Tre sono i protagonisti di questo romanzo: Giorgio è uno studente modello, si sta laureando brillantemente in giurisprudenza, ha una bella fidanzata e un ottimo rapporto con i propri genitori. La sua vita così impostata subisce un violento scossone con l’incontro con Francesco: uno studente di filosofia misterioso e affascinante che lo introduce nel mondo delle partite truccate. Francesco è un baro e, insieme a Giorgio, giocano e spellano i giocatori che incontrano. L’influenza di Francesco è devastante per il noioso e bravo ragazzo Giorgio: inizia a guadagnare soldi senza scrupoli perché Francesco giustifica le truffe in quanto ingannano ricchi professionisti. La spirale di devastazione continua e Giorgio verrà trascinato in avventure sempre più al limite della morale fino a sconfinare nella violenza e nel traffico di droga, il tutto sempre giustificato dall’imperturbabile Francesco. A volte affiora il rimpianto della sua vita precedente da bravo ragazzo, con la sua fidanzata perbene e con l’ammirazione dei genitori per la sua bravura, ma il fascino di Francesco è forte e sembra non riuscire a prendere le distanza da lui neanche quando lo vorrebbe.
E poi c’è il tormentato tenente Chita che sta indagando su uno stupratore seriale.
Il romanzo è molto bello e Carofiglio è molto bravo a descrivere “la lenta discesa agli inferi” di Giorgio con la trasformazione da studente modello a truffatore che si lascia coinvolgere in altri traffici con apparente apatia. E’ completamente succube di Francesco di cui subisce la forte personalità e la sua follia. Man mano che si procede nella lettura, ci si chiede dove si collocherà Giorgio: ritornerà nel gruppo dei buoni o la sua discesa verso la degradazione morale è inarrestabile? Le truffe sui tavoli da gioco non sono solo un modo veloce e facile per fare soldi, ma è quasi una filosofia di vita: il voler sconfiggere il destino truccando crea una sorta di euforia che permette anche di sconfiggere la noia di vivere e l’indolenza.
Un’altra storia viene raccontata parallelamente: è il tenente Chita con le angosce e i tormenti. La ricerca del violentatore è quasi uno strumento per sfuggire alla follia che ha già portato via sua madre.
Il tutto in una Bari affascinante nel suo contrasto tra il mondo tranquillo e per bene in cui si muove Giorgio prima dell’amicizia con Francesco e il sottobosco fatto di bische e situazioni ambigue.
Bello!
Il passato è una terra straniera - Gianrico Carofiglio
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anche a me nel complesso è piaciuto: ho apprezzato più lo stile che non la storia in sè, anche se mi sono affezionata molto al buon Chita.
e poi, ci sono alcuni punti davvero notevoli..
e poi, ci sono alcuni punti davvero notevoli..

"I giochi di prestigio - o il barare alle carte - sono una metafora della realtà quotidiana, dei rapporti fra le persone. C'è qualcuno che dice delle cose e contemporaneamente agisce. Quello che succede davvero è nascosto fra le pieghe delle parole e soprattutto dei gesti. Ed è diverso da quello che appare. Solo che l'attore ne è consapevole e controlla il processo. La sostanza delle cose, la loro verità è quasi sempre diversa da quello che viene comunemente percepito. Le cose accadono realmente in posti e in momenti diversi da quelli che crediamo, guardiamo o percepiamo. Le intenzioni vere sono diverse da quelle dichiarate. Per esempio: prova ad indagare sulle vere spinte che inducono le persone a fare le cosiddette buone azioni. Quello che scoprirai non ti piacerà. La verità è difficile da sopportare, ed è per pochi." (pg. 90)
La gente manipola e viene manipolata, imbroglia e viene imbrogliata in continuazione, senza rendersene conto. Fanno del male e ne ricevono senza rendersene conto. Rifiutano di rendersene conto perchè non potrebbero sopportarlo". (pg. 91)
Non mi ricordo dove ho letto che i fantasmi di giorno si nascondono. E del resto non è una frase particolarmente acuta o originale. Ma è vera. Quella mattina mi sentivo bene. Nonostante avessi solo un'ora di sonno o poco più. Nonostante gli incubi. Nonostante le strade popolate di spettri dove avevo passeggiato durante la notte. (pg. 167)
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è stato il primo Carofiglio che ho letto, prima di scoprire l'avvocato Guerrieri (Testimone inconsapevole, ad occhi chiusi, ragionevoli dubbi): mi è piaciuto ma secondo ma Carofiglio dà il meglio di se' quando ambienta le sue storie fra avvocati, magistrati e aue di tribunale (ma che nessuno pensi che i suoi siano legal thriller alla Grisham: sono semplicemente storie incorniciate da un contesto legale che fa da "pretesto").
Accadono cose che sono come domande; passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
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Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. (Jules Renard)
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