Esecuzione di Saddam Hussein
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Esecuzione di Saddam Hussein
Chiunque sia il condannato, la pena di morte è un atto inumano e inutile e non un atto di giustizia.
- shandy
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A me fa molto ridere che si sia voluta tenere nascosta l'ora dell'esecuzione che verrà però trasmessa in tv. Per evitare disordini. Perché, così disordini non ce ne saranno? E magari l'Iraq diventerà, ora che il cattivone è morto, quel paradiso in terra che aveva promesso Bush e che ci ha garantito di aver realizzato il giorno in cui è sbarcato sulla porta aerei con la mega scritta "missione compiuta" alle spalle.
Bah.
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Alle 4 di questa mattina..mia nonna , che soffre d'insonnia, l' ha vista in tv....percrò che ski siamo nel 2005 e c'è ancora la pena di morta e che ci abbiamo guadagnato??
Niente.....avrei preferito il carcere a vita con lavoro associato..
Niente.....avrei preferito il carcere a vita con lavoro associato..
poi Lilli è guarita e la guerra è finita
e i tedeschi se ne sono partiti
ma per molti anni ha sognato gli spari
e non le usciva la voce.
da "L'unica superstite" -Appunti Partigiani MCR

amazzone su BC.com
per quanto possa essere stato tiranno nei confronti del suo paese, Saddam era pur sempre un UOMO, e come tale rispetto il suo diritto alla vita. Mi sconcerta il fatto che ci sia gente che nel mondo pensa che questo sia stato un atto di giustizia, e mi sconcerta ancora di più il fatto che questo messaggio arrivi proprio da quel paese che si reputa il più civile del mondo.

- CuteBoy
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sono contro le esecuzioni capitali,
nel caso di saddam l'avrei lasciato a pane e acqua in una prigione piccola piccola...
però
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se penso al fatto che pochi giorni fa ci lamentavamo del fatto che pinochet fosse morto di vecchiaia...
non potendo scegliere la via di mezzo...
mi sa che scelgo la soluzione più drastica!
nel caso di saddam l'avrei lasciato a pane e acqua in una prigione piccola piccola...
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- tostoini
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Secondo me l'unico motivo per cui é stato giustiziato anziché condannato all'ergastolo é stata la paura che ci ripensasse e cominciasse a raccontare tutti gli appoggi avuti dalla cia dei portatori di democrazia negli ultimi decenni...che squallore, che tristezza, che delusione.
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°
- shandy
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Mai lamentata del fatto che Pinochet sia morto di vecchiaia. Al massimo mi lamento del fatto che sia morto senza essere condannato per i suoi crimini. Condannato, non necessariamente a morte, peròci lamentavamo del fatto che pinochet fosse morto di vecchiaia...

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Posso anche essere contrario alla sua esecuzione, ma quello li vivo, una volta usciti di scena gli americani, sarebbe stato anche in grado di evadere dalla prigione e tornare a "governare"...
Come ha detto Pipes (in una delle poche cose che condivido del suo pensiero) "un vecchieto col suo bastone mi suscità pietà; Saddam Hussein sul patibolo no".
Il carcerato Saddam in Iraq sarebbe stato pericoloso ancora per lungo tempo. Se fosse stato messo in carcere qui da noi mi sarei sentito più tranquillo ma visto che gli iracheni hanno deciso così...
Ponzio Pilato docet!
Come ha detto Pipes (in una delle poche cose che condivido del suo pensiero) "un vecchieto col suo bastone mi suscità pietà; Saddam Hussein sul patibolo no".
Il carcerato Saddam in Iraq sarebbe stato pericoloso ancora per lungo tempo. Se fosse stato messo in carcere qui da noi mi sarei sentito più tranquillo ma visto che gli iracheni hanno deciso così...
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- shandy
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Un po' lungo ma merita
Tahar Ben Jelloun su L'espresso ha scritto: Pinochet e Saddam, la doppia morale Usa
La morte senza la condanna del dittatore cileno è una porta aperta a ogni forma di barbarie
Augusto Pinochet, un dittatore, un assassino, un esecutore degli ordini dei suoi padroni americani, è appena morto nel proprio letto in età avanzata. Ha potuto perfino beneficiare dei progressi della medicina, che hanno alleggerito e reso sopportabile la sua malattia. Non è certo il primo uomo politico che ha commesso crimini contro l'umanità in tutta impunità a lasciare questo mondo circondato dai suoi famigliari, quasi fosse un brav'uomo che abbia trascorso la vita intera a lavorare duramente per garantire ai propri figli una vita decente. I dittatori, di tutte le epoche e di ogni parte del mondo, che sono morti nel loro letto sono numerosi. Perfino Dio pare chiamarli a sé in tutta calma, una volta che abbiano portato a termine il loro immondo lavoro. Disturbare un dittatore quando è nel pieno della sua attività è fuor di luogo. Uccidere e fare uccidere, torturare, fare scomparire uomini e donne sospettati di opporre resistenza e di appartenere all'opposizione: questo è il loro lavoro.
Ricordo un articolo dello scrittore haitiano René Depestre, da lui scritto dopo la morte di Duvalier padre, il dittatore che ha oppresso Haïti e che ha fatto sì che il figlio gli succedesse. Mi pare che il titolo dell'articolo fosse più o meno questo: 'Un cadavere da uccidere più volte'. René Depestre, che aveva patito sulla sua pelle gli effetti di quella dittatura, voleva far capire che ci sono dei morti la cui semplice morte non basta, non può bastare, che occorrerebbe qualcosa di più, non tanto nel senso di una vendetta, quanto in quello della giustizia.
Personalmente, confesso che la morte di Pinochet, senza che egli sia stato giudicato per i suoi crimini, è inaccettabile. Nella sceneggiatura di un film o di un'opera teatrale, io l'avrei fatto catturare e giudicare da persone competenti. Avrei fatto sfilare in tribunale in veste di testimoni le famiglie dei desaparecidos e dei morti sotto tortura, per ricordare al mondo che cosa è stato questo mostro.
In occasione dei suoi funerali abbiamo visto alla televisione delle immagini conturbanti: alcuni giovani brandivano il ritratto di Pinochet e ne compiangevano la morte, mentre altri, soprattutto donne, erano letteralmente in lacrime. Chi racconterà a quei giovani tutte le sofferenze, tutti i patimenti da lui inferti a migliaia di altri giovani? Chi racconterà la storia delle sue milizie che facevano irruzione nelle case e ne portavano via con la forza tutti gli uomini per condurli ai campi di prigionia, torturarli e gettarli dagli elicotteri in mare aperto dopo averli rinchiusi in sacchi di tela? Chi racconterà la verità su Salvador Allende, eletto democraticamente per governare il Cile nel 1973 e poi attaccato dai carri del generale Pinochet che obbediva agli ordini di Henry Kissinger, per farla finita una volta per tutte con quell'uomo sgradito all'Amministrazione americana? Giudicare Pinochet significa giudicare anche i responsabili americani. È qui che occorre cercare le motivazioni del sistematico rifiuto da parte degli Stati Uniti a riconoscere la legittimità del Tribunale Penale Internazionale. Questa istituzione giudiziaria non è gradita agli americani perché difende le vittime, i deboli, la popolazione.
L'uomo Augusto Pinochet, l'individuo, non ci interessa affatto. È soltanto un essere spregevole, la feccia dell'umanità. Ma la sua azione politica, il suo sistema ci interessano, invece. Queste sarebbe necessario giudicare. Gli uomini se ne vanno, i crimini restano.
Poco alla volta in politica il concetto di moralità si è eclissato. Si parla oggi di realismo politico, di cinismo, di rapporto di forza. La giustizia è ciò a cui ricorre in modo palese solo il debole e se giustizia non gli è fatta, se la giustizia è negata, o è impugnata, allora ad avere la meglio sono la legge della giungla, il predominio del più forte, la supremazia della menzogna, quella accampata da G. W. Bush, per esempio, per legittimare l'occupazione dell'Iraq.
L'impunità di cui ha beneficiato Pinochet lo ha indotto a lasciare una lettera postuma, nella quale adduce ragioni per i propri crimini: ha scritto che li ha commessi per evitare che il Cile precipitasse nel marxismo. La cosa peggiore è che lo ha dovuto credere davvero, perché questa era la tesi dichiarata dei suoi padroni americani.
Oggi è la volta del processo a Saddam Hussein che questa stessa America ha voluto in Iraq. Se Saddam merita a pieno titolo di essere giudicato per i suoi numerosi crimini, perché gli Stati Uniti non hanno fatto nulla per rendere possibile il processo del loro amico Pinochet? Siamo in presenza di una politica dei due pesi e delle due misure. Una morale a geometria variabile. Questo atteggiamento toglie credibilità alla politica del Paese più potente al mondo e soprattutto offre un cattivo esempio a quelli che si schierano al suo fianco.
La forza senza giustizia è brutalità. La politica senza morale è una porta aperta a ogni forma di barbarie.
traduzione di Anna Bissanti
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- invisigot
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sì e poi affrontare a mani nude i marziani che tentano di invadere la terra e vincere il campionato intergalattico di wrestling "uno contro tutti".Posso anche essere contrario alla sua esecuzione, ma quello li vivo, una volta usciti di scena gli americani, sarebbe stato anche in grado di evadere dalla prigione e tornare a "governare"...
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- Località: Graz, Austria. No, non ho perso una scommessa.
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Le autobombe che fanno 60 morti a botta non credete sarebbero riuscite a sbrindellare le pareti di Abu Graib?
Credete che durante la guerra civile che potrebbe scoppiare, se le truppe straniere se ne andassero troppo presto, certe azioni per liberare leader baathisti non siano state messe in conto?
L'ideale sarebbe stato certamente processarlo per TUTTI i suoi crimini e poi a calci in culo spedirlo in una cella d'isolamento a New York o Londra!
Purtroppo o perfortuna gli iracheni hanno deciso diversamente...
Credete che durante la guerra civile che potrebbe scoppiare, se le truppe straniere se ne andassero troppo presto, certe azioni per liberare leader baathisti non siano state messe in conto?
L'ideale sarebbe stato certamente processarlo per TUTTI i suoi crimini e poi a calci in culo spedirlo in una cella d'isolamento a New York o Londra!
Purtroppo o perfortuna gli iracheni hanno deciso diversamente...
- tostoini
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ah perché quella che é in corso adesso cos'é?comandantelupo ha scritto:Credete che durante la guerra civile che potrebbe scoppiare
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- Comandante Lupo
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