Per milanesi (ma anche no) - un appello da leggere

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-gioRgio-
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Per milanesi (ma anche no) - un appello da leggere

Messaggio da -gioRgio- »

Citato oggi dal blog di Beppe Grillo, l'appello riguarda tal Bosco di Gioia in quel di Milano. Vedete voi se puo' interessarvi - il link diretto e' questo: http://boscodigioia.splinder.com/
-gioRgio-

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Falbalà
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Messaggio da Falbalà »

A giugno Rocco Tanica, degli "Elio e le storie tese", ha anche fatto uno sciopero della fame con raccolta di firme presso il bosco ma pare che non sia servito :(
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Pelodia
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Messaggio da Pelodia »

tzè avevo linkato il mega concerto eelst +bisio per ilbosco di gioia milioni di anni fa :)

la cosa veramente triste è che non sono stati MINIMAMENTE cagati dalle istitutuzioni.

Anche perchè, essendo quello un terreno dotano da una signora all'ospedale con l'esplicita clausola che venisse tenuto come parco.. non mi sembra tanto corretto costruirci sopra il pirellone II.

Altra cosa molto figa è stata la soluzione di mr Albertini "no problem! tiriamo via gli alberi più vecchi e li mettiamo negli altri parchi cittadini"

mah
Rocco Tanica ha scritto:CITTADINO, IL TUO PARERE NON CONTA NIENTE.
Sono Rocco Tanica, scrivo a titolo personale una lettera che ha 15.641 destinatari: tutti coloro che fino ad oggi hanno firmato la petizione per la salvezza del Bosco di Gioia. Dico titolo personale perché questa pagina non è la voce ufficiale del piccolo ma combattivo Comitato Giardino in Gioia, il quale avrebbe senz’altro più cura nel mantenerlo aggiornato e vitale. Questo minuscolo blog è un diario nato nelle notti di aprile 2005, sul camper che Paolo Macchi ed io abbiamo abitato per quasi un mese di fronte al Bosco di Gioia. In queste pagine abbiamo raccontato il tentativo e le speranze (oggi così malconce) di ottenere attenzione e rispetto per un’idea che chi governa Milano e la Lombardia ritiene scandalosa e impraticabile.

L’idea è che Milano possa rinunciare a nuovi milioni di metri cubi di cemento in favore di un angolo verde. L’idea è che un luogo che ha ospitato prati, orti, roseti e vivai, sul quale nei secoli non è mai stato costruito nulla possa rimanere libero da costruzioni; l’idea è che un luogo così rappresenti un piccolo prodigio da conservare, uno spazio di cui un’inquinatissima città europea possa dirsi orgogliosa. L’idea è quella in cui 15.641 persone chiedono che il progetto del Polo Regionale venga ragionevolmente modificato (non cancellato) restituendo ai cittadini 10.000 metri quadri verdi e 200 alberi che ai cittadini appartengono, come da piano regolatore (prima che venisse modificato con il blitz del 2000).
www.boscodigioia.it ha provato e prova a raccontare tutto questo. Ma chi frequenta questa pagina ha notato che quest’estate le comunicazioni si sono diradate fino ad interrompersi.

E’ successo che non ho più aggiornato questa pagina a causa di una crisi di disgusto. Disgusto per il comportamento degli amministratori di questa città e di questa regione, che ai 15.641 firmatari della petizione hanno dedicato solo disprezzo e indifferenza, fuggendo ogni dibattito pubblico, ignorando le lettere ai giornali in cui li si invitava ad un dibattito pubblico, negandosi a qualsiasi contraddittorio.

Disgusto per i politicanti, grandi piccoli e mezze tacche – c’è qualche differenza? – che nei giorni in cui il digiuno e la protesta trovavano qualche spazio su stampa e tv sono venuti al camper a fare promesse e poi si sono eclissati.

Disgusto per quei giornali (Il Giornale primo fra tutti, come da tradizione) che hanno scritto falsità vergognose sulle modalità e i contenuti di questa battaglia, rifiutandosi di rettificare le informazioni menzognere che pubblicavano (le firme raccolte stimate in 800 quando erano già 8000, la “regia occulta delle sinistre” che nella loro ossessione malata avrebbe dettato tempi e modi della battaglia per il Bosco).

Disgusto per quei giornali di cosiddetta sinistra, che sono andati in errore di sistema perché la protesta non era abbastanza comunista per i loro standard editoriali e non hanno scritto una riga su questo argomento. Disgusto per le associazioni cosiddette ambientaliste (una fra tutte, indovinate quale), che quando hanno visto che non riuscivano ad attribuirsi il merito della piccola visibilità ottenuta da noialtri poveracci hanno fatto dietro-front, se non altro liberando la scena dalla loro imbarazzante presenza.

Disgusto per le modalità ladresche con cui i soliti illuminati amministratori hanno atteso il deserto di agosto per cominciare l’opera di demolizione all’interno del Bosco.

Disgusto.

Ecco perché questa pagina non è più stata aggiornata; non da Paolo, Giancarlo, Pierangela e tutte le persone eccezionali che in questi mesi hanno dato tutto ciò che avevano (energie, tempo, soldi) per questa causa; non è più stata aggiornata da me che ce l’ho “in custodia”. Di questo chiedo scusa a chi possa aver pensato che la propria voce non sia stata tenuta in considerazione da coloro che l’avevano sollecitato.

La verità è che il comitato Giardino in Gioia ha avuto la massima cura di questo tesoro fatto di 15.641 nomi di persone. Abbiamo cercato risposte, attenzione, confronto; abbiamo consegnato i faldoni delle firme alle cancellerie del Comune, della Regione e della Provincia, abbiamo incontrato cortesi anonimi funzionari che le hanno ricevute in rappresentanza di coloro cui erano destinate (il sindaco Albertini, il presidente Formigoni e il presidente Penati) e poi IL NULLA. Oggi non abbiamo vergogna di presentarci a mani vuote, perché il fatto di non aver sortito alcun risultato visibile è la vergogna di chi ha il dovere di rispondere, non nostra. E sto parlando delle stesse facce che ad ogni scadenza elettorale si presentano sui manifesti ad elemosinare voti; quelle facce, quei nomi, che dovrebbero seppellirsi di mea culpa per avere tradito così il proprio mandato, tutte le promesse di dialogo, di collegialità. In una democrazia degna di questo nome questi personaggi sarebbero chiamati a rendere conto dei propri atti e delle proprie omissioni pubblicamente, e non solo all’interno di congreghe affaristiche come quelle che si spartiscono lo spazio del Bosco di Gioia in nome di un presunto interesse collettivo. Ricordatevi di quelle facce, ricordatevi di quei nomi la prossima volta che andrete a votare. Ricordatevene anche se avete votato per loro e continuerete a farlo (sono migliaia gli elettori di Formigoni che hanno firmato per il Bosco), perché questa gente chiede il vostro voto e poi se ne fa scudo per giustificare qualsiasi nefandezza. Non permettete a questi voltagabbana di utilizzare i consensi ricevuti per un mandato diverso da quello che sono chiamati a svolgere.

Il sindaco di Milano non è il proprietario di Milano, neanche quando a Ferragosto svolazza in elicottero sulla città per poi dichiarare deliziato ai giornali che “Milano è una città ricca di verde” (compresi gli svincoli autostradali e i cimiteri, classificati come “verde pubblico”). Il vicesindaco De Corato è solo uno degli amministratori, non concediamogli in perpetuo il patentino della presa per i fondelli, o avrà lo stomaco di affermare di nuovo – come ha già fatto – che “L’incuria del verde di Milano è una responsabilità dei cittadini”, per poi votare in Consiglio Comunale a favore della distruzione del Bosco. Non rimanete indifferenti quando il presidente Formigoni si fa scudo del successo elettorale per giustificare qualsiasi porcata contenuta nel progetto Garibaldi-Repubblica di Milano, come se quel progetto fosse frutto di una richiesta popolare e non – come di fatto è – una gigantesca torta d’appalti che nulla ha a che vedere con il benessere della comunità.

E se potete, se ne avete la pazienza e la volontà, provate a sostenere ancora questo tentativo di salvare uno spazio, il Bosco di Gioia, che:
** è il lascito gratuito di un privato, il quale aveva posto come condizione la sua tutela e conservazione.
** contiene alberi vecchi di più di 60 anni, che sarebbero sottoposti a tutela come da leggi regionali e provinciali disattese con destrezza.
** è un’area che potrebbe convivere con le iniziative di (cosiddetto) sviluppo della zona, se solo quel progetto venisse parzialmente modificato ascoltando il parere delle persone, cui nessuno ha chiesto se approvassero o meno quei progetti.

Il tempo stringe. Ha poco senso dire “aiutateci”, perché non si tratta di una lotta tra il Comune e la Regione da una parte e il piccolo comitato dall’altra. Ha senso invece dire “aiutiamoci”, perché tutti noi che abbiamo dedicato un pezzo piccolo o grande del nostro tempo – o anche semplicemente il nostro nome scritto su un foglio – alla piccola fabbrica di ossigeno che risponde al nome di Bosco di Gioia, abbiamo polmoni e voce sufficienti per opporci a questo tentativo di saccheggio che cercano di spacciare per “interesse comune”.

Continuiamo a raccogliere firme, quelle stesse firme che in Comune, Regione e Provincia considerano spazzatura e che noi sappiamo invece essere un patrimonio inestimabile di idee, volontà e passione. Firmate la petizione se non lo avete ancora fatto; convincete altri a firmare.

Ciao
Rocco
giusto per darvi un'idea di come sono andate le cose fino ad ora
Pelodia
pensieri deboli,
mutui quinquennali,
ideologia a bassa intensità.


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cagare il cazzo non serve. [Romanz mia cit]
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