Opera prima di questo scrittore americano, E poi siamo arrivati alla fine è uno dei pochi libri che mantiene quello che promette la quarta di copertina, che in questo caso riporta un commento di Nick Hornby: "dentro questo libro, si sente il rumore della nostra vita che scorre".
Il libro racconta le vicende di un gruppo di pubblicitari che lavorano in una grande agenzia a Chicago. Non c'è un protagonista, infatti la gran parte del libro è scritta in prima persona plurale; il protagonista è questo insieme di persone, le relazioni che si creano fra di loro, il rapporto fra la vita dell'ufficio e quella reale. Di quando in quando, uno dei personaggi prende vita, e ci svela qualcosa di profondo, e di sè.
C'è della riflessione sul mestiere di pubblicitari, sul marketing, il mondo del consumo; ma non c'è niente di sprezzante, non è un trattato, e non vuole neanche dirci "guarda come si diventa abbrutiti in questo mondo oggi, lavorando in questi ingranaggi, adorando questi dei del denaro e del resto, cercando affannosamente una promozione da account executive a senior account executive". Il pregio di questo libro è proprio la vita che c'è dentro, pensieri che ognuno di noi in metropolitana ha pensato, strappi a volte comici, a volte tragici, raccontati sullo sfondo di una ristrutturazione aziendale carica di licenziamenti.
Mi rendo conto che non riesco a darvi l'idea. Non è che ci sia una vera trama. Ma insomma, fidatevi, se non vi stressa l'idea (un po 'fastidioso a volte, ma questo Ferris scrive piuttosto bene direi) di leggere un romanzo scritto con il noi... provate.
Sul sito dell'editore, Neri Pozza, c'è sicuramente di meglio.
http://www.neripozza.it/schedelibri/200 ... _fine.html
E poi siamo arrivati alla fine - Joshua Ferris
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E poi siamo arrivati alla fine - Joshua Ferris
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(Giorgio Gaber)
+++
La speranza ha due splendidi figli: sdegno e coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle.
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non è preprio scorrevolissimo...ma ci sto lavorando!
e comunque si parla di umorismo macabro!
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Sai che le persone non possono vivere senza amore? Beh, l'ossigeno è ancora più importante
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Re: E poi siamo arrivati alla fine - Joshua Ferris
Di Ferris avevo amato moltissimo il suo ultimo romanzo Non conosco il tuo nome.
Avevo quindi grandi aspettative su questo libro che invece, arrivata ad un terzo, continua a non sembrarmi altro che una serie di pettegolezzi narrati a bassa voce nei corridoi di un grande ufficio. Il tono è comunque serio perché i personaggi sono tutti toccati -chi più, chi meno- nella propria sfera personale da accadimenti dolorosi e l'atmosfera è quella dei licenziamenti in serie di un'importante agenzia pubblicitaria alle prese con i primi venti della crisi. Capisco che parte dell'effetto che ha deliberatamente cercato di ricreare l'autore sia proprio quello dell'aria che si respira negli uffici, davanti le macchinette del caffé o nei corridoi, tra gente stanca e nervosa che non si è scelta e con cui spesso è in conflitto ma con cui di fatto passa più tempo che con i propri familiari.
L'autore rende poi benissimo l'idea delle finte alleanze che si creano e disfano di volta in volta quando un gruppetto si trova a (s)parlare del collega preso di mira in quel momento e in questo senso l'utilizzo costante della prima persona plurale è davvero efficace.
Questi punti di forza non riescono però a rendere accativante la lettura: non abbandono per non perdermi una lettera della "Sfida dalla a alla z" , ma che fatica!!
Continuo però a consigliare la lettura di Non conosco il tuo nome, edito sempre dalla Neri Pozza
Avevo quindi grandi aspettative su questo libro che invece, arrivata ad un terzo, continua a non sembrarmi altro che una serie di pettegolezzi narrati a bassa voce nei corridoi di un grande ufficio. Il tono è comunque serio perché i personaggi sono tutti toccati -chi più, chi meno- nella propria sfera personale da accadimenti dolorosi e l'atmosfera è quella dei licenziamenti in serie di un'importante agenzia pubblicitaria alle prese con i primi venti della crisi. Capisco che parte dell'effetto che ha deliberatamente cercato di ricreare l'autore sia proprio quello dell'aria che si respira negli uffici, davanti le macchinette del caffé o nei corridoi, tra gente stanca e nervosa che non si è scelta e con cui spesso è in conflitto ma con cui di fatto passa più tempo che con i propri familiari.
L'autore rende poi benissimo l'idea delle finte alleanze che si creano e disfano di volta in volta quando un gruppetto si trova a (s)parlare del collega preso di mira in quel momento e in questo senso l'utilizzo costante della prima persona plurale è davvero efficace.
Questi punti di forza non riescono però a rendere accativante la lettura: non abbandono per non perdermi una lettera della "Sfida dalla a alla z" , ma che fatica!!
Continuo però a consigliare la lettura di Non conosco il tuo nome, edito sempre dalla Neri Pozza

Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
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