Consumo etico, equo e pure solidale...

Volete comunicare ai bookcorsari pensieri, informazioni, links eccetera eccetera? Qui potete farlo, sempre nei limiti della legge, del buon gusto e del rispetto reciproco, naturalmente!

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shandy
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Messaggio da shandy »

guranito invece della coca-cola
fantastico! :mrgreen:
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Virgilio
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Messaggio da Virgilio »

non erano le stesse cose che avevo detto io?
No...c'erano delle differenze...ma nel casino di quello che ho scritto non l'ho detto!!! :P

-Non è corretto dire che i generici sono prodotti non testati sugli animali...non si fanno quel tipo di studi solo perchè si usano i risultati di chi li ha già fatti. E poi le ditte di generici sono spesso di proprietà delle industrie farmaceutiche (Hexan=Angelini, DOC=Chiesi e Zambon, EG=Stada), quindi i soldi sempre lì finiscono.
-Il Decreto Legge del 2005 è praticamente inutile (ringraziamo il governo per la sua chiara comunicazione ai cittadini :cheers: ) perchè vieta l'uso nei cosmetici di quelle sostanze che sono testate su animali mentre potrebbero esser testate con metodi altrnativi che dovrebbero esser stati validati a livello comunitario...ma questi metodi alternativi non ci sono! Per cui sta alle ditte scegliere. Ad esempio i solari ancora oggi si tastano sulla pelle dei maiali che assomiglia molto a quella umana, e non ci sono test alternativi approvati!Sta a chi produce solari, se vuole, non usarli...
-Anche quello che è il principio attivo di un cosmetico teoricamente non deve esser testato sugli animali, questo perchè solo per i principi attivi dei farmaci c'è l'obbligo per legge dei test sugli animali (ma anche sugli umani sani e non)...un cosmetico quindi dovrebbe essere totalmente libero di sostanza testate sugli animali. Ma questi test si fanno e non tanto per studiarne la tossicità, ma l'efficacia!!! :(
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lizzyblack
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Messaggio da lizzyblack »

Virgilio, leggi un po' qui
Io me stessa ha scritto:Poi così,a mio parere, se uno sa già come agisce il principio attivo, evita di testarlo nuovamente, per una ragione di tempo e denaro (soprattutto nel caso dei farmaci..)
Quindi, semplicemente, alcune ditte possono anche decidere di 'non testare'.
Ma questi test si fanno e non tanto per studiarne la tossicità, ma l'efficacia!!!
Permettimi questa faccina :eyes:
E poi le ditte di generici sono spesso di proprietà delle industrie farmaceutiche (Hexan=Angelini, DOC=Chiesi e Zambon, EG=Stada), quindi i soldi sempre lì finiscono.
Su questo ci sarebbero tante altre cose da dire, ma andremmo Ot, e non mi sembra il caso :wink:


Comunque, quello che tentavo di dirti nel messaggio sopra, è che stiamo praticamente dicendo le stesse cose... ma è risaputo, ormai da tempo memore, che i farmacisti e i chimici, non vanno mai d'accordo :wink: (e chissà perchè... :whistle: :P )
Liz

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Messaggio da tostoini »

A proposito di cose ancora peggiori..ora non trovo l'articolo, ma é bene sapere che oltre alla Nestlé anche la Mac Donald's ha fatto una mossa simile..il caffé MacDonald's - non so in Italia, l'iniziativa riguardava per prima cosa gli Usa- sarebbe stato ottenuto da caffé di produttori del commercio equo e solidale.
Il che dal punto di vista della ricaduta sui produttori é una cosa ottima, un acquirente come MacDonald's é enorme, però anche qui si tratterebbe fondamentalmente di un'operazione di maquillage, perché per il resto, diritti dei lavoratori, rispetto delle norme, ricaduta ambientale, non cambierebbe una virgola..
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Virgilio
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Messaggio da Virgilio »

Va beh...ammetto di essere capoccione... :P...me lo dicono tutti, e poi sono anche toro!!! :lol:
Probabilmente i chimici e i famacisti non vanno d'accordo perchè i secondi sono fondamentalmente bottegai...(se non si era capito non stimo molto la categoria alla quale purtroppo dovrò appartenere!! :( )
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Messaggio da lizzyblack »

Ma quindi, in poche parole, il marchio "equo solidale" sta diventando un po' come "agricoltura biologica"? Cioè, chiunque se lo prende e lo può far suo? Accidenti.. :suspect:
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Messaggio da shandy »

Avevo letto la notizia della Nesté alcune settimane fa. Di MacDo non sapevo. Beata ignoranza.
La cosa che ha sollevato da subito le mi perplessita è quanto si può leggere nel sito di TransFair Italia www.equo.it
TransFair è il marchio di garanzia del Commercio Equo e Solidale
in Italia. E' un consorzio senza scopo di lucro costituito da organismi che operano nella cooperazione internazionale, nella solidarietà e nel Commercio Equo e Solidale, nato nel 1994 per diffondere nella grande distribuzione i prodotti del mercato equo.

TransFair fa parte di FLO (Fair Trade Labelling Organisations), il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia, insieme ad altri 16 marchi che operano in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone. In pratica, TransFair garantisce che i prodotti con il suo simbolo, che trovi nel tuo supermercato, siano stati lavorati senza causare sfruttamento e povertà nel Sud del mondo e siano stati acquistati secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale. Così il cioccolato, il cacao, il tè, il caffè, le banane, il succo d'arancia, il miele ma anche i palloni da calcio e presto altri nuovi prodotti, saranno più buoni sia per i consumatori che per i produttori.
Insomma, dubito fortemente che alla Nestlé possa essere attribuito un marchio TransFair. Se loro si metteranno a scrivere sulle confezioni che il prodotto è equo, il messaggio sarà evidentemente falso. Si tratterà quindi di fare informazione, per far sì che meno persone possibili siano ingannate...
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Messaggio da tostoini »

L'ho letto da qualche altra parte, però la notizia é riportata da varie parti tra cui anche qui:
Le organizzazioni statunitensi del commercio equo e solidale hanno accolto favorevolmente l'annuncio del gigante McDonald dell'accordo in corso di conclusione con Green Mountain Coffee Roasters per la vendita della miscela biologica Newman's Own in più di 650 fast food nel Massachusetts, Connecticut, Rhode-Island, Vermont, New Hampshire, Maine e Albany (NY).
Realizzato in esclusiva per McDonald, Newman's Own Organics Blend, fatto con caffè biologico del circuito equo e solidale sarà disponibile sia nella versione standard che in quella decaffeinata.
TransFair, l'organismo di certificazione del Fairtrade ha dichiarato di unirsi a Oxfam America nell'accogliere favorevolmente la novità, e di sperare che McDonald estenda il lancio in tutti i ristoranti degli Stati Uniti.
"Questo è un momento storico per il movimento del commercio equo, che avrà un enorme impatto sui coltivatori e costituisce un esempio per altre aziende che ancora stanno meditando se rispondere alla domanda di prodotti del commercio equo che monta dai consumatori" , ha detto Paul Rice, presidente e amministratore delegato di TransFair USA. "La nostra speranza è che McDonald abbracci il commercio equo lungo tutto il suo sistema e converta tutti i suoi locali al FairTrade entro un anno o due".
Rice ha aggiunto: "Aziende come Dunkin Donuts, Starbucks, Costco e Sam's Club, così come migliaia di piccoli dettaglianti indipendenti, stanno vendendo caffè certificato equo e solidale e l'arrivo di McDonald accelererà la tendenza."
Quindi come nel caso della Nestlé, é proprio un marchio Transfair...
ok, va bene, prenderanno anche il caffé dai piccoli produttori, però come fai a dare il marchio a aziende che lavorano senza rispettare gli standard sindacali, o sfruttano il lavoro minorile?
Mah..certo, é un passo nella giusta direzione, ma é un passo dettato -per stessa ammissione degli interessati- da ragioni di marketing, e non da un vero cambiamento di tendenza, e fanno più danni che altro..

Approposito della Nestlé, sullo stesso sito leggo:
Una cosa chiara l'ha decisa Transfair Italia, rappresentante italiana della Fairtrade Foundation: nel nostro Paese il caffé solubile Partner's Blend non riceverà il marchio di prodotto equo solidale.
Stavolta noi italiani ci facciamo notare per qualcosa di buono. :yes!:
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Messaggio da shandy »

:shock:
E che cavolo però...mica si può giudicare un'azienda solo su un singolo prodotto. Io speravo che nelle sue valutazioni l'organismo che attribuisce il marchio di garanzia valutasse l'INSIEME delle attività dell'azienda. Nel qual caso Nestlé e MacDo non potrebbero nemmeno permettersi di pronunciare il termine fair trade...
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Messaggio da leggiona »

:notworthy:
Leggo questo thread con infinita umiltà perché in confronto a chi va per mari e monti a cercare il dentifricio "giusto" mi sento un verme, anche se non credo di essere fra i peggiori in assoluto. Per mia fortuna uso pochissimi cosmetici e detesto tutto quello che ha un odore troppo forte, però vedo che non basta cercare il deodorante no-gas senza profumo (o quasi)...
A proposito del test del WWF (riporto qui il link: http://www.wwf.it/svelenati/), alla fine c'è una breve spiegazione ed è anche possibile vedere il "punteggio" di ciascuna domanda. Qui poi ci sono altre informazioni: http://www.wwf.it/svelenati/saperedipiu.asp
Grazie a tutti!
Carla
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Messaggio da shandy »

10 forti obiezioni al "commercio equo"

Un po' provocatorio ma, citando dalla pagina "Gli argomenti a favore del "commercio equo" sono stati già largamente dibattuti. Non è nostra intenzione di ripeterli qui, ma di sviluppare un contraddittorio rispetto a questa forma di commercio detta "equa". La capacità di accettare le critiche, di comprendere le contraddizioni, di affrontare un dibattito, sono la scommessa per un percorso evolutivo."
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Messaggio da liberliber »

molto interessante: ci sono aspetti che non avevo mai considerato o saputo pur cercando di tenermi informata.
Però, se alcune di queste 10 obiezioni possono essere riferite solo al commercio equosolidale, altre (tipo la 3- Il commercio equo non tiene conto dei costi ambientali, la 4- Il commercio equo favorisce l'impoverimento della biodiversità e la 5- Il commercio equo si accompagna alla "deculturizzazione" della produzione) riguardano in generale il commercio da e con Paesi esteri e sfruttati; allora io preferisco acquistare un prodotto che garantisce almeno un minimo di vantaggi per i produttori piuttosto che il prodotto di una multinazionale o cmq un prodotto che innanzitutto non garantisce questi diritti e cmq produce gli stessi svantaggi.

Piccolo update: ho fatto una minindagine nella mia università e ho scoperto che tutte le macchinette (salvo una) hanno prodotti equosolidali (l'acqua non ho potuto verificare perché è sempre esaurita) tra cui peraltro i miei biscotti preferiti al miele col ripieno di cioccolato :D L'unica macchinetta diversa (che ha cose tipo daygum e buondì) è imboscata dietro l'angolo di un corridoio (io lavoro qua da giugno e ci ho studiato 10 anni e non l'avevo mai vista!) :P
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Messaggio da tostoini »

Ho letto le dieci obiezioni, sono decisamente interessanti, ma ce ne sono un paio che mi hanno lasciato perplessa.

Una é questa:
2- Il commercio equo favorisce la concorrenza sleale

[...]'associazione che importa i cappelli venduti da Jacques non deve pagare, come tutti gli altri commercianti, il costo reale del trasporto: il kerosene degli aerei e la nafta delle navi non è soggetta a tasse.
Cosa vuol dire che l'associazione del commercio equo non deve pagare il costo reale dei trasporti? Premetto che non conosco la legislazione in merito al commercio equo..le associazioni hanno delle cose tipo sgravi fiscali o simili?

e l'altra:
4- Il commercio equo favorisce l'impoverimento della biodiversità

Esempio: Patrizia ha finito di mangiare la sua banana "commercio equo" . Lei ha anche comperato un pompelmo, un'arancia eœuna mela. La varietà del suo cestino della frutta è su scala mondiale, Patrizia ignora la biodiversità locale. Vent'anni fa la sua regione vantava cinquanta qualità di mele, adesso ne sono rimaste cinque.
Si però.
Mettiamo che io vada a comprare della frutta.
Io in genere vado al mercato.
Il criterio che scelgo é 'quella che costa meno'.
In genere al mercato la frutta che costa meno é quella locale e di stagione, quindi il problema non si pone.
Se invece vado perché ho voglia di banane, anche se sul banco assieme le banane ci sono gli smazzafruzzoli dop della val di sotto, prodotto locale, io comprerò comunque le banane perché avevo voglia di banane.
A quel punto meglio che siano eque e solidali piuttosto che Dole o Del Monte.
Poi nel caso del supermercato, si, il discorso cambia, ma lì il problema non sono i prodotti equi e solidali ma le abitudini d'acquisto..

Approposito della frutta fresca nei distributori automatici, oggi ho visto le bustine di frutta di cui sopra, ma non ho pensato a leggere gli ingredienti, però tornando a casa riflettevo: ma che ci avranno messo su quelle fettine di mela?Perché la mela tagliata a fette si ossida, mentre quelle simpatiche fettine avevano l'aria così fresca...
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Messaggio da serenaC11 »

Link, interessante, Scèndi. Alcune critiche sono molto appropriate per il modello di commercio equo europeo (certificazione del prodotto e non della filiera produttiva, tendenza a vendere attraverso qualsiasi canale, compresa la grande distribuzione, purchè aumenti il volume di prodotti equi venduti ecc), forse un po' meno per la realtà italiana.
Il com.e.s. italiano è legato ad associazioni e cooperative non-profit che oltre a vendere fanno anche informazione, sensibilizzazione sul territorio, spesso e volentieri si occupano pure di finanza etica, consumo critico, propongono prodotti di realtà locali ecc ecc. Molte di queste realtà criticano la decisione di vendere prodotti equi alla grande distribuzione e ritengono che "vendere di più" non sia affatto un buon parametro per valutare il "successo" del com.e.s.

C'è inoltre da dire che il commercio nord-sud ha degli aspetti iniqui e paradossali difficili da risolvere. Prendiamo le banane: larga parte della produzione di banane è per esportazione, i paesi produttori non hanno un mercato interno così grande. Ok, ora ci sono pure le banane eque, ma a vole essere consumatori critici & coerenti, delle banane potremmo pure fare a meno. Diciamo che tutto l'occidente diventa coerente&critico e non compra più banane... Gira e rigira chi ci perde è sempre il produttore (sì, sto leggendo Galeano :wink: )
"Sorrido. Non esiste un piano che possa prevedere tutto. Altri solleveranno il capo, altri diserteranno. Il tempo non cesserà di elargire sconfitte e vittorie a chi proseguirà la lotta."
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Messaggio da shandy »

larga parte della produzione di banane è per esportazione, i paesi produttori non hanno un mercato interno così grande.
Il problema è proprio che per coltivare le banane che si vendono nei nostri mercati occidentali in quei paesi si sono abbandonate altre coltivazioni tradizionali che potrebbero alimentare il loro mercato interno...E' giusto che per mangiare banane in Belgio in qualche paese del Sud la popolazione si privi di coltivazioni e quindi di cibo?
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Messaggio da @mazzone »

Io più che sostituire i generi alimentari tendo più che altro a cercare di non utlizzare quelle cosidette marche che sfruttano il lavoro minorile.
E cerco di farlo anche per quanto rigarda l'abigliamento.
E voi?

poi Lilli è guarita e la guerra è finita
e i tedeschi se ne sono partiti
ma per molti anni ha sognato gli spari
e non le usciva la voce.

da "L'unica superstite" -Appunti Partigiani MCR

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Messaggio da shandy »

Mettendo a posto un po' di mail arretrate, nella mailing list dei GAS trovo questo messaggio che vi incollo:
Estratto dal settimanale "Il salvagente" in edicola dal 3 novembre.
Dalle pagine relative ai test effettuati sulle saponette (12-15):
"Oltre che dalle fragranze, potenziali allergeni, bisogna guardarsi soprattutto dai conservanti. L'acqua utilizzata nella composizione di un detergente liquido è un ambiente adatto alla proliferazione di funghi. Il rischio che un sapone si alteri per la presenza di microrganismi è comunque basso, ma molte aziende per prevenire la formazione di colonie abbondano in germicidi. Tra questi composti, quelli che vanno assolutamente evitati sono i cosiddetti cessori di formaldeide, ovvero quelle sostanze capaci di cedere nel tempo la molecola giudicata cancerogena anche dallo IARC, l'Agenzia per la ricerca sul cancro dell'OMS. Per non sbagliarsi è bene tenere a mente i nomi dei cessori di formaldeide usati più frequentemente, come DMDM hydantoin, Imidazolidinyl urea, 5-Bromo-5-Nitro-1,3-Diossano, Diazolidinyl urea e 2-Bromo-2-Nitropropane-1,3-Diol. Sospetto è anche l'antibatterico triclosan. Questa molecola, simile alla diossina, è stata classificata tra i pesticidi dall'EPA statunitense ed è ufficialmente sconsigliata nei prodotti di largo consumo dalle autorità sanitarie svedesi, le sole in Europa a condurre studi sulla tossicità. Da tenere sotto controllo, infine, sono i parabeni, come il methylparaben, propylparaben o butylparaben, probabili riproduttori delle cellule tumorali, e gli isotiazolinoni, come il methylchloroisothiazolinone e il methylisothiazolinone, talmente abusati da aver provocato in metà della popolazione un'ipersensibilizzazione.
Per scegliere una buona saponetta bisogna controllare che in etichetta, nella lista degli ingredienti tra le prime posizioni, compaiano le parole sodium cocoate (acidi grassi saponificati di cocco), sodium kermel palmate (acidi grassi saponificati di palma), o meglio ancora sodium oleate (acidi grassi saponificati d'oliva)."
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Messaggio da liberliber »

Per non sbagliarsi è bene tenere a mente i nomi dei cessori di formaldeide usati più frequentemente, come DMDM hydantoin, Imidazolidinyl urea, 5-Bromo-5-Nitro-1,3-Diossano, Diazolidinyl urea e 2-Bromo-2-Nitropropane-1,3-Diol. [...] l'antibatterico triclosan [...] i parabeni, come il methylparaben, propylparaben o butylparaben, probabili riproduttori delle cellule tumorali, e gli isotiazolinoni, come il methylchloroisothiazolinone e il methylisothiazolinone [...] bisogna controllare che in etichetta, nella lista degli ingredienti tra le prime posizioni, compaiano le parole sodium cocoate (acidi grassi saponificati di cocco), sodium kermel palmate (acidi grassi saponificati di palma), o meglio ancora sodium oleate (acidi grassi saponificati d'oliva)
faccio prima a farmi il sapone in casa :?
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Vi lascio questo link interessante a proposito del messaggio di Shandy: http://www.verdesativa.com/filosofiaazi ... sp?Lan=Ita

(Liber, se non si può cancellalo tu :wink: )
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ps. se invece si può, ne ho trovati altri che vi metto volentieri :wink:
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