Zazie ha scritto:Questa in effetti non era una citazione, ma un'aggiunta personale sulla stessa linea.
Più che aggiunta la definirei
esegesi .
A proposito di cosa intenda B16 per relativismo , dall’
OMELIA DELL’EM.MO CARD. JOSEPH RATZINGER nella SANTA MESSA “PRO ELIGENDO ROMANO PONTIFICE”
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Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti
ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata
non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo,
fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago
misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove
sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre
nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso
etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da
qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si
va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia
come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.
Quindi il teologo cattolico Ratzinger non distingue tra un relativismo cattivo e uno buono : è un assurdo ! nella sua definizione mutevole - ma antepone a questo la certezza della fede . Questo “lasciarsi trasportare “ del relativismo è l’antitesi di qualsiasi dottrina fondata su un dogma , la quale auspica che solo una fede vera , come il credere in Cristo , può dare , con le parole di Zazie , “
l’espressione affermativa di un mondo “.
La fede non è un relativismo buono , non è una corrente ideologica .
Il discorso del Papa a Ratisbona , come specificato da Didone , verteva sulla questione che “
la religione non deve essere mai utilizzata come motivo di conflitto ma piuttosto che fede e ragione devono lavorare insieme per costruire un mondo migliore.”
Ora che fede e ragione lavorino a braccetto è una gran bella forzatura , in quanto di per se la fede è per sua natura irragionevole . Però se questo azzardo è il mezzo per “costruire un mondo migliore “ in cui ciascuno coltiva il suo orto per donare i propri frutti - allora ben venga il Dialogo fra fede e ragione , dice il Papa .
Aprire le porte al Dialogo non significa solo ascoltare ma permette di capire e di farsi capire , cosa che non sempre è permesso
all’essere umano dotato di fede incrollabile .
Nella lectio magistralis tanto contestata si è voluto portare ad esempio come due persone , attraverso il dialogo e al di fuori di qualsiasi dogma , possano discutere in maniera ragionevole di questioni di fede , per dimostrare poi che la guerra santa è “cosa irragionevole “.
Il territorio neutrale su cui lavorare per il dialogo interreligioso per Benedetto XVI è quindi quello della ragione. In materia di religione questo non lo si dovrebbe dare per scontato . Fede e ragione spesso vengono contrapposte , e pure con dotte argomentazioni , del resto .
La ragione inoltre vorrebbe che il Pontefice
diplomaticamente tacesse un’ovvietà , mentre ha voluto affermare con forza che “ non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio “ e che quindi quella fede che permette all’essere umano di “ subportare” anche il male assoluto , di soffrire e di essere tolleranza misericordiosa , è cosa
ragionevole .
Il relativismo imperante , quello “che in fondo tutto è parimenti indifferente “ non ha risposte ai dubbi se non quell’unico : 42 .
Si abbraccia un'ombra e si ama un sogno. (Soderberg)
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