Thomas Abbey, di professione insegnante di letteratura, nutre una sola grande passione: le opere di Marshall France, acclamato e scomparso narratore per l’infanzia. Quando la vita lo fa inciampare in Saxony, altrettanto ossessiva fan dello scrittore, la sua esistenza sembra finalmente coagularsi attorno a un obiettivo, scrivere la prima biografia di France.
Abbey e Saxony partono quindi alla volta di Galen, sperduto paesino in cui lo scrittore ha consumato gran parte della propria esistenza. Ad accoglierli troveranno Anna, figlia di France, e un atmosfera densa di mistero.
Il tentativo di Carroll di diluire l’azione e portare impercettibilmente il lettore alla soluzione è riuscito solo in parte e non evita il banale espediente “rivelazione della terz’ultima pagina” con colpo di coda finale.
Alcuni elementi che caratterizzano i protagonisti sono abbozzati e abbandonati (le maschere di Abbey, le marionette di Saxony) non contribuendo nè alla storia nè al delineamento dei personaggi.
In generale, verrebbe da domandare al protagonista: “scusa, potresti guardare là oppure parlare con la tal persona?” tanto per ampliare il respiro del romanzo ed esplorare il paese delle pazze risate.
L’elemento migliore del libro (a parte il titolo) è probabilmente il mondo creato da Marshall France di cui, purtroppo, abbiamo solo pochi ma saporiti assaggi, cenni appena tratteggiati di personaggi folli e fantastici.
Forse il difetto principale di Jonathan Carroll è non riuscire ad essere all’altezza di Marshall France:-)
Jonathan Carrol, Il paese delle pazze risate, 2004 Mondadori
Da leggere: in spiaggia, anche sotto sole cocente
Jonathan Carroll- Il paese delle pazze risate
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
Sto terminando la lettura di questo romanzo. A me più che altro sembra che l'autore abbia dovuto sforbiciare qui e là per esigenze editoriali. Ci sono aspetti dei personaggi e dei rapporti fra i personaggi che non vengono approfonditi, o addirittura spiegati. Secondo me sono stati proprio eliminati e alla fine l'editor ha fatto del suo meglio per riappiccicare insieme i vari pezzi. Peccato, perché mi sta piaciucchiando (bè, poi ci sono cose che danno un po' fastidio tipo un paio di giochi di parole tirati per i capelli e il velato machismo del protagonista). Non sono ancora arrivata alla "terz'ultima pagina", però per il momento il gioco di rimandi e l'invenzione di un mondo stanno funzionando benino.
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Cavoli, sono arrivata alla terz'ultima pagina (e poi all'ultima) e l'impressione è confermata! Ha subito un lavoro di potatura senza pietà! All'inizio dell'ultimo capitolo il protagonista parla con un interlocutore che spunta dal nulla, ma che presumibilmente il lettore dovrebbe già conoscere! BUUU! Voglio i pezzi che mancano! E poi manca anche tutta una serie di spiegazioni che in alcuni punti rimangono sottintese, come se già l'autore (quello "vero", cioè Carroll, non il personaggio centrale) ne avesse parlato al lettore. Ad esempio:
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Però la sostanza c'è, il libro si fa leggere. Adesso provo a fare una ricerca su Carroll e vedo se riesco a scoprire.evidentemente la figura di Saxony è stata molto ridimensionata, perché non viene spiegato in alcun punto a. perché, all'inizio inizio, abbia dichiarato di avere un bisogno disperato di soldi e b. quale fosse stata la malattia terribile della pelle che l'aveva costretta a passare in ospedale molti mesi, o anni, e ancora c. come si sostenti nella vita "reale", fuori da Galen. E un sacco di altre cose! Anch'io voglio saperne di più delle maschere e delle marionette! E la Regina di Olio, nella sua baracca nel bosco, perché ogni tanto viveva in una baracca nel bosco, lontana dalla famiglia?
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