scrivo prima io così rovino i progetti al Tano

(del resto 'sto film è nostro, quindi un po' per uno!)
allora: bob fosse, sublime regista di broadway, finge che questo musical-poi-film non sia la sua autobiografia, quindi finge di non autorappresentarsi nel protagonista del musical-poi-film: un regista di broadway stronzo, donnaiolo, egocentrico, bastardo e pure tossico, ma con un fascino enorme ed un enorme talento, che gestisce in modo disastroso i suoi rapporti con l'ex moglie, la figlia adolescente, la compagna, la compagnia, i produttori, i suoi bronchi e la morte.
poi, visto che devo andare a cucinare, mi iscrivo d'ufficio al
1° Torneo Internazionale di COPIA-INCOLLA "Copy & Paste 2006” e faccio un ctrl C ctrl V di una cosa che scrissi un po' di tempo fa da un'altra parte
"All that jazz" - Bob Fosse, 1979
Una quasi-autobiografia del regista e coreografo Bob Fosse (Cabaret, Lenny, Star 80, Chicago) nel racconto della vita di Joe Gideon, regista e coreografo di Broadway.
La creazione del suo ultimo musical, la paura di terminare quello che potrebbe essere il suo ultimo film, con l'ossessiva revisione di un monologo comico sulle reazioni umane di fronte alla morte.
Il rapporto con l'ex moglie, con la compagna, con la figlia, tutte ballerine e tutte profondamente legate a quest'uomo insopportabile che riesce a farsi amare comunque ("vorrei fossi meno generoso con il tuo uccello", "smetti di scopare in giro papa").
Joe ogni mattino butta giu' due pasticche di efedrina, accende lo stereo del bagno ("concerto in G" di Vivaldi) e, forzando un sorriso sempre piu' amaro, dice allo specchio "si va in scena, signori!".
Joe continua ad essere generoso, a non dormire, a bere, a scopare in giro, a lavorare giorno e notte, Joe ha un attacco di cuore e ci prova con le infermiere, che sorridono per la sua esuberanza giocosa, e fa feste in camera con i suoi ballerini, che lo amano per l'umanita' che traspare sotto la sua durezza durante le prove, e si strappa la flebo per vagare per l'ospedale, e, nei sotterranei, accennare un passo di danza con un inserviente del turno di notte.
"Non raccontare balle a un ballista", dice spesso alla Morte (interpretata da una luminosa Jessica Lange) con cui dialoga con tono divertito, una partita a scacchi tra due bastardi innamorati della vita ("mi sei sempre piaciuto tanto Joe").
Joe dirige la sua morte come un musical, Joe continua a recitare...
un film splendido ma poco conosciuto, mai banale, estremamente lucido e ironico, molto divertente nonostante la sua amarezza, con ottime coreografie e un cast perfetto
ho detto.