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Messaggio da liberliber »

venendo da un'educazione in cui l'insegnante ha sempre ragione e d'altra parte l'istruzione è fondamentale e non si sgarra, sono particolarmente scioccata dalla notizia che incollo sotto.
Si sa degli impiegati di poste, comuni ecc. ecc., ma che non si possa fare nulla neanche quando ci van di mezzo gli studenti, lo trovo inammissibile.
Leggevo che i sindacati si oppongono fermamente al licenziamento per assenteismo o il non far niente al lavoro, ma non sarebbe il caso di dare questi posti a chi il lavoro lo sa fare? Un insegnante così - a parte che mi fa abbastanza schifo come persona - chi lo vorrebbe come insegnante dei propri figli? Per non parlare del fatto che con le nostre tasse gli si paga uno stipendio in pratica per poter fare un altro lavoro.
corriere.it ha scritto:Da una scuola all'altra di Milano, manda certificati medici da una località a 1.110 chilometri. Ha un secondo mestiere: insegnare per me è un passatempo
Tutte le assenze del professor M.
Trasferito, si ammala di nuovo
Il docente che nessuno può licenziare. E arriva la terza (inutile?) ispezione


MILANO — I peccati, e non il peccatore. Storia breve e protetta dall'anonimato del professor M. Occorre prima riportare la laconica dichiarazione dell'interessato, molto compreso nel suo ruolo: «Un pubblico ufficiale come me ha il dovere di non intrattenere rapporti con la stampa».
Clic.
Il professor M. e le sue pratiche non sono rappresentativi dei docenti italiani. Fosse così, avremmo già chiuso baracca e burattini. La sua storia è importante di riflesso, offre la misura di come l'Amministrazione sia inerte ed inerme davanti a un caso di menefreghismo così smaccato da avere aspetti comici. Anche se gli studenti che si sono imbattuti in questo docente avrebbero da ridire sull'aggettivo «comico».
Sul Corriere della Sera di lunedì, l'editoriale di Pietro Ichino dava conto del cursus honorum del professor M. Passato indenne attraverso due indagini interne che prendevano atto del suo assenteismo e della scarsa voglia di insegnare, è stato trasferito ad altro istituto, dove attualmente esercita, o dovrebbe. I suoi vecchi alunni, che lui ha lasciato nel febbraio 2007, pochi giorni fa hanno sostenuto la maturità, con esiti paragonabili a Caporetto. Pare di capire che ci saranno altri studenti caduti sul fronte del professor M.
All'inizio di giugno, la sua nuova scuola ha chiesto con urgenza l'invio di un ispettore. L'arrivo del docente non è stato indolore. Il trasferimento era stato deciso al termine dell'anno scolastico 2005/2006. Ma un professore di ruolo non può essere scambiato con un suo simile. Per fargli spazio, viene rimosso un supplente con contratto annuale. Uno bravo, scrupoloso. I suoi studenti inscenano una manifestazione di protesta sotto le finestre dell'Ufficio scolastico provinciale. Non si cambia ad anno iniziato, è il loro ragionamento.
Con grande abnegazione, il professor M. esordisce il 19 febbraio con una settimana consecutiva di lavoro, durante la quale fa domanda al preside per ottenere l'autorizzazione a svolgere una seconda attività. Visti i precedenti, permesso negato. Il professor M. comincia a non farsi più vedere. Il primo certificato di malattia è del 26 febbraio. Ne fioccano altri, tutti con la curiosa caratteristica di essere stilati in una località distante 1.110 chilometri da Milano, suo luogo di residenza. I periodi di malattia cominciano sempre di lunedì, come se vi fosse la volontà di non rientrare a scuola dopo il weekend.
Quando c'è, è peggio. Ai suoi studenti di quarta dice chiaramente che per lui la scuola è un passatempo, nella vita ha un altro lavoro. All' ennesimo certificato di malattia, fine aprile 2007, il preside nomina un supplente, nonostante la situazione economica non florida della scuola, per accontentare gli studenti e i loro genitori inferociti.
Il quale, va detto, ha una sua coerenza. Avendo capito dalle precedenti esperienze che nulla gli può capitare, applica alla nuova scuola i comportamenti tenuti in quella vecchia. La prima indagine alla quale venne sottoposto, maggio 2005, era stata chiamata a gran voce proprio da quegli studenti che pochi giorni fa sono stati infilzati alla maturità. L'ispettore scoprì che il professor M. era già stato segnalato nel 1996 dal preside di allora dopo i risultati disastrosi ottenuti dai suoi alunni all'esame finale.
Tre anni dopo era stata proposta una ispezione sul suo conto, mai avvenuta. Entrando nel merito, l'ispettore rileva «il numero elevatissimo di assenze e la loro collocazione strategica soprattutto in determinati periodi dell'anno scolastico e le gravi difficoltà e carenze di apprendimento lamentate dagli studenti». Nel 2002-2003 le assenze sono state pari al 72 per cento del suo orario di servizio; nel 2003-2004 si scende al 61%. Il sospetto di tutti è che il suo secondo lavoro si svolga tra Milano e la sua terra di origine, alquanto lontana. L'ispettore parla con gli alunni. «Quando non ha voglia di fare lezione si mette a parlare di cucina o dei suoi viaggi». «Quasi sempre dice che è stanco, e quindi si mette a leggere il giornale pretendendo silenzio».
Gli studenti si dichiarano scoraggiati. Per l'atteggiamento dell'insegnante, che al ritorno dai suoi periodi di malattia gli rifila una media di 70-90 pagine al giorno da studiare con relativi esercizi, senza averle prima spiegate in classe. Assegna 30 problemi (la sua è una materia scientifica) alla volta e il giorno dopo, prima di aprire il giornale, fornisce solo i risultati senza motivarne logica e passaggi. Poi, ogni tanto, li interroga in massa e li bastona. Nel colloquio con l'ispettore non ritiene di dover fare di più, sostenendo che la colpa è dello scarso materiale umano che compone le classi in questione. Va notato che i suoi alunni avevano ottimi voti in ogni materia tranne una, la sua. Al termine dell'indagine, l'ispettore proponeva di assegnare il prof M. «ad incarico diverso da quello dell'insegnamento, che lo veda impegnato (sempre che di impegno egli sia capace) in attività che non comportino l'assunzione delle responsabilità connesse con l'esercizio della funzione docente, da lui del tutto negletta».
I pareri degli ispettori però non sono vincolanti. Se l'interessato fa ricorso, e lo fa quasi sempre, si riparte da capo. Nel 2005 la pratica finì a Roma, alla Sezione disciplinare del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione, organo anche di tutela sindacale e quindi per sua natura portato a sopire. Per il professor M. si decise di non decidere. Venne mandato un altro ispettore, che salomonicamente suggerì il trasferimento per incompatibilità ambientale. I nuovi studenti del professor M. ringraziano, commossi e preoccupati.
Marco Imarisio
17 luglio 2007
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brixpa
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Messaggio da brixpa »

All'estero i professori universitari fanno solo i professori universitari...

Qui in italia fare il professore e' un di piu' per fare aumentare le proprie parcelle!!

:no!: :no!: :no!: :no!: :no!:


E' proprio una cosa di costume nostra pensare che un impiego statale e' un di piu' e non l'occupazione principale!

:eyes: :eyes: :eyes: :eyes:
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girosauro
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Messaggio da girosauro »

sai cos'è che mi fa più schifo?
il sindacato.

(lui è un idiota furbo)
Sai che le persone non possono vivere senza amore? Beh, l'ossigeno è ancora più importante
Dr. House
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-gioRgio-
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Messaggio da -gioRgio- »

Interessante la coincidenza che i "casi" escano sui giornali quasi sempre a seguito di un'apposita puntata di Report... :think:
-gioRgio-

"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico." (proverbio cinese)
"ma non e' detto che tu sarai in condizioni migliori" (gRg)
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

beh, in cambio:
corriere.it ha scritto:L'accusa è di falso e truffa. Facevano timbrare il badge da altri
Perugia: ospedale, 12 arresti per assenteismo
Infermieri, docenti, medici e personale amministrativo del nosocomio di Santa Maria della Misericordia sono finiti in manette


PERUGIA - Dodici arresti - due in carcere e dieci ai domiciliari - sono state eseguite dai carabinieri del Nas nell'ambito di un'indagine per assenteismo nei confronti di personale dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Hanno riguardato medici, docenti, infermieri e personale tecnico amministrativo.
L'accusa è di falso in atto pubblico e truffa aggravata. Secondo quanto si legge in una nota della procura di Perugia gli arrestati si sarebbero allontanati dal luogo di lavoro mediante l'illecito utilizzo del badge marcatempo che sarebbe stato timbrato da terzi.

L'inchiesta - sfociata poi in un'operazione denominata «Fantasma» - ha riguardato il periodo che va dal 21 settembre 2006 al 29 giugno scorso. Già nello scorso autunno c'era stata infatti una prima irrogazione di misure cautelari. Misure che non hanno affatto dissuaso i dipendenti dalla truffa. Tutt'altro. Secono quanto sostiene dalla procura «la determinazione a procedere all'irrogazione di misura cautelare a carico degli interessati si è resa anzi indispensabile a seguito della constatazione che costoro, per nulla intimoriti o dissausi da quanto in precedenza verificatosi, persistevano a tutt'oggi nelle condotte delittuose, provvedendo, malgrado apparentemente in servizio o assenti per malattia, a svolgere attività lavorativa presso esercizi commerciali privati o dedicarsi alle ordinarie incombenze domestiche».
17 luglio 2007
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Herbert West
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Messaggio da Herbert West »

in quanto quasi tecnico di laboratorio attendo con ansia che si liberino posti di lavoro... :twisted: :twisted: :twisted:
http://www.myspace.com/stridermetal
http://www.myspace.com/deatharmyband
"tutto ciò che sarai era già stato scritto
se davvero esiste questo Dio ha fallito.
Ogni parola pronunciata sarà lo specchio del tuo dolore
riflette la colpa
alimenta l'odio"
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annanda
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Messaggio da annanda »

la mia profe di matematica sosteneva con noi alunni che era diventata insegnante solo "per poter avere il pomeriggio libero" :evil: alla faccia della missione...non mi aspettavo dicesse "per formare nuove menti aperte e creare un mondo migliore", ma... :roll:
Gli errori in questo post sono dovuti alla SDM(Sindrome da Dito Mauco)
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Rodolfo II
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Messaggio da Rodolfo II »

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Preferivate questa? :lol:
Ok, scusate.
La storia è vergognosa: l'unica cosa che mi sento di aggiungere è che l'esempio più vicino al docente di cui sopra era rappresentato da una prof che faceva solo questo lavoro, mentre un paio di professionisti prestati alla scuola si rivelavano quantomeno dignitosi. Ma la situazione della scuola è a metà strada tra il tragico e il surreale da qualsiasi punto la si guardi (così, tanto per fare un bel minestrone mi vengono in mente altre figure professionalmente "ambigue" come i bidelli e i prof. di religione).
E tu vuoi viaggiarle insieme, vuoi viaggiarle insieme ciecamente perché sai che le hai toccato il corpo, il suo corpo perfetto con la mente. (FdA)) - La cosa che più mi piace fare è niente. (WtP) - Ma conosco le coincidenze del 60 notturno, lo prendo sempre per venire da te (RG) Immagine La mia Wishlist
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shandy
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Messaggio da shandy »

All'estero i professori universitari fanno solo i professori universitari...
Inzomma...io in Belgio ho visto professori che erano anche sindaci di cittadine medio-grandi, avvocati ricercati...
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

infatti a livello universitario secondo me esercitare la professione non è un handicap.
Un professore di chirurgia che non ha mai preso in mano un bisturi non mi sembra il massimo :P
però alle superiori, insomma, fatti un altro lavoretto nel pomeriggio se vuoi, ma proprio manco andare a discapito degli studenti a mio parere è vergognoso...
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Messaggio da shandy »

Il fatto è che, a livello teorico, per ogni ora di lezione i classe dovrebbe corrispondere un'ora di lavoro di preparazione della lezione a casa. Per cui il contratto di un professore di liceo da 20 ore corrisponde a 40 ore di lavoro. A livello teorico, quindi, un professore non potrebbe fare un altro lavoro al pomeriggio, altrimenti quando si prepara le lezioni?
Tutto questo a livello teorico, ovviamente. (lo sottolineo perché poi la realtà è DAVVERO un'altra cosa. Non sempre, per fortuna, ma troppo spesso)
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Messaggio da 2teepot »

Per me chiunque riesca a farsi pagare per un lavoro mai eseguito è un artista degno di alta considerazione e da prendere ad esempio , piuttosto che essere oltraggiato da alcuni (pochi) stacanovisti senza nessun talento .

Mi spiego : se un professore non insegna non produce un danno “materiale” agli alunni , mentre se un falegname non lavora di sega la cattedra per l’insegnante non verrà mai consegnata alla scuola . Gli alunni si ritroveranno con un prof senza cattedra , e quindi impossibilitato a svolgere il suo lavoro : la colpa sarebbe quindi del falegname .
Gli alunni , da questa mancata consegna , saranno però in grado di recepire una grande lezione di vita , cioè che chi crea qualcosa di solido è spesso la causa dei mali altrui .
Il professore , che svolge un lavoro intellettuale , come il poeta o il pittore , ha quindi il diritto e il dovere di richiamare l’attenzione generale verso il disagio in cui vive la scuola in generale : eludendo il lavoro si certo ! ma dedicandosi comunque all’educazione dei suoi alunni , inneggiandoli a propria imitazione verso il sistema che non funziona proprio .

Triste vittima :doh: , come si fa a dire che egli non lavora ? se insegna il suo talento ( magari dopo anni di studio e sofferenza ? ) e non merita il giusto riposo , ovvero la pensione da lavoro usurante ?
E invece no ! mondo cane ! gli tocca tornare ogni tanto in aula a ripetere la lezione , magari alla figlia del falegname …
La quale crescerà accorta e ben pasciuta , non come quel maleducato del padre che nemmeno è capace di lavorare , e quindi di … stare in cattedra !

Non è il lavoro il vero progresso dell’uomo , ma fare ciò gli pare e piace .
Chi è appagato del resto , è già pago . Chi può dargli torto ?
Si abbraccia un'ombra e si ama un sogno. (Soderberg)
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