltano con i gommoni le navi ma si pongono fra le navi e le balene rischiando la propria vita e non quella degli altri.
Però un attivista di Greenpeace è stato assassinato dai servizi segreti della Francia quando hanno affondato la loro Rainbow Warrior.
Terrorismo per me è ben altro.
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Messaggio da Charlie »

Quello dell'affondamento della Rainbow è un altro discorso ancora, ricordo però di aver visto attivisti di Greanpeace provare a salire a bordo delle navi che avvicinavano (abbordavano?).
per completare il quadro dell'incoerenza aggiungo anche di aver finanziato per alcuni anni le loro attività (in modo modesto, certo, ma quello potevo permettermi).
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