'Dimmi come ti sembra': quelle imbarazzanti situazioni

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faust
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Messaggio da faust »

penso a tutti i grandi innovatori che se avessero dato retta a quello che gli dicevano il pubblico e gli amici non avrebbero realizzato i capolavori che oggi ammiriamo

esattamente quello che intendevo dire.
il fatto di essere tetragoni ad apporti dall'esterno mi sembra un limite, non una forma di integrità
gli apporti dall'esterno devono essere le esperienze di vita del soggetto che crea non le opinioni su come modificare l'opera.
naturalmente io sto parlando di musica nello specifico. ma credo che per la poesia sia lo stesso.
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shandy
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Messaggio da shandy »

Se un'artista attraverso l'opera vuole esprimere se stesso (qualunque cosa questo significhi Uhmm.. ) allora in effetti del parere del pubblico gli importa poco.
Beh, se io voglio esprimere me stessa (qualunque cosa questo significhi :wink: ) il parere del pubblico è importante perché devo sapere se sono riuscita veramente a comunicare quello che volevo...
Credo che nessuna forma di espressione artistica possa prescindere dall'esistenza del pubblico e dal suo giudizio, altrimenti diventa fine a se stessa venendo a mancare uno dei presupposti del suo essere "espresisone artistica", ossia il fatto di veicolare un contenuto. E credo per questo che nessun artista, nessun vero artista, possa "bastare a sé".
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Tallmaris
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Messaggio da Tallmaris »

Io credo sinceramente all'arte come espressione del sè, ed in questo anche all'arte fine a se stessa.

Non sempre quello che ho prodotto l'ho fatto leggere (anzi quasi mai), alcune cose che poi rileggo continuano a piacermi, altre mi fanno rabbrividire per quanto erano immature, ma in quel momento erano qualcosa che aveva bisogno di uscire e basta, non per essere ammirato dagli altri, solo per semplice sfogo.

In un caso del genere del parere degli altri che mi frega? :)

Se invece mi trovassi dall'altra parte, so purtroppo di saper mentire molto male, però come carmilla qualcosa di buono lo trovo sempre (anche perché l'idea stessa di produrre per me merita rispetto), e poi sono il primo ad ammettere che se non mi piace è forse perché io non l'ho capito... ;)
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shandy
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Messaggio da shandy »

Non sempre quello che ho prodotto l'ho fatto leggere (anzi quasi mai), alcune cose che poi rileggo continuano a piacermi, altre mi fanno rabbrividire per quanto erano immature, ma in quel momento erano qualcosa che aveva bisogno di uscire e basta, non per essere ammirato dagli altri, solo per semplice sfogo.
il fatto è che, secondo me, in questi casi non si può parlare di arte. E' sicuramente una forma di espressione, ma l'arte presuppone un'osservatore. Che poi l'arte possa essere fine a se stessa non ci piove, mica son qui a difendere l'engagement :wink:
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faust
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Messaggio da faust »

il fatto è che, secondo me, in questi casi non si può parlare di arte. E' sicuramente una forma di espressione, ma l'arte presuppone un'osservatore
ma il punto è proprio questo secondo me.
l'arte presuppone un osservatore e non un critico.
la osservi, ti provoca emozioni? ha ottenuto il risultato sperato.
poi se ti piace, non ti piace, la faresti in un altro modo, all'artista non gliene frega nulla. (per fortuna dico io)
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tostoini
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Messaggio da tostoini »

faust ha scritto:l'arte presuppone un osservatore e non un critico.
siamo d'accordo, però se il presupposto del thread era che qualcuno ti mette in mano il suo lavoro e ti chiede un parere.
Quindi di esercitare una critica.
Se poi del tuo parere non gli e ne frega nulla,o se quello che voleva sentirsi dire era solo 'bravo, sei un genio, il mondo spargerà petali di rose sul tuo cammino' faceva prima a non metterti nemmeno in mano le sue cose.
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Messaggio da il-picchio »

passo il tempo a chiedere ai soliti martiri "com'è? come ti sembra? troppo palloso? criptico? banale? eh? eh?" e ascolto quello che mi dicono, proprio perchè sono persone di cui mi fido, e cerco di vedere nelle critiche un modo per migliorare, perchè, appunto, non tutti nascono imparati
se qualcuno mi chiede un parere riguardante un suo lavoro, soprattutto se è una persona a cui sono legata, mi fa molto piacere e tendo a dire la verità, senza sputare veleno e senza essere distruttiva.
l'urgenza dell'artista è una cosa, la capatosta che dice "così è bello perchè così lo sento io" è tutta un'altra storia
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Guardiano Cieco
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Messaggio da Guardiano Cieco »

Se invece magari con la sua opera ci vuole anche campare o comunque vuole condividerla col resto del mondo allora se non piace agli altri se la dà in testa e ha perso tempo e denaro.
Credo che se si parla di un artista (senza apostrofo, Carmì! :wink: ), il problema che la sua opera piaccia o meno agli altri ci dovrebbe interessare abbastanza poco. Non è mica l'artista che deve modellare quello che scrive sui gusti del suo eventuale pubblico: semmai deve fare in modo che il pubblico scopra che quello che gli mancava è proprio quello che l'autore gli sta offrendo in quel momento. Maria Corti ha definito i Promessi Sposi uno di quei libri che ci rendono consapevoli di una lacuna nella nostra formazione spirituale nel momento stesso in cui la colmano. D'accordo, coi Promessi Sposi si vola alto, però credo che il principio mantenga una certa validità anche a livelli più bassi. Altrimenti tutti quelli che scrivono libri dovrebbero prendersi a modello Danielle Steel.

E poi chi ha detto che in un racconto giallo si deve sempre capire chi è l'assassino? E perchè dev'essercene solo uno? E perchè dev'essercene per forza uno? Non credo che il compito della scrittura narrativa debba per forza essere quello di essere comprensibile. Nè per forza quello di raccontare una storia. In questo caso, che fine farebbe Borges?
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Carmilla
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Messaggio da Carmilla »

Infatti non intendevo dire che in ogni giallo ci deve essere un assassino (sogno sempredi vedere avverata l'ipotesi di perec in cui risulta verificato il caso per cui l'assassino è il lettore :lol: ) ma che se nel mio giallo c'è un assassino e io autore voglio che si scopra, se alla fine chi legge non lo capisce vuol dire che io non sono stata comprensibile.

Ci sono tanti modi di scrivere, le combinazioni per fortuna sono infinite.

Ma se scelgo di raccontare una storia io, come autore (specie di narrativa «classica»), voglio che sia comprensibile.

Ho fatto l'esempio del giallo perché mi riferivo ad una cosa che avevo scritto io che non è un giallo ma è un racconto in cui un'informazione diseminata nel testo nei paragrafi precedenti diventa la chiave per comprendere cosa avviene alla fine.
Un lettore mi disse che non aveva capito la fine. Allora mi sono chiesta se l'indizio non fosse un po' troppo nascosto.

Poi ho deciso che no, l'indizio non era troppo nascosto e a me, in fondo, piaceva così :P

Infine secondo me la scrittura narrativa racconta sempre una storia. Dipende da cosa si intende per storia. Altrimenti che differenza ci sarebbe con la scrittura saggistica?
È la storia che fa innamorare il lettore, di solito. Anche di Borges...
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Guardiano Cieco
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Messaggio da Guardiano Cieco »

Altrimenti che differenza ci sarebbe con la scrittura saggistica?
Non è detto che debba esserci differenza... Civiltà sepolte di Ceram è entrambe le cose, e sfido chiunque a dimostrare che sia più sbilanciato verso 'uno o l'altro dei due "estremi". Tra l'altro Ceram dice di essersi ispirato al libro Cacciatori di microbi, scritto da un medico americano, Paul de Kruif, che aveva scoperto come la storia della batteriologia contenesse elementi romanzeschi e l'avesse esposta appunto in forma di romanzo...
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Carmilla
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Messaggio da Carmilla »

In questo caso direi che l'argomento è scientifico e la scrittura è narrativa!
(come nel dialogo sopra i massimi sistemi e mille altri esempi)

adottare una forma narrativa non rende il saggio meno «saggio», solo più interessante e capace di rapire anche i non addetti ai lavori. Proprio perché sta usando la fascinazione della storia...

Invece un argomento scientifico trattato con scrittura saggistica lo vedo come una di quelle cose che leggi solo se operi in un determinato campo e hai bisogno di documentarti.

Questo tipo dei microbi è un genio! :lol:

Del resto a questo proposito io amo molto il film di Resnais "mon oncle d'amerique" realizzato mettendo in scena le teorie del biologo laborit. Solo che mentre laborit parla dei topi, Resnais mostra gli umani.
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Mosaico
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Messaggio da Mosaico »

Io penso che questa domanda sia coraggiosa, tocca per lo meno una questione spinosa,ed è importante parlarne e confrontarsi.
Concordo con Tostoini che il parere degli altri soprattutto di chi stimiamo sia importante, perchè può dare un apporto costruttivo al nostro punto di vista, certo se noi siamo totalmente convinti che ciò che abbiamo prodotto o creato sia meraviglioso conta poco, ma se chiediamo un parere spesso è perchè abbiamo probabilmente già noi stessi dei dubbi !
A me è capitato con un amica pittrice, che io stimo ma le sue opere proprio non mi convincono, cosa e come dirle che la sua ricerca ha prodotto a mio parere un risultato banale?Io ipotizzo che l'abbia capito !Non tanto dalle mie parole diplomatiche ma dalla mia mancanza di entusiasmo, che s'intuisce se uno è un po' aperto, ricettivo!
Questo ovviamente non è un bell'esempio, io vorrei poter dire tutto, con le giuste parole, incoraggiando non demolendo, per rispetto della persona che ho davanti, ma non sempre è possibile farlo, non nell'immediatezza. Dipende dal rapporto che uno ha impostato con quella data persona. Se ho molta confidenza muoverei delle critiche ma molto velate, morbide non aggressive, oppure dire di getto questo è proprio brutto solo se l'orrore che mi suscita fosse davvero insostenibile!!! :shock:
Anche il cuore vuole il suo osso da rosicchiare
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Guardiano Cieco
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Messaggio da Guardiano Cieco »

Questo tipo dei microbi è un genio!
L'ho pure cercato, Cacciatori di microbi, ma è introvabile.. Altrimenti l'avventuroso romanzo della batteriologia me lo sarei letto volentieri!

Ma tra l'altro, quindi è di Perec l'osservazione che resta da scrivere un libro in cui l'assassino sia il lettore? Io l'avevo letta nelle postille conclusive a Il nome della rosa... Che poi secondo me, se prendiamo la frase in senso lato, potrebbe anche essere letto come un tentativo di rimediare a quella lacuna. Magari sono un po' criptico, ma chi l'ha letto potrebbe capire cosa voglio dire...
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Messaggio da Carmilla »

Sì Perec in "53 giorni" analizza tutte (?) le possibilità di sviluppo di una storia in cui sia stato commesso un omicidio.
Secondo lui, l'unica che la letteratura non ha ancora sperimentato è proprio quella lì!

mi sa che siamo scivolati un pochino OT... :mrgreen:

ehm la cosa delle postille non l'ho capita... :oops:
magari un giorno me le rileggo con calma!
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Messaggio da zazie »

shendy ha scritto:il fatto è che, secondo me, in questi casi non si può parlare di arte. E' sicuramente una forma di espressione, ma l'arte presuppone un'osservatore.
Concordo.
Riprendendo il tema, anni di fidanzamento con un musicista hanno affinato la mia tecnica.
In generale parto da una apprezzamento dell'insieme e per ogni punto debole che individuo cerco di trovare un punto di forza in modo da bilanciare il parere senza scoraggiare. Detto questo trovo che il modo in cui accoglie le critiche sia abbastanza indicativo dell'artista.
Chi ha sempliecemente riversato il proprio ego in un'opera si offenderà comunque (nessun elogio sarà mai abbastanza entusiasta). Chi ha creato davvero un'opera d'arte sarà quasi sempre il critico più feroce di se stesso
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Messaggio da -gioRgio- »

Solo per informazione:
Cacciatori di microbi e' un vetusto libretto che non ha proprio nulla a che vedere con Civilta' sepolte. Raccoglie diversi racconti di come i vari ricercatori sono arrivati a scoprire la causa di malattie importanti (ricordo bene, ad esempio, il capitolo relativo alla TBC) ma e' un libro stucchevole ed agiografico perfino avendolo letto in adolescenza, quando ero decisamente meno critico.
-gioRgio-

"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico." (proverbio cinese)
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Messaggio da Carmilla »

Nooo Giorgio che delusione.
Non dovevi dircelo. Dovevi lasciarci immaginare un romanzo meraviglioso in cui, come nella favola della goccia d'acqua di Andersen, la microbiologia diventasse appassionante come il feuilletton!!!
Zazie dopo anni di esperienza ha scritto:Chi ha creato davvero un'opera d'arte sarà quasi sempre il critico più feroce di se stesso
verissimo!
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Messaggio da -gioRgio- »

Ah, beh, dimenticavo gli/le amanti del feuilleton... potrebbe piacerti! :mrgreen:
-gioRgio-

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Messaggio da liberliber »

per me è facilissimo: quando una cosa su cui mi viene chiesto un parere mi piace sono talmente entusiasta che quando non mi piace faccio meglio ad andare altrove :P
beh di solito faccio critiche oggettive, molto concrete, in modo da facilitare una replica ;) poi se proprio non mi piace vado sul diplomatico del tipo 'io non ci capisco nulla' :roll:
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
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Boh, io ho copiato quello che scrive Ceram, che lo esaltava...
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