giornalismo che passion (orrori/errori)

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ilmagodilussino
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giornalismo che passion (orrori/errori)

Messaggio da ilmagodilussino »

una nuova rubrica, dalla pirotecnica fantasia del mago: dove si ferma il diritto di cronaca e inizia il viaggio lisergico.
colpi bassi, ingenue bassezze, cadute di stile e leccate di c.lo del giornalismo italiano: il più libero, obiettivo ed immacolato del pianeta (plutone).

IMDL

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Immagine

Una rara immagine d'epoca del Capo del Governo che si congratula con il padre del Governatore del Lazio Storace per il felice esito dell'eroica spedizione punitiva.

(fonte fotoarchivio de l'Unità)

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Unità, giorno drammatico
Il direttore chiede scusa I colleghi alla giornalista: sei sicura? «Abbiamo fatto un errore»

ROMA—Non è elegante: però è da Luana Benini, che bisogna cominciare, proprio da lei, da una collega, dalla cronista politica dell’Unità che sostiene di aver raccolto, nel piazzale lugubre delle Fosse Ardeatine, quelle dichiarazioni di Mario Limentani. Esattamente quelle.
Perché Luana Benini— con gli occhi lucidi e a monosillabi, come commossa, stordita e un po’ incredula — conferma tutto. Anche a metà pomeriggio, quando torna dalla conferenza stampa di Francesco Storace: c’è andata e adesso, nel corridoio della redazione, si ritrova con i colleghi intorno, con quelli muti (per la rabbia) e con quelli che invece le chiedono, che la incalzano: «Ma questo Limentani... te l’ha detto chiaramente che a picchiarlo era stato il padre di Storace?». «Sei sicura che te l’abbia detto? Eh, Luana?». «Oh, Luana... guarda che può capitare a tutti di sbagliare: te l’ha detto, sì o no?» «Sei sicura di ciò che hai scritto?». E lei: «Sicura? Sicurissima ».
Chiunque abbia scritto in vita sua almeno un articolo — anche se sul giornaletto del liceo—può capire che la scena è simile all’inizio di un incubo. Nella scena c’è pure il direttore dell’ex quotidiano comunista, Antonio Padellaro, che sta ancora lì, dietro alla sua scrivania, a chiedersi: «Scusate, ragazzi, fatemi capire... in che senso, non è il papà di Storace?». Nel senso, gli spiegano, che «abbiamo scritto, forse, un’inesattezza ».
Padellaro dirige l’Unità dallo scorso 15 marzo (con l’82,9% di gradimento della redazione), ma è stato a lungo vice-direttore dell’Espresso e anche capo dell’ufficio romano del Corriere: insomma conosce bene le regole del giornalismo e quelli che lo hanno frequentato descrivono un «professionista preparato, autorevole e freddo». Eppure, in un pomeriggio così, si allenta nervosamente il nodo della cravatta. «Dov’è Luana?».
Il clima è questo. I toni sono questi. Con lo stupore che diventa, lentamente, rabbia e poi rammarico e, poi, ancora dolore, fatica, timore. Bruno Miserendino, esperto e stimato giornalista di politica, si appoggia al muro: «L’errore c’è, l’abbiamo fatto, inutile negarlo». Qual è stato l’errore, Bruno? «Non tanto l’aver creduto a quel Limentani, perché era una fonte autorevole e credibile... piuttosto, io dico che l’errore è stato insistere sul discorso del papà di Storace...». Spiegati meglio. «C’è piaciuta l’idea che il padre di Storace picchiasse. Ma, mi chiedo, dov’è la novità? Il padre di una fascista era un fascista? E allora? ».
«Allora», ammette Nuccio Ciconte, il capo-redattore anziano, quello che che tutti ascoltano, quello che conosce il giornale e i suoi cronisti, «abbiamo commesso una leggerezza. E però ci siamo fidati non di un passante qualsiasi, ma di un signore, un ebreo che a Roma ha un nome e un cognome di rilievo, un signore con una storia che...». Che? «Niente. Col senno del poi è facile: avremmo dovuto verificare, controllare le date, i nomi. Ma non l’abbiamo fatto. Ma quanti avrebbero controllato le parole di una fonte come Mario Limentani?».
Nella stanza entra Fabio Luppino, il capo del servizio politico. «Ragazzi! Guardate qui! Anche Europa ha scritto che...». Il quotidiano della Margherita, a pagina 4: stesse parole, stessi concetti. Identica fonte. «Storace se la prende con noi, ma...». Ma sbagliare in due, dice un giovane redattore, «non migliora la situazione». Che non è semplice.
Il direttore Antonio Padellaro sta scrivendo l’editoriale che accompagnerà il titolo d’apertura del giornale in edicola oggi. Francesco Storace ha «diritto » alle scuse dell’Unità, ma il direttore del quotidiano si dimetterà - come richiesto da Storace - solo «se altrettanto farà il governatore del Lazio, dopo che la società Laziomatica, società controllata al 100 per 100 dalla Regione Lazio, è stata colta con le mani nel sacco dentro la banca dati del Campidoglio, reato per cui viene indagata dalla Procura di Roma».
Arriva un fotografo che scatta. Arriva anche il comunicato del Cdr, che difende, ovviamente, la redattrice e la redazione: «Ricordiamo al Presidente uscente della Regione Lazio, che non siamo più nel ventennio mussoliniano a lui tanto caro. Allora, come Storace sa, il regime dimetteva giornalisti e direttori non allineati, li mandava al confino, li incarcerava... ». Ma è un comunicato su cui si sovrappone un lancio dell’agenzia Ansa, con una precisazione di Mario Limentani: «Mai detto che colui che mi picchiò, nel 1941, era il padre di Francesco Storace». Alla Benini trema la voce: «Chiunque può sentirsi la registrazione delle sue vere parole sul sito dell’Unità». E poi ecco anche Maria Grazia Gerina, una giovane cronista delle «cronache». «Poco fa ho intervistato nuovamente il teste della comunità ebraica e a me ha ripetuto la stessa versione fornita a Luana. A picchiarlo, ha ribadito, fu il padre di Storace».
Furio Colombo, l’ex — amatissimo — direttore: «No, l’Unità non è colpevole di dietrologia. Non abbiamo inseguito le colpe dei padri, per colpire i figli. Non l’abbiamo mai fatto, questo genere di giornalismo. Ci siamo solo fidati di una fonte autorevole. Come insegna il giornalismo americano. Poi, se la fonte ci ha raccontato una storia falsa, ne prendiamo atto. E a Storace, infatti, chiediamo scusa».
Ormai è sera inoltrata. Ultimi titoli. Le didascalie. I giornalisti chiudono le pagine in silenzio. Ma, stasera, all’Unità, c’è un silenzio diverso.

Fabrizio Roncone
26 marzo 2005


da Corriere.it
cicio no xe per barca
raccolto da IMDL

cent coo cent crapp
cent cuu dusent ciapp

raccolto da Piero Chiara

quelli che con una bella dormita passa tutto, anche il cancro
Beppe Viola
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Iorek Byrnison
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Località: Graz, Austria. No, non ho perso una scommessa.
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Messaggio da Iorek Byrnison »

La mia non ha lo spessore di quella qui sopra (ma d'altra parte il mago è ben più spesso di me. In tutti i sensi); ho sentito il critico cinematografico de La7 che commentando Ray, disse testualmente che "The genius, purtroppo, non ha fatto in tempo a vedere l'interpretazione di Jamie Foxx". Concetto interessante. :roll:
This 3d has been Ioreked. Have a nice day.
Nel forum ci sguazzo come un bisonte insaponato sui binari del metrò.
Per un punto Martin perse la cappa. Prima si chiamava Martink (IB)
Tom Cruise dice le bugie (DP)
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Xenia
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Messaggio da Xenia »

mas... valgono anche le castronrie tipo... 'i voli low-coast' ??' :eyes:
(Corriere della Sera, domenica 27 marzo, pagina 17)
Accadono cose che sono come domande; passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
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Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. (Jules Renard)
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Marcello Basie
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Messaggio da Marcello Basie »

Ah, i voli a bassa costa sono sempre stati uno dei miei sogni! :lol:
Stai sveglio, non abbandonarti ai sogni. Quando scegli non devi sognare, sei tu il responsabile. (Vittorio Foa)
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