
Costui è W.T. Vollmann : non trovate che sia dotato di una certa giallezza morale ?
Che cosa è la giallezza morale ? Se avrete l’accortezza di leggere tutte le 941 pagine del suo libro “Come un’onda che sale e che scende” è assai probabile che non vogliate più una risposta : la giallezza morale per Vollman non esiste , poiché è indefinita e quindi indefinibile.

Come un’onda che sale e che scende- William T. Vollmann
Collana Strade Blu - Mondadori (2007) pp. 941, € 22,00 ; traduzione di Gianni Pannofino
A parte l’indefinizione iniziale della giallezza morale , tutto in questo capolavoro vuole essere concreto e crudo , limite anche della cultura materialista-marxiana-leniniana che è propria dell’autore e che serve allo stesso come piede di porco per scardinare il tentativo autodifensivo della società occidentale atto alla rimozione della violenza , e quindi a mortificare e vilipendere la morte , che è quanto ci resta di reale nella vita di tutti i giorni .
Tutto è routine distraente , nebbia informativa , sedativo mediatico per l’uomo della strada.
Il che ci rende nudi , e pertanto tutti assolutamente uguali di fronte alla cieca violenza .
Vollmann , in questa che è una riduzione della sua iniziale opera in sei volumi “Rising Up and Rising Down” mette al centro la sua ossessione per la violenza e ne tenta una tassonomia , un codice strutturale che lo porterà a fornire un equipaggiamento utile ad ognuno , per calcolare in quali casi occorre usare la violenza e in quali no - definendo un procedimento che chiamerà «calcolo morale» ; un po’ come nel 1621 si fece nel barocco coll’opera di Robert Burton “La melanconia dell’Amore “. In entrambi questi due volumi distanti di quattro secoli , votati se non proprio all’universale almeno all’enciclopedico , si ravvisa come la melanconia o la violenza poco hanno a che vedere con il bene e il male , valori questi assoluti .
Nella sua analisi della violenza giustificata , Wollmann, operando sul doppio registro dell’ordine e del disordine , dell’esperienza diretta e dell’avventura , del diritto e della testimonianza , tende a relativizzare la violenza che “è l’azione che rimane sempre imprevedibile e irriducibile a uno schema funzionale, è l’evento che accade … e non può essere racchiuso in nessun canone unicamente narrativo” Alla fine del suo calcolo morale completo , del suo tentativo estremo di categorizzazione , la cosiddetta teoria della violenza germina la possibilità di una nuova etica , nonostante l’impossibilità di dar conto interamente e irriducibilmente del cuore della violenza - che non può essere inserito in nessuna giustificazione, non può essere compreso del tutto.
Si ha allora quel codice residuale che rimane quando all’uomo si toglie ogni umanità , che Vollmann può solamente testimoniare , ma che egli intravede nel riscatto della Carta dei Diritti Universali dell’Uomo , codice supremo di una nuova etica e finora oltraggiato nella sua realtà applicativa .
“Lo scopo che mi sono dato all’inizio di questo libro è stato quello di elaborare un sistema di calcolo morale tanto semplice quanto pratico che chiarisse quanto è accettabile uccidere, quante persone si possono uccidere e così via.”
Quanta freddezza nell’accettare che un essere umano possa difendersi uccidendo e che questo sia per lui un diritto vitale . Vollmann ci dice pure che non difendersi può essere una scelta di vita , anche se non per se stessi . “ I valori morali possono essere trattati per certi versi come assoluti, per altri come quantità relative. Ritengo che qualunque atto violento sia riconducibile a una qualche spiegazione più o meno razionale.”
Insomma , che si scelga di difendersi o arrendersi , si è sempre vittime .
A tutto questo si può dare una giustificazione , ma sono le conseguenze che , a mio parere stavolta , non possono essere mai comprese . Azioni giustificate ma incomprensibili poichè divise da un valore che è quello della vita ; tua , altrui ... poco importa nei valori assoluti .
Ritengo questo libro un capolavoro che diventerà un classico nel futuribile.
Vollmann è un visionario , un profeta del XXI secolo , una voce disperata della sopravvivenza da sopravvissuto .
La sua voce arriverà ai nostri posteri come a noi rimangono l’eterno insegnamento dei grandi classici come Platone .
Le sue teorie saranno allora la consolazione a bordo di qualche astronave intergalattica , minacciata dal fuoco di un nemico mortale .
Umano , troppo umano.