"Il piccolo libraio di Archangelsk" - G. Simenon

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Towandaaa
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"Il piccolo libraio di Archangelsk" - G. Simenon

Messaggio da Towandaaa »

La mia smisurata passione e ammirazione per i temi più cari a Pirandello mi ha portata di nuovo (come già era accaduto con “L’uomo che guardava passare i treni”) ad apprezzare davvero molto questo breve romanzo di Simenon, scritto con un linguaggio sobrio ma poetico, che tocca il cuore.
Una storia semplice, fatta più di introspezione che di avvenimenti, che offre una quadro compiuto di quanto sia difficile armonizzare il proprio modo di sentire con quello altrui; di quanto sentimenti genuini, spontanei e non frutto di calcolo ma semmai di dedizione possano essere travisati, in ossequio a consuetudini, conformismo e pregiudizi che possono prevalere anche sulla verità.
In poche parole: un altro esempio di quel male di vivere che scaturisce dal sentirsi incompresi e dall’incapacità di comprendere e conoscere gli altri, dal dovere riconoscere che anche gli atteggiamenti assunti e le scelte compiute in totale buona fede possono dimostrarsi insufficienti a dare un senso alla vita. Quello sconforto che spesso trova il suo epilogo in gesti estremi, che ha ispirato pagine intense di letteratura e che sempre mi colpisce, in ogni suo aspetto e manifestazione.
Una volta percepito il crollo di qualsiasi certezza, talvolta raggiunta anche a fatica e scendendo a patti con se stessi, i personaggi emblema di questo pessimismo (che è al tempo stesso disperato ma anche umilmente contenuto) finiscono per lasciarsi travolgere dagli eventi loro malgrado: menzogne volte a proteggere Gina nonostante tutto e annientamento di se stesso per Jonas in questo romanzo; fuga e delitti per il protagonista de “L’uomo che guardava passare i treni”; accettazione del ruolo di pazzi con la conseguente necessità di continuare a recitare una drammatica commedia per i protagonisti di “Enrico IV” di Pirandello e de “I fisici” di Durrenmatt. Sono solo alcuni esempi di personaggi complessi, la cui umanità, pur se apparentemente paradossale, viene sviscerata ed offerta alla riflessione del lettore, che finisce per commiserarli e compatirli per i sacrifici che dimostrano di saper accettare con abnegazione anche fino ad epiloghi tragici e che segnano comunque il momento del loro riscatto. Ci si sente profondamente scossi per le loro sorti, ma si giunge anche a riconoscere che, pur trattandosi di figure di carta paradigmatiche, portano con sé un messaggio che può verificarsi nella vita reale di ciascuno. Il disagio, l’amarezza o la cupa disperazione di questi personaggi risultano così emblematici di analoghi sentimenti che chiunque ha potuto o potrà sperimentare, anche se in termini e con esiti diversi, senza confini di tempo o di luogo.
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fosca
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Messaggio da fosca »

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Towandaa, scrivi delle recensioni bellissime....interessanti, precise e personali.....
io non ci riesco e benchè molti libri mi diano emozioni forti non riesco poi a trasformarle in parole....mi appoggio a te, dunque... :oops: :D


Questo romanzo di Simenon mi è piaciuto molto...e più sono cupe le storie più riesco ad addentrarmi nella trama........


Ot

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