E poi siamo arrivati alla fine - Joshua Ferris

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parolina
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E poi siamo arrivati alla fine - Joshua Ferris

Messaggio da parolina »

Opera prima di questo scrittore americano, E poi siamo arrivati alla fine è uno dei pochi libri che mantiene quello che promette la quarta di copertina, che in questo caso riporta un commento di Nick Hornby: "dentro questo libro, si sente il rumore della nostra vita che scorre".

Il libro racconta le vicende di un gruppo di pubblicitari che lavorano in una grande agenzia a Chicago. Non c'è un protagonista, infatti la gran parte del libro è scritta in prima persona plurale; il protagonista è questo insieme di persone, le relazioni che si creano fra di loro, il rapporto fra la vita dell'ufficio e quella reale. Di quando in quando, uno dei personaggi prende vita, e ci svela qualcosa di profondo, e di sè.

C'è della riflessione sul mestiere di pubblicitari, sul marketing, il mondo del consumo; ma non c'è niente di sprezzante, non è un trattato, e non vuole neanche dirci "guarda come si diventa abbrutiti in questo mondo oggi, lavorando in questi ingranaggi, adorando questi dei del denaro e del resto, cercando affannosamente una promozione da account executive a senior account executive". Il pregio di questo libro è proprio la vita che c'è dentro, pensieri che ognuno di noi in metropolitana ha pensato, strappi a volte comici, a volte tragici, raccontati sullo sfondo di una ristrutturazione aziendale carica di licenziamenti.

Mi rendo conto che non riesco a darvi l'idea. Non è che ci sia una vera trama. Ma insomma, fidatevi, se non vi stressa l'idea (un po 'fastidioso a volte, ma questo Ferris scrive piuttosto bene direi) di leggere un romanzo scritto con il noi... provate.

Sul sito dell'editore, Neri Pozza, c'è sicuramente di meglio.
http://www.neripozza.it/schedelibri/200 ... _fine.html
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manuzio
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Messaggio da manuzio »

Anch'io ho letto il libro dopo il suggerimento di hornby su "una vita da lettore". E' un romanzo stupendo, uno dei migliori letti ultimamente, sono d'accordo con ciò che scrivi è difficile da raccontare e sicuramente la frase di Hornby rimane anche per me vera e calzante.
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girosauro
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Messaggio da girosauro »

non è preprio scorrevolissimo...ma ci sto lavorando!
e comunque si parla di umorismo macabro!
Sai che le persone non possono vivere senza amore? Beh, l'ossigeno è ancora più importante
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non sai cosa regalarmi?
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francesina
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Re: E poi siamo arrivati alla fine - Joshua Ferris

Messaggio da francesina »

Di Ferris avevo amato moltissimo il suo ultimo romanzo Non conosco il tuo nome.
Avevo quindi grandi aspettative su questo libro che invece, arrivata ad un terzo, continua a non sembrarmi altro che una serie di pettegolezzi narrati a bassa voce nei corridoi di un grande ufficio. Il tono è comunque serio perché i personaggi sono tutti toccati -chi più, chi meno- nella propria sfera personale da accadimenti dolorosi e l'atmosfera è quella dei licenziamenti in serie di un'importante agenzia pubblicitaria alle prese con i primi venti della crisi. Capisco che parte dell'effetto che ha deliberatamente cercato di ricreare l'autore sia proprio quello dell'aria che si respira negli uffici, davanti le macchinette del caffé o nei corridoi, tra gente stanca e nervosa che non si è scelta e con cui spesso è in conflitto ma con cui di fatto passa più tempo che con i propri familiari.
L'autore rende poi benissimo l'idea delle finte alleanze che si creano e disfano di volta in volta quando un gruppetto si trova a (s)parlare del collega preso di mira in quel momento e in questo senso l'utilizzo costante della prima persona plurale è davvero efficace.
Questi punti di forza non riescono però a rendere accativante la lettura: non abbandono per non perdermi una lettera della "Sfida dalla a alla z" , ma che fatica!!

Continuo però a consigliare la lettura di Non conosco il tuo nome, edito sempre dalla Neri Pozza :wink:
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii
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