Infatti la questione secondo me é tutta in come viene data la notizia.
Assolutamente daccordo.
Stamattina mi sono svegliata più o meno alle 3.00 e, visto che non riuscivo a riaddormentarmi, mi sono messa a pensare a questo post ed a rifletterci su. E, anche se vado leggermete ot, vorrei condividere con voi alcune riflessioni:
la legge prima faceva seppellire i feti solo se erano state superate le 20 settimane di gestazione. Prima di questo termine il feto era considerato rifiuto. Conseguentemente, dopo la 20esima settimana la legge riconosceva il feto come un individuo, prima no.
Ora, senza assolutamente mettere in discussione la legge sull'aborto (ci tengo a precisarlo) mi sembra che, anche da quello emerso prima, noi donne non riusciamo a pensare a quell'entità che si è venuta a creare al momento del concepimento come niente, come rifiuto, come solo un ammasso di cellule qualsiasi (come un appendicite, un ernia o un tumore).
Ma allora cosa o chi è?
Secondo me è proprio questo il punto: manca una rilfessione filosofica / filosofica-medica (perchè non si può non considerare l'evoluzione di un feto dal punto di vista medico) su ciò che è quest'entità. E su quando questo gruppo di cellule in continua evoluzione diventa un nuovo individuo.
E penso anche a quando, poco meno di un anno fa, c'è stato il referendum sulla fecondazione assistita.
Anche in questo caso, sempre a mio modestissimo parere, il fatto che tanti, tantissimi italiani non siano andati a votare dipende proprio dalla mancanza di riflessione su questo tema [mi rifiuto di pensare che non siano andati a votare solo perchè la Chiesa aveva detto di non andare. Anche perchè la generazione dei miei genitori (gli attuali 60enni) sono gli stessi che, nonostante il fatto che la Chiesa dicesse di andare a votare no, 30 anni fa circa hanno votato si sia per il referendum sull'aborto che per quello sul divorzio. Non vedo perchè oggi avrebbero dovuto non votare solo perchè così diceva la chiesa. Trovo ancora più strano che la mia generazione possa averlo fatto: siamo gli stessi che, nonostante i vari divieti della chiesa, usano metodi contraccettivi, fanno sesso prima del matrimonio, vanno a convivere, si sposano solo in municipio, ecc. Insomma una generazione che "prende con le pinze" i dettami della chiesa e si basa molto su un etica kantiana]
Infatti, ci sono state presentate solo due opinioni:
da una parte la Chiesa che diceva "non andate a votare" ("perchè?" - "perchè è peccato" - "ma perchè?" "perchè si") senza possibilità di discussione
dall'altra c'era il "partito del si" che poneva l'accento solo ed esclusivamente sul punto di vista della donna e della sua salute.
Però mancava (e manca) una riflessione sull'altra entità in causa, l'embrione appunto. E molti si sono chiesti "si, va bene, nessuno mette in dubbio il diritto della donna a salvaguardare la propria salute, ecc. però questo embrione ha dei diritti anche lui? o è solo un ammasso di cellule? é o non è?"
Che poi fra questi due opposti (è / non è) ci sono un'infinità di possibilità. Ed è proprio su queste possibilità, su tutte le sfumature che ci sono tra questi due estremi che ci sarebbe bisogno di riflettere seriamente.
Che poi, non è nemmeno del tutto vero che tale riflessione non esista: i filosofi da alcuni anni (insieme ad alcuni medici) si pongono queste domande e discutono, riflettono... Solo che tali discussioni e riflessioni rimangono chiuse in una piccola, piccolissima nicchia di "esperti", di filosofi e non arrivano a noi poveri mortali.
A differenza, invece, di altri temi che sono "più di moda". Penso, per esempio, al rovescio della stessa medaglia: non dove e quando inizia un individuo ma dove e quando finisce (e quindi all'eutanasia, al diritto di rifiutare cure mediche anche se ciò significa la morte)
Scusate la lunghezza del post e il fatto che sia andata un po' ot...