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- Va bene - disse Ulisse - te li leggo. Dunque:
Mordersi la lingua.
Farsi male radendosi.
Scordarsi il nome di un attore o un' attrice, e contagiare qualcuno in quell'angoscia.
Il telefonino che non prende il segnale.
Raccontar male una barzelletta in pubblico, e venir compatiti con un risolino forzato.
Farsi andar di traverso il caffé, l'uva eccetera.
Prepararsi a una trionfale cagata sul water e trovare una turca scivolosa.
Vedere un conferenziere noioso che arrivato all'ultimo foglio ne tira fuori altri dieci.
L'autobus che è appena passato.
Il sole che va via da dove sei seduto.
Un vecchietto davanti a te nella fila che non capisce cosa gli dice il cassiere.
La tua squadra che perde nei minuti di recupero.
La confezione di cellophane o plastica che non si apre, sigillando tenacemente cracker, sigarette, cidì e soprattutto scatole di preserativi.
Un lavandino pieno di capelli fuggiti.
Un ricordo d'amore che torna da un cassetto.
Un allarme d'auto nel cuore della notte.
[Stefano Benni, "Achille Piè Veloce"]
Ho evidenziato (o linkato

E aggiungo:
Fare una figuraccia e sentire che sto arrossendo dalle orecchie che scottano.
Arrivare al cinema a film già iniziato.
Scoprire che il libro che cercavo tanto in biblioteca è già in prestito.
Finire i fazzolettini in piena crisi allergica.
Essere delusa dall'ultima pagina di un libro.
à vous..