La Città Bianca e il diavolo - Erik Larson

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ciucchino
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La Città Bianca e il diavolo - Erik Larson

Messaggio da ciucchino »

E’ sicuramente uno dei libri che mi ha più appassionato negli ultimi anni: è un saggio perché ricostruisce, a capitoli alterni, l’esposizione universale a Chicago nel 1893 (la cosiddetta “Città bianca”), la storia del più efferato serial killer che proprio in quegli anni ucciderà forse 200 volte (“il diavolo”) e la storia di uno psicopatico anche lui omicida.
E’ molto bella la ricostruzione della World’s Columbian Exposition: si parte dagli inizi con la dura lotta di Chicago contro New York per accaparrarsi un’esposizione che vuole superare quella straordinaria di Parigi. Per Chicago è anche la chance per lanciarsi definitivamente come una metropoli che pur piena di problemi (disoccupazione, violenze, degrado, fumo, sporcizia) ha comunque la capacità di stupire il mondo superando così il suo “conflitto di inferiorità” verso la più aristocratica e moderna New York. Tutto riesce grazie a un grande sforzo comune, in particolare del geniale architetto Burnham. La vicenda è ricostruita molto accuratamente attraverso documenti, lettere, giornali dell’epoca, verbali e sembra di vedere crescere davanti agli occhi questa esposizione e mi è sembrato quasi di tifare per questa città che, per un casuale colpo di genio, è stata dipinta di bianco e quindi si è contrapposta come un simbolo di progresso alla Chicago nera, violenta e sporca. La lotta titanica per accaparrarsi l’esposizione è solo l’inizio: Burnham dovrà coordinare i più famosi architetti d’America, correre contro il tempo, contro le avversità del luogo e dei fenomeni meteorologici, contro la recessione economica per arrivare al traguardo e stupire il mondo. L’esposizione sarà un trionfo grazie anche all’incredibile ruota di Ferris che supererà in meraviglia la Tour Eiffel. Sono ricostruite molte bene anche le invidie tra gli architetti e le lotte politiche per il controllo dell’Esposizione.
Parallelamente, Larson racconta anche la parte nera di Chicago, in particolare il misterioso Dr. Holmes (uno dei tanti nomi finti che questo mostruoso individuo userà durante la sua vita): è un uomo affascinante, bello, le donne sono subite incantate da lui e anche gli uomini subiscono il fascino di una personalità apparentemente affabile e simpatica. Lui stesso però dirà di aver un diavolo dentro che lo spinge a costruire una mostruosa casa (chiamata in città “Il castello”) dove probabilmente centinaia di persone (ma non si saprà mai il numero esatto), in particolare giovani donne, scompariranno. Larson non indugia nei particolari macabri che lascia solo appena intuire (è questo è uno dei grandi pregi del libro), ma cerca di ricostruire questa personalità così contorta ma in grado di affascinare le sue vittime e di sfuggire alle indagini per anni. Solo la tenacia di un detective farà affiorare tutti gli orrori.
Una piccola parte viene dedicata a un giovane irlandese malato di mente che, sconvolto dalla follia, ucciderà un’importante personalità.
Ve lo consiglio e, pur non essendo appassionata di architettura, la parte più bella del libro secondo me è proprio quella dedicata alla costruzione dei monumenti dell’Esposizione.
Fatte le dovute proporzioni, mi ha ricordato la corsa contro il tempo di Torino per arrivare alle Olimpiadi e scrollarsi di dosso l’immagine di grigia città industriale priva di attrattive.
In questo libro quindi troviamo due americhe: “la città bianca” simbolo di progresso, di modernità, di lotta titanica dell’uomo per raggiungere mete che sembrano impossibili, e dall’altra “la città nera” con la descrizione di un serial killer e della violenza fine a se stessa. Sembrano quasi due lati della stessa medaglia.
Ve lo consiglio.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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