Questo e' il posto dove dire agli altri Bookcorsari che libri specifici vorreste tanto leggere, oppure offrirne, o ancora mettere in piedi degli scambi, senza obblighi ne' pretese - grazie a Tanelorn per il nome dell'area stessa. ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!
Probabilmente si tratta di una richiesta un po' anomala, me ne rendo conto, ma nella copia della "Collina di conigli" di Richard Adams che ho appena terminato di leggere, al posto di pagina 447 è stata inserita per sbaglio la numero 477... e visto che a pagina 477 invece c'è effettivamente, di nuovo, la 477, mi son persa una pagina per strada
Dal momento che prima o poi mi piacerebbe ringare o liberare il libro mi piacerebbe inserirvi il testo della pagina mancante.
Qualcuno che ha il libro sarebbe disposto a trascriverne il contenuto oppure, per far prima, a farne una foto?
La mia copia è la seconda ristampa della BUR (traduzione di Pier Francesco Paolini), comunque per comodità posso dire che si tratta dell'ultima parte del capitolo 45 intitolato "Di nuovo alla fattoria". L'ultima frase prima del nulla è: "Era a circa a metà della fatica, quando udì la pesante mole del cane muoversi, sotto di lui. Si stiracchiava,..."
... sbadigliando. La corda oscillò, si udì trapestare fra la paglia. Il suo odore pestilente salì su, denso come una nuvola.
Non importa se anche mi sente, adesso, pensò Moscardo. Basta che mi sbrighi a roder questa corda completamente. Il cane si scaglierà su Den' di Leone. E bisogna che la corda sia abbastanza rosicata da spezzarsi, quando lui dà uno strattone.
Seguitò a rosicchiare alacremente, poi si drizzò per riprendere fiato e guardò oltre il sentiero dove Dente di Leone stava appostato. Si sentì agghiacciare. Alle spalle di Dente di Leone, fra l'erba, era in agguato il soriano, con gli occhi spiritati, la coda sferzante. Mentre lo guardava, paralizzato, il gatto avanzò ancora strisciando sul ventre. Aveva già adocchiato anche l'altro coniglio sulla cuccia. Dente di Leone teneva lo sguardo fisso sull'uscio del canile, immobile, come gli era stato detto. Il gatto si tese, per spiccare un salto.
Prima ancora di sapere che facesse, Moscardo scalpitò sul tetto risonante. Battè due colpi con la zampa, poi girò su se stesso per balzare a terra e darsi alla fuga. Dente di Leone, reagendo all'istante, scattò verso lo spiazzo ghiaiato. In quello stesso istante il gatto saltava, atterrando esattamente dove il coniglio stava accucciato un attimo prima. Il cane emise due brevi, acuti latrati e balzò fuori dalla cuccia.Vide subito Dente di Leone e si avventò. La corda si tese. Resistette un istante, poi si schiantò dov'era stata mezza rosicata. Il canile traballò, s'inclinò e ricadde con un tonfo, uno squasso. moscardo, già sbilanciato, artigliò la coperta, ma non riuscì a trattenersi e ruzzolò dal tetto. Cadde pesantemente sulla zampa offesa, giacque riverso, scalciando. Il cane era sparito.
In quell'attimo si sentì ribaltare sul fianco, quindi premere al suolo. Avvertì una puntura, lieve ma acuta, sotto il pelame sul dorso. Sferrò un calcio con le zamper posteriori, ma non incontrò nulla. Girò il capo. Il gatto era su di lui, accovacciato mezzo di traverso al suo corpo. I suoi baffi gli sfioravano un orecchio. quei grandi occhi verdi, dalle pupille assottiliate a due fessere...
p.448nere, verticali, nel riverbero del sole, lo guardavano fisso.
"Non sei buono a correre?"sibilò il gatto "Mi sa di no."
