Sono andata a vedere Il Silenzio fra due pensieri, di Babar Panyami, regista iraniano, più che altro attirata dal fatto che questo film è stato sequestrato dalle autorità di quel paese nel tentativo di non farlo circolare.
Infatti, al cinema si vede una versione del film ricostruita a partire dai materiali di produzione: provini, riprese non utilizzate e simili.
La storia è terribile. Una ragazza deve essere giustiziata, ma è vergine: e siccome le vergini vanno in paradiso, il ras che fa il bello e brutto tempo nel villaggio in cui si svolge il tutto decide che lei andrà in moglie al boia, che fatto il suo dovere matrimoniale dovrebbe poi procedere con l'esecuzione.
Ma il boia, che è uno del villaggio, non è convinto e quindi non fa il suo dovere matrimoniale.
Da questo spunto parte un film senza speranza che esplicita il conflitto tra gli abitanti dei villaggi e gli elementi esterni (come questo ras, che pare proprio il ritratto del talebano) che corrompono, trafficano in armi e non rispettano niente e nessuno.
Il mezzo sconsiglio viene dal fatto che persino parolina, nota amante di film iraniani e in grado di sopportare stoicamente ogni genere di film d'autore, ha rischiato di appisolarsi favorita in questo dalla frescura dell'aria condizionata.



La qualità delle immagini, arrangiate come detto sopra, e un doppiaggio quanto meno improbabile non aiutano a comprendere veramente quel che accade.
Per dire: la trama io l'ho capita perché l'avevo già letta, altrimenti non avrei mai capito bene che la ragazza viene data in sposa al boia. Non viene spiegato...
Lo sconsiglio è solo mezzo perché comunque il film rappresenta una realtà lontanissima da noi in modo molto immediato e convincente. Molto belle alcune scene di usanze tradizionali e splendide alcune immagini... tipo quella che fa da locandina.
Sarei moolto contenta di sapere se qualche altro bookcrosser cinefilo l'ha visto cosa ne pensa.