Forse è perché non ho amato molto il cosidetto "trittico del buio" -
Fluo, Destroy, Luminal (quest'ultimo non sono riuscito nemmeno a finirlo, nonostante ci abbia provato e riprovato) o forse perché l'adolescenza è stata un'età un po' tribolata per me, ma questo libro della Santacroce, devo dire, mi è piaciuto.
Le notti psichedeliche nelle discoteche di Londra e di Berlino, la noia che devasta, il sesso estremo, le droghe sintetiche, il nichilismo sono ormai lontani non solo nei contenuti, ma anche nella forma. Quasi un cambiamento di rotta.
Lovers è un poemetto in prosa, oppure un racconto lungo in forma poetica sui sentimenti dell'amicizia e dell'amore nell'adolescenza, scritto in un
linguaggio tradizionale per raccontare una storia vicina al reale.
Un pomeriggio in un parco di Roma, Virginia, diciott'anni appena compiuti, incontra Elena, sua coetanea. E' subito un incontro di amicizia, quell'amicizia morbida, voluttuosa, come si può solo a quell'età, che ha margini così labili e basta un sorriso, uno sguardo per sconfinare nell'amore.
Insieme tentano di decifrare i loro sentienti confusi, cominciano a capire, o forse solo ad intuire il dolore di crescere e di imparare ad amare.
Poi Virginia si innamora per la prima volta, non di Elena, ma del padre di Elena. All'inizio c'è tutta l'eccitazione
per mani che si muovono come carezze, ci sono le notti insonni, c'è il diario segreto con le pagine rosa. Poi arriva la consapevolezza del proibito, ed è l'ingresso in un mondo adulto fatto di relazioni non autentiche, basate sulla menzogna e sul tradimento.
Quando le due amiche si trovano finalmente sole sulla spiaggia di Positano, Elena, ignara e innocente, rivela il sentimento d'amore che non può più nascondere e si stringe contro il corpo dell'amica come vento violento e le grida ti amo. Virginia cade ad ogni ti amo sopraffatta dall'impotenza e dal dolore; verso un epilogo tragico che vede la vita dell'una unita per sempre all'altra come i cigni che attorcigliano i colli reclinati.
Due eroine, insomma, come la Santacroce ormai ci ha abituati, ma questa volta Elena e Virginia sono esposte, senza protezione, alla ferocia del reale che le circonda, vulnerabili e nude, senza scudi di latex o di Luminal, di fronte alla violenza del mondo.