Mi è capitato di recente sottomano Escalation - Anatomia della guerra infinita di Alberto Burgio, Manlio Dinucci e Vladimiro Giacchè, un libro sulla guerra "contro il terrore" e sulle sue vere motivazioni geopolitiche ed economiche. Pur non essendo, a mio avviso, folgorante come La guerra infinita di Giulietto Chiesa, è comunque senza dubbio una lettura parecchio istruttiva e interessante.
E' un libro di denuncia degli orrori della guerra portata avanti da USA ed alleati contro il terrorismo, un "atto di resistenza contro le mistificazioni" che a questa guerra sovente si accompagnano. L'opera è divisa in tre parti - la prima, Geopolitica di una guerra globale, curata da Manlio Dinucci, la seconda, L'economia della guerra infinita, curata da Vladimiro Giacchè, e la terza, La guerra contro i diritti, curata da Alberto Burgio - e ce n'è davvero per tutti.
L'attacco principale è portato - naturalmente - contro la presidenza americana, che spaccia per guerra al terrorismo quella che in realtà è una ben precisa strategia politico-militare per il dominio del mondo. Il cuore geopolitico del pianeta, dice Dinucci, è l'Asia centrale, sia per la sua vicinanza con le principali potenze competitrici di oggi e di domani - Russia, India e Cina - sia per la presenza di immense fonti energetiche - petrolio e gas. Chi controlla quell'area si assicura il controllo mondiale. Non è un caso dunque che le guerre americane "contro il terrorismo" abbiano come teatro Iraq e Afghanistan, che nel mirino vi sia l'Iran e che l'avversario del futuro sarà la Cina. Basta guardare un mappamondo per capire.
Ma non sono soltanto i motivi geopolitici a muovere la macchina militare. L'apparato militare industriale, l'industria dell'alta tecnologia, della logistica, della sicurezza, e tutto l'indotto conseguente, si nutrono delle commesse militari. La guerra risolleva l'economia e quindi DEVE essere scatenata a scadenze regolari. Nella storia recente americana, ci ricorda Giacchè nella seconda parte del libro, ogni conflitto - Seconda Guerra Mondiale, Corea, Vietnam, Scudo stellare reaganiano, Guerra del Golfo - è stata la risposta ad una ben individuata crisi economica abbattutasi sugli USA. "Che cosa può ridurre drasticamente il deficit delle partite correnti americane, e per questa via eliminare i rischi più significativi per l'economia degli Stati Uniti e per il dollaro? La risposta è: un atto di guerra": così recita un report della Morgan Stanley transitato, macabra ironia della sorte, nei suoi uffici situati sulle Torri Gemelle un'ora prima degli attentati dell'11 settembre 2001...
Una soluzione di stampo keynesiano, insomma, basata su un'enorme spesa pubblica - con buona pace dei liberisti - destinata non già a sanità, istruzione, cultura, previdenza - il vecchio e superato Welfare - ma a missili, bombe e commesse militari - il nuovo e più elettrizzante Warfare.
Tutto ciò sullo sfondo della contesa mondiale tra euro e dollaro, col secondo sempre più in difficoltà nel mantenere il suo ruolo di valuta di riserva sui mercati internazionali a causa dell'enorme debito pubblico americano. L'Iraq di Saddam Hussein, pensate un pò, aveva iniziato nel novembre 2000 a farsi pagare in euro anzichè in dollari quel poco di petrolio che riusciva a vendere attraverso l'embargo. E' finito come tutti sappiamo sotto la pioggia di missili americani nel marzo 2003.
Ancora più inquietante, se possibile, è la terza parte, scritta da Alberto Burgio - uno di quei parlamentari che stava quasi facendo cadere Prodi col suo voto contrario al rifinanziamento della missione di guerra italiana in Afghanistan, qualche tempo fa.
La guerra al terrorismo, se fuori dagli Stati Uniti devasta interi Paesi, nella madrepatria compie un crimine forse meno sanguinoso ma non meno grave: distrugge lentamente le libertà civili e la democrazia di quel Paese. Con il pretesto della sicurezza nazionale, il governo statunitense ha creato mostri come Guantanamo e Abu Ghraib, dove l'uomo ha perso ogni dignità. Burgio parla di "modello Guantanamo-Abu Ghraib", in osmosi continua col sistema delle carceri americane dove le torture sarebbero pratica antica e diffusa. L'informazione in massima parte prona è coerente e funzionale ad una società sempre più militarizzata, dove i lavoratori sono schiacciati e la gente è sottoposta a un controllo capillare ad opera delle autorità, che si servono di strumenti orwelliani quali le norme del famigerato Patriot Act, agiscono al di fuori del controllo democratico e sono al servizio di quello che ormai è diventato quasi un "sovrano privato". Spontaneo il paragone con "un film nient'affatto a lieto fine che l'Europa ha già proiettato sugli schermi del mondo nel corso del Novecento". Altro che esportazione della democrazia e della libertà.
Non si salvano, giustamente, i politicanti nostrani. L'Italia del Cavaliere viene definita "Italietta feroce e volgare", ma parlar male dell'Italia berlusconiana è come sparare sulla Croce Rossa. Ecco allora che viene - finalmente - fatta qualche critica anche ai governanti dell'altra sponda. Ci racconta Dinucci che l'ex premier D'Alema, a proposito della partecipazione degli aerei italiani ai bombardamenti "umanitari" della NATO sulla Serbia durante la guerra del Kosovo del 1999 - bombardamenti che provocarono numerose vittime civili, la distruzione di gran parte dell'infrastruttura produttiva serba, l'avvelenamento chimico di quelle terre per la fuoriuscita di diossina e mercurio dalle raffinerie distrutte e la contaminazione radioattiva per l'utilizzo dei proiettili all'uranio impoverito - disse che per i piloti italiani quelle missioni hanno rappresentato "una grande esperienza umana e professionale".
La primavera scorsa questo signore stavano per farlo Presidente della Repubblica. Fermiamoci per decenza.
Fate un bel regalo a qualche vostro parente che si commuove alle parate militari ed è convinto che i "nostri eroi" stanno portando la democrazia in Medio Oriente.
Albero Burgio, Manlio Dinucci, Vladimiro Giacchè, Escalation - Anatomia della guerra infinita, Edizioni Derive Approdi 2005.
http://www.deriveapprodi.org/estesa.php?id=145
AA.VV. - Escalation: anatomia della guerra infinita
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